Storia

Published on Novembre 26th, 2024 | by Massimo Campi

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Alfa Romeo alla Carrera Panamericana

 

L’Alfa Romeo e la Carrera Panamerica, una storia importante negli anni ’50 quando il progresso stava arrivando in America con il collegamento tra il nord ed il sud del continente ed il marchio italiano che si stava affermando nel mondo. A parlare di questa storia è Lorenzo Ardizio, responsabile del Museo di Arese e grande storico della casa del biscione.

“La Carrera Panamericana è stata una corsa importante nel panorama delle grandi gare di durata. Sono state fatte sono cinque edizioni della gara, tra il 1954 ed il 1954 ed il percorso nasceva da una iniziativa degli anni ’20 quando si decise di collegare il continente americano da nord a sud, con una strada dall’Alaska alla Terra del Fuoco. Ogni nazione doveva curare il tratto di proprio competenza ed il tratto nel centro America venne completato da Messico alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Il tratto messicano era composto da un nastro di asfalto di 3.113 km, era stata una impresa titanica costata molto denaro ed andava inaugurato. L’occasione era quella per disputare una gara aperta alle vetture di serie di grandi nomi dell’industria automobilistica mondiale. Era una gara a tappe molto impegnativa con molti metri di dislivello che andavano dal livello del mare ad oltre 3.000 metri. Al via c’erano 132 vetture di cui 59 equipaggi statunitensi, 57 messicani ed il resto erano europei. Per incentivare la partecipazione era stato stanziato un montepremi di oltre 34.000 dollari, ed al vincitore ne spettavano 17.341, che, al cambio attuale sarebbero stati oltre 300.000 euro.

L’Alfa Romeo partecipa alla prima edizione grazie ad Attila Camisa, un ex giornalista della Gazzetta dello Sport, che era andato a vivere in Messico ed era diventato un consulente governativo e si occupava di viabilità. Fu di Camisa l’idea della Carrera Panamericana ed il contatto con i costruttori del vecchio continente e gli sforzi organizzativi vengono concretizzati il 5 maggio 1950 con la partenza della prima edizione. Luigi Petrucci, l’ambasciatore italiano in Messico, farà da ponte tra l’Alfa Romeo e l’organizzazione della gara e la partecipazione del marchio italiano verrà decisa solo un mese prima della gara che verrà finanziata da Pagliai, un ricco imprenditore che aveva fatto fortuna in Messico. La scelta dei piloti ricadde su Piero Taruffi e Felice Bonetto, per coordinare l’assistenza venne scelto Bruno Bonini che fece anche da copilota a Bonetto.

Le vetture erano delle normali 6C 2.500 Freccia d’Oro e come unica modifica era stato sostituito il carburatore per meglio affrontare le alte quote ed il serbatoio maggiorato a 120 litri. La corsa sarà una grande avventura con molti imprevisti tra cui l’usura delle gomme data dall’asfalto particolarmente abrasivo. La gara verrà vinta dalla Oldsmobile di McGriff che aveva una cilindrata di 5 litri. Le Alfa Romeo conquistano il 4° posto con Taruffi/Ceroli ed 8° posto con Bonetto/Bonini.

Le Alfa conquistano anche alcune vittorie nelle tappe più guidate e la casa italiana viene considerata la vincitrice morale della gara.  Il regolamento tecnico della prima edizione prevedeva la partecipazione di vetture strettamente di serie realizzate in almeno 50 esemplari con ordini giù registrati di almeno 500 da produrre. In Alfa Romeo c’erano anche le 2.500 Super Sport con una potenza decisamente maggiore rispetto alla Freccia d’Oro, ma non erano ancora state prodotte una quantità sufficiente di esemplari come previsto dal regolamento. Invece giunti in Messico gli alfieri della casa del Portello si accorgono che la maggioranza delle vetture in gara sono pesantemente preparate per partecipare alla Carrera.  

Nella edizione successiva l’Alfa Romeo viene nuovamente invitata in Messico ma, dopo avere intuito lo spirito altamente interpretativo del regolamento, i vertici di Arese non mandano le vetture alla Carrera Panamericana. In seguito la gara verrà aperta ai grandi prototipi da competizione, vetture velocissime e pericolose che porteranno ben presto alla fine della corsa dopo alcuni incidenti mortali. I seguito ci saranno altre partecipazioni della vetture della casa di Arese con le 1900”.

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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