9.1 C
Milano
domenica 23 Marzo 2025

Quando spunta la paura

 

Di Carlo Baffi

Il recente forfait nello slalom gigante della Shiffrin ai Mondiali di sci, ripropone un tema che ha avuto dei precedenti illustri nelle competizioni. Uno di questi ha riguardato Lauda nella drammatica stagione 1976.

Era il 30 novembre scorso quando la campionessa dello sci Mikaela Shiffrin, “Her Majesty” com’è stata ribattezzata a fronte del suo palmares di trionfi, cade rovinosamente a Killington nella gara di Coppa del Mondo negli States, a casa sua. Si procura una grave lesione muscolare ed una profonda ferita all’addome che le impongono due mesi stop. Tornata in gara nello slalom di Courchevel chiude decima, ma qualcosa non va, se il fisico è a posto la mente no; non ha superato lo choc per la caduta. Un handicap che la induce a non prendere il via nel gigante dei Mondiali di Saalbach. La Shiffrin ammette pubblicamente quanto sia straziante fare i conti con quanta paura abbia in una disciplina tanto amata fino a pochi mesi prima.

Fantasmi che hanno condizionato la carriera di grandi campioni dello sport.

Per quanto concerne il motorsport la memoria torna indietro nel tempo rispolverando la vicenda di Niki Lauda, il tre volte iridato che dopo aver conquistato il suo primo mondiale con la Ferrari nel ‘75 visse un incubo l’anno dopo, il 1 agosto 1976 nel Gran Premio di Germania sul temutissimo tracciato del Nurburgring. Lauda si presenta nella veste di leader del mondiale a quota 61 punti contro i 30 di Scheckter ed i 26 di Hunt, in pratica è avviato a conquistare la sua seconda corona iridata. Ma il destino è in agguato, inizia a piovere, ma alcune parti della pista sono ascitte e Lauda cambia le gomme al primo giro.

Giunto nei pressi della curva di Bergwerk, vuoi per gli pneumatici non in temperatura, vuoi per una pozza o un cordolo bagnato, perde il controllo della sua 312T2 e va in testa coda sbattendo violentemente contro il guard-rail e la roccia.

L’incidente cambia le sorti del mondiale, per alcuni giorni l’austriaco resta tra la vita e la morte e gli viene data l’estrema unzione. A stargli costantemente vicino è la moglie a Marlene.

Ma ecco il miracolo! Grazie ad un fisico eccezionale ed alla grande tenacia che lo contraddistingue, Niki inizia a riprendersi.

Dopo una settimana si vocifera addirittura di un ipotetico ritorno nel G.P. del Canada in programma agli inizi di ottobre. Ed i tempi saranno ancora più brevi.

Lauda intende tornare in pista il più in fretta possibile per dimostrare a se stesso e a tutti che la sua carriera non è giunta al capolinea.

E’ martedì 8 settembre ed il Gran Premio d’Italia è in programma il 12, un colpo di scena che piglia tutti in contropiede. Le ferite sul capo dell’iridato sono ancora aperte al punto che gli viene realizzato un casco apposito con particolari imbottiture. Niki ritorna alla guida della sua monoposto rossa e dichiara che non va a Monza per vincere, bensì per verificare la sua forma al fine di poter difendere il titolo.

Al G.P. d’Italia, dopo aver siglato il 5° tempo in prova chiude la gara al 4° posto.

L’epilogo di quel campionato del mondo sarebbe andato in scena all’ultima gara in Giappone, alle pendici del monte Fuji il 24 ottobre. La battaglia finale contro James Hunt sarà combattuta sotto un diluvio provocato da un tifone che mette a rischio perfino la disputa della corsa.

Se dapprima i piloti sono d’accordo a non correre (Lauda compreso), all’ultimo momento buona parte di questi fa retromarcia spinti da Bernie Ecclestone il responsabile della Foca, che non intende perdere i proventi dei diritti televisivi della diretta. Dunque tutti si schierano in griglia. Un duro colpo al morale dell’austriaco che si vede costretto a correre per difendere le 3 lunghezze di vantaggio nei confronti di Hunt. Catapultato in un vero e proprio inferno dove la visibilità è pressoché nulla per i nuvoloni d’acqua, il ferrarista si ritira dopo soli due passaggi complici gli spettri del “Ring” tornati a palesarsi nella sua mente, forse non ancora preparata ad affrontare uno stress così forte.

Hunt partito dalla pole, arpiona in extremis il terzo posto e si laurea campione per un solo punto.

Mauro Forghieri, responsabile tecnico del Cavallino offre a Niki la possibilità di imputare quell’abbandono ad un problema elettrico, ma il driver si assume tutta la responsabilità mostrando il coraggio di aver avuto paura, come titolerà “Il Corriere della Sera”.

Questa decisione sarà molto criticata, anche da un sarcastico Enzo Ferrari, ma rivelerà il lato umano di un fuoriclasse spesso definito un robot, freddo e calcolatore. Incurante dei continui attacchi l’austriaco tirerà dritto e preparerà il riscatto. Non rinnegherà mai la sua resa al Fuji ribandendo che non sussistevano le condizioni per gareggiare e nel 1977 sarà al via della stagione conquistando il suo secondo titolo mondiale.

La sua storia l’ha reso una leggenda dell’automobilismo sportivo. Al di là degli allori conquistati, resterà indelebile quella sua reazione a fronte di mille difficoltà che l’ho riportò ai vertici del Circus. Confessare pubblicamente le proprie fragilità senza alcuna vergogna rappresenta il primo passo verso l’uscita da un tunnel che può sembrare dapprima interminabile. Da li in poi la paura si scioglierà come neve al sole. Non ci sarà quindi da meravigliarsi se Mikaela Shiffrin taglierà il record delle 100 vittorie che insegue da mesi. Intanto ha trascinato alla vittoria la squadra Usa nella combinata a squadre femminile e la connazionale Breezy Johnson.

Immagini ©Raul Zacchè – Massimo Campi

 

Massimo Campi
Massimo Campihttp://www.motoremotion.it/
Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.

ARTICOLI CORRELATI