Formula 1

Published on Settembre 26th, 2023 | by Massimo Campi

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F1 Suzuka: Vince Verstappen, Red Bull campione!

 

Di Carlo Baffi

L’olandese domina il Gran Premio del Giappone sulla Red Bull che conquista il sesto Mondiale Costruttori della sua storia con sei gare d’anticipo. Sul podio salgono le McLaren di Norris e del rookie Piastri. La Ferrari piazza al quarto posto Leclerc ed al sesto Sainz. Tragicomica corsa di Perez sulla seconda Red Bull.

L’inizio delle prove libere del Gran Premio del Giappone, ha ricordato per certi versi il suono della campanella che a scuola annunciava il termine della ricreazione. Il ritorno ai vertici di Max Verstappen e della Red Bull ha riportato tutti in classe, seduti dietro ai banchi pronti a ricevere l’ennesima lezione del maestro. Non parliamo ancora di “Professore” dal momento che l’olandese non ha ancora raggiunto le quattro corone iridate di Alain Prost, “Monsieur le Professeur” della F.1. Forse è soltanto questione di un anno, perché di questo passo “Super Max” potrebbe fare il poker di titoli nel 2024. Nella terra del Sol Levante, Verstappen è tornato il cannibale che tutti conosciamo, facendo il vuoto in pista e un po’ l’arrogante fuori. Sabato, dopo aver siglato la sua 29esima pole eguagliando il pentacampione argentino Juan Manuel Fangio, si è rivolto a quelli che avevano collegato il flop di Singapore alle direttive tecniche 18 e 39, mandandoli a “farsi fottere”. Frase poco diplomatica, ma diretta. D’altronde Max è stato cresciuto così dall’autoritario papà Jos. L’iridato è stato sempre davanti a tutti, dalle libere alla fine della corsa, che gli ha consegnato la 13a vittoria stagionale, 48esima in F.1. Non si è lasciato sfuggire manco il giro più veloce, siglato in 1’34”183 al giro 39. La RB19 s’è trovata perfettamente a suo agio sulla pista nipponica che presenta delle velocissime curve in appoggio dove l’efficienza aerodinamica della creatura di Adrian Newey è stata determinante. In particolare nel primo settore, denominato “snake”. Grazie a questo trionfo la Red Bull s’è riconfermata Campione del Mondo Costruttori e per di più in casa del suo motorista, la Honda: una ciliegina sulla torta che non guasta, anzi. Ora a Milton Keynes guardano già al prossimo G.P. del Qatar in programma fra due settimane, dove l’aritmetica potrebbe consegnare ufficialmente la terza corona all’olandese volante già dopo la Sprint Race del sabato. La marcia trionfale di Suzuka, ha cancellato di colpo i tanti dubbi sorti una settimana or sono a Marina Bay. Una tre giorni da incubo, in cui l’orange eliminato in Q2 ed alle prese con una vettura inguidabile, ha rimediato solo un quinto posto. Uscito dall’abitacolo, l’iridato in carica ha fatto subito festa con i suoi meccanici che lo attendevano in parco chiuso con lo striscione recante la scritta “Constructor’s Champion 2023”. ”E’ stato un weekend incredibile e vincere qui è grandioso” – ha dichiarato Verstappen – la RB19 s’è comportata bene con ogni mescola, ma la cosa più importante è il successo nel Mondiale Costruttori. L’unico momento di tensione l’ho avuto in partenza, ma al là di questo è stata una corsa tranquilla.” L’orange infatti non è partito bene ritrovandosi attaccate le McLaren di Piastri e Norris che tentavano una manovra a tenaglia. La lotta è durata qualche centinaio di metri, dopodiché Max, uscito dalla prima curva in testa, ha salutato tutti archiviando la pratica. Sarebbe transitato sotto la bandiera a scacchi rifilando più di 19” a Norris, il suo più immediato inseguitore.

Il calvario. Se da un lato il weekend trionfale di Suzuka, ha fugato i fantasmi di Singapore, nel box Red Bull è rimasto un problema serio, quello di Sergio Perez. Che il messicano sia alle prese con una stagione tribolata è risaputo da tempo, ma forse in Giappone la sua involuzione ha toccato il fondo. A parziale difesa di “Checo” persiste l’atteggiamento di un team Verstappen-centrico, che in questi mesi non l’ha minimamente aiutato ad uscire dal tunnel. Massacrato dal team e massacrato da Verstappen: il bilancio dei successi 2023 è eloquente: 13 a 2 in favore del fenomeno. E pure massacrato da sé stesso, perché dopo le due affermazioni nei primi quattro G.P., Perez covava certi sogni di gloria che vanno ben oltre le sue doti. Non ce ne voglia per questa critica severa, ma può essere proprio la condizione mentale ad aver innescato la crisi psicologica seguita all’illusione. Sergio venne ingaggiato per le sue qualità di combattente, capace di incamerare punti pesanti in ottica del mondiale costruttori. E proprio nella sua prima stagione targata Red Bull, si rivelò determinante nella battaglia finale di Abu Dhabi tra Verstappen ed Hamilton. Ricordiamoci come rallentò (con un’ostruzione al limite del regolamento) l’inglese che cercava di allungare mentre si trovava in testa. La realtà odierna ci delinea un quadro molto diverso. Dei 623 punti marcati dai “bibitari”, 400 sono di Max (95 in più di quelli della Mercedes, 2^ tra i costruttori) gli altri 223 di “Checo”. In pratica il mondiale marche lo ha conquistato l’olandese. E questo potrebbe pesare sul futuro, dal momento che Ricciardo e Tsunoda sono stati riconfermati e l’esordiente Lawson si sta rivelando molto competitivo. E’ pur vero che la figura di Perez ha la sua valenza nel commercio della bevanda energetica sul mercato messicano e del centro-America, però qualora il tracollo proseguisse potrebbe profilarsi uno scenario inedito. La domenica giapponese di Perez è stata a dir poco imbarazzante. Scattato dalla terza fila col quinto crono, è entrato subito in contatto con Hamilton dovendo riparare ai box per sostituire il musetto e passare dalle medie alle dure, mentre c’era in pista la Safety-Car. Rientrato nelle retrovie  guadagnava delle posizioni, ma si pigliava 5” di penalità per aver superato delle macchine in uscita dai box, mentre la gara era ancora neutralizzata. Ormai nel pallone, alla 13a tornata centrava la Haas di Magnussen azzardando un sorpasso al tornante. Dopo aver montato un altro muso e le gomme soft, compiva solo due passaggi prima di far capolino in pit-lane e ritirarsi. Ma lo psicodramma non era finito. La Red Bull rimetteva in macchina Perez per fargli scontare il secondo penalty (sempre di 5”), provocato dalla speronata tirata a Magnussen. Questo per evitare che la sanzione venisse applicata sulla griglia del Qatar. Così al 40esimo dei 53 passaggi previsti, “Checo” faceva la sua passerella fantozziana sul tracciato per poi gettare definitivamente la spugna.

Super coppia. Quando a febbraio venne presentata la MCL60, i vertici della McLaren non nascosero che quel progetto presentava grosse criticità, tanto da essere rottamato in attesa di una nuova versione della monoposto. Con grande umiltà i tecnici guidati dal Team Principal Andrea Stella sono ripartiti dal foglio bianco e dopo una parentesi deludente è avvenuta la metamorfosi. A Silverstone ci fu il primo grande exploit con Lando Norris ed Oscar Piastri secondo e terzo in qualifica. Il britannico avrebbe poi chiuso il G.P. alle spalle del dominatore Verstappen. Da quel giorno la McLaren-Mercedes è in costante crescita ed a Suzuka, tracciato velocissimo simile a quello inglese, forte di importanti sviluppi introdotti da Singapore, ha portato entrambi i suoi drivers a podio, dopo che in qualifica avevano siglato il secondo e terzo tempo, con l’esordiente Piastri in prima fila. Nel mondiale costruttori, la scuderia di Woking è a quota 172 ed a sei round dalla fine punta minacciosamente l’Aston Martin che dista 49 punti.” Questo è il nostro podio più meritato – ha dichiarato nel post-gara Norris, 2° classificato – lo abbiamo raggiunto grazie alla velocità e non per circostanze favorevoli. Ce lo meritiamo. Stiamo spingendo, abbiamo fatto grandi progressi e passo dopo passo stiamo raggiungendo la Red Bull.” E Piastri:” Sono contento sia per il rinnovo del contratto che per il mio primo podio. Ma non è stata la mia corsa migliore, per cui ci sono ancora alcuni punti su cui debbo lavorare.” Soddisfazione anche nelle parole di Stella:” E’ positivo pensare che siamo in anticipo rispetto alla più ottimistica delle previsioni. Occupavamo una buona posizione con la gestione delle gomme e così abbiamo potuto gestire la gara senza sacrificare il nostro potenziale tempo sul giro.”

Punti d’oro. Il trionfo di Singapore è ancora fresco e forse qualcuno vede questo mancato podio della Ferrari in Giappone come una battuta a vuoto. A nostro avviso non è così, in quanto occorre sempre tenere in considerazione le pecche mostrate durante l’anno dalla SF-23 che non possono di colpo sparire. Ebbene, con il ritorno in vetta della Red Bull e di fronte ad una McLaren veramente competitiva, la Ferrari ha cercato di capitalizzare al massimo quanto possibile riducendo ulteriormente il distacco dalla Mercedes. Il gap è di 20 lunghezze e le Rosse sono apparse più incisive delle Frecce Nere sia a Marina Bay che a Suzuka. Di sicuro arriveranno piste più favorevoli alle monoposto anglo-tedesche, ma questo vale anche per Charles Leclerc e Carlos Sainz. I due occupavano la quarta e la sesta casella della griglia e così hanno tagliato il traguardo. Questa volta Leclerc è arrivato davanti al compagno e ciò fa bene al suo morale. Il “Principino” è stato autore anche di un bel sorpasso all’esterno di curva 2 ai danni della Mercedes di Russell, per la precisione al giro 45. “Non potevo perdere tempo – ha spiegato il monegasco – Hamilton stava spingendo e sapevo che dovevo prendere qualche rischio in più.” Ed in merito alla McLaren confessa:” Ad un certo punto pensavo di poter combattere con loro, ma Norris ha cominciato a forzare ed era più veloce di noi, così come Piastri. Su un tracciato come questo si sapeva che le McLaren sarebbero andate forte, come s’era visto a Silverstone. Con Verstappen in fuga – ha aggiunto Charles – ed avendo aria pulita davanti, per loro è stato tutto più semplice.” Parzialmente contento il Team Boss Frederic Vasseur, secondo cui era difficile far meglio di così.” Non si può essere completamente soddisfatti quando si arriva quarti e sesti. Però ci stiamo avvicinando alle Mercedes. L’obiettivo era recuperare su di loro nel Mondiale Costruttori e abbiamo guadagnato 4 punti.” Dispiace per Sainz preceduto da Hamilton. Il madrileno, partito con le medie (come Leclerc), è riuscito a portarsi alle spalle del compagno tenendo bene il ritmo, poi la corsa s’è complicata con le soste:” Ritengo che abbiamo disputato una buona gara – ha detto Carlos nel dopo gara:” Peccato per ciò che è accaduto nella seconda sosta con Hamilton che ci ha superato. Sono passato dal 2° posto davanti a lui ad avere 8” di gap.” Resta comunque ottimista l’iberico:” Dopo delle qualifiche difficili, sono tornato sul mio buon ritmo sentendomi piuttosto bene al volante della SF-23 per tutto il G.P. Ora ci sarà un po’ di tempo per ricaricare le batterie e riprendere la lotta in Qatar.”

Allarme…Rosso ! Dopo il giro di boa, la Mercedes ha perso quella vitalità che pareva stesse riguadagnando dalla cura ricostituente prescritta da James Allison tornato al timone della direzione tecnica. Dall’Olanda in avanti è arrivato solo un podio, marcato da Hamilton a Singapore, gara in cui è andato a vuoto l’azzardo tentato per agguantare la prima vittoria dell’anno. La crescita della Ferrari rappresenta per il team di Brackley una minaccia concreta. In Giappone, le Frecce Nere hanno sofferto sin dalle libere. Hamilton era addirittura 14° nella seconda sessione con un distacco di oltre 1” dai migliori. Poi il sabato mattina, i problemi sono toccati a Russell, che non ha completato le libere 3 complice la rottura di un brake duct dopo il passaggio su un cordolo. Un contrattempo che ha richiesto un forcing dei meccanici per rimettere in sesto la vettura in vista delle qualifiche. Classificatisi rispettivamente settimo e ottavo, Lewis e George sono scattati con le mescole medie, affrontandosi a viso aperto nel corso del quinto passaggio. Hamilton ha replicato a Russell affiancandolo sul rettilineo del traguardo per poi sverniciarlo all’esterno di curva 1. George confidava sulla strategia di una sola sosta, eseguita al passaggio 24, che però non portato i benefici sperati. Nel finale gli è stato anche imposto di cedere il passo ad Hamilton, dotato di gomme più fresche e che aveva Sainz alle costole. Una volta quinto, Lewis ha cercato di insidiare Leclerc, ma è finito dietro il monegasco. “Avremmo dovuto scambiarci le posizioni prima – ha osservato Hamilton a fine gara – così potevo allungare il più possibile per mantenere il distacco sulle Ferrari. In questo modo, penso che George sarebbe stato in grado di tenere Sainz dietro, ma lottando con me ha danneggiato le sue gomme. La questione – ammonisce il britannico – è che non dobbiamo combattere tra di noi nel campionato a squadre. E’ bene che uno di noi due finisca davanti alla Ferrari per difendere la nostra posizione tra i costruttori. Per cui oggi dovevamo lavorare come team.” Parole che esortano a fare maggiore attenzione nei prossimi round. Hamilton ha poi sottolineato che la sua performance è stata condizionata dal contatto con Perez all’inizio, durante il caotico start.” Credo che se non fossi stato colpito, avremmo potuto lottare per il quarto posto, ma le Ferrari erano veloci. Sono contento di aver concluso davanti ad una delle due.”

Al verde. Continua a piangere il piatto dell’Aston Martin, che torna a casa dall’estremo oriente con soli 4 punti, quelli ottenuti con l’ottavo posto da Fernando Alonso a Suzuka. A Singapore aveva chiuso malamente 15esimo. Ormai l’iberico è il solo pilota su cui può contare la scuderia di Silverstone, diventata la brutta copia della squadra rivelazione dei mesi passati. L’asturiano partiva decimo calzando le soft e facendo leva sulla sua classe ed esperienza ha guadagnato due posti al traguardo. Nelle prime battute ha duellato con Sainz per la quinta posizione, poi è arrivata la chiamata per il primo pit, in cui è passato alla mescola hard: era la 12a tornata. Una scelta rivelatasi poco azzeccata al punto che lo spagnolo l’ha criticata via radio. Dopo un nuovo pit è andato all’attacco di Tsunoda superandolo, ma il raccolto è parco in confronto ai 33 punti guadagnati dalla McLaren che ora è a 49 punti e fa davvero paura. Alonso sarà pure inarrendevole, ma senza una monoposto competitiva non può fare miracoli e la sensazione è che stia perdendo la pazienza. Lance Stroll, è stato invece fermato dal suo box, dopo che erano state ravvisate alcune crepe nel carbonio dell’ala posteriore. Del problema è stato informato via radio Alonso, invitato a transitare il meno possibile sui cordoli onde evitare pericolose vibrazioni.

Alta tensione. Sebbene entrambe le Alpine siano entrate nella top-ten, a fine gara non regnava una particolare serenità nel clan transalpino. Particolarmente arrabbiato è apparso Pierre Gasly per l’ordine ricevuto nel finale con cui dal pit-wall gli chiedevano di cedere la posizione al compagno Esteban Ocon. Precedentemente il team aveva concesso a Gasly la chance di riportarsi su Alonso, ma vista l’impossibilità di realizzare la missione, veniva invitato a ridare il posto precedentemente occupato da Ocon. Ne nasceva una querelle con l’ingegnere di pista a cui Pierre ribatteva di girare su tempi più veloci e che la sua A523 era equipaggiata con gomme più fresche. A fronte della ripetuta insistenza, Gasly ha eseguito l’ordine, ma dopo aver passato il traguardo s’è abbandonato ad espliciti gesti con le mani durante il giro di rientro, ovviamente ripresi dal camera-car.

Una certezza. Questa volta non è andato a punti, ma Liam Lawson ha condotto in porto per la quarta volta (tanti sono i G.P. disputati finora) la sua Williams-Mercedes senza alcuna sbavatura. Ha chiuso 11° davanti al compagno Yuki Tsunoda fresco di riconferma. Se il nippon era approdato in Q3 per la gioia dei tanti fan di casa, il neozelandese s’era qualificato 11esimo ed alla fine ha sopravanzato il collega. Per il clan di Marko, il debuttante dell’Alpha Tauri, sostituto del convalescente Ricciardo, rappresenta un bel tesoretto e chissà quale futuro si prospetta in chiave 2024.

Bandiera bianca. Domenica da dimenticare per la Williams-Mercedes, che ha visto entrambe le FW45 di Logan Sargeant ed Alexander Albon abbandonare la scena in seguito ad incidenti tra il 22° ed il 26° passaggio. Per il team inglese è una battuta d’arresto che indebolisce la settima posizione che occupa tra i costruttori.

Occasione perduta. Il doppio ritiro della Williams poteva essere una ghiotta occasione per le immediate inseguitrici al fine di riportarsi in scia al team di Grove. Invece sia la Haas-Ferrari, che l’Alfa Romeo-Ferrari non ne hanno approfittato. Il team a stelle e strisce diretto da Gunther Steiner ha visto giungere al traguardo Hulkenberg e Magnussen fuori dalla top-ten. Da segnalare che il danese ha avuto la disavventura di trovarsi sulla rotta di Perez che l’ha colpito in un eccesso di agonismo. L’Alfa invece ha concluso in 13esima piazza con il cinese Guanyu Zhou (riconfermato per il 2024) che era partito 19°. Giornata poco felice per Valtteri Bottas che dopo essersi toccato con Albon e costretto ad andare ai box per i danni subiti, è stato spedito sull’erba al tornantino da Sargeant durante il giro 6. Ripartito s’è dovuto ritirare poco dopo, causa una vettura inguidabile. La caccia alla Williams è comunque apertissima visto le 11 lunghezze che racchiudono le tre squadre.

Immagini © Pirelli press

 

Ordine d’arrivo
1° – Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 53 giri
2° – Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 19″387
3° – Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 36″494
4° – Charles Leclerc (Ferrari) – 43″998
5° – Lewis Hamilton (Mercedes) – 49″375
6° – Carlos Sainz (Ferrari) – 50″221
7° – George Russell (Mercedes) – 57″659
8° – Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes) – 1’14″725
9° – Esteban Ocon (Alpine-Renault) – 1’19″678
10° – Pierre Gasly (Alpine-Renault) – 1’23″155
11° – Liam Lawson (Alpha Tauri-Honda) – 1 giro
12° – Yuki Tsunoda (Alpha Tauri-Honda) – 1 giro
13° – Guan Yu Zhou (Alfa Romeo-Ferrari) – 1 giro
14° – Nico Hulkenberg (Haas-Ferrari) – 1 giro
15° – Kevin Magnussen (Haas-Ferrari) – 1 giro

Ritirati
Alexander Albon (Williams-Mercedes)
Logan Sargeant (Williams-Mercedes)
Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes)
Sergio Perez (Red Bull-Honda)
Valtteri Bottas (Alfa Romeo-Ferrari)

Classifica Piloti
1° Verstappen 400 punti – 2° Perez 223 – 3° Hamilton 190 – 4° Alonso 174 – 5° Sainz 150 – 6° Leclerc 135 – 7° Russell, Norris 115 – 9° Piastri 57 – 10° Stroll 47 – 11° Gasly 46 – 12° Ocon 38 –  13° Albon 21 – 14° Hulkenberg 9 – 15° Bottas 6 – 16° Zhou 4 – 17° Tsunoda, Magnussen 3 – 19° Lawson 2

Campionato costruttori
1^ Red Bull-Honda 623 punti – 2^ Mercedes 305 – 3^ Ferrari 285 – 4^ Aston Martin-Mercedes 221 – 5^ McLaren-Mercedes 172 – 6^ Alpine-Renault 84 – 7^ Williams Mercedes 21 – 8^ Haas-Ferrari 12 – 9^ Alfa Romeo-Ferrari 10 – 10^ Alpha Tauri-Honda 5

 

 

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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