Published on Maggio 18th, 2023 | by Massimo Campi
0Ferrari F93A la delusione del 1993
La chiamarono F93A, doveva essere la monoposto della riscossa dopo quella tremenda stagione 1992, con una la F92A, una vettura lenta ed instabile. Eppure anche la sua erede non è riuscita a fare molto meglio. Erano anni in cui la squadra corse di Maranello si stava rifondando, con un giro di tecnici che non faceva certamente bene alla stabilità ed allo sviluppo.
La F92A era stata uno monoposto che aveva avuto spunti interessanti, soprattutto da punto di vista aerodinamico con quella linea e le prese d’aria ovali che la facevano somigliare ad un caccia. Era figlia del duo Postlethwaithe-Migeot, due valenti tecnici, mortificati da una meccanica lenta e poco affidabile. Ma a Maranello non si poteva minimamente mettere in dubbio la validità di un 12 cilindri e le colpe venivano fatte ricadere sull’aerodinamica che non era mai stata adeguatamente sviluppata per via di una mancanza di stabilità nelle prestazioni.
A Maranello vengono tagliate alcune teste e Luca Cordero di Montezemolo richiamò a Maranello “mister lampadina” John Barnard, che già aveva collaborato con la Ferrari nel 1989 e 1990, offrendogli un contratto a lungo termine per varare un progetto di rilancio della squadra corse. Il progettista inglese, che non ha mai avuto simpatia per l’Italia ma gli hanno sempre fatto comodo i lauti guadagni provenienti da Maranello, ha subito richiesto la creazione di una struttura denominata Ferrari Design and Development, con sede in Inghilterra per la progettazione e lo sviluppo delle monoposto. Il primo incarico riguarda la realizzazione delle F93A, una vettura di transizione ma dotata di vari ausili elettronici per la stagione 1993, per poi realizzare una successiva nuova monoposto per le stagioni seguenti.
La F93A si presenta come una monoposto con una linea abbastanza convenzionale con una aerodinamica basata sul muso rialzato come la monoposto precedente, ma dotata di pance molto tradizionali senza prese d’aria ovoidali e doppio fondo. La F93A viene dotata di sospensioni attive, la soluzione tecnica adottata dalla Williams, ,ma molto meno efficiente sulla vettura italiana. Il motore è il V12 tipo 041, accreditato di circa 700 cv di potenza. Per i piloti arriva la riconferma di Jean Alesì, mentre ritorna Gerard Berger al posto di Nicola Larini che manteneva il ruolo di collaudatore.
La F93 A venne presentata a Maranello pochi giorni prima del Natale del 1992 con grande anticipo rispetto agli usi della Scuderia per consentire un adeguato tempo di sviluppo alle nuove soluzioni ed alle sospensioni attive. Durante i test invernali la vettura appare subito piuttosto lenta e la stagione 1993 non sarà certamente da ricordare negli annali della Scuderia Ferrari. La monoposto non è minimamente all’altezza della rivale Williams che domina la stagione. Le gare sono spesso costellate da problemi tecnici e ritiri, come migliori risultati ci sono due terzi posti a Monaco con Alesì e Ungheria con Berger ed il secondo posto a Monza per il francese. Le 16 prove stagionali videro il dominio della Williams FW15 con le sospensioni attive che conquista il titolo costruttori con Prost, Campione del mondo piloti e Damon Hill. Ayrton Senna conquista cinque vittorie con la McLaren-Ford, seguito dal giovane Michael Schumacher che conquista la vittoria all’Estoril con la Benetton-Ford.
Per il terzo anno di fila la Ferrari rimase a secco di vittorie e pole position; come nel 1992, inoltre, non fissò nessun giro veloce in gara e la rossa concluse il mondiale costruttori 1993 al quarto posto con 28 punti, 12 dei quali conquistati da Berger e 16 da Alesi.
Dopo tante delusioni serviva una cambio di rotta e Luca Montezemolo assume il nuovo Team Manager Jean Todt che inizia un lungo lavoro di rifondazione della squadra che porterà ai futuri risultati ed ai titoli mondiali del terzo millennio.
Immagini © Massimo Campi