Published on Maggio 29th, 2024 | by Massimo Campi
0F1 GP Monaco 2024: finalmente Leclerc!
Di Carlo Baffi – Immagini ©Paolo D’Alessio – F1 press
Il 26enne monegasco trionfa nella gara di casa dopo esser scattato dalla pole, la 250^ della Ferrari e dopo una seconda partenza causata da un brutto incidente avvenuto al primo giro tra Perez, Magnussen ed Hulkenberg. Dietro al ferrarista si piazzano Piastri sulla McLaren-Mercedes che non l’ha mai perso di vista e la seconda Rossa di Sainz. Gran Premio da dimenticare per il leader del mondiale Verstappen, solo sesto con una Red Bull poco incisiva.
Ebbene ce l’ha fatta. Charles Leclerc è riuscito nell’impresa di sfatare una sorte che lo voleva nemo profeta in patria. Alla sua terza pole position nel Principato, ha fatto centro costruendo una fantastica impresa sin dal venerdì. Un crescendo continuo con cui ha raggiunto il feeling perfetto per siglare la partenza al palo che a Monte Carlo ti spiana la strada verso un probabile trionfo. Il “Principino” non ha sbagliato nulla ed ha vinto l’81^ edizione del Gran Premio di Monaco, ottava prova del mondiale. Ha rotto un digiuno che lo perseguitava dall’Austria 2022 ed ha riportato il Cavallino sul gradino più alto del podio monegasco dopo Sebastian Vettel, primo nel 2017. Per gli amanti delle statistiche l’ultimo ferrarista ad aver vinto a Monaco partendo dalla pole fu il sudafricano Jody Scheckter nel 1979 (45 anni fa) sulla gloriosa 312T4. Charles s’è affermato con classe, grinta e soprattutto lucidità senza mai farsi condizionare dallo stress e dal timore di essere ancora vittima della maledizione di Monaco. Archiviato il 3° posto di Imola, ha rivolto il suo pensiero a Monte Carlo deciso a prendersi quella gloria inseguita da tempo. Ha superato le tante difficoltà che gli si sono parate davanti in un weekend trasformatosi in una vera e propria corsa ad ostacoli. Forse il più grande era proprio quello di correre tra le mura domestiche dove ha cullato sin dalla tenera età il sogno di fare il pilota e vincere la gara di casa, magari alla guida di una Ferrari, la vettura ambita da tutti i drivers del mondo; diffidare da chi dice il contrario, come diceva il grande Ayrton Senna.
E se correre nella tua città al volante di una Rossa ti mette addosso una pressione da incubo, figuriamoci se parti dalla pole con tutti i favori del pronostico. Insomma per Charles era vietato sbagliare e così ha fatto dominando. Ciò, malgrado la sostituzione a tempo di record della power unit dopo le libere 3 (un sensore di temperatura del sistema lubrificazione aveva dato l’allarme). E che dire del pezzo di plastica infilatosi durante la Q1 proprio sotto la sua ala anteriore che l’ha costretto ad una sosta per toglierlo di mezzo? Circostanze che avrebbero potuto mandarlo in tilt, invece Leclerc ha chiuso 5° la prima sessione, è salito terzo in Q2 per calare l’asso in Q3 dove ha siglato il miglior crono al primo tentativo migliorandosi nel secondo. Una guida maiuscola senza alcuna sbavatura, danzando con precisione tra le barriere insidiose che delimitano l’asfalto e che gli ha garantito la 24^ pole della carriera, al pari di due mostri sacri del calibro di Niki Lauda e Nelson Piquet. Un risultato accolto con una felicità contenuta limitandosi a dire:” Dobbiamo completare l’opera.” La domenica Charles ha mantenuto la testa allo start con Piastri molto aggressivo alle sue spalle. E’ transitato primo dopo la Curva di Santa Devota e pareva poter viaggiare con una discreta sicurezza in una corsa lineare, ma ecco l’imprevisto. E’ spuntata la bandiera rossa a causa della carambola causata da Perez e Magnussen. Dunque tutto da rifare, nuova partenza da fermi ed altro batticuore per pilota, team e tifosi. Ma Charles è stato nuovamente impeccabile restando davanti a Piastri controllandolo senza particolari affanni e gestendo le sue Pirelli hard per tutti i restanti 77 passaggi. Il Gran Premio non ha regalato ulteriori emozioni (neanche i pit-stop per la maggior parte di piloti)) fino alla bandiera a scacchi, dopo la quale è esplosa la festa Ferrari. Il “Principino” ha lanciato via radio un lunghissimo “Yeees!” seguito dal commento del suo ingegnere di pista Bryan Bozzi “We won it!” La gioia è proseguita in parco chiuso e sul podio dove anche un commosso Principe Alberto II° ha innaffiato i presenti con lo champagne insieme ai piloti. Una volta tornato al box, Leclerc s’è tuffato nelle acque del porto insieme al team principal Frederic Vasseur ed infine c’è stata la foto di rito col team, il giusto epilogo di una giornata storica. “Non riesco a spiegare come mi sento – ha detto Charles – E’ stata una gara interminabile, ma per questo forse anche più bella. Vincere qui significa tanto per me, perché è la corsa che da ragazzino mi ha fatto sognare di diventare pilota di Formula 1. Per questo voglio ringraziare tutte le persone di Monaco per l’immenso supporto ricevuto.
Negli ultimi giri – ha proseguito il winner – è stato difficile perché in quei momenti incominci a pregare che non succeda nulla. Sentivo l’emozione crescere in me e così mi rendevo conto che stavo quasi perdendo la concentrazione sulla guida. Nel finale pensavo a mio padre (scomparso nel 2017), a tutto quello che ha fatto per fare in modo che io fossi qui oggi, e a Jules (l’amico e collega Bianchi spentosi a Nizza nel 2015 dopo il drammatico incidente in Giappone del 2014). Vincere questa gara era un nostro sogno e la dedico a loro.” E tornando sulla gara, ecco il racconto del monegasco:” Oggi abbiamo dovuto fare una grande gestione gomme, inoltre dovevamo amministrare il margine su Russell per evitare che le McLaren potessero fare un pit stop senza perdere posizioni, quindi mentalmente è stato molto probante. Devo ringraziare il team per aver fatto un lavoro eccezionale negli ultimi mesi e per avermi dato la possibilità di vincere questa gara. Non vedo l’ora di fare festa con tutta la squadra e con il resto del team appena sarò a Maranello.” Grande prova anche di Carlos Sainz giunto terzo e salvato paradossalmente dal crash iniziale. Al primo via, ha tentato di passare Piastri rimediando una foratura che lo costringeva a fermarsi al Casinò. La provvidenziale bandiera rossa ha però permesso ai concorrenti di ripartire mantenendo la classifica della tornata precedente ed il ferrarista s’è ripresentato in griglia passando dalle medie alle hard come Leclerc, Piastri e Norris. Insomma, quello di Sainz è un podio baciato da una sorte molto amica, ma ci sta. “ E’ stata una gara molto tattica – ha dichiarato Carlos – Al primo via sono scattato bene, tanto che ho attaccato Piastri all’interno di curva 1. Purtroppo ci siamo toccati e ho rimediato una foratura. Temevo che la mia gara fosse finita lì, invece l’incidente accaduto alle mie spalle ha causato la bandiera rossa e così ho potuto prendere il secondo via nuovamente dalla terza posizione.” Sono ripartito con le nuove Hard e da lì in poi si è trattato di gestire bene il ritmo fino alla bandiera a scacchi, assicurandomi che Norris alle mie spalle non potesse avere un pit stop senza perdere alcuna posizione. Una volta sicuro di questo, ho provato anche ad insidiare Oscar per il secondo posto, ma a Monte Carlo è troppo difficile se chi ti precede ha la tua stessa strategia. Sono felicissimo per Charles! – ha concluso l’iberico – Vincere la gara di casa è il sogno di qualsiasi pilota ed è stato stupendo festeggiare sul podio insieme a lui.” Va evidenziato che appena terminate le qualifiche, Sainz soddisfatto per il terzo posto aveva dichiarato pubblicamente che la priorità era vincere con Leclerc. Parole, che essendo pronunciate da un pilota che dal 2025 non vestirà più i colori Ferrari, testimoniano un grande spirito di squadra frutto dell’ottimo lavoro che sta svolgendo Vasseur.
Ovviamente al settimo cielo, il manager francese ha espresso il suo elogio per Leclerc per poi aggiungere:” La gara è stata particolare perché dopo la bandiera rossa ci siamo trovati a dover gestire ben 77 giri su pneumatici Hard. Charles è stato sempre in totale controllo ed un paio di volte ci ha pure chiesto via radio se poteva spingere di più, ma non era il caso. Anche Carlos ha disputato una gara molto solida, giocando un ruolo importante in questa affermazione grazie all’aiuto che ci ha assicurato nel controllare i distacchi con gli avversari e facendo un lavoro fantastico per il team.” Ora nella graduatoria costruttori il Cavallino si ritrova a soli 24 punti dalla capolista Red Bull segno inequivocabile che gli equilibri sono cambiati e che i giochi sono apertissimi. Sul fronte piloti le lunghezze tra il leader Verstappen e Leclerc sono 31, non tantissime se pensiamo che mancano ancora 16 G.P., ma c’è di mezzo il “fattore Max” (senza nulla al Principino diventato Re). Parliamo di un pilota che sa gestire al meglio la pressione e materializza numeri di alta classe come in riva al Santerno, sopperendo le carenze della macchina. Per contro il tabù sfatato a Monaco, potrebbe aver dato a Leclerc una maggiore consapevolezza del proprio valore, una mentalità vincente che insieme alla sua immancabile grinta lo lancerebbe verso nuovi traguardi. La SF-24 è competitiva e gli aggiornamenti introdotti ad Imola si sono confermati efficaci, ma è d’obbligo tenere sempre d’occhio la McLaren.
Forza d’urto – La fase in cui la Red Bull è tornata apparentemente normale, ha ulteriormente evidenziato la crescita della McLaren-Mercedes. Vittoriosa a Miami con Norris, seconda d’un soffio a Imola sempre con Lando, a Monaco è stata l’unica compagine in grado di poter impensierire la Ferrari. Le MCL38 dai colori giallo verdi (la livrea speciale scelta per rendere omaggio ad Ayrton Senna), si sono ben adattate pure sul circuito salotto della Costa Azzurra e nelle qualifiche si sono piazzate con Oscar Piastri alle spalle del poleman per soli 154 millesimi. Norris invece era quarto dietro a Sainz. Allo spegnimento dei semafori, Piastri ha sfoderato gli artigli quando l’iberico ha cercato di sopravanzarlo ed ha mantenuto la seconda piazza. Al restart, il 23enne australiano non è riuscito a sorprendere Leclerc, ha cercato comunque di mettergli pressione addosso finchè ha potuto per poi desistere evitando di rischiare oltre il dovuto. “E’ stata una corsa complicata – ha spiegato Oscar – in cui all’inizio avevo un passo lento e solo in un momento mi sono trovato vicino a Leclerc per attaccarlo, poco prima del tunnel, ma non avevo il passo per superarlo.” Anche Norris nel finale ha tirato i remi in barca e s’è accodato a Sainz nella soporifera processione, finendo a ridosso del podio. La scuderia di Zak Brown (il Ceo era assente perché sull’ovale d’Indianapolis per la “500 Miglia” che vedeva in gara il suo team Arrow McLaren) e diretta da Andrea Stella è saldamente terza costruttori a 68 punti dalla Ferrari e viste le premesse punterà a spodestare il Cavallino nella caccia alla Red Bull.
Warning! – Ad Imola la Red Bull era riuscita a spuntarla grazie alle magie di Max Verstappen, sia in qualifica che in gara, ma a Monaco, il tre volte iridato ha dovuto rassegnarsi di fronte ai limiti di una vettura che sta palesando delle difficoltà impensabili fino ad un mese fa. Dov’è finita quella monoposto che si adattava magnificamente ad ogni pista sin dal venerdì? Anche nel Principato l’ultima monoposto partorita dal genio di Adrian Newey ha sofferto sulle ondulazioni delle stradine monegasche rendendo complicata la messa a punto. Nelle PL1 , Verstappen e Perez erano rispettivamente 11° e 12°. Guarda caso nel garage di Milton Keynes s’è rivisto Newey, il venerdì in borghese, nei giorni successivi con la maglietta del team ed il suo immancabile quadernone rosso. Ufficialmente era presente in veste di testimonial della Hypercar RB17 da 5 milioni di sterline che sta sviluppando per conto della Red Bull. Vogliamo crederlo. Verstappen rialzava la testa nelle PL3 salendo 2°, piazzamento che poteva far presagire un colpaccio in qualifica. Invece il leader del mondiale non sarebbe andato oltre la terza fila col 6° tempo. Perez non entrava manco in Q2 (18esimo). Max commetteva una sbavatura in Q3 e doveva rinunciare alla sua 40^ pole. Eloquente la risposta data all’inviata di Sky Sport, la quale gli aveva sottolineato l’errore fatale alla Curva in qualifica:” Sfido chiunque del paddock a realizzare un tempo migliore del mio con questa vettura.” Nelle libere s’era già lamentato via radio dicendo che la RB20 saltando come un canguro gli stava procurando il mal di testa. Premesse che riducevano notevolmente le aspettative in gara dove s’è ritrovato a sandwich tra le due Mercedes chiudendo sesto come era partito. Stufo dell’andamento soporifero della gara l’ha messa sul ridere via radio:” Uccidetemi, che noia. Avrei dovuto portarmi un cuscino.” Gioco forza, il cannibale ha giocato in difesa pensando alla classifica incamerando punti che lo portano a 31 lunghezze sul secondo, ovvero Leclerc. Decisamente insufficiente il giudizio su Perez, che da Miami pare sia entrato in una spirale negativa per il secondo anno consecutivo. D’accordo sarà il suo primo ritiro stagionale e sarà pure che si ritrova a guidare una RB20 involuta, ma le prove offerte sono inaccettabili. La rovinosa carambola in cui è finito, forse con un briciolo di concorso di colpa combinata allo scriteriato arrembaggio di Magnussen, poteva avere delle conseguenze ben più gravi al di là del grosso danno economico subito dalla Red Bull. Helmut Marko ha stimato un costo intorno a 2/3 milioni di Euro, somma che finisce per gravare sul budget cap. Eppure il futuro di “Checo” non sembra essere in bilico. A Milton Keynes sarebbero intenzionati a rinnovargli la fiducia nella speranza di motivarlo e di godere del suo apporto in ottica costruttori. E’ indubbio però che il problema primario ora riguardi il mezzo meccanico. L’impressione è che alla lunga si stiano avvertendo gli effetti della guerra fratricida esplosa nel team. La RB20 deve assolutamente crescere per riguadagnare il margine su McLaren e Ferrari ormai prossime. Probabilmente l’allarme e già scattato e non sono da sottovalutare le parole di Marko secondo cui mancherebbe una correlazione tra i dati provenienti dal simulatore e quelli forniti dalla pista. Il sabato Verstappen ha espresso una chiara disamina, nella quale ha ammesso di non riuscire a salire sui cordoli del settore centrale dovendo aggirarli. “Mi pareva di guidare un kart senza sospensioni ed ammortizzatori.” Ha precisato di trovarsi meglio nei tornanti ad alta velocità, meno in quelli lenti. L’orange ha inoltre avvisato che in calendario sono previsti altri tracciati con un fondo sconnesso, quindi un handicap per la RB20. E’ chiaro che con l’arrivo di piste più piatte come Barcellona, i “bibitari” dovrebbero beneficiare di un vantaggio sui rivali, ma di sicuro non godono più di quell’ampio margine che permetteva loro di agire in tutta tranquillità.
Comparse – Il toboga monegasco non è mai stato favorevole alla Mercedes, invece le W15E sono apparse un po’ più reattive anche se sono decisamente lontane dal punto di svolta. Nelle libere Lewis Hamilton non è mai uscito dai primi tre, però in qualifica ha chiuso 7° a differenza del suo compagno George Russell 5°. Un piazzamento replicato anche in corsa affrontata da Russell con la nuova ala anteriore e le gomme medie dall’inizio alla fine, restando davanti a Verstappen che ha dovuto guardarsi dagli attacchi di Hamilton. I due iridati (che hanno compiuto una sosta) si sono contesi il giro veloce, che alla fine è stato siglato dall’eptacampione britannico girando in 1’14”165. Resta comunque magra soddisfazione per la scuderia diretta da Toto Wolff che per ora si vede costretta a rimandare al 2025 le speranze di tornare ai piani alti.
Anonima – Continua il momento difficile dell’Aston Martin-Mercedes. Una settimana fa ad Imola, dove erano comparsi gli sviluppi tecnici, aveva rimediato un misero nono posto con Lance Stroll e sulle stradine del Principato le AMR24 hanno faticato ancora e parecchio. Fernando Alonso, scattato 16°, ha concluso 11°, mentre il suo compagno ha pensato bene di urtare un guardrail alla variante del porto forando una gomma che l’ha fatto precipitare 14° ad un giro. Bilancio: entrambe le monoposto fuori dai punti ed un gran lavoro da svolgere per riscattarsi fra due settimane a Montreal.
Momento d’oro – Altra gara conclusa in top-ten per il bravo Yuki Tsunoda che arpiona 2 punti con l’ottava piazza precedendo la Williams di Albon e l’Alpine di Gasly. Delle 24 lunghezze della Racing Bulls (6^ in classifica) 19 portano la firma del 24enne nipponico che sta mostrando una certa maturazione.
Rotto il ghiaccio – La Williams-Mercedes è riuscita a conquistare i suoi primi 2 punti iridati della stagione grazie al 9° posto di Alexander Albon che partiva dalla nona piazza.
Velo pietoso – La trasferta monegasca della Haas-Ferrari è andata di male in peggio. Se nelle qualifiche Nico Hulkenberg e Kevin Magnussen erano risultati rispettivamente 12° e 15°, dopo i controlli entrambe le monoposto venivano squalificate per l’irregolarità dell’apertura del Drs, troppo ampia rispetto al limite stabilito dal regolamento; di conseguenza sarebbero partite dall’ultima fila. Ma non è finita perché subito dopo il via, sulla salita del Beau Rivage che porta al Casinò, Magnussen ha lanciato un assalto folle a Perez. Le due vetture sono entrate in contatto a circa 250 orari e la RB20 del messicano sbatteva violentemente dapprima contro le barriere per poi finire addosso all’incolpevole Hulkenberg. Morale, botto tremendo, detriti di carbonio ovunque e G.P. finito per i tre, che fortunatamente sono usciti incolumi e senza finire sotto alcuna investigazione. Un sospiro di sollievo per il danese sulla cui patente vi sono già ben 10 punti di penalty e che con altri 2 dovrà saltare una gara. Una grazia che però fa discutere, dal momento che sempre più spesso Magnussen si rende protagonista di gesti inconsulti, non riconoscendo le proprie colpe. Un tempo, quando nella Gpda sedevano certi senatori, i bollenti spiriti di Kevin sarebbero stati spenti sul nascere. Sarebbe d’uopo che costui si rendesse conto dei pericoli che sta creando a se stesso ed ai colleghi.
Colpi proibiti – Sempre nel corso del tumultuoso primo passaggio, s’è registrato il contatto tra le due Alpine all’uscita della Curva del Portier. Esteban Ocon ha azzardato un sorpasso impossibile nei confronti di Pierre Gasly finendo per urtarlo e volare in aria. Veemente la reazione via radio di Pierre e sacrosanta la penalità di 10” inflitta ad Ocon che essendosi poi ritirato, sconterà nel prossimo appuntamento in Canada. Gasly invece, dopo esser ripartito, si sarebbe classificato decimo ad un giro, entrando in zona punti.
Grand’Italia – Un grande plauso va a Gabriele Minì vincitore nella Gara 2 del campionato di Formula 3. Il 19enne palermitano della Prema ha bissato il successo ottenuto lo scorso nel Principato, al termine di una marcia trionfale partita dalla pole. Ha preceduto Mansell e Browning ed in virtù di questo risultato, il pilota dell’Academy Alpine diventa il nuovo leader della classifica piloti. Un successo che riscatta ampiamente l’11° posto ottenuto in Gara 1. Proficuo il fine settimana di Andrea Kimi Antonelli, anch’egli in forza alla Prema Powerteam. Il 17enne bolognese del programma Junior Mercedes, ha chiuso 4° la Sprint Race e 7° nella Feature Race (scattava dalla settima posizione) in cui ha compiuto un sorpasso superlativo nel finale sull’argentino Colapinto in un ridottissimo spazio alla Curva Anthony Noghes. In un campionato incertissimo, Antonelli è sesto in classifica a 32 lunghezze dal capofila Aron con 9 appuntamenti ancora da affrontare.
Immagini ©Paolo D’Alessio
Ordine d’arrivo:
1° Charles Leclerc (Ferrari) – 78 giri
2° Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 7″152
3° Carlos Sainz (Ferrari) – 7″585
4° Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 8″650
5° George Russell (Mercedes) – 13″309
6° Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 13″853
7° Lewis Hamilton (Mercedes) – 14″908
8° Yuki Tsunoda (Racing Bulls-Honda) – 1 giro
9° Alexander Albon (Williams-Mercedes) – 1 giro
10° Pierre Gasly (Alpine-Renault) – 1 giro
11° Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes) – 1 giro
12° Daniel Ricciardo (Racing Bulls-Honda) – 1 giro
13° Valtteri Bottas (Sauber-Ferrari) – 1 giro
14° Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes) – 1 giro
15° Logan Sargeant (Williams-Mercedes) – 1 giro
16° Guan Yu Zhou (Sauber-Ferrari) – 1 giro
Ritirati:
Esteban Ocon (Alpine-Renault)
Sergio Perez (Red Bull-Honda)
Nico Hulkenberg (Haas-Ferrari)
Kevin Magnussen (Haas-Ferrari)
Classifica Piloti:
1° Verstappen 169 – 2° Leclerc 138 – 3° Norris 113 – 4° Sainz 108 – 5° Perez 107 – 6° Piastri 71 – 7° Russell 54 – 8° Hamilton 42 – 9° Alonso 33 – 10° Tsunoda 19 – 11° Stroll 11 – 12° Hulkenberg, Bearman 6 – 14° Ricciardo 5 – 15° Albon 2 – 16° Magnussen, Ocon, Gasly 1
Classifica Costruttori:
1^ Red Bull-Honda 276 – 2^ Ferrari 252 – 3^ McLaren-Mercedes 184 – 4^ Mercedes 96 – 5^ Aston Martin-Mercedes 44 – 6^ Racing Bulls-Honda 24 – 7^ Haas-Ferrari 7 – 8^ Alpine-Renault, Williams-Mercedes 2