Formula 1

Published on Agosto 1st, 2024 | by Massimo Campi

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F1 Spa 1994: Schumacher squalificato!

 

Di Carlo Baffi

Il fuoriclasse tedesco vince a mani basse il Gran Premio del Belgio, ma nelle verifiche tecniche la sua Benetton viene trovata irregolare nel “plank”. Scatta la squalifica e divampano le polemiche intorno al team diretto da Flavio Briatore, a causa di altri precedenti discutibili.

Ha destato clamore la squalifica di George Russell vincitore del recente Gran Premio corso a Spa. Un trionfo maturato grazie all’intuizione dell’inglese di effettuare una sola sosta, ma vanificato dall’irregolarità della sua Mercedes emersa dopo i controlli nel post-gara del delegato Fia Joe Bauer. La W15 è infatti stata trovata più leggera di 1,5 kg rispetto alla misura stabilita. Logica l’inevitabile esclusione dalla gara che ha cancellato la doppietta delle Frecce d’Argento. D’altronde i regolamenti parlano chiaro e non ci sono scuse che tengono. Quello di Russell non è il primo caso in cui dalla gioia per un successo si passa alla doccia fredda, nel caso in cui dei semplici numeri (anche piccoli) non coincidono. Uno di questi avvenne proprio a Spa nel 1994 ed ebbe come protagonisti la Benetton e Michael Schumacher.

Il precedente – E’ il 28 agosto e sull’impegnativo tracciato di Spa-Francorchamps è in programma il 52° Gran Premio del Belgio. Si tratta dell’11° round dei 16 previsti in una stagione tragica, segnata dal weekend nero di Imola, in cui persero la vita il fenomeno Ayrton Senna e l’austriaco Roland Ratzenberger. In qualifica è spuntata la Jordan-Hart del brasiliano Rubens Barrichello al suo secondo anno nella categoria regina ed alla sua prima pole. Al suo fianco partirà Michael Schumacher, il leader della classifica iridata, nonché astro nascente del Circus e punta di diamante della Benetton-Ford, scuderia che sta dominando anche tra i costruttori. Come da pronostico la corsa saluta una vittoria agevole del tedesco che incamerando altri nove punti si avvicina a grandi passi verso la conquista della sua prima corona iridata. Alle sue spalle si piazzano Damon Hill sulla Williams-Renault, Mika Hakkinen sulla McLaren-Peugeot e Jos Verstappen sulla Benetton gemella. Un Gran Premio senza tanti colpi di scena caratterizzato  dalla galoppata per 77 giri del tedesco sin dal via, rovinata soltanto da un testacoda intorno al 19° giro. Un brivido con una giravolta a 360° che gli aveva fatto perdere cinque secondi sulla tabella di marcia, ma visto il margine di 24” su Coulthard ed Hill era stata una sbavatura ininfluente. Calata la bandiera scacchi e concluse le interviste di rito, Schumi aveva lasciato l’impianto e s’era diretto verso casa, non ipotizzando minimamente il terremoto che da li a poco si sarebbe scatenato. Al termine delle verifiche tecniche, emergeva infatti che lo spessore del pannello di legno della B194 numero 5 (lungo la parte anteriore per circa 80 centimetri) misurava 7,4 millimetri: quindi era fuorilegge. Un “taglio”, che a detta di alcuni esperti avrebbe migliorato l’effetto suolo della vettura con i debiti vantaggi. Per contro i tecnici della Benetton, Ross Brawn e Joan Villadelprat, presentatisi davanti ai commissari, si difesero sostenendo che il consumo anomalo fosse stato provocato dal testacoda compiuto dal loro pilota finito sopra un cordolo. E ad ulteriore giustificazione sottolinearono che il “plank” di Verstappen era integro. Charlie Whiting, il direttore della prova ed altri membri della direzione gara effettuarono allora un sopralluogo sul luogo incriminato, ma dai rilevamenti dedussero che lo “skid pad” non si era usurato durato la competizione. La questione si fece delicata ed impose una lunga discussione a cui pare fosse intervenuto il gotha della F.1: vale a dire Bernie Ecclestone padre padrone del Circus e Max Mosley, il Presidente della Fia.

Condanna – Trascorsero ore in camera di consiglio, ma alla fine il verdetto non lasciò scampo agli imputati. Schumacher fu squalificato, lasciando il trofeo nelle mani di Hill (figlio del grande Damon) il nuovo vincitore, che riduceva a 21 lunghezze il distacco dal capofila. Dunque un colpo basso per la Benetton che tentò un nuovo ricorso per evitare la pesante sanzione. I tecnici di Flavio Briatore portarono come ulteriore giustificazione il cattivo assetto della monoposto ed a tale proposito spuntò un nuovo elemento. Dopo il giro di ricognizione, Schumacher era rientrato ai box indicando con la mano che il fondo della sua B194 toccava il fondo e necessitava di una regolazione diversa in modo da sollevare la macchina. Di conseguenza i tecnici avrebbero aumentato la pressione degli pneumatici anteriori. Pensare ad una frode parve eccessivo, piuttosto si sposò la tesi di un rischio calcolato male, dal momento che le prove si erano tenute su pista bagnata con tutte le difficoltà del caso al fine di azzeccare la giusta altezza dall’asfalto in funzione delle sospensioni, del peso col pieno di benzina e dei carichi aerodinamici. Ma anche questo tentativo alla fine non cambiò il parere della giuria.

La regola – Per comprendere meglio l’accaduto, è bene fare il punto su questa normativa del regolamento. Sempre nel 1994, questa direttiva fu introdotta dal Gran Premio di Germania questa per aumentare gli standard di sicurezza in pista riducendo di fatto la velocità delle vetture divenute dei veri e propri missili. Un allarme trasformatosi in tragedia nella tre giorni del maledetto Gran Premio di San Marino. Da qui la proposta di ridurre l’effetto suolo introducendo un piccolo gradino di un centimetro, largo 30 e lungo tutto l’asse longitudinale della scocca.

Gli indisciplinati – L’episodio equivoco verificatosi tra le foreste delle Ardenne, rappresentava un ulteriore tegola sul team anglo-italiano. Proprio all’indomani di Spa, Schumacher e la Benetton dovevano comparire a Parigi davanti ai giudici ordinari scelti dalla Fia per esaminare il caso legato al G.P. di Gran Bretagna corso a Silverstone ad inizio luglio. Il capo d’imputazione riguardava il mancato rispetto della bandiera nera esposta a Michael per non aver scontato uno stop & go. Anche in quella circostanza il verdetto fu di colpevolezza. Fu tolta la vittoria a Schumi coi relativi punti ed il teutonico fu estromesso per due gare, con l’aggiunta di 500 mila dollari di multa alla scuderia. Ma non è finita qui. Nel G.P. successivo ad Hockenheim del 31 luglio, s’era verificato un pauroso incendio durante il pit-stop di Jos Verstappen, provocato dalla manomissione della macchina dei rifornimenti al fine di velocizzare l’operato dei meccanici. E che dire dei forti sospetti circa la presenza di un controllo di trazione illegale montato sulla B194 di Michael? Un dubbio atroce che aveva afflitto non poco Senna, ma che non venne mai provato dalla Federazione malgrado ripetuti accertamenti. Ed i veleni sarebbero proseguiti anche dopo l’ultimo appuntamento di Adelaide, quello in cui Schumacher si laureò campione del mondo. Galeotta e assai sospetta fu la collisione tra il tedesco ed il suo rivale Hill, forse un po’ troppo ingenuo. A Michael giunto in Australia in qualità di leader con un solo punto di vantaggio, sarebbe bastato che l’avversario non avesse preso punti più di lui. Ed una volta finito fuori pista contro le barriere per un suo errore, cosa c’era di meglio che rientrare in pista e mettere fuori gioco Damon (che lo seguiva da vicino) con una toccata “innocente” imputabile al malfuzionamento dello sterzo? Ah saperlo… Ipotesi e misteri rimasti tali, che hanno alimentato una marea di polemiche, ma che hanno contribuito a scrivere la storia del motorsport.

 

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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