Published on Luglio 10th, 2024 | by Massimo Campi
0F1 GP Inghilterra – Hamilton Re di Silverstone!
Di Carlo Baffi
Il sette volte iridato britannico torna al successo dopo 945 giorni, al termine di un Gran Premio folle che ha vissuto un finale palpitante con Verstappen nel ruolo d’inseguitore. Terzo è Norris su una McLaren sciupona che ha molto da recriminare. Male la Ferrari, 5^ con Sainz ed addirittura 14^ con Leclerc.
La 77^ edizione del Gran Premio di Gran Bretagna è entrata di diritto nella storia della Formula 1 e resterà indelebile nella memoria di tifosi ed appassionati. E’ stata un concentrato di emozioni forti rese ancor più suggestive dal contesto. Parliamo di Silverstone, un palcoscenico unico dove impera la tradizione e la passione di un pubblico dal palato fino e di una sportività unica. Il trionfo di Lewis Hamilton ha il sapore di una favola a lieto fine, dove il Re a cui gli era stato usurpato il trono, non ha mai mollato malgrado mille difficoltà, per poi riprenderselo davanti al suo popolo che non ha mai smesso di adorarlo. Toccante il pianto durante il giro di rientro e l’abbraccio al padre Anthony i cui sacrifici sopportati per aiutare il figlio a diventare pilota restano impagabili. Un risvolto umano dell’eptacampione che ha pure ammesso le proprie fragilità, senza pudore, confessando l’atroce dubbio di non esser più in grado di vincere. Una sofferenza durata 31 mesi (56 G.P.), tanti ne sono trascorsi dopo l’ultima vittoria targata Jeddah 2021, seguita dallo scippo dell’8° titolo mondiale ad Abu Dhabi (per maggiori dettagli rivolgersi al race director di allora). Da li era iniziato il calvario di “Hammertime”, solo piazzamenti e qualche podio quando andava bene, altrimenti tanti ritiri e prestazioni assai lontane dagli standard a cui ci aveva abituati. Dopo aver vissuto la sua ora più buia è uscito dal baratro, ha finalmente rotto un malefico sortilegio liberando la propria mente. I suoi ultimi passaggi, con la sagoma della Red Bull del suo eterno nemico Verstappen che si faceva sempre più grande negli specchietti, devono esser stati interminabili. Per lui e per il pubblico che ha trattenuto il fiato per poi esplodere di gioia con un boato da stadio nell’istante in cui Lewis ha tagliato vittoriosamente il traguardo. Per la nona volta in carriera il britannico ha conquistato Silverstone, un record! La prima è datata 6 luglio 2008 quando era in forza alla McLaren-Mercedes del suo mentore Ron Dennis. Anche quella ebbe un sapore particolare, ma quest’ultima (104° trionfo in F.1) ancora di più perché maturata al termine di una gara imprevedibile e difficilissima, in cui il meteo di un’anomala estate britannica ha variato ripetutamente gli equilibri in pista. E non a caso sono emersi tre piloti di classe: Hamilton, Verstappen e Norris. Al volante di una Mercedes rinata, Lewis ha sfoderato tutta la sua esperienza combinata con la sensibilità dei fenomeni e grazie ad una guida perfetta è riuscito a conservare (o quasi) il treno di soft che soffrivano rispetto alle hard del suo cacciatore. Verstappen volava letteralmente e dopo essersi sbarazzato Norris senza alcuna fatica, ha cercato di braccare il leader con un passo costante ed implacabile: sforzo vano. Probabilmente con un giro in più Lewis non avrebbe avuto scampo. Bello il gesto di Max, che dopo la finish line ha affiancato il vincitore per congratularsi (lo ha fatto anche Norris), anche lui a volte mostra sprazzi di umanità. Belle le parole di “Sir Lewis Hamilton” al microfono di Jenson Button prima del podio, in cui ha ringraziato calorosamente gli uomini della “Stella a Tre Punte” per il duro lavoro fatto e per averlo incoraggiato a tenere duro:”… è importante riuscire a rialzarsi quando hai raschiato il fondo.” Gratitudine anche per i suoi tanti fans, che da quasi tre anni attendevano questo momento. Il trionfo di Silverstone è una sorta di regalo reciproco tra Hamilton e la Mercedes nella loro ultima stagione insieme:” Lasciamo alla Ferrari un grandissimo driver … una superstar.” Queste le parole di un euforico Toto Wolff, il team boss di Brackley.
E luce fu! – Ora possiamo dirlo, la Mercedes è uscita dal tunnel. Se il successo di Russell conseguito in Austria, era figlio del contatto rusticano tra Verstappen e Norris, quello che ad una sola settimana di distanza è andato in scena a Silverstone la dice lunga. Altro che fortuna. In Inghilterra le due W15E hanno monopolizzato la prima fila in qualifica con Russell ed Hamilton. Potevano centrare la doppietta, ma George, il poleman è stato fermato da un problema tecnico all’impianto di raffreddamento dopo aver condotto la corsa fino al giro 18. Lodevole la stretta di mano che il 26enne britannico ha riservato ad Hamilton in parco chiuso. La svolta tecnica di Brackley s’è materializzata a partire da Imola e da li è stato un continuo crescere fino alla fatidica frase pronunciata dal responsabile tecnico James Allison:” Avevamo la soluzione sotto i nostri occhi. Come abbiamo potuto essere così stupidi prima?” Ha di che essere fiducioso Wolff, ora che le sue Frecce d’Argento sono tornate a far paura:” Nei primi 10 G.P. non abbiamo fatto un podio ed ora abbiamo centrato due successi consecutivi. Oggi abbiamo disputato una gara come tre anni fa, siamo tornati ad essere un team perfetto con una macchina veloce.” Così si espresso Wolff che ha poi mandato un messaggio a Verstappen davanti ai microfoni degli inviati di Sky:” Per parecchi giri, Max ha potuto vedere che la nostra monoposto va, non so cos’abbia pensato.” La corte del manager austriaco al tre volte iridato prosegue, anche se poi precisa:” Abbiamo più soluzioni a disposizione. C’è Kimi (Antonelli ndr.) in attesa e ieri ha realizzato una grande impresa in F.2.” Da sottolineare che a detta di radio-box, Wolff avrebbe sondato anche le intenzioni di Carlos Sainz al suo ultimo anno con la Ferrari. E’ indubbio che la ritrovata competitività renda appetibile l’auto anglo-tedesca che nei prossimi due round in Ungheria e Belgio beneficerà di ulteriori sviluppi. E con la Mercedes tornata ai vertici si annuncia una lotta interessante sul fronte costruttori. Il campionato è prossimo al giro di boa ed in 152 punti ci sono quattro squadre: la Red Bull è ancora capofila ma fatica, mentre la McLaren (3^) e la Mercedes 4^) sono in ascesa e braccano il Cavallino, secondo e con tanti guai.
Autolesionismo – L’espressione rabbuiata di Lando Norris nella stanzetta attigua al podio è il sunto del suo fine settimana. Per l’ennesima domenica, la McLaren-Mercedes si rammarica per non aver concretizzato la sua supremazia in pista. Norris e Piastri partivano rispettivamente 3° e 5° e quando è sopraggiunta la pioggia hanno avuto la meglio sulle Frecce d’Argento, balzando in testa. L’assetto più carico assicurava loro una maggior velocità sul bagnato. L’acquazzone avrebbe poi richiesto l’uso delle Pirelli intermedie e qui il box ha richiamato solo Norris, decisione pagata cara da Piastri che dopo la sosta retrocedeva sesto. Lando intanto proseguiva da capofila, ma gli sarebbe stato fatale il secondo pit. Arrivato un po’ troppo lungo al box, ha ceduto il primo posto ad Hamilton e se aggiungiamo l’insufficiente resa delle soft, si comprende come mai si sia dovuto accontentare del terzo gradino del podio. Insomma un altro gol fallito a porta vuota per errori di strategia ed imprecisioni dello stesso Norris, forse un po’ troppo arrendevole in occasione dell’affondo di Verstappen. Per contro, Piastri viaggiava alla grande con le medie e da quarto si è avvicinato al compagno. Chissà come sarebbe andata con una sosta in contemporanea con Lando? Una domanda su cui devono riflettere i vertici di Woking, in primis il Team Principal Andrea Stella che nel post-gara ha ammesso certe responsabilità della scuderia.” Riconosco gli errori, come il mancato “double shuffle”.” Però il quotato tecnico italiano ha cercato di vedere il bicchiere mezzo pieno:” La McLaren è competitiva e cercheremo di crescere sugli aspetti positivi presenti.” In fondo, la compagine di Woking sta patendo dei problemi di gioventù, è ancora acerba, ma siamo certi che presto inizierà a capitalizzare la sua forza, magari con Piastri che a nostro modesto avviso è più deciso ed affamato di Norris, che resta comunque un talento puro.
Blindare Max! – E’ l’invito perentorio che ci sentiamo di rivolgere alla Red Bull. Senza le magie di Verstappen che farebbe? Nelle ultime stagioni, è stato definito un alieno per le marce trionfali. Ebbene, oggi lo è ancora di più visto il fiato corto della RB20. Nelle qualifiche di sabato, con una paratia del fondo rotta in Q2, ha chiuso 4° in Q3 tra le due McLaren con una perdita di carico stimata intorno a circa tre decimi. La domenica, dopo esser stato 3° dietro le Mercedes, è andato in crisi ed al 21° dei 52 passaggi previsti è finito nel mirino di Sainz che minava la sua quinta posizione. Con le intermedie è parso reagire e quando alla tornata 38, mentre l’asfalto si stava asciugando, è rientrato per mettere le Pirelli hard, è magicamente risorto. L’epilogo è noto, ma ha fatto impressione vedere il ritmo martellante che l’ha portato a chiudere ad 1” e 4 da Hamilton e che alla fine gli ha permesso di allungare in classifica sul rivale diretto Norris. Il suo vantaggio nel mondiale piloti è di 84 lunghezze ed a nostro giudizio Lando non ha grosse chances per puntare all’iride. Nell’ambito costruttori il discorso è differente, con la Red Bull che può contare soltanto sull’oranje. Sergio Perez sta vivendo un calvario senza fine e le clausole legate alle performances inserite nel contratto appena rinnovato sono una vera e propria spada di Damocle sulla sua testa. Per il messicano il tempo stringe ed i risultati sono disastrosi: a Silverstone è finito fuori (facendo tutto da solo) all’inizio della Q1 ed ha concluso 17° tra l’Alpine di Ocon e la Steak di Zhou. Il Team Principal Chris Horner si dice sicuro che Verstappen resti a Milton Keynes, ma le prospettive di non assicurargli una macchina all’altezza potrebbe mettere in dubbio le sue certezze. Senza contare che resta aperta la questione legata alla Power Unit del 2026, un salto nel buio anche se ci sarà il supporto della Ford.
Incubo – Partiamo dalle ultime news. Nel pomeriggio del lunedì successivo al G.P. di Gran Bretagna, La Ferrari ha diffuso un comunicato in cui è stata ufficializzata l’uscita di scena di Enrico Cardile, il Direttore Tecnico Area Chassis che ha presentato le proprie dimissioni con effetto immediato. Peccato che il giorno prima il team boss Frederic Vasseur, davanti ai microfoni avesse affermato che Cardile era ancora il direttore tecnico della Ferrari. Però non è nemmeno corretto parlare di fulmine a ciel sereno, visto che da un po’ si diceva che il 49enne tecnico aretino era prossimo a trasferirsi all’Aston Martin. E così è stato, con l’annuncio che dal 1 gennaio 2025 Cardile sarà operativo a Silverstone. Ad occupare il suo posto dovrebbe arrivare con ogni probabilità il francese Loic Serra proveniente dalla Mercedes, ovviamente in attesa che il genio Adrian Newey si decida a far rotta verso Maranello. E qui il fattore tempo potrebbe giocare a sfavore del Cavallino, perché l’ingegnere britannico (presente anche a Silverstone nel garage Red Bull) pare non possa rivelare la propria futura destinazione prima di settembre, mentre dalla Rossa pretenderebbero una risposta entro fine luglio. Nella trattativa s’è inserita nuovamente anche l’Aston Martin offrendo un compenso di gran lunga più alto, per cui se inizialmente l’arrivo di Newey pareva cosa fatta, ora non è più cosi’. Una situazione molto interlocutoria, che peggiora il clima che si vive in Ferrari dopo le performances deludenti del trittico di gare che l’ha retrocessa a quarta forza. Nel venerdì di Silverstone, sono state fatte delle prove comparative fra le specifiche di Imola affidate a Sainz e quelle di Barcellona riservate a Leclerc. Motivo? Cercare la soluzione ideale per ridurre il “bouncing” (i fastidiosi saltellamenti) prodotti dal tracciato inglese. Alla fine s’è optato per la vecchia configurazione, testata da Leclerc solo nelle libere 3 del sabato sotto la pioggia. Un handicap scontato in qualifica dove il monegasco è stato silurato un Q2. Sainz invece è passato, ma non è andato oltre la settima piazza, dietro la “cliente” Haas di Nico Hulkenberg, che ha reso ancora più amaro il risultato. Passiamo alla corsa, rivelatasi un’altra via crucis per il “Principino”. Scattato 11° è risalito 7° (dietro il compagno) dopo aver passato Stroll alla tornata 14, ma a causa di una sosta anticipata in cui gli hanno montato le intermedie prima che iniziasse a diluviare, è stato risucchiato in fondo e successivamente doppiato giungendo 14°. Comprensibile il suo sfogo:” Non è solo Silverstone, è un incubo che dura da 3, 4 gare, il problema è il passo che manca da un po’. Qui non è andato bene niente. Siamo l’unica scuderia che ha buttato la gara nel cesso.” Un’affermazione colorita che conferma l’amarezza profonda che sta vivendo Charles. Dopo il trionfo casalingo del 26 maggio scorso, che a detta di molti l’avrebbe sbloccato mentalmente, è entrato in un vortice negativo senza precedenti. Dal Canada in avanti ha totalizzato 12 miseri punti, in classifica è terzo, superato da Norris ed incalzato da Sainz (che ha una gara in meno). Un bilancio che sta incidendo in modo determinante sul suo morale. Sainz se l’è invece cavata rimediando un 5° posto che tutto sommato porta punti sempre utili. Lo spagnolo s’è però detto deluso, spiegando che gli sviluppi non hanno funzionato, il che significa aver perso mesi di lavoro. Purtroppo la SF-24 non solo continua a mostrare carenze sulle prestazioni, bensì anche sul passo gara. Vasseur conferma le criticità del weekend, cercando di guardare qualche lato positivo:” Carlos ha disputato una buona gara, dopo una partenza perfetta è stato veloce sul bagnato e la sua posizione finale è stata la migliore che potesse ottenere oggi, con tanto di punto aggiuntivo per il giro veloce. Riguardo a Charles – prosegue il manager francese – la sua corsa è stata più complicata, perché abbiamo rischiato con la strategia e la scelta non ha pagato. È partito benissimo ed è risalito di tre posizioni, poi però ha perso un po’ di tempo per superare Stroll. Così, quando entrambe le Mercedes sono uscite di pista alla curva 1 sotto la pioggia, abbiamo deciso insieme di far rientrare Charles per montare le gomme Intermedie. Una strategia aggressiva era l’unico modo per cercare di farlo rimontare in classifica. Come abbiamo visto però, la decisione non ha pagato e probabilmente ci è costata la sesta posizione. Questo fine settimana – ha concluso Vasseur – abbiamo imparato molto della SF-24 ed abbiamo fatto un buon passo avanti, il che è incoraggiante per il resto della stagione. Ora dobbiamo costruire sulle conoscenze acquisite e farne tesoro per le prossime due gare. Tutti nella squadra, me incluso, sono impazienti di ottenere nuovamente dei buoni risultati.” Fra due settimane è in programma il G.P. d’Ungheria sul toboga dell’Hungaroring che in teoria potrebbe sposarsi con le caratteristiche della Rossa. Non resta che sperare ed incrociare le dita sul presente e sul futuro. Mr. Newey se ci sei, batti un colpo.
Well done! – Per la seconda volta di fila, la Haas-Ferrari arpiona la top-ten, in Austria l’aveva fatto con entrambe le macchine, a Silverstone solo con Nico Hulkenberg, nuovamente sesto. La compagine statunitense è settima tra i costruttori, in scia alla Racing Bulls-Honda, a soli quattro punti, con un margine di 18 lunghezze sull’Alpine, ottava.
Piccoli passi – Dopo due round a bocca asciutta, l’Aston Martin è andata a punti con Lance Stroll 7° e Fernando Alonso 8°. Fa un po’ specie vedere che per il secondo G.P. di seguito il canadese sia terminato davanti al due volte iridato. La 5^ piazza in graduatoria non rispetta le aspettative della vigilia, ma alla corte dell’inflessibile ed impaziente Lawrence Stroll lavorano senza sosta sia per l’immediato, che per le stagioni prossime. Oltre a Cardile è prossimo l’ingaggio di Andy Cowell, l’ex responsabile dei motoristi Mercedes, che dovrebbe ricoprire il ruolo di Ceo.
Ordine d’arrivo
1°- Lewis Hamilton (Mercedes) – 52 giri
2°- Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 1″465
3°- Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 7″547
4°- Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 12″429
5°- Carlos Sainz (Ferrari) – 47″318
6°- Nico Hulkenberg (Haas-Ferrari) – 55″722
7°- Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes) – 56″529
8°- Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes) – 1’03″577
9°- Alexander Albon (Williams-Mercedes) – 1’08″387
10° – Yuki Tsunoda (Racing Bulls-Honda) – 1’19″303
11° – Logan Sargeant (Williams-Mercedes) – 1’28″960
12° – Kevin Magnussen (Haas-Ferrari) – 1’30″153
13° – Daniel Ricciardo (Racing Bulls-Honda) – 1 giro
14° – Charles Leclerc (Ferrari) – 1 giro
15° – Valtteri Bottas (Sauber-Ferrari) – 1 giro
16° – Esteban Ocon (Alpine-Renault) – 2 giri
17° – Sergio Perez (Red Bull-Honda) – 2 giri
18° – Guan Yu Zhou (Sauber-Ferrari) – 2 giri
Ritirati
George Russell (Mercedes)
Pierre Gasly (Alpine-Renault)
Classifica Piloti
1° Verstappen 255 – 2° Norris 171 – 3° Leclerc 150 – 4° Sainz 146 – 5° Piastri 124 – 6° Perez 118 – 7° Russell 111 – 8° Hamilton 110 – 9° Alonso 45 – 10° Stroll 23 – 11° Hulkenberg 22 – 12°Tsunoda 20 – 13° Ricciardo 11 – 14° Bearman, Gasly 6 – 16° Magnussen 5 – 17° Albon 4 – 18° Ocon 3
Classifica Costruttori
1^ Red Bull-Honda 373 – 2^ Ferrari 302 – 3^ McLaren-Mercedes 295 – 4^ Mercedes 221 – 5^ Aston Martin-Mercedes 68 – 6^ Racing Bulls-Honda 31 – 7^ Haas-Ferrari 27 – 8^ Alpine-Renault 9 – 9^ Williams-Mercedes 4