Published on Maggio 30th, 2023 | by Massimo Campi
0GP MONACO 2023: VERSTAPPEN SENZA RIVALI
Di Carlo Baffi – Immagini © Enrico Ghidini
L’olandese salito in cattedra dalle libere 2, ha impartito a tutti una storica lezione al volante di una Red Bull perfetta. Un encomiabile Alonso è giunto secondo sull’Aston Martin davanti ad un ottimo Ocon con l’Alpine. Parecchio attardate le Ferrari precedute dalle Mercedes.
L’80esima edizione del Gran Premio di Monaco non s’è fatta mancare nulla. Un duello palpitante per la pole tra due big come Alonso e Verstappen, la pioggia in gara, l’exploit di Ocon a podio e la vittoria del Campione del Mondo in carica, leader assoluto del mondiale. Un “Mad Max” letteralmente incontenibile. Non è stato fermato da quella vecchia volpe di Alonso, due volte iridato. Non è stato messo ko da muri e barriere nonostante cinque toccate tra sabato e domenica. E non è stato messo in crisi manco dalla pioggia abbattutasi sul Principato più cospicua del previsto a partire dal 52° giro. Niente da fare! Con questo Max Verstappen e questa Red Bull non c’è proprio storia, pure su un tracciato ad alto carico come quello monegasco in cui l’aerodinamica conta meno che da altre parti. Un dato di fatto che avvicina sempre di più l’olandese alla sua terza corona iridata, salvo stravolgimenti di portata eccezionale. Sarà comunque interessante seguire la lotta tra i rivali, i terrestri, che anche a Monte Carlo ha riconfermato i valori visti finora, con l’aggiunta di una sorpresa quale l’Alpine.
Monologo. Partiamo dalla fine. Calata la bandiera a scacchi, sulla finish-lane come da protocollo, il match winner veniva intervistato da David Coulthard: ebbene queste due figure sono la sintesi dei 19 anni disputati dalla Red Bull Racing in F.1. Nel 2006 infatti, proprio il 28 maggio a Monte Carlo, lo scozzese conquistava il primo podio del team anglo-austriaco al volante della RB2. Di fronte a lui c’è Verstappen, da ieri il pilota più vincente del clan Milton Keynes. Comuni denominatori: il team principal Chris Horner, l’influente eminenza grigia Helmut Marko ed il “genio” Adrian Newey. Un trio delle meraviglie sotto la cui gestione, sono arrivati 5 titoli costruttori, 6 piloti e 98 vittorie. Un bilancio che avrebbe certamente reso orgoglioso Dietrich Mateschitz il deus ex machina creatore della Red Bull scomparso lo scorso anno. A Verstappen mancano sono solo due successi per eguagliare le vittorie del grande Ayrton Senna ed arricchire il suo palmares, anche se non ne ha bisogno: da tempo fa parte del gotha dei mostri sacri. Erano in parecchi a sostenere che le caratteristiche singolari di Monaco avrebbero ridotto lo strapotere degli anglo-austriaci, invece dopo aver trovato il giusto set-up tra le libere 1 e 2, l’orange ha messo tutti in riga e sabato pomeriggio s’è inventato una magia entrata immediatamente nella storia. A pochi secondi dalla fine delle qualifiche ha scippato la pole ad Alonso ammutolendo il box dell’Aston Martin che già stava festeggiando. Un giro più che perfetto con tre piccoli baci alle barriere che non hanno minimamente danneggiato la RB19. E siccome ripeterà questa manovra in gara per altre due volte, non si deve parlare solo fortuna (del resto i fuoriclasse godono dei favori della dea bendata), ma di una sensibilità unica che gli ha permesso con quelle toccate di aggiustare la traiettoria della macchina, quasi giocasse di sponda come a biliardo. Un Fenomeno unico, che ha siglato nel modo migliore la sua prima partenza al palo nel Principato. Riguardo alla corsa è scattato con le medie mantenendo il comando senza forzare, guardato a vista da Alonso che ha puntato invece sulle hard, una scelta che costringeva Max ad allungare il più possibile il suo primo stint. Non poteva fermarsi prima del suo inseguitore e perdere la leadership. La sua RB19 però era così ben equilibrata da permettergli di procedere con le stesse coperture fino al passaggio 55, ben oltre la finestra consigliata dalla Pirelli. E quando è sopraggiunta la pioggia s’è pure preso il lusso di effettuare una tornata sul bagnato vestendo i panni dell’equilibrista. Alla fine ha portato ha casa il bottino pieno rifilando un punteggio di 25 a 0 al suo compagno di squadra. Sergio Perez ricorderà a lungo questo fine settimana, un’autentica Waterloo. Dopo essersi schiantato all’inizio della Q1 a Saint Devote compromettendo il suo Gran Premio partendo ultimo, è andato in tilt. Doppiato per ben due volte da Max, ha effettuato quattro soste e nel risalire le posizioni è entrato in rotta di collisione con Stroll, Magnussen e Russell. E dire che dopo Baku, il vincitore dell’anno passato era stato eletto Re dei circuiti cittadini e qualcuno aveva pure osato credere che poteva essere l’antagonista di Verstappen nella lotta iridata. A Monaco il confronto tra i due è stato più impietoso che mai, con “Checo” risultato l’esatto contrario di Max. Nella classifica piloti l’olandese guida con 39 lunghezze in più sul messicano, che deve guardarsi le spalle da Alonso a quota 12. Consiglio:” Caro Sergio, anziché rincorrere sogni di gloria iridata, è meglio cercare di consolidare la seconda piazza, che è pur sempre un traguardo più che dignitoso, oltre che utile all’economia del team.” Nella graduatoria costruttori, la forbice tra la Red Bull e l’Aston Martin, l’inseguitrice più vicina è di 129 punti dopo solo sei appuntamenti. E qui torna a galla la profezia di George Russell, quando a inizio campionato espresse il serio pericolo di una Red Bull vincitrice di tutti i Gran Premi. Un’impresa mai successa nella storia.
Rammarico. Francamente Alonso, nella trasferta monegasca puntava in alto. Fin dalle libere ha mostrato di essere in palla, in Q3 ha piazzato un giro monstre in 1’11”449 annichilendo tutti tranne Verstappen che l’ha battuto per un battito di ciglia con 1’11”365. Un colpo basso duro da accettare, ma non s’è perso d’animo e proiettandosi al giorno dopo ammoniva:” Io di solito parto bene, Max invece non è sempre costante, speriamo sbagli qualcosa.” Quasi una gufata provocatoria per mettere del pepe sulla coda del nemico. Allo start ha mantenuto la seconda posizione e pur non restando incollato agli scarichi della RB19, gli è rimasto negli specchietti come una potenziale minaccia. Una guerra di logoramento confidando sugli imprevisti che a Monte Carlo sono di casa. E quando è arrivata la pioggia, Fernando ha informato il suo team di preparargli le intermedie, ma inspiegabilmente s’è trovato un set di slick medie. Era il giro 55. Una volta tornato in pista, l’acqua s’era fatta più consistente (altro che la pioggia leggera delle previsioni) e così s’è visto costretto ad un secondo pit: un lusso che non puoi permetterti nel confronto con la Red Bull. Eppure l’iberico non ha mollato costringendo il capofila a non distrarsi. Solo quando il gap è arrivato a 25”, ha portato il fieno in cascina consolidando il secondo posto; il suo ultimo podio monegasco lo ottenne nel 2012, quando chiuse terzo con la Ferrari. A detta di Mike Krack, il direttore sportivo di Aston Martin, quando sono state montate le medie c’era la convinzione di arrivare fino in fondo, perché la pista si sarebbe asciugata velocemente. Un errore di valutazione ammesso dal manager che spiega:” Nella zona dei box pioveva molto meno e pensavamo che le intermedie si sarebbero degradate rapidamente su questa parte del tracciato. Abbiamo così optato per le medium e dopo un giro s’è capito che la soluzione non funzionava. Comunque non credo che sia stata un’occasione di vittoria persa. Se avessimo montato le intermedie lo avrebbe fatto anche Max, che aveva già un buon margine. Non penso quindi che sarebbe cambiato molto.” Tesi che non fa una grinza, ma il cruccio resta ed un trionfo in un G.P. così blasonato avrebbe avuto un grande risalto. Alonso s’è limitato a dire che non era facile decidere, una reazione un po’ inconsueta dato il suo temperamento poco incline a perdonare gli errori del team. In questo caso ha evitato intelligentemente le polemiche che al momento minerebbero la crescita della compagine di Silverstone. Dopo aver compiuto un eccezionale salto di qualità sul piano dei risultati, si ha l’impressione che la scuderia dell’abile e facoltoso Lawrence Stroll debba ancora maturare per essere un top team a tutti gli effetti. E’ la seconda forza del campionato, anche se è “Alonso-centrica”. Dei 120 punti incamerati, 93 sono dello spagnolo, contro i 27 di Lance Stroll autore di una prova sotto tono culminata con un ritiro. Fernandoinvece non finisce di sorprendere, alla soglia dei 42 anni è motivato come un giovane e con ogni probabilità, non avendo più nulla da dimostrare corre con la mente sgombra puntando solo a divertirsi ed il bello deve ancora venire. Per adesso diamogli un bel 10 e lode.
Bravò! La mente torna alla sfuriata dell’Amministratore Delegato dell’Alpine Laurent Rossi, che dopo il G.P. dell’Azerbaijan aveva sollevato di peso la scuderia. Da li in avanti i suoi due piloti, Pierre Gasly ed Esteban Ocon sono sempre entrati nella top-ten ed a Monte Carlo s’è materializzato persino il podio. La A523 è stata competitiva sin dal venerdì ed il giorno dopo Ocon centrava il quarto tempo in Q3, trasformatosi in terzo con la retrocessione di Leclerc: un aiuto non da poco. Così dopo ottimo spunto al via, il transalpino s’è mantenuto alle spalle dei primi due respingendo gli assalti di Sainz. A dieci tornate dal traguardo, su un asfalto reso scivoloso dall’acquazzone era sempre terzo a 16”4 da Alonso e con 2”2 di margine su Hamilton che l’ha messo sotto pressione. Esteban ha mantenuto la freddezza ed ha completato la missione liberando la sua gioia sul podio. “A partire dai giorni trascorsi al simulatore a tutte le sessioni di prove, siamo sempre migliorati. E’ stato un week end molto diverso rispetto ai precedenti passati a Monaco – rivelava il francese – in cui avevo paura di avvicinarmi ai muri e siamo sorpresi dalla nostra monoposto. Ora dobbiamo stare coi piedi per terra e dedico il podio a tutta la squadra.” Grazie al settimo posto di Gasly, l’Alpine blinda la sua quinta piazza tra i costruttori.
Well done. Un altro dato positivo emerso dalla tre giorni monegasca è arrivato dalla McLaren-Mercedes che ha portato entrambe le vetture nei primi dieci: nono Lando Norris e decimo il rookie Oscar Piastri, scattati rispettivamente dalla 10^ ed 11^ posizione. Un ottimo passo avanti, sintomo della reazione del gruppo di Woking dopo un inizio stagione complicatissimo.
Working progress? Con la cancellazione del Gran Premio di Imola a causa dell’alluvione, le attese per la versione B della nuova Mercedes si sono spostate tutte sulla trasferta nel Principato. Il team boss Toto Wolff ha messo però le mani avanti confessando che nemmeno la corsa di Barcellona sarà sufficiente per trarre delle conclusioni sulla rinnovata W14. La strada sarà pure lunga, ma quanto visto a Monte Carlo dimostra la solidità del gruppo di Brackley. Come al solito le Frecce Nere hanno capitalizzato il lavoro di venerdì e sabato la domenica. Lewis Hamilton e George Russell si sono qualificati quinto ed ottavo ed in gara han tirato fuori gli artigli. Lewis con le medie ha attaccato Sainz sin dai primi metri sulla salita che porta al Casinò tenendosi dietro Leclerc, mentre George, con le dure, procedeva sornione tra Gasly e Tsunoda. Nella seconda frazione del Gran Premio, grazie ad una strategia azzeccata, le due Frecce Nere occupavano la quarta e quinta posizione. Se l’acqua non impensieriva più tanto l’eptacampione, Russell invece giungeva lungo al Mirabeau e nel ripartire tagliava la strada a Perez che lo colpiva. Per fortuna i due potevano continuare, ma lo svarione procurava al britannico 5” di penalità pregiudicandogli le possibilità di guadagnare posizioni. Eloquente il suo mea culpa nel post-gara:” Mi prenderei a calci, perché il terzo posto era quasi garantito. E’ il risultato che si ha quando non si è concentrati e si commettono certi sbagli. Forse senza le bandiere gialle sarei stato più attento, non sarei finito fuori e non avrei fatto perdere al team il podio.” Russell ha chiuso quinto alle spalle di Hamilton, autore del giro più veloce realizzato alla tornata 33 (1’15”650). Lewis ha pressato Ocon fino alla fine, ma sulle stradine del Principato è avvantaggiato chi si difende. I 23 punti guadagnati dai piloti di Wolff sono importanti e permettono alla Mercedes di muoversi alla volta della Spagna con una certa fiducia. Al di là delle parole del team boss, la pista di Montmelò con le diverse tipologie di curve, sarà il terreno migliore per verificare gli effetti della cura messa in atto da James Allison.
Rimandata. Una bocciatura del Cavallino, nonostante un G.P. molto opaco, sarebbe stata una punizione troppo severa. Come detto sopra per la Mercedes, il circuito monegasco non era certo il migliore per poter avere delle indicazioni, di conseguenza tutto è rinviato a Barcellona, dove saranno introdotti rilevanti sviluppi sulla SF23. Ciò non toglie che quanto visto nel Principato conferma il difficile momento che sta attraversando la Ferrari. Continua a persistere l’involuzione della domenica e questo preoccupa non poco i piloti. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno va detto che Charles Leclerc e Carlos Sainz hanno lottato per la pole in Q3, ed il monegasco ha chiuso terzo ad un solo decimo dalla pole, mentre il madrileno era quinto. Tutto sommato non male. Peccato che Charles sia incappato nella penalizzazione per aver ostacolato il giro veloce di Norris nelle ultime fasi della Q3, che lo ha retrocesso di tre posti in griglia. Il ferrarista, durante il giro di rientro, è stato avvisato in ritardo dal pit-wall del sopraggiungere della McLaren, che ha dovuto abortire il tentativo all’ingresso del tunnel. Una responsabilità non da poco da parte del team, che ha messo in salita il Principino, sul quale continua ad aleggiare una sorta di maledizione nella gara di casa. Riguardo a Sainz, il madrileno è rimasto troppo a lungo dietro Ocon perdendo il contatto con Verstappen e Alonso. Spazientitosi, Carlos ha sferrato l’assalto all’Alpine nel corso dell’11esimo giro all’uscita del tunnel finendo per urtare il rivale e rovinando l’ala anteriore. Sul bagnato, per Sainz s’è fatta ancora più dura: è andato lungo al Mirabeau dove pioveva maggiormente, finendo così alle spalle delle Mercedes, di Gasly e di Leclerc. E qui c’è da chiedersi perché alle rosse non siano state montate in anticipo le gomme da pioggia. Frederic Vasseur, Team Principal e General Manager Ferrari ha spiegato che non si aspettavano una pioggia di tale intensità:” Abbiamo puntato sulla possibilità che ci fosse poca acqua in pista e che poi l’asfalto si sarebbe asciugato in fretta.” Così le rosse si sono fermate con un giro di ritardo mentre le Mercedes e Gasly han fatto la sosta prima. “Abbiamo fatto una scommessa – ha proseguito Vasseur – e col senno di poi è facile dire cosa sarebbe andato meglio, ma non me ne pento. Già prima del via sapevamo che occorreva rischiare per puntare al podio.” Morale: Leclerc è terminato sesto a 61”8 da Verstappen e Sainz, ottavo a 63”3. Distacchi non accettabili per un team che aveva raggiunto Monaco carico di ottimismo. Ora non resta che attendere il fine settimana catalano per capire in quale direzione dovrà andare il Cavallino. Se credere ancora nella filosofia progettuale della SF23, o cambiare strada. Un 55° compleanno non certo sereno per Vasseur, al timone di una compagine che si trova davanti ad un bivio fondamentale non solo per la stagione in corso, bensì anche per il 2024.
Post Scriptum. Il fine settimana dell’80° Gran Premio di Monaco, sarà ricordato dall’automobilismo italiano per l’impresa compiuta dal 18enne palermitano Gabriele Minì, che alla sua prima stagione nel campionato Fia F.3 ha centrato la pole e la vittoria nella Feature Race di domenica mattina nel Principato. Il pilota del team inglese Hitech GP e facente parte dell’Alpine Academy Driver, ha preceduto la coppia dell’italiana Prema Racing formata da Dino Beganovic (svedese) e Paul Aron (estone). Nella classifica di campionato, Minì figura secondo con 56 punti contro i 73 del leader Gabriel Bortoleto (brasiliano) della Trident, altra compagine di casa nostra.
Ordine d’arrivo
1° Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 78 giri 1.48’51″980
2° Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes) – 27″921
3° Esteban Ocon (Alpine-Renault) – 36″990
4° Lewis Hamilton (Mercedes) – 39″062
5° George Russell (Mercedes) – 56″284
6° Charles Leclerc (Ferrari) – 1’01″890
7° Pierre Gasly (Alpine-Renault) – 1’02″362
8° Carlos Sainz (Ferrari) – 1’03″391
9° Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 1 giro
10° Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 1 giro
11° Valtteri Bottas (Alfa Romeo-Ferrari) – 1 giro
12° Nyck De Vries (Alpha Tauri-Honda) – 1 giro
13° Guan Yu Zhou (Alfa Romeo-Ferrari) – 1 giro
14° Alexander Albon (Williams-Mercedes) – 1 giro
15° Yuki Tsunoda (Alpha Tauri-Honda) – 2 giri
16° Sergio Perez (Red Bull-Honda) – 2 giri
17° Nico Hulkenberg (Haas-Ferrari) – 2 giri
18° Logan Sargeant (Williams-Mercedes) – 2 giri
Ritirati
Kevin Magnussen
Lance Stroll
Classifica piloti
1° Verstappen 144 – 2° Perez 105 – 3° Alonso 93 – 4° Hamilton 69 – 5° Russell 50 – 6° Sainz 48 – 7° Leclerc 42 – 8° Stroll 27 – 9° Ocon 21 – 10° Gasly 14 – 11° Norris 12 – 12° Hulkenberg 6 – 13° Piastri 5 – 14° Bottas 4 – 15° Zhou, Tsunoda, Magnussen 2 – 18° Albon 1
Classifica costruttori
1^ Red Bull-Honda 249 – 2^ Aston Martin-Mercedes 120 – 3^ Mercedes 119 – 4^ Ferrari 90 – 5^ Alpine-Renault 35 – 6^ McLaren-Mercedes 17 – 7^ Haas-Ferrari 8 – 8^ Alfa Romeo-Ferrari 6 – 9^ Alpha Tauri-Honda 2 – 10^ Williams-Mercedes 1