Published on Agosto 2nd, 2023 | by Massimo Campi
0F1: Verstappen sempre più al Maximo
Di Carlo Baffi – immagini Enrico Ghidini
A Spa, l’iridato sigla la sua decima vittoria stagionale, malgrado partisse cinque posizioni indietro per la sostituzione del cambio. Dietro a lui il compagno Perez, che ha completato la doppietta Red Bull, la quinta di quest’anno. Torna sul podio la Ferrari con Leclerc terzo. Ora il mondiale va in ferie forzate fino al 27 agosto prossimo, in cui ripartirà dal Gran Premio d’Olanda, in casa del capoclassifica.
Il preludio del monologo Red Bull, s’è palesato al primo giro quando Sergio Perez ha infilato a “Les Combes” Charles Leclerc partito dalla pole, prendendosi la leadership. Il messicano ha iniziato a spingere facendo da avanguardia all’arrivo del Campione del Mondo intento a rimontare dopo esser scattato dalla sesta posizione. Nelle qualifiche disputate il venerdì, l’orange aveva conquistato l’ennesima pole freddando Lelcerc di 8 decimi, ma complice l’utilizzo di una nuova trasmissione s’è visto retrocedere dovendo lasciare il campo libero al ferrarista, classificatosi davanti a Perez. “Checo” s’è goduto il privilegio di comandare la corsa (ultimamente per lui è cosa rara) fino al 14esimo passaggio quando è stato richiamato ai box cedendo la testa a “Mad Max” che nel frattempo era salito secondo senza particolari difficoltà. Il messicano passato dalle soft alle medie è ritornato subito primo complice la sosta di Verstappen, ma il sogno di finire in gloria era pura utopia. L’olandese, anch’egli con le gialle, ha di colpo piazzato il giro veloce, s’è materializzato negli scarichi del compagno e dopo aver spalancato il Drs ha archiviato la pratica sul rettilineo del Kemmel , quasi gli avesse intimato da sotto il casco:”descansate niño, che continuo io”, ripetendo il passo di un noto brano musicale del maestro Paolo Conte. Era la tornata 17 e sui teleschermi compariva in sovrimpressione la grafica:” Verstappen new race leader”: che novità! Dopodichè ha compiuto il solito salto nell’iperspazio e lo si è rivisto mentre tagliava il traguardo scodando per la gioia dei suoi ultras presenti in massa sulle tribune. Una vittoria in solitario come quella vista il sabato nella Sprint Race dopo aver superato la McLaren del bravo Oscar Piastri. Questo in sintesi il 79° Gran Premio del Belgio, ormai un copione trito e ritrito in cui tutti gli aggettivi che esaltano le prestazioni del due volte iridato e della sua RB19 sono praticamente esauriti. C’è poco da dire sulla scuderia di Milton Keynes, a parlare sono le cifre: Verstappen ha 125 punti di vantaggio su Perez nella classifica piloti, mentre tra i costruttori, la Red Bull ha un margine di 256 lunghezze sulla seconda forza, la Mercedes. Parliamo di anni luce. In Belgio, l’affermazione dell’orange era quasi scontata, tant’è che il quesito del pre-gara verteva sui giri che avrebbe impiegato a salire in vetta. Ce ne ha messi un po’ di più del previsto, ma perché intelligentemente s’è tenuto alla larga dalle insidie delle prime tornate, come avrebbe spiegato poi. Ma cosa può mettere in difficoltà l’accoppiata Verstappen-Red Bull? Per ora nulla, fatta eccezione di un eventuale errore di Max, o di un guasto meccanico di cui la RB19 pare essere immune. In pratica possono farsi male esclusivamente da soli. Finora si sono imposti su tutte le tipologie di tracciati, in qualifica, in gara, in garetta e con tutte le diverse condizioni meteo asciutto o bagnato che sia. A Spa, l’acqua ha fatto da padrona il venerdì ed il sabato e quando s’è rifatta viva seppur brevemente nel corso della gara, ha provocato una leggera digressione dell’orange nell’insidiosa salita che dall’Eau Rouge porta al Radillon: una bazzeccola. “Mad Max” s’è pure affermato da qualunque posizione partisse, aspetto sottolineato da Martin Brundle nell’intervista in parco chiuso. Nella sua luminosa carriera il “bad boy” ha vinto scattando da nove posizioni diverse eguagliando il record di Fernando Alonso. Chissà cosa s’inventerà ora per migliorarsi? Magari prenderà il via con la RB19 direttamente dall’hotel, codice stradale permettendo. Sinceramente, una supremazia così schiacciante in F.1 non la si è mai vista. Domenica, Verstappen ha raggiunto il suo 45esimo trionfo, decimo nel 2023 (ottavo di fila), terzo consecutivo a Spa, una pista storica da pelo come si dice in gergo. E tutto questo a soli 25 anni. Chi spera in un suo rilassamento al restart del campionato si sbaglia di grosso, perché siamo davanti ad un soggetto la cui voracità di successo rasenta la bulimia. Adesso nel mirino di Verstappen ci sono le nove vittorie di Vettel del 2013, guarda caso con la Red Bull e poi ovviamente c’è la conquista matematica della corona iridata per il terzo anno di fila. Forse il suo unico rammarico dopo il G.P. del Belgio è non esser riuscito a doppiare alcun avversario e non aver segnato quel giro veloce soffiatogli all’ultima tornata dal suo rivale storico Lewis Hamilton. Invitato dal suo ingegnere di pista nonché consigliori Gianpiero Lambiase (curiosi gli scambi di opinioni tra i due via radio) a non prendere rischi eccessivi, Max ha gestito la corsa anche perché le sue soft non erano più freschissime. Il clan diretto da Helmut Marko e Chris Horner, ha salutato l’uno-due soddisfatto di rivedere un Perez tornato ai livelli del 2022. Il messicano è stato terzo in qualifica, nella Sprint è finito ko dopo il contatto con Hamilton e poi la domenica è stato all’altezza della vettura che guida. Certo, il confronto con Verstappen è impietoso, con otto-nove decimi subiti costantemente ad ogni giro, chiudendo ad oltre 22”. Una condizione non facile per Sergio essendo costretto a dare sempre il cento per cento per non sfigurare troppo davanti a Koning Max Emilian 1°. A ciò si aggiungono le rasoiate che Marko gli riserva in ogni circostanza; l’ultima:” Si è svegliato dal suo sogno iridato e forse questo gli permetterà di concentrarsi di nuovo per dare le migliori performances. Perez è secondo nel mondiale – ha proseguito il dirigente austriaco – non può fare di più ed al momento lo sta facendo. Il suo punto debole sono gli errori in qualifica.” Una disamina severa, ma obiettiva. Dopo Miami, “Checo” era a sole sei lunghezze da Verstappen, accarezzava l’idea di poter lottare per il titolo, probabilmente questo miraggio ha aumentato il carico di responsabilità nella sua mente, una sorta di macigno che non è stato in grado di gestire andando in bambola. Da qui gli sbagli e la crisi psicologica che sta iniziando a superare dal momento che resosi conto dei propri limiti, s’è messo l’animo in pace ed è più tranquillo. In fondo non è mica un disonore essere secondi ad un fuoriclasse del calibro di Max. Non tutti nascono fenomeni ed una vita da mediano può comunque riservare delle nobili soddisfazioni.
Gradita sorpresa. La trasferta belga era parecchio temuta dalla Scuderia di Maranello, reduce dal flop ungherese e bersagliata dalle tante critiche ricevute. Invece è fiorito il terzo podio stagionale che archivia nel migliore dei modi questa prima parte deludente del campionato. Una boccata d’ossigeno in prospettiva futura, non tanto per l’annata in corso, quanto per la vettura del 2024 in fase di realizzazione. Alla vigilia di Spa, il Cavallino ha salutato Laurent Mekies (un addio annunciato) l’ex direttore sportivo prossimo ad accasarsi all’AlphaTauri. Le mansioni del tecnico francese sono passate a Diego Ioverno. Parlavamo dunque di sorpresa, i cui primi segnali si sono avuti qualifiche condizionate dal meteo, sempre imprevedibile nelle Ardenne. Leclerc s’è issato alle spalle di Verstappen, mentre Sainz quinto posizionava le due rosse davanti alle McLaren ed alle Aston Martin. Qualifiche affrontate quasi alla cieca, con poche tornate nelle libere 1 per la forte pioggia. Nella gara sprint bagnata, i cui primi giri si sono percorsi dietro alla Safety Car, le Rosse son partite rispettivamente quarta con Carlos e quinta con Charles e francamente non hanno brillato. I pit-stop per passare dalle full-wet alle intermedie sono stati fatali al Cavallino che ha visto l’iberico ed il francese concludere 4° e 5°, con rammarico per il tempo sprecato in pit-lane. Leclerc ha tirato in ballo pure la sorte poco benevola (che l’ha preso di mira), che però 24ore dopo non gli ha riservato tiri mancini. Sfruttando la partenza al palo, il “Principino” ha mantenuto la leadership finché ha potuto, dovendo abdicare quando è stato assalito da Perez. Consapevole dei valori in campo ha badato a blindare il podio ed alla fine l’ha portato a casa meritatamente. Discorso diverso per Sainz. E’ scattato a fionda infilandosi nel ginepraio dell’insidiosa Source, una tagliola che in passato ha fatto vittime illustri ed originato carambole spettacolari. Come scordarsi lo strike di Romain Grosjean nel 2012? Peccato che pure Piastri fosse animato da una foga analoga pigliando una traiettoria all’interno della curva ed il patatrac è stato inevitabile. Se Oscar ha dovuto subito dare forfait, Carlos ha proseguito con uno squarcio sulla parte destra ed il fondo danneggiato, sapendo purtroppo che la sua prova era compromessa. Ha tirato avanti perdendo via via posizioni sino al 24esimo giro quando ha imboccato la via dei box. E’ rimasto in pista così a lungo nella speranza che in caso di pioggia venisse esposta la bandiera rossa, che avrebbe permesso ai meccanici di riparargli la vettura. Il madrileno ha esternato così la sua amarezza:” Ho cercato subito di superare Hamilton alla prima curva. Quando ero alla corda lo avevo già passato ed ho sentito il contatto di Piastri, che ha commesso un errore di inesperienza. Tutti quelli che han provato ad entrare in quel modo alla Source han creato l’incidente. Ma non intendo dargli troppa colpa, perché è un incidente di gara. E’ un peccato – ha concluso il ferrarista – non esser stato in battaglia, in quanto la nostra monoposto era forte.” Il buon Carlos non ha voluto polemizzare oltre col suo rivale, tuttavia ci permettiamo di ritenere un po’ troppo precipitoso il suo blitz iniziale, considerando che il tracciato belga (il più lungo del mondiale con i suoi 7 chilometri) offre tanti punti dove superare quando hai tra le mani una macchina competitiva e la Ferrari lo era. Pure Leclerc, ai microfoni degli inviati di Sky, ha espresso un giudizio positivo sulla SF-23, mostrandosi anche stupito:” Avrei scommesso su Budapest e non su Spa. Dobbiamo studiare questo cambiamento perché qui abbiamo ottimizzato tutto e siamo stati rapidi in ogni condizione. Onestamente non credo si potesse fare di più. Siamo molto lontani da quelle che erano le nostre aspettative iniziali, ma preso atto della situazione la reazione è stata incredibile con un grande sforzo da parte della fabbrica.” Un impegno gravoso che alla fine ha avuto un meritato ritorno. Frederic Vasseur ha parlato di un fine settimana nel complesso soddisfacente:” Abbiamo mostrato un buon passo in ogni condizione, dal giro secco alla lunga distanza. Di sicuro, per quanto concerne i piloti è stato un 50 e 50 – ha analizzato il team boss – perché se per Charles tutto è andato bene, con la partenza dalla pole, la buona strategia, il ritmo e dei buoni pit-stop, per Carlos tutto è finito dopo una curva.” Comunque sia a guardare il bicchiere mezzo pieno, la Rossa è stata la prima tra i terrestri, ossia la seconda forza del Mondiale. Il time-out di agosto è quanto mai provvidenziale per permettere al Cavallino di ricaricarsi in vista del rush finale:” Oggi non siamo campioni del mondo – ha aggiunto Vasseur – ma siamo tornati e gli spunti positivi visti sono importanti. I margini con la concorrenza sono ristretti, dobbiamo andare avanti evitando reazioni eccessive e sistemare alcuni dettagli.” Per la Scuderia di Maranello quella di Spa è stata una domenica a due facce. Se da un lato ha rivisto il podio, dall’altro ha subito un distacco di oltre 32” dal primo classificato ed ha perso una grossa chance di incamerare punti importanti con Sainz, che le avrebbero permesso di spiccare un bel salto tra i costruttori e visti i tempi di magra sarebbe stata una vera e propria manna dal cielo.
Warning! Le parole pronunciate da Lewis Hamilton al termine del Gran Premio del Belgio turberanno non poco i sonni dei tecnici di Brackley durante le vacanze estive, un cruccio su cui riflettere e porre rimedio sulla prossima monoposto.” Oggi faticavamo ad avvicinarci a Leclerc. Non vedo l’ora di avere la vettura 2024, perché ci stiamo portando dietro da tanto tempo lo stesso problema.” Quale? Il bouncing. Ecco la parola che fa spavento. Vale a dire quel dannato saltellamento che affligge le Frecce Nere dall’anno scorso e che si è ripresentato sui rettilinei delle Ardenne. E dire che sulla macchina debuttava un’evoluzione delle nuove pance. A detta dell’eptacampione:” Occorreranno passi molto grandi per portare la macchina nella direzione giusta.” La nuova evoluzione della W14E è senza dubbio migliorata, ma l’avanzamento eccessivo del pilota è un concetto che andrà completamente rivisto. Il fine settimana belga è stato quindi al di sotto delle aspettative per la “Stella a Tre Punte” ed i piloti hanno cercato di racimolare più punti possibili al fine di rafforzare il secondo posto tra i costruttori. Un traguardo ambito per motivi sportivi e soprattutto economici. Hamilton dopo essere stato retrocesso da quarto a settimo nella garetta, colpevole di aver urtato Perez (penalty discutibile vista l’assoluzione di Piastri), ha cercato di fare meglio il giorno successivo e dopo essere uscito indenne dalla Source è andato a caccia di Leclerc fino alla fine, dovendo però desistere per il passo un po’ fiacco. Non gli è rimasto che agguantare il giro più veloce, togliendo così la ciliegina dalla torta di Verstappen. Sarà pure una magra consolazione, però essendoci di mezzo il suo accanito rivale, sa di punzecchiatura in attesa della resurrezione.” Era l’unica cosa che potevo fare – ha rivelato Lewis – le stiamo provando tutte per restare la seconda forza (il margine dalla McLaren è di 51 lunghezze) così come è importante per me il terzo posto tra i piloti.” Un obiettivo possibile, ora che il 38enne britannico è ad un solo punto da Fernando Alonso. Russell da ottavo è giunto sesto dopo esser stato inghiottito nei primi passaggi trovandosi con le gomme medie, mentre Hamilton era con le soft. Il team boss Toto Wolff non ha nascosto la propria frustrazione, anche se continua a credere che il suo gruppo di lavoro abbia imboccato la giusta direzione.
Risucchiata. Fresco del suo 42esimo compleanno, Fernando Alonso è parso più fiducioso verso la seconda parte di stagione. Ha terminato la corsa quinto tra le due Mercedes puntualizzando:” Dopo Silverstone e Budapest abbiamo avuto qualche preoccupazione ed il team ha introdotto alcune modifiche all’assetto dell’auto. Una soluzione che oggi ha portato i suoi frutti. La macchina sembrava più normale e veloce.” Nella “sprint race” l’asturiano ha guadagnato delle posizioni, poi è finito fuori ed in corsa s’è messo alle spalle una Mercedes ed una McLaren facendo di necessità virtù:” Non è stato un fine settimana facile per trovare il ritmo – ha evidenziato il due volte iridato – con le qualifiche sul bagnato e l’asfalto che cambiava di continuo. Di conseguenza non abbiamo girato molto sull’asciutto.” Pure Lance Stroll s’è difeso occupando il penultimo posto nei primi dieci. Ciò non toglie però che a Silverstone sono ben lontani dalle fiammate che gli avevano consentito di salire per sei volte sul podio. L’Aston Martin è terza nel campionato marche e la Ferrari recuperandogli 12 punti in un sol colpo gli è col fiato sul collo, i punti che dividono le due compagini sono solo cinque.
Steccata. Le ultime imprese della McLaren Mercedes con i due secondi posti di Lando Norris, avevano rilanciato le quotazioni della scuderia inglese. In Belgio è pure arrivato il posto d’onore del rookie Oscar Piastri nella “sprint race” e ciò spingeva la compagine diretta da Zac Brown a guardare con ottimismo alla corsa. Purtroppo le ambizioni dell’australiano, partito sesto, sono evaporate dopo la Source a causa di un contatto con la Ferrari di Sainz che l’ha costretto ad alzare bandiera bianca. “Non penso che potevo fare diversamente – s’è difeso Oscar sulla collisione – Sainz non mi ha dato tante opzioni. S’è trattato di un incidente da curva 1”. Norris (sesto nella garetta) ha chiuso 7° con la posizione che aveva al via. Per il britannico è stato un G.P. faticoso per via della scelta di un assetto carico (idem per Piastri) ed ha raggranellato un settimo posto che stona rispetto ai recenti exploit. Per contro a Woking sono allo studio nuovi sviluppi utili a riportare la MCL60 al vertice.
Rivoluzione Francese. Questi ultimi giorni hanno visto l’Alpine sotto i riflettori per quanto concerne la ristrutturazione della factory. Alla base, la ben nota questione relativa agli scarsi risultati ottenuti in pista dopo i primi 12 round. Ragione che ha scatenato la reazione del capo supremo Luca De Meo, il quale è ricorso alla ghigliottina. Al di là dell’ironia un po’ macabra, dopo quella dell’amministratore delegato Laurent Rossi (trasferito in un altro settore), sono saltate le teste di altri vertici: quelle del team principal Otmar Szafnauer (era certo di restare ad Enstone per 100 gare) e dello storico direttore sportivo Alane Permane. Pat Fry, il direttore tecnico, sentendo odore di tagli ha anticipato i tempi accordandosi per il suo passaggio alla Williams. Un terremoto scatenato il venerdì delle libere che ha catapultato il team nelle mani del nuovo arrivato Philippe Krief e di Bruno Famin, promosso ai piani alti. Trattasi con ogni probabilità di una soluzione in attesa dell’arrivo di nuovi manager, intanto però si evince che la parte francofona del gruppo ha preso il sopravvento su quella d’oltre Manica. Dal giugno scorso, Alpine è partecipata per il 24% da un gruppo finanziario statunitense, trattasi dell’Investor Group di cui fanno parte Otro Capitan, Maximum Effort Investment e Red Bird, il fondo finanziario di Gerry Cardinale, il “Number One” del Milan. Che questi nuovi partners vogliano incidere sul futuro del marchio francese? Supposizioni a parte, De Meo ha inteso dare un segnale forte ad una squadra che attualmente ha perso la bussola e che alla fine ha sortito una reazione in pista. Pierre Gasly è andato a podio col terzo posto nella garetta, mentre Esteban Ocon, partito dalla 14esima piazza ha tirato fuori le unghie nella seconda frazione di gara. Forte delle soft, alla tornata 30 ha sopravanzato Gasly e successivamente la Williams di Albon salendo 11°. Caricato a palla ha raggiunto Tsunoda ingaggiando un bel corpo a corpo regolando il nippon dell’AlphaTauri a Les Combes. Una volta nono s’è pure preso l’ottavo posto ai danni di Stroll. Punti importanti che fanno morale in una fase difficile placando un po’ le acque alquanto agitate.
Banzai! L’arrivo in AlphaTauri dell’esperto Daniel Ricciardo ha prodotto qualche contraccolpo su Yuki Tsunoda che in Ungheria è finito dietro all’australiano. Ma il 23enne di Sagamihara, al suo terzo anno a Faenza, non è rimasto a guardare. Nelle qualifiche ha colto un ottimo 11° crono (Ricciardo solo 19°) e se nella “sprint” non è andato oltre il 18esimo posto, la domenica è tornato a punti (decimo) dopo un’astinenza di sette G.P. Ricciardo partiva dal fondo (19°) ed ha guadagnato solo tre posizioni. Suo unico conforto una garetta dignitosa dove ha tagliato il traguardo in decima piazza. D’accordo che sia un pilota navigato e di talento, ma lo stato attuale della AT04 è quello che è ed i miracoli non sono all’ordine del giorno.
Giro di boa. Con il round numero 12, il Mondiale chiude il girone d’andata. Red Bull e Verstappen a parte (sempre vincitori), siamo di fronte ad un equilibrio talmente precario che senza i “bibitari”, farebbe di questo campionato uno dei più entusiasmanti di sempre. Tra la Mercedes seconda e la McLaren quinta c’è una forbice di 144 punti, in cui sono comprese l’Aston Martin terza e la Ferrari quarta. In calendario vi sono ancora 10 G.P. su piste differenti e la lotta si prospetta apertissima visti i continui sali-scendi continui dei competitors. Per via di queste monoposto così sensibili ed al tempo stesso solide (i ritiri per noie tecniche si contano sulle dita di una mano) basta poco per passare dalle stelle alle stalle. Finora buona parte dei pronostici sono stati regolarmente smentiti. La stessa Mercedes sa benissimo che dovrà sudarsi il posto d’onore a cui non hanno smesso di ambire l’Aston Martin e la Ferrari; la McLaren è un po’ più distante. Non a caso l’attento e pragmatico Wolff ha detto che si è tutti sulla lama di un coltello. La lotta per aggiudicarsi il primo posto nella “Formula Due” (termine partorito sempre da Wolff) è l’unico tema che rende ancora avvincente il resto di una stagione la cui fine è nota da tempo.
Ordine d’arrivo
1 – Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 44 giri
2 – Sergio Perez (Red Bull-Honda) – 22″305
3 – Charles Leclerc (Ferrari) – 32″259
4 – Lewis Hamilton (Mercedes) – 49″671
5 – Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes) – 56″184
6 – George Russell (Mercedes) – 1’03″101
7 – Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 1’13″719
8 – Esteban Ocon (Alpine-Renault) – 1’14″719
9 – Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes) – 1’19″340
10 – Yuki Tsunoda (Alpha Tauri-Honda) – 1’20″221
11 – Pierre Gasly (Alpine-Renault) – 1’23″084
12 – Valtteri Bottas (Alfa Romeo-Ferrari) – 1’25″191
13 – Guan Yu Zhou (Alfa Romeo-Ferrari) – 1’35″441
14 – Alexander Albon (Williams-Mercedes) – 1’36″184
15 – Kevin Magnussen (Haas-Ferrari) – 1’41″754
16 – Daniel Ricciardo (Alpha Tauri-Honda) – 1’43″071
17 – Logan Sargeant (Williams-Mercedes) – 1’44″476
18 – Nico Hulkenberg (Haas-Ferrari) – 1’50″450
Ritirati
Carlos Sainz
Oscar Piastri
Classifica Piloti
1° Verstappen 314 – 2°Perez 189 – 3° Alonso 149 – 4° Hamilton 148 – 5° Leclerc, Russell 99 – 7° Sainz 92 – 8° Norris 69 – 9° Stroll 47 – 10° Ocon 35 – 11° Piastri 34 – 12° Gasly 22 – 13° Albon 11 – 14° Hulkenberg 9 – 15° Bottas 5 – 16° Zhou 4 – 17° Tsunoda 3 – 18°Magnussen 2
Classifica Costruttori
1^ Red Bull-Honda 503 – 2^ Mercedes 247 – 3^ Aston Martin-Mercedes 196; 4^ Ferrari 191 – 5^ McLaren-Mercedes 103 – 6^ Alpine-Renault 57 – 7^ Haas-Ferrari, Williams-Mercedes 11 – 9^ Alfa Romeo-Ferrari 9 – 10^ Alpha Tauri-Honda 3