Formula 1

Published on Settembre 18th, 2024 | by Massimo Campi

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F1 – Piastri: Atto di forza a Baku.

 

Di Carlo Baffi

L’australiano della McLaren sigla il suo secondo trionfo in F.1 dopo una gara superlativa in cui ha respinto i ripetuti assalti della Ferrari del poleman Leclerc, giunto alle sue spalle. Terza, a sorpresa, la Mercedes di Russell che sfrutta l’autoscontro tra Sainz e Perez nel finale. Verstappen solo 5°, è ancora leader tra i piloti cedendo 3 punti a Norris, 4° dopo esser partito 15°. Nella classifica costruttori, la McLaren supera la Red Bull e si ritrova in testa dopo un decennio.

Ma a Baku è nata una stella? Sembrerebbe proprio di si. D’obbligo l’uso del condizionale, onde evitare di essere smentiti da questa Formula 1 che continua a stupirci con gare entusiasmanti ed incertissime. Ma quanto visto a Monza ed in riva al Mar Caspio la dice lunga. I due sorpassi messi a segno da Oscar Piastri sono prove inconfutabili che questo 23enne australiano di Melbourne, alla sua seconda stagione in F.1 (37 Gran Premi alle spalle) farà molto parlare di se. Se due settimane fa, a Monza, aveva impallinato il compagno Norris con una staccata alla Roggia (curva molto insidiosa), sul cittadino di Baku ha freddato Leclerc con la precisione di un cecchino implacabile. Una sorta di rivincita a 15 giorni di distanza sul monegasco che puntava a bissare il successo monzese. Ovviamente alla base di queste performances c’è una monoposto che ormai detta legge su tutte le piste, la McLaren-Mercedes. Questa volta però la Ferrari ha sofferto un po’ troppo il rendimento non ottimale delle gomme hard. Il Cavallino torna dall’Azerbaijan con un bottino più magro del previsto, complice anche la collisione tra Sainz ed un rinato Perez a due tornate dalla fine, che ha spalancato le porte a Russell verso il podio. Anonimo ancora Verstappen, alle prese con una Red Bull che gli sta sempre più pregiudicando la corsa alla quarta corona iridata. Per sua fortuna, il diretto rivale Norris s’è complicato la vita in qualifica, eliminato in Q1 e dopo una strenua rimonta ha ridotto di soli tre punti il distacco nella classifica piloti. Tra i costruttori, la situazione è apertissima e vede McLaren, Red Bull e Ferrari racchiuse in 51 lunghezze a sette G.P. dalla fine, a cui si aggiungono tre Sprint Race coi relativi punti.

L’uomo tranquillo – Era il 2 agosto del 2022 quando l’Alpine, perso Fernando Alonso emigrato in fretta e furia all’Aston Martin, promosse ufficialmente Oscar Piastri (che ricopriva il ruolo di pilota di riserva) al posto del due volte iridato. Peccato che a distanza di poche ore l’australiano smentì la notizia attraverso i social, rivelando che essendo scaduta l’opzione con la casa francese era libero di scegliersi un altro team, nella fattispecie la McLaren. La casa francese aveva tergiversato a lungo col giovane, complice le incognite del futuro di Alonso ed a Woking invece furono lestissimi a contattare Oscar (gestito da l’ex pilota Mark Webber) prospettandogli un futuro su una vettura in crescente sviluppo. L’Alpine impugnò il contratto cercando in tutti i modi di non lasciarsi sfuggire l’allora promettente 21enne (che aveva cresciuto), il contenzioso arrivò sui banchi del Contract Recognition Board della Fia, che il 2 settembre diede ragione alla McLaren. Così in quello stesso giorno, la scuderia inglese annunciò Piastri come pilota per il 2023 accanto a Norris. Prendeva il posto di Ricciardo scaricato anzitempo, anche per via del suo scarso rendimento. Col senno di poi va riconosciuto al boss Zac Brown di aver avuto la vista lunga nel combattere quella battaglia legale. Del resto il palmares di Oscar offriva non poche garanzie: parliamo di titoli in Formula Renault Eurocup, Formula 3 e Formula 2, conquistati tra il 2019 ed il 2021. Ed i fatti recenti confermano che Oscar non era una meteora. Ciò che colpisce di lui è l’impassibilità con cui vive questo momento di crescita professionale. A Baku dopo aver ottenuto un’importante seconda piazza in qualifica tra le due Ferrari, ha evitato troppi rischi al via stando di dietro a Leclerc senza perdere terreno. Aveva visto che le medie faticavano per via dell’aria sporca rilasciata dalla Rossa. Ha atteso il pit-stop alla tornata 16 per montare le dure ed è rientrato in pista quando si stava fermando Leclerc. Si sono quindi ritrovati nella medesima posizione del primo stint e con la stessa mescola. Ebbene nonostante il consiglio del box di attendere che la SF-24 avesse un calo di gomme, Oscar ha rotto gl’indugi. Per sua stessa ammissione:” Ho ignorato quanto dettomi dall’ingegnere, perché se la Ferrari fosse stata in grado di finire la gara mi sarei ritrovato secondo; avevo già visto Charles allontanarsi nel primo stint. Sapevo di avere solo una chance ed ho effettuato una manovra molto rischiosa.” Ha quindi imboccato il lungo rettilineo e spalancando il Drs è piombato su Charles passandolo in frenata. Ma non solo, è uscito da curva 1 in modo tale da poter accelerare non permettendo al rivale di contrattaccarlo in curva 2. Piastri però era ben conscio che il ferrarista si sarebbe rifatto sotto ed ha organizzato al meglio la difesa. Per 30 giri ha respinto ogni incursione con grande maturità, senza commettere alcuna sbavatura. Forte di una MCL38 potentissima sul dritto riusciva sempre ad allungare di quel poco fino a far svanire i sogni di gloria del suo inseguitore. Oltre agli avversari, “the quiet man” aveva battuto anche il computer, seguendo il suo istinto. Per assurdo l’unico momento in cui Piastri è parso perdere il controllo della situazione è stato in parco chiuso, quando salito sulla vettura per celebrare il successo è barcollato rischiando di cadere, ma prontamente ha ripreso l’equilibrio. Al di là dell’ironia, fa specie la freddezza emersa in questi due trionfi in F.1. Appena tagliato il traguardo e sul podio non s’è abbandonato ad alcun eccesso di euforia. A Baku ha abbracciato i meccanici ed alla premiazione gli è sfuggito un sorriso accanto a Tom Stallard, il suo ingegnere di pista. Eloquente il commento rilasciato ai media:” In partenza ho cercato di mettermi davanti, ma non avevo il passo. Dopo la sosta, avendo più grip, ho capito che dovevo attaccare subito, poi nel finale sono riuscito a non concedere il Drs a Leclerc e sono soddisfatto di averlo tenuto dietro per 30 giri. E’ stata una gara vicina alla perfezione, anche se ho commesso un paio di errori. Ringrazio il team che sta aiutando anche me a migliorare.” Senza falsa modestia, Piastri è consapevole di aver disputato un Gran Premio che un domani potrebbe essere ricordato come quello della maturità. I punti che lo separano da Verstappen sono 91, troppi per pensare ad una rincorsa al titolo. Per la McLaren è decisamente più sensato che l’australiano tolga punti all’olandese tirando la volata al compagno Lando Norris, che però deve una volta per tutte cambiare pelle e correre col coltello fra i denti. Come detto, in qualifica s’è suicidato complice anche il team che lo ha mandato in pista nel finale della Q1 per superare la tagliola ed è incappato in una bandiera gialla, che l’ha messo ko. A disastro compiuto, l’inglese dev’essersi liberato la mente dai fantasmi ed ha corso con piglio famelico sverniciando per due volte “Mad Max”. Significativo l’incitamento che gli arrivava attraverso il team-radio. Sebbene abbia racimolato solo tre lunghezze, chissà che quei due sorpassi sul diretto avversario lo abbiano ricaricato? Una domanda che troverà risposta già domenica prossima nel round notturno in programma a Singapore, un altro tracciato cittadino. Se la corsa al mondiale piloti pare una “mission impossible”, sul fronte costruttori la McLaren ha la strada spianata verso una corona che manca dal lontanissimo 1998: dai tempi di Hakkinen e Coulthard. Salvo soprese, il team papaya dovrebbe ritornare sul trono dopo ben 26 anni. Curioso il commento, un po’ acido di Chris Horner, secondo il quale Piastri sarebbe fonte di problemi a Woking perché vincendo sottrae punti utili a Norris. Per il manager inglese, avere due potenziali prime guide crea problemi di gestione ed armonia nel team. “Quando il secondo pilota supera il primo, si tende ad avere un bel mal di testa”, ha sentenziato Horner che preferisce non avvalersi di due driver sullo stesso piano. Strano, perché come Perez, anche Verstappen non sta vincendo più.

Calvario – Se nelle Libere 1 del venerdì era parso di vedere una Red Bull più efficace con Verstappen e Perez primo e secondo, il prosieguo del weekend ha palesato nuovamente le difficoltà che affliggono la RB20. Per assurdo il messicano si qualificava quarto davanti all’olandese sesto. Un’anteprima di ciò che si sarebbe visto in gara con “Checo” nelle condizioni di lottare nelle prime tre posizioni ed il tre volte iridato ridotto a gregario nelle retrovie. La sua RB20 saltellava di continuo ed era inguidabile, colpa del set-up cambiato prima delle qualifiche:” Una modifica pagata cara – ha ammesso Verstappen – che ha reso difficile la guida, perché quando non si ha contatto con l’asfalto, tutto si complica.” Per lui, dopo il flop di Monza se ne aggiunge un altro forse ancora più pesante. Per sua fortuna Norris continua a non mordere, ma l’impressione avuta è che l’indomito oranje si stia un po’ rassegnando ad una situazione frustrante in una squadra sempre più involuta. A Baku, le speranze dei bibitari si sono riposte sul risorto Perez che sentendosi a suo agio su una pista amica (ha vinto nel ’21 e nel ’23) s’è avventato su Leclerc a due tornate dal termine. Gli è andata male. Non solo per la strenua difesa del ferrarista, ma per l’affondo subito da Sainz culminato in un rovinoso crash tra curva 2 e 3. Ciò gli ha impedito di portare punti  al team, che ha perso una leadership nel mondiale costruttori che durava dal 2° Gran Premio del campionato 2022. Sull’incidente, in cui Sainz ci ha messo forse un po’ troppa foga, Perez non è esente da colpe visto che sulla sua sinistra c’era abbastanza spazio per evitare il contatto tra la sua ruota anteriore destra e la posteriore sinistra dell’avversario. Dopo la comprensibile rabbia scaricata a caldo via radio, il messicano non ha polemizzato dichiarando che Carlos è l’ultima persona con cui avrebbe voluto entrare in collisione:” E’ un vero disastro per entrambi chiudere il weekend così.”

Doccia fredda – Con due monoposto nelle prime tre piazzuole della griglia, la Ferrari ha affrontato il 7° Gran Premio dell’Azerbaijan nel ruolo di favorita. Il popolo del Cavallino sognava il bis dopo Monza, magari pure una doppietta. Invece no. I volti carichi di ottimismo e fiducia degli uomini in rosso, si sarebbero trasformati in musi lunghi. Se due settimane or sono, nel Tempio della Velocità, era la McLaren ad essere la candidata al successo, a Baku lo era la Ferrari, ma i responsi della pista hanno sovvertito le previsioni. Segno inequivocabile di un grande equilibrio che può mutare ad ogni minima variabile. Leclerc ha subito preso il comando, costruendosi un margine di oltre 6” al giro 15. Pareva che tutto filasse liscio, ma con la sosta effettuata alla 17^ tornata appena dopo Piastri, il vento è cambiato. Passato dalle medie alle hard, Charles ha iniziato a soffrire ed una volta persa la prima posizione non è più riuscito a risuperare la McLaren n°81. Qualcuno sostiene che il monegasco poteva difendersi meglio da Piastri, ma è anche vero che aveva le gomme fredde e pensava di poter attaccare il rivale nei passaggi successivi. Il “Principino” ha cercato di insidiare il capofila in tutti i modi per poi desistere a causa del repentino calo dei penumatici posteriori (danneggiati dall’aria sporca dovendo rincorrere). Una condizione talmente precaria da mettere a rischio perfino il podio. Comprensibile il malcontento del ferrarista esternato ai media:” Oggi abbiamo perso la vittoria per due fattori. Il primo riguarda la gestione delle gomme nel giro di uscita dopo il pit stop. Ci aspettavamo che per tutti occorresse più tempo per mandare in temperatura le hard, ma non è stato così per la McLaren, riuscita a centrare subito la finestra ottimale guadagnando molto tempo. Il secondo elemento è non aver lottato più duramente con Oscar quando mi ha sorpassato. Sapevo che avevamo una lunga gara davanti e il mio obiettivo era preservare le gomme rimanendo nel raggio d’azione del DRS per ripassarlo più avanti. Evidentemente abbiamo sottovalutato la velocità che loro avevano sui rettilinei, sfruttando un assetto con un carico aerodinamico inferiore al nostro. Questo li ha resi troppo veloci ed imprendibili per noi.” E sul finale, Charles ha rivelato:” Negli ultimi 2 giri, in un paio di circostanze, ho pensato di finire a muro, dopo averlo sfiorato. Nel complesso non è stata la giornata migliore per la nostra squadra, ma andremo a Singapore ancora più determinati.” Sul problema gomme viene da pensare che l’uscita di pista capitata a Leclerc nelle FP1 abbia pregiudicato il lavoro sul long run, che avrebbe fornito maggiori informazioni alla squadra sul rendimento della mescola dura. Ad aumentare la delusione nel clan di Maranello è stato il ritiro di Sainz. Questa la sua spiegazione:” È un vero peccato: la cosa importante è che sia io che Checo (Perez) stiamo bene dopo l’incidente, ma è ovviamente frustrante. Sono rimasto sulla traiettoria di gara normale – sottolinea il madrileno – e non ho fatto niente di strano, come ad ogni altro giro, per cui non mi aspettavo il contatto con la mia gomma posteriore. Fa parte delle corse, ma fa male perché oggi abbiamo perso molti punti.
Stavo facendo una gara molto buona ed ero molto veloce. Penso che il terzo posto, o forse anche il secondo fosse possibile, ma le cose sono andate diversamente.” Il Team Principal Frederic Vasseur ha parlato di una corsa al di sotto delle aspettative, ma precisa che come a Monza, la SF-24 stava lottando con la McLaren ed era competitiva. Interessante la riflessione del manager francese in merito al secondo stint di Leclerc:” Dobbiamo analizzare i giri subito dopo il suo pit stop, perché il passo che ha tenuto si è rivelato eccessivamente lento e comunque alla fine non aveva più gomme. Probabilmente siamo stati un po’ troppo conservativi all’inizio del secondo stint e dover guidare in aria sporca è stato difficile per Charles che ha finito per danneggiare le sue Hard.” E sul crash di Carlos, Vasseur sostiene:” I due piloti volevano restare in scia a Charles. A mio modo di vedere, Sergio aveva molto spazio sul lato sinistro eppure non si è spostato affatto, mentre Carlos non ne aveva sul lato destro quindi poteva fare ben poco.” In conclusione, il Cavallino vola a Singapore scornato, incassando una sconfitta che al di là delle confortanti prestazioni in pista fa male, perché dopo quattro pole sul tracciato azero, sembrava che Leclerc fosse in grado di sfatare un tabù che si sta rivelando ostico quasi quanto quello di Monaco, rotto quest’anno. Purtroppo i punti perduti da Sainz potrebbero pesare parecchio nella rincorsa tra i costruttori, vista la condizione della McLaren. Le 31 lunghezze dalla Red Bull, sono invece sicuramente più recuperabili e la possibilità di vedere il Cavallino ergersi come seconda forza a fine stagione appare molto concreta.

Manna dal cielo – La felicità di George Russel mentre veniva intervistato a fine gara da Günther Steiner fa capire tante cose. L’inglese, scattato quinto s’è ritrovato sul podio per miracolo e non l’ha nascosto nel commento di fine gara:” Sono partito male, ma con la mescola dura eravamo molto veloci. Bello il mio sorpasso su Verstappen (al 34° giro) e poi ho approfittato dell’eliminazione di Sainz e Perez. Onestamente dovevamo chiudere quinti e c’è ancora molto su cui lavorare.” Gara incolore per il suo compagno Lewis Hamilton: malgrado il settimo tempo, è partito dalla pit-lane per la sostituzione della power unit. L’eptacampione s’è così ritrovato a lottare con i rookie Bearman e Colapinto. E’ riuscito ad avere la meglio sul giovane britannico della Haas-Ferrari, ma è finito in nona posizione alle spalle dell’argentino della Williams-Mercedes.

Aspettando il Genio – La notizia dell’arrivo di Adrian Newey data la settimana scorsa deve aver sortito degli effetti positivi sull’Aston Martin, che ha colto un significativo 6° posto con Fernando Alonso (partiva 8°) dopo troppi Gran Premi sotto tono. L’ultima sesta piazza dell’asturiano risaliva addirittura al G.P. del Canada del 9 giugno scorso. Gara di dimenticare invece per Lance Stroll fermato da un guasto ai freni dopo 47 passaggi. La scuderia di Silverstone consolida il suo quinto posto in graduatoria grazie ad un margine di 48 punti sulla Racing Bulls.

Rivelazioni! – E’ doveroso rivolgere un plauso ai due esordienti Franco Colapinto ed Oliver Bearman. Alla sua seconda gara, il sudamericano ha concluso ottavo (scattava 9°) dietro al compagno Albon. Con Alexander ha incassato un bottino complessivo di 10 punti che permettono alla squadra inglese di scavalcare in classifica l’Alpine di tre lughezze. E veniamo a Bearman. Davvero ottima la performance del 19enne di Chelmsford al suo secondo Gran Premio stagionale. Lo scorso 9 marzo era stato catapultato sulla Ferrari, orfana di Sainz colpito da appendicite ed era subito andato a punti piazzandosi settimo. A Baku, l’attuale driver della Prema Racing in F.2, è stato reclutato dalla Haas per rimpiazzare Kevin Magnussen squalificato per aver esaurito i punti sulla patente ed è nuovamente entrato nella top-ten. Qualificatosi 11°, è risalito 10° portando a casa un importante punticino che gli permette di essere il primo driver del Circus a conseguire punti nella stessa stagione con due team differenti.

Ordine d’arrivo
1° Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 51 giri
2° Charles Leclerc (Ferrari) – 10″910
3° George Russell (Mercedes) – 31″328
4° Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 36″143
5° Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 1’17″098
6° Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes) – 1’25″468
7° Alexander Albon (Williams-Mercedes) – 1’27″396
8° Franco Colapinto (Williams-Mercedes) – 1’28″541
9° Lewis Hamilton (Mercedes) – 1’32″401
10° Oliver Bearman (Haas-Ferrari) – 1’33″127
11° Nico Hulkenberg (Haas-Ferrari) – 1’33″465
12° Pierre Gasly (Alpine-Renault) – 1’57″189
13° Daniel Ricciardo (Racing Bulls-Honda) – 2’26″907
14° Guan Yu Zhou (Sauber-Ferrari)  2’28″841
15° Esteban Ocon (Alpine-Renault) – 1 giro
16° Valtteri Bottas (Sauber-Ferrari) – 1 giro

Ritirati
Sergio Perez
Carlos Sainz
Lance Stroll
Yuki Tsunoda

Classifica piloti
1° Verstappen 313 – 2° Norris 254 – 3° Leclerc 235 – 4° PIastri 222 – 5° Sainz 184 – 6° Hamilton 166 – 7° Russell, Perez 143 – 9° Alonso 58 – 10° Stroll 24 – 11° Hulkenberg, Tsunoda 22 – 13° Albon, Ricciardo 12 – 15° Gasly 8 – 16° Bearman 7 – 17° Magnussen 6 – 18° Ocon 5 – 19° Colapinto 4

Classifica costruttori
1^ McLaren-Mercedes 476 – 2^ Red Bull-Honda 456 – 3^ Ferrari 425 – 4^ Mercedes 309 – 5^ Aston Martin-Mercedes 82 – 6^ Racing Bulls-Honda 34 – 7^ Haas-Ferrari 29 – 8^ Williams-Mercedes 16 – 9^ Alpine-Renault 13

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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