Published on Giugno 7th, 2024 | by Massimo Campi
0F1 1994: Paura a Monaco per Wendlinger!
Di Carlo Baffi
A sole due settimane dal tragico fine settimane di Imola in cui morirono Ratzenberger e Senna, la Formula Uno ripiomba nell’incubo nel corso delle prove a Monte Carlo. Wendlinger è vittima di una terrificante uscita di strada che ne condizionerà per sempre la carriera.
Sono 11.27 di giovedì 12 maggio, un giorno di sole, mancano tre minuti al termine delle libere del G.P. di Monaco che vedono leader Michael Schumacher sulla Benetton, quando la Sauber-Mercedes dell’austriaco Karl Wendlinger (col 10° tempo) si schianta contro le barriere alla chicane del porto, poco dopo l’uscita del tunnel. Un punto che in passato fu teatro di due paurosi incidenti. Nel 1955 Alberto Ascari finì nelle acque del porto al volante della sua Lancia, salvandosi per miracolo. Mentre nel 1967, Lorenzo Bandini perse il controllo della sua Ferrari che colpì le protezioni esterne e prese fuoco. Le conseguenze di quel drammatico rogo causeranno la morte del pilota dopo tre giorni di agonia. Circa la dinamica riguardante Wendlinger, emerge che la C13 nera del 25enne di Kufstein si sia messa prima di traverso col muso verso il mare, per poi impattare violentemente ad una velocità stimata in circa 270 km/h con la parte posteriore destra c contro le barriere poste all’interno della curva, all’inizio della via di fuga. Trattasi dei nuovi muri assorbenti di plastica riempiti con l’acqua e posizionati dinnanzi ai guard-rail. Da una prima analisi, pare che uno di questi blocchi abbia urtato il casco del pilota che appare subito in gravi condizioni. Su tutto il Circus torna ad aleggiare la cappa di terrore che solo due settimane aveva funestato il Gran Premio di San Marino: il weekend più tragico della storia della Formula Uno. Oltre alla scomparsa di Roland Ratzenberger in qualifica ed Ayrton Senna in gara, s’era sfiorato il dramma con Rubens Barrichello il venerdì. Per non parlare dell’incidente al via tra Lamy e Lehto con una gomma ed altri detriti volati in tribuna (nove feriti tra gli spettatori con uno in coma) e la ruota persa (perché mal fissata) dalla Minardi-Ford di Alboreto dopo il pit-stop nel finale. Anche qui ci furono dei feriti, tre per la precisione tra i meccanici presenti in pit-lane. Tornando a Wendlinger l’uscita di pista non è stata ripresa direttamente in quanto le telecamere erano puntate altrove e quando ci si accorge dell’accaduto, la Sauber è già ferma distrutta con intorno il personale ed i mezzi di servizio. La regia inquadra la scena da lontano in modo da non riprendere accidentalmente particolari cruenti. Solo in tarda serata l’emittente francese TF1 manda in onda in esclusiva le immagini della direzione gara in cui si capisce come sia avvenuto il botto. I soccorsi a Wendlinger sono tempestivi anche perché c’è una postazione vicinissima. Dei 37 rianimatori presenti in pista ben otto si occupano dell’austriaco che giace privo di conoscenza, da qui il bisogno di somministrargli l’ossigeno e praticargli una flebo. Cercano di estrarlo dall’abitacolo con tutte le precauzioni del caso, ma faticano parecchio mettendoci circa 12 minuti in quanto Wendlinger è il più alto pilota del Circus col suo metro ed 85 centimetri di altezza.
Ricovero – Una volta fuori dalla C13 viene trasportato dapprima in ambulanza all’ospedale Princesse Grace di Monaco e poi al centro universitario San Roch di Nizza, dove le prime diagnosi evidenziano un edema cerebrale diffuso, un trauma cranico importante con il paziente che si trova in coma profondo. Uno stato indotto e mantenuto artificialmente con corticoidi in modo da evitare che la pressione cerebrale aumenti e provochi danni irreversibili. Toccante la testimonianza di Eric Comas, il francese della Larrousse-Ford che seguiva la Sauber numero 29 e che subito dopo il botto si arresta e si precipita a soccorrere il collega:” Respirava ancora, ma aveva perso conoscenza”. Verso le 17 il professor Dominique Grimaud, primario del servizio di rianimazione parla in una breve conferenza stampa:” Il signor Wendlinger stato soccorso tempestivamente e dopo il ricovero all’ospedale di Monte Carlo è stato trasferito nella nostra unità che è più attrezzata di quella monegasca. Soffre di un edema cerebrale dovuto allo choc che opprime il cervello. Per il momento – spiega il clinico – non vi sono lesioni e non si può attendere un’evoluzione sia positiva che negativa prima di quattro o cinque ore, o forse molte di più. Sul suo corpo non è stata riscontrata alcuna frattura, né lesione cervicale, o addominale. La situazione è di coma profondo, respira, ma si trova in un reparto di rianimazione. Non posso dire di più.” A vegliare sullo stato del pilota, sono presenti i dirigenti della Sauber, la fidanzata Sophie che appare molto provata e nelle ore successive arriverà anche Gerhard Berger il driver austriaco in forza alla Ferrari, legato a Karl da una profonda amicizia. Nella notte giungeranno dall’Austria i genitori del malcapitato.
Curriculum – Ma chi è Wendlinger? Nato in un paesino del Tirolo sul confine tra Austria e Germania, proviene da una famiglia in cui c’è passione per il motorsport: correvano sia il nonno, che il padre, proprietario di una concessionaria Mercedes ed Alfa Romeo. Karl lavora come meccanico nell’officina di famiglia per pagarsi le prime uscite in pista dove si afferma prima sui kart, poi in F.Ford e F.3. La conquista del titolo tedesco in quest’ultima categoria, lo proietta nella galassia Mercedes dove debutta nel Mondiale Sport Prototipi insieme ad altri due giovani talenti: Heinz-Harald Frentzen ed un certo Michael Schumacher. Insieme al futuro Kaiser, Wendlinger debutterà in Formula nel 1991. Il primo finisce sulla Jordan, mentre lui sulla Leyton House in Giappone. E dopo una stagione con la March approderà alla Sauber meritandosi il volante per via del suo piede pesante. Una carriera davvero promettente per questa promessa, che però di colpo viene segnata da un destino avverso.
Apprensione – Con la vita del pilota appesa a un filo il livello di preoccupazione è elevatissimo, al punto che se dovesse accadere il peggio il Principe Ranieri sarebbe disposto a sospendere l’evento. Scosso dalle recenti tragedie di Ratzenberger e Senna, non intende compromettere l’immagine del Principato. Severo il commento di Monsignor Joseph Sardou, che mercoledì sera aveva celebrato una messa di fronte a diversi piloti:” Sto male nel vedere tutto quello che sta avvenendo ed anche se consigliassi di smettere la gente non vorrebbe. E dirò di più, dopo un mese le persone non ricordano neppure i morti.” La questione è delicata, perché si conosce benissimo il giro d’interessi che orbita intorno ad un Gran Premio e che fa comodo a tutti. A tale merito il Presidente della Fia Max Mosley si mostra prudente, affermando che la decisione spetta al direttore di gare ed agli organizzatori.
Ipotesi – Sulle cause dello schianto Peter Sauber, proprietario della scuderia svizzera, afferma che secondo la telemetria sulla macchina non s’è verificata alcuna rottura. “Non riesco ad immaginare per quale motivo Wendlinger si sia messo di traverso. Ma proprio per questo e nel rispetto di quanto successo al nostro pilota, ho impedito al suo compagno di scendere in pista nelle prove ufficiali.” Heinz Harald Frentzen, il 26enne tedesco che guida l’altra Sauber non nasconde la sua amarezza.” Rispetto la decisione della squadra. Quanto all’incidente ho sentito dire che la macchina ha perso aderenza su un dosso. Ritengo sia possibile, visto che qui a Monaco ce ne sono dappertutto.” Dalla telemetria emerge inoltre che Wendlinger abbia pigiato sul pedale del freno 13 metri dopo il punto consueto di frenata relativo alla sua tornata più rapida. Ma è anche vero che abbia compiuto questa manovra mentre era già in testa coda. E quando in serata, Mosley parlerà ufficialmente di rottura dei freni anteriori, o di una sospensione, dalla Sauber ribadiscono prontamente che dai dati della telemetria analizzati dall’ingegner De Costanze non emerge alcun cedimento. “Se il signor Mosley, a occhio, può stabilire cosa sia accaduto significa che è bravo, ma è una dichiarazione sua. Noi sino a questo momento non possiamo dire quali siano le cause.” Contromisure – Il giorno successivo, sabato, il numero uno della Federazione Internazionale di concerto con Bernie Ecclestone, grande capo effettivo del Circus vara una serie di normative al fine di rendere le monoposto più lente e più sicure. Tra il G.P. di Spagna del 29 maggio ed il G.P. di Germania del 31 luglio, i progettisti dovranno intervenire su diverse componenti quali il peso, l’aerodinamica, i motori ed il carburante. Seguiranno altre modifiche nel 1995. Novità anche sul fronte piloti che rifondano quel sindacato già esistente anni prima che guidato dal grande Jackie Stewart fece cose egregie per la sicurezza. Si chiamerà GPDA ossia Grand Prix Driver Association, che si riunirà ogni due gare badando all’incolumità dei drivers facendosi sentire nelle varie commissioni di lavoro. Ne faranno parte Berger, Christian Fittipaldi, Schumacher e Niki Lauda come consigliori dall’alto del suo carisma e della sua esperienza. Nel frattempo, la Sauber s’è ritirata dal Gran Premio in rispetto al grave momento che sta vivendo il suo pilota.
Diagnosi – Da Nizza le condizioni restano stazionarie e gravi, dopo che la terza risonanza magnetica effettuata giovedì notte non ha fornito novità di rilievo. A detta di Diego Tomasini, il direttore marketing della Sauber, la situazione sarebbe comunque sotto controllo. “Una sonda monitora costantemente la pressione del cervello. I medici dicono che probabilmente qualcosa potrebbe cambiare nelle prossime 24 ore, ma non hanno fatto alcun pronostico. Non si è mai parlato di intervento, né ci hanno riscontrato lesioni. Speriamo tutti che nelle prossime ore possa avvenire il miracolo.” Non mancano pure certe squallide speculazioni, come quella di un’agenzia esterna all’ospedale che darebbe da intendere che se Wendlinger superasse questa fase delicata uscendo dal coma resterebbe paralizzato e costretto a muoversi su una sedia a rotelle. Fulminea la smentita dei medici secondo cui i dati clinici permettono loro di smentire totalmente le notizie di lesioni gravi e stato d’infermità e che soltanto il Professor Grimaud può parlare del paziente. Successivamente il primario, tramite il suo portavoce ribadirà che gli accertamenti non hanno rilevato alcuna lesione che possa consentire di avanzare qualsiasi prognosi. Le qualifiche del sabato salutano la pole del leader assoluto del mondiale Michael Schumacher che partendo al palo mette in cassaforte all’80% la vittoria che siglerà il giorno dopo davanti alla McLaren-Peugeot del britannico Martin Brundle ed alla Rossa di Berger. Riguardo a Wendlinger inizia a circolare un flebile ottimismo. La quarta risonanza magnetica non ha riscontrato alcun peggioramento sebbene permanga l’edema e le tracce della contusione. Una stabilità incoraggiante dice il Professor Grimaud che in merito alla respirazione artificiale illustra:” Questa protezione durerà fino a quando ci saranno i rischi di un ulteriore sviluppo dell’edema. E’ come se il paziente fosse in anestesia totale e se le condizioni non dovessero complicarsi durante la prossima settimana, la protezione verrà alleggerita anche per effettuare un esame neurologico più approfondito e valutare le reazioni motorie del paziente. Per via dei farmaci somministrati finora, non è possibile stilare alcun bilancio. La verità – conclude Grimaud – è che per il momento tutto resta possibile sia dal punto di vista funzionale, che da quello relativo all’evoluzione generale del quadro clinico.” E dopo esser tornato sugli sviluppi incoraggianti, Grimaud ha annunciato che per evitare nuove strumentalizzazioni per fare audience, la direzione dell’ospedale non farà più dichiarazioni limitandosi ai comunicati stampa. Nei giorni successivi alla competizione trapelano indiscrezioni circa un possibile inizio di risveglio a ridosso del fine settimana, ma in data 20 maggio il bollettino medico informa che se gli indicatori neurologici sono migliorati (si vocifera che il pilota abbia mosso le labbra e l’addome), il tentativo di ridurre la dose di sedativi è stato seguito da manifestazioni che hanno denotato la persistenza di un importante edema del tronco cerebrale. Per cui s’è deciso di proseguire la protezione cerebrale con i farmaci per altri 4, o 5 giorni. I medici restano comunque cautamente ottimisti circa la possibilità di scongiurare un epilogo nefasto.
Svolta – Ad una settimana dall’incidente ecco la buona notizia: Wendlinger sta uscendo dal coma. Sono da poco passate le 15 del 26 maggio, quando il Professor Grimaud annuncia:” I medicamenti anestetici ed i protettori cerebrali finora somministrati potranno essere praticamente sospesi nel giro di uno o due giorni. Inoltre nessun parametro clinico lascia intendere che l’edema cerebrale si sia ingrandito. Il paziente riceve ancora ossigeno, ma inizia ad essere reattivo di fronte ai primi segnali che gli vengono trasmessi.” Circa il futuro, il primario resta molto cauto:” Sono risposte elementari a domande elementari ed al momento non è possibile valutare in modo accurato le funzioni motorie del degente, né tantomeno quelle intellettive, o fisiche. I risultati sin qui ottenuti – prosegue Grimaud – sono incoraggianti, ma siamo ben lontani dal parlare di netto miglioramento, o di guarigione. Seppur lieve, c’è sempre un pericolo di vita dovuto alle tecniche di rianimazione a cui è stato sottoposto che potrebbero provocare qualche complicazione. Stiamo per uscire dalla fase di recupero vitale per passare a quella del recupero funzionale.” Le tempistiche del periodo di risveglio possono andare dagli 8/10 giorni fino a 3 settimane. Fortunatamente già nelle giornate seguenti, l’austriaco mostrerà di essere lucido rispondendo alle domande dei sanitari con dei gesti; non usa ancora la voce per via della ferita in gola procuratagli dall’intubamento. Wendlinger inizierà anche ad ingerire cibi solidi e se la prognosi non verrà ancora sciolta, si apprenderà del suo prossimo trasferimento da Nizza all’ospedale di Innsbruck nella divisione neurologica diretta dal Professor Erich Schmutzhard che ha già iniziato a seguire Karl durante il risveglio.
Altro crash – Ma proprio nelle ore in cui il quadro dell’austriaco si sta evolvendo positivamente, la Formula Uno ripiomba all’inferno. Sabato mattina a Barcellona, nel corso delle libere del Gran Premio di Spagna, Andrea Montermini sostituto del povero Ratzenberger sulla Simtek-Ford, sbatte a 210 km/h presso la curva che immette sul rettilineo d’arrivo. Il 29enne di Sassuolo, affronta il tornante un po’ troppo largo finendo sull’erba, invano cerca di controllare l’auto che finisce in piena velocità contro il muretto. Come impazzita la S941 compie una serie di testacoda per poi arrestarsi in mezzo alla pista senza le ruote anteriori. Un esordio nella massima serie davvero terrificante per Montermini, che per sua fortuna si procurerà soltanto un leggero trauma cranico e due fratture, una al calcagno sinistro (per la quale sarà operato), un’altra ad un dito del piede destro, contusioni varie e 6 punti in faccia. Rimasto 24 ore in osservazione all’Hospital General de Catalunya, il pilota emiliano non sarà mai in pericolo di vita e verrà dimesso il giorno dopo. Scampato ad un destino ben peggiore, Montermini non ricorderà nulla della spaventosa botta e dirà di non aver avuto neanche il tempo di provare paura. Della serie tutto è bene quel che finisce bene, così come per lo stesso Wendlinger: due miracolati.
Futuro – L’austriaco ritornò in F.1 nel 1995 sempre al fianco di Frentzen, ma dopo i primi quattro round venne sostituito dal francese Jean-Christophe Boullion: purtroppo non aveva più i riflessi antecedenti il dramma di Monaco. Sarebbe ritornato al volante della Sauber in vista delle due ultime gare, chiudendo la sua avventura in F.1 con un 10° posto in Giappone ed un ritiro in Australia. L’ex talento della “Stella a Tre Punte” continuò a cimentarsi con le vetture a ruote coperte imponendosi nella “24 Ore di Daytona” del 2000. Avrebbe successivamente preso parte al DTM e all’American Le Mans Series.