Manifestazioni

Published on Ottobre 22nd, 2023 | by Massimo Campi

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La 24 Ore di Le Mans raccontata da Mario Donnini

 

Un libro di storie sulla maratona francese, raccontate da Mario Donnini.

La 24 Ore di Le Mans ha compiuto 100 anni, una traguardo importantissimo di una gara appassionante amata da moltissima gente. Il libro, realizzato da Giorgio Nada Editore, è la seconda puntata dopo quello pubblicato dieci anni fa. Un libro di successo, quando è stata necessaria una ristampa, Mario Donnini ha subito pensato di scrivere una nuova opera con nuovi racconti sulla maratona della Sarthe.

Il libro non si occupa della storia cronologica della gara, ma di tante storie, interviste ed aneddoti di questa manifestazione. È proprio l’autore che ci spiega il suo amore per Le Mans durante l’incontro presso il Ferrari Club di Vedano al Lambro.

“La 24 Ore di Le Mans rappresenta un argomento di nicchia, ma per veri appassionati. Le Mans rappresenta le gare di durata, un modo di correre sicuramente più antico, ma molto diverso da una Formula 1 sempre più televisiva e preconfezionata.

È una gara apparentemente noiosa che dura una giornata intera, ma con il paddock aperto, tanti motivi di interesse e macchine diverse tra loro che lottano in pista. Un modo di fare sport automobilistico per grandi appassionati, ma anche un mondo di grandi sensazioni, come andare a bere una birra alla Tertre Rouge alle quattro del mattino mentre ti sfrecciano accanto i bolidi a tutta velocità nel buio della notte. Le Mans è un ultimo grido di libertà contro uno sport sempre più plastificato come la Formula 1, dove ti ritrovi a raccontare di Lewis Hamilton che entra nei paddock vestito come un clown alle nove della mattina. Le Mans è un’altra cosa, ed ho voluto raccogliere e raccontare alcune sue storie nel libro. 

Questo libro vuole rappresentare la voglia di ritornare alla parte ancestrale delle corse e penso che ci sia bisogno di ritornare alle origini delle gare delle auto. Il rischio, la passione le sfide, la gara, la pista, sono questi i principali ingredienti della 24 Ore di Le Mans. Il circuito non è affatto semplice, una pista veloce, lunga oltre 13 chilometri, vecchio stile, pericolosa, soprattutto con il buio delle notte e le condizioni climatiche che possono improvvisamente cambiare. Capita spesso che da una parte delle pista c’è il sole e dall’altra diluvia, con i piloti che devono affrontare tutte le varie insidie e sapere ragionare per non commettere danni.

Il mondo dei piloti è molto variegato nelle gare di Endurance, un mix tra professionisti e gentleman driver vecchio stile, personaggi facoltosi pronti a spendere fortune pur di prendere il via alla gara, magari accompagnati dalla amante di turno dentro i box, come ai vecchi tempi. Le mille leggende dello sport sono state scritte dai grandi campioni, ma anche da questi ultimi romantici che hanno pagato cifre da capogiro solo per essere della partita e potere dare sfogo alle loro passioni vivendo grandi emozioni con le loro storie”.

Sono tante le storie raccontate nel libro, ma quale è la gara che più ti ha appassionato?

“Come si capisce mi appassionano le storie romantiche, magari anche un po’ assurde e tra queste c’è la 24 Ore del 1979. Piove a dirotto nelle fasi più importanti della gara, i prototipi favoriti saltano come tappi di champagne ed al comando si ritrovano due Porsche 935 private, quella gestita dal Team Kremer di proprietà dei Fratelli Wittington e la vettura del Team di Dick Barbur con Paul Newman tra i piloti iscritti. Bisogna fare un salto indietro per inquadrare la vicenda dei Fratelli Wittington, Don e Bill, sono appassionatissimi di auto e fanno i narcotrafficanti ad altissimo livello per finanziare le loro corse. Dall’altra parte il divo di Hollywood, anche lui appassionatissimo di auto e corse che improvvisamente vede la possibilità di realizzare uno dei suoi sogni: quello di vincere a Le Mans.

A quel tempo non era ancora nota la vera attività dei due fratelli americani, che si erano inventati anche falsi sponsor per mascherare e giustificare al fisco le loro spese. I Wittington si accordano con i fratelli Kremer per noleggiare due posti sulla Porsche 935, con loro corre Klaus Ludwig, il pilota professionista ufficiale del team tedesco. Erwin e Manfred Kremer, prima della partenza fanno i piani per la gara, partirà Ludwig poi salgono i Wittington a turno in vettura. I due americani si oppongono, sanno che alcuni team manager usano questo trucco per poi magari rompere il motore e risparmiare l’usura del resto del mezzo, come era già successo nella edizione precedente con un’altra squadra. Ma la Porsche è di proprietà del Team Kremer e sono i due preparatori tedeschi a decidere la programmazione dei turni di gara. La discussione si accende nei box, bisogna trovare una soluzione ed allora Bill Wittington ha l’idea di comprare le vettura. Kremer spara la cifra: 200.000 dollari, allora un vero capitale. Bill non fa una piega, manda il fratello a prendere una borsa sul loro camper. Quando Don entra nel box, viene aperta la borsa e Bill inizia a mettere sul tavolo una serie di mazzette da 100 dollari fino al raggiungimento della cifra richiesta per comprare la Porsche 935 e decidere la programmazione dei turni dei piloti in gara. Partirà Bill, segue Don e poi Ludwig a rotazione fino alla fine o fino a quando resiste la Porsche.

A mezzanotte, dopo varie vicissitudini degli avversari, i tre si ritrovano in testa alla gara. Dietro hanno Paul Newman con Dick Barbour e Rolf Stommelen. Il tedesco gira con tempi da record per tentare di recuperare il tempo perso dai compagni di squadra, ma il distacco è notevole e ci vorrebbe un miracolo per riuscire a vincere. Il colpo di scena arriva a poche ore dalla fine quando la Porsche dei Wittington rompe il turbo sull’Hunaudieres. La vettura è ferma, il mondo delle corse e quello di Hollywood ha un sussulto: Paul Newman è in lizza per vincere la gara più importante del mondo!. Don Wittington apre il cofano, il turbo è incandescente, bisogna cercare di raffreddarlo per tentare di raggiungere i box. L’americano ha un colpo di genio: abbassa la cintura della tuta fa la pipì sul turbo raffreddando la turbina incandescente. Risale in macchina, il flat six riparte e va ai box per la riparazione. I meccanici cambiano il turbo, degli otto giri di vantaggio ne rimangono solo due, ma sono sufficienti a contenere la rimonta degli avversari e transitare per primi sotto la bandiera a scacchi.”

 

24 ORE DI LE MANS 100 anni di una corsa leggendaria

Giorgio Nada Editore – Autore: Mario Donnini

Formato: 14×22 cm – Pagine: 352 – Foto: 3 in b/n e 29 a colori – Cartonato con sovraccoperta – Testo: italiano – Collana: Grandi corse su pista, strada e rallies

Per approfondimenti: https://www.giorgionadaeditore.it/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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