Formula 1

Published on Novembre 27th, 2024 | by Massimo Campi

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F1 Las Vegas: Verstappen Campione!

 

Di Carlo Baffi

Nella gara in cui la Mercedes sigla la doppietta con Russell ed Hamilton, l’olandese, piazzatosi quinto, conquista la sua quarta corona. Un trionfo meritato in una stagione sofferta in cui, rispetto al passato, non disponeva di una Red Bull competitiva. La Ferrari centra il podio con Sainz terzo davanti ad un polemico Leclerc.

Una volta tagliato il traguardo è arrivato puntuale il messaggio di congratulazioni del Team Principal Christian Horner, a cui Max Verstappen ha risposto ringraziando calorosamente i suoi “guys”. Dalle parole dell’orange è emersa una particolare emozione a testimonianza del coronamento di un’impresa che ad un certo punto della stagione non pareva così scontata. Max però, da vero leader è divenuto il punto di riferimento di una scuderia divisa da faide interne e grazie al suo talento cristallino ha tenuto la barra dritta ed ha condotto in porto la nave dei bibitari. Verstappen ha guidato con testa, alla Lauda, evitando rischi inutili ed accontentandosi di una quinta posizione (partiva 5°), sicuramente indigesta per un cannibale come lui, ma la posta in palio era davvero importante. D’altronde non poteva fare nulla contro le Mercedes che sin da venerdì erano apparse in palla ed hanno suggellato il loro dominio la domenica. La Ferrari porta a casa un podio prezioso con Sainz a cui si aggiunge la quarta piazza di Leclerc, particolarmente indispettito per la condotta del compagno. Delude la McLaren solo sesta e settima con Norris e Piastri. Chiusa la corsa all’iride, resta aperta quella su fronte costruttori con la McLaren-Mercedes prima e la Ferrari che insegue a 24 lunghezze con due round ancora da disputare ed una Sprint Race in programma nel prossimo weekend in Qatar.

Leader Maximo! – Se i precedenti titoli andavano divisi equamente tra Verstappen e la Red Bull, oggi il merito è quasi interamente di “Super Max”, come viene osannato nel ritornello della canzone a lui dedicatagli. Anche se non se l’è sudato come nel 2021, quando detronizzò Hamilton all’ultimo giro del G.P. di Abu Dhabi (per dovere di cronaca ricevette una spintarella dall’allora direttore di gara Michael Masi, poi finito in naftalina), si merita onori, applausi e titoloni in prima pagina. Helmut Marko, eminenza grigia di Milton Keynes e mentore del fenomeno, ha riconosciuto pubblicamente che Max ha mascherato i problemi della monoposto grazie alle sue doti di guida. “Senza di lui – ha affermato il manager austriaco – la Red Bull non sarebbe un team vincente. Sa quando è il momento di spingere e quando deve gestire.” Un attestato di grandissima stima verso un fuoriclasse che ha raggiunto i titoli del Professor Alain Prost e restando sul trono per il quarto anno consecutivo ha eguagliato Sebastian Vettel, che fece altrettanto tra il 2010 ed 2013, anch’egli al volante della Red Bull. Verstappen aveva di fronte un avversario come Lando Norris, le cui doti tecniche sono state adombrate dalle troppe fragilità psicologiche. Morale: a Las Vegas Max ha vinto il mondiale, Lando ha fatto il giro veloce. Un paragone impietoso? Forse, ma rispecchia la realtà. Verstappen ha solo 27 anni e tutte le potenzialità per ambire a raggiungere i 7 mondiali di Schumacher ed Hamilton, perché è un leader con la elle maiuscola. L’unico dubbio atroce che aleggia sul suo futuro riguarda la macchina, in quanto lo stato attuale della Red Bull non gli offre tante certezze. Se il 2025 è un’incognita lo sarà ancora di più la stagione successiva, quando la scuderia anglo-austriaca dovrà contare su una power unit prodotta in casa (col supporto della Ford). Non è detto però che l’oranje non emigri verso altri lidi, magari a pochi chilometri da Milton Keynes, come Silverstone. Li ha sede l’Aston Martin dove ritroverebbe il genio di Adrian Newey ed i motori Honda. Oppure a Brackley, dove ha sede il reparto corse della Mercedes, che da mesi gli fa la corte. Verstappen, seguito dal focoso papà Jos che l’ha cresciuto in un clima da caserma, è conscio del problema e non si lascerà di sicuro scappare l’occasione di guidare il mezzo più competitivo.

Il colpaccio – “Viva las Vegas!” E’ la frase rivolta via radio dal pit-wall a George Russell quando è transitato primo sotto la bandiera a scacchi. Dietro di lui ad oltre 7” è sopraggiunto Lewis Hamilton, che ha completato uno splendido uno-due festeggiato alla grande, non come a Spa quando arrivò la doccia fredda della squalifica di Russell (vettura non conforme al peso) ed il successo andò a Lewis. Parlare di una Mercedes tornata ai fasti passati è prematuro, ricordiamoci che a metà campionato dopo le vittorie in Austria, Inghilterra e Belgio seguì una fase calante. Con ciò, le W15E viste a Las Vegas hanno molto impressionato, favorite dalle basse temperature (si correva in notturna) che hanno evitato il graining sofferto dai rivali. Qualcuno parla di un dominio frutto di circostanze favorevoli, sarà, ma le performances delle Frecce d’Argento fanno ben sperare in vista della prossima stagione. Potenzialmente potevano monopolizzare la prima fila, ma Hamilton ha commesso un errore in curva 12 all’inizio della Q3 ed ha chiuso decimo. Tutto liscio invece per Russell che dalla pole ha mantenuto la testa e quando al 5° dei 50 passaggi ha subito l’assalto di Leclerc, ha risposto per le rime e da li in avanti non ha mai corso grossi problemi. Il suo compagno ha firmato una grande rimonta che gli ha permesso di risalire arrivando perfino a cercare di insidiare la leadership del connazionale a suon di giri veloci. Poi dopo una sbavatura in curva 1 ha mollato la presa, accontentandosi del posto d’onore.

Involuzione – I passi falsi degli ultimi Gran Premi si sono acuiti nella “città che non dorme mai”, complice il freddo che ha messo in crisi la MCL36. Lando Norris ed Oscar Piastri non sono andati oltre il sesto ed il settimo posto, prestazioni che hanno eroso 12 punti dal margine che la McLaren vanta ancora sulla Ferrari. Per fortuna del team papaya, Il Cavallino non ha brillato e le speranze di portare a casa il titolo costruttori sono ancora concrete. Norris partiva dietro a Verstappen e così è giunto al traguardo consolandosi con il giro veloce ed il punto addizionale. S’è congratulato con il nuovo campione ammettendo che non ha sbagliato un passo per tutta la stagione e non ha punti deboli.” Da lui c’è sempre da imparare.” Alquanto opaco Piastri, ben lontano dal driver arrembante ammirato a Monza e Baku. Abbiamo quasi l’impressione che da quando la McLaren ha consegnato i galloni di capitano a Norris, l’australiano sia incline a svolgere il minimo sindacale. A Las Vegas, Oscar s’è pure preso 5” di penalità per partenza anticipata dall’ottava casella della griglia e questo ha inevitabilmente condizionato la sua corsa. In Qatar, la pista dovrebbe sposarsi meglio con le caratteristiche della MCL36 e vedremo se la compagine di Woking tornerà ad avere il passo gara che le ha fatto fare il grande salto di qualità.

Piove sul bagnato – Onestamente dalla Ferrari ci si attendeva molto di più e lo pensavano anche gli uomini in rosso che miravano al gradino più alto del podio. La trasferta in Nevada s’annunciava favorevole, ma sin dalle libere del venerdì la SF-24 non riusciva a mandare in temperatura le Pirelli faticando di più sul giro secco che sul passo gara. Carlos Sainz riusciva comunque ad arpionare un ottimo secondo posto in qualifica dietro a Russell, mentre Charles Leclerc non andava oltre il quarto miglior tempo. Ma il “Principino” si rifaceva allo spegnimento dei semafori fulminando Gasly ed il compagno portandosi dietro a Russell. Galvanizzato dal doppio sorpasso è andato all’assalto del primo posto (probabilmente per beneficiare dell’aria pulita), ma Russell lo ha respinto con decisione ed il monegasco s’è ritrovato dopo poche tornate alle prese col graining. Così tra il 7° e l’8° giro s’è visto costretto a cedere il passo a Sainz e Verstappen. Problemi analoghi pure per l’iberico che dopo un crollo delle sue Pirelli chiedeva di rientrare per una seconda sosta, dove purtroppo il box non era pronto. Risultato, Carlos ha effettuato una virata repentina per restare in pista tagliando la linea bianca della pitlane; fortuna sua che dalla direzione gara non hanno preso provvedimenti. Per contro il madrileno ha perso parecchio tempo e nel finale, quando si è ritrovato negli scarichi di Leclerc, reduce dal 2° pit-stop, l’ha sopravanzato salendo quarto e successivamente terzo ai danni del prudente Verstappen. Il sorpasso fratricida ha mandato su tutte le furie Charles che ha tuonato via radio. Un episodio che ancora una volta fa emergere la tensione tra i due fantini del Cavallino. Pare, è d’obbligo l’uso del condizionale, che l’ordine di scuderia fosse quello di mantenere le posizioni e che quindi sarebbe stato violato da Carlos. Interrogato dai media lo spagnolo glissava sull’argomento puntualizzando che non fosse necessario alcun chiarimento: “… sono cose tra noi.” Piccata invece la reazione di Leclerc, che in risposta al team radio del muretto ha urlato:” … mi fotte tutte le volte. Tutte le fottute volte. Non è molto bello. E’ una questione di rispetto.” E dal momento che i toni si facevano sempre più accesi è intervenuto pure il Team Boss Frederic Vasseur nel ruolo di pompiere. Sebbene fosse più calmo, Leclerc ha ribadito il suo “j’accuse” ai microfoni dei cronisti:” Non sono contento del comportamento di Carlos. Non vado nel dettaglio… Ci sono cose che ci diciamo ed oggi sono andate diversamente.” Il monegasco punta a scavalcare Norris, 2° in classifica e con l’inglese dietro aveva la chance di farsi ulteriormente sotto (le lunghezze da recuperare sono 21). Ma a nostro avviso è una questione personale che riguarda solo il “Principino”. In fine dei conti il piazzamento dei ferraristi non ha comportato alcuna perdita di punti per il Cavallino, che esce da Las Vegas con 27 punti contro i 15 della McLaren. E’ d’uopo però che gli attriti tra i due si plachino al fine di evitare di compromettere l’inseguimento alla scuderia di Woking. Un compito non facile per Vasseur, visto che Sainz è in uscita e quindi poco gestibile.

Dal top al flop – Reduce dal doppio podio di Interlagos, l’Alpine ha siglato un importantissimo terzo crono in qualifica che ha permesso a Pierre Gasly di scattare in seconda fila. Purtroppo il sogno di gloria è evaporato alla 18^ tornata, complice il cedimento della power unit.

 

Ordine d’arrivo:

1° George Russell (Mercedes) – 50 giri 1.22’05″969
2° Lewis Hamilton (Mercedes) – 7″313
3° Carlos Sainz (Ferrari) – 11″906
4° Charles Leclerc (Ferrari) – 14″283
5° Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 16″582
6° Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 43″385
7° Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 51″365
8° Nico Hulkenberg (Haas-Ferrari) – 59″808
9° Yuki Tsunoda (Racing Bulls-Honda) – 1’02″808
10° Sergio Perez (Red Bull-Honda) – 1’03″114
11° Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes) – 1’09″195
12° Kevin Magnussen (Haas-Ferrari) – 1’09″803
13° Guan Yu Zhou (Sauber-Ferrari) – 1’14″085
14° Franco Colapinto (Williams-Mercedes) – 1’15″172
15° Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes) – 1’24″102
16° Liam Lawson (Racing Bulls-Honda) – 1’31″005
17° Esteban Ocon (Alpine-Renault) – 1 giro
18° Valtteri Bottas (Sauber-Ferrari) – 1 giro

Ritirati
Pierre Gasly (Alpine-Renault)
Alexander Albon (Williams-Mercedes)

Classifica Piloti
1° Verstappen 403 – 2° Norris 340 – 3° Leclerc 319 – 4° PIastri 268 – 5° Sainz 259 – 6° Russell 217 – 7° Hamilton 208 – 8° Perez 152 – 9° Alonso 62 – 10° Hulkenberg 35 – 11° Tsunoda 30 – 12° Gasly 26 – 13° Stroll 24 – 14° Ocon 23 – 15° Magnussen 14 – 16° Albon, Ricciardo 12 – 18° Bearman 7 – 19° Colapinto 5 – 20° Lawson 4

Classifica Costruttori
1^ McLaren-Mercedes 608 – 2^ Ferrari 584 – 3^ Red Bull-Honda 555 – 4^ Mercedes 425 – 5^ Aston Martin-Mercedes 86 – 6^ Haas-Ferrari 50 – 7^ Alpine-Renault 49 – 8^ Racing Bulls-Honda 46 – 9^ Williams-Mercedes 17

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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