Published on Maggio 9th, 2023 | by Massimo Campi
0Miami: Verstappen, il Terminator.
Di Carlo Baffi
Dominio assoluto dell’iridato che partendo nono, rimonta ed annichilisce il compagno Perez che completa la doppietta Red Bull. Alonso, terzo e primo dei “terrestri” conferma la competitività dell’Aston Martin. Deludono invece le Ferrari giunte rispettivamente quinta e settima con Sainz e Leclerc, superati dalle Mercedes di Russell ed Hamilton.
Avete presente quando viaggiate su un treno locale e di colpo venite superati da un convoglio ad alta velocità avvertendo lo spostamento d’aria? Ecco, probabilmente è quello che devono aver provato i piloti del Circus quando sono stati superati dalla Red Bull di Max Verstappen sul tracciato di Miami. Eppure, il Gran Premio in terra americana s’annunciava tutt’altro che facile per il Campione del Mondo in carica, complice un suo leggero errore e la sfortuna nell’ultima sessione delle qualifiche che l’aveva relegato in nona posizione. Un calice reso ancora più amaro dalla pole siglata dal suo compagno Sergio Perez sulla monoposto gemella. Il messicano ha beneficiato della bandiera rossa causata dall’uscita di Leclerc ed ha salvaguardato il suo 1’26”841, ribadendo il suo feeling sui tracciati cittadini. Un colpo di fortuna per “Checo” che già pregustava il suo terzo successo stagionale e magari il raggiungimento della vetta della classifica. Un’illusione pura, che ha iniziato a sgretolarsi dal 16esimo dei 57 giri previsti, ossia quando l’olandese era già secondo alle calcagna di Perez, autore di un’ottima partenza. Finito nel mirino di “Mad Max” che procedeva con un ritmo impressionante (ha toccato i 350 km/h), la sua sorte era praticamente segnata. Impressionante il sorpasso effettuato da Max al quarto passaggio: s’è divorato in un solo colpo la Haas di Magnussen e la Ferrari di Leclerc mentre erano in lotta. Un’azione che ha fatto capire le intenzioni del leader del mondiale, il quale allo spegnimento dei semafori è partito a fionda per una rimonta in stile Ungheria e Belgio 2022. D’altronde al termine delle qualifiche, seppur contrariato e conscio di essersi complicato la vita da solo, aveva affermato di puntare almeno al secondo posto, ma di voler vincere. Pensate che in Q2, l’orange ha fermato i cronometri a 1’26”814 girando con gomme usate, un tempo inferiore alla pole del compagno. Ebbene a questo potenziale aggiungiamoci la carica emotiva accumulata da Max forse indispettito dalle parole di Perez reo di aver alzato un po’ troppo la cresta. Del resto partire al palo col diretto avversario dietro, era una chance davvero importante per il messicano, spinto dai tanti supporters giunti a Miami. Ma Verstappen ha intuito che con una prova autoritaria avrebbe ribadito il suo ruolo di prima guida dopo i malumori di Baku, minando contemporaneamente le certezze psicologiche del compagno-rivale. E così è avvenuto. Nel vedere Verstappen negli specchietti e con un vantaggio di circa 3”7, Perez forzava informandosi più volte via radio sui tempi dell’inseguitore, giocando poi d’anticipo ed effettuando il pit-stop alla 21esima tornata. Dalle medie passava alle dure come quelle montate al via da Max. In veste di leader, il due volte iridato procedeva indisturbato sino a 11 giri dalla fine con gli stessi pneumatici senza patire alcun degrado, segno inequivocabile di come la RB19 sia molto ben equilibrata. Con un margine di 18”2, poteva quindi fermarsi al passaggio 46 e ripartire con le medie fresche e più morbide. Un asso nella manica rispetto al nuovo capofila, che ha calato appena rientrato in battaglia. Perez ha provato a difendersi respingendo il primo attacco, ma al secondo è capitolato. Tornato davanti, l’olandese ha tenuto aperto il gas portandosi a 1”5 dall’avversario non consentendogli più di utilizzare il DRS. S’è così involato verso il suo terzo trionfo stagionale, 38 esimo in carriera; gliene mancano soltanto tre per raggiungere il grande Ayrton Senna. Ma non è finita, perché ad un giro dalla fine, “Mad Max” faceva suo pure il passaggio più veloce (1’29”708). Era il knock-out definitivo per Perez che chiudeva a 5”384; Alonso 3° finiva addirittura a 26”305. Se Verstappen, una volta uscito dall’abitacolo non mostrava un particolare entusiasmo per l’impresa, Perez accusava il colpo:” Ho dato tutto, ma soprattutto nel primo stint non avevo passo e ciò a compromesso tutta la gara, non essendo riuscito a fare la differenza. Max ha fatto una gran gara e si è meritato la vittoria.” Parole che sanciscono la resa incondizionata di Sergio. Per lui l’ora d’aria è finita e salvo cataclismi epocali, dovrà accontentarsi di vittorie occasionali e di consolidare il posto d’onore in classifica. Ora si trova a 14 lunghezze dal fenomeno e ne vanta 30 su Alonso, in terza posizione. Decisamente più ampio il divario nella graduatoria Costruttori, in cui la Red Bull ha 122 punti sulla Aston Martin seconda e 128 sulla Mercedes. E questo dopo soli cinque Gran Premi (pardon 6 contando anche la Sprint Race di Baku) vinti sempre dai “bibitari”, i quali hanno la concreta possibilità di conquistare tutte le tappe del Campionato 2023. Una profezia lanciata poco tempo fa dall’alfiere della Mercedes George Russell. A detta del clan di Milton Keynes, fra un po’ non ci saranno più sviluppi sulle RB19, a causa della penalità per lo sforamento del budget-cap del 2021 che impone meno ore in galleria del vento. Ma la differenza con il resto del gruppo è tale che Adrian Newey & C. possano iniziare a dedicarsi al progetto 2024. Diciamolo, il mondiale è già deciso.
Consistenza. Se in Azerbaijan, l’Aston Martin era stata al di sotto delle aspettative, s’è ampiamente riscatta in Florida. Fernando Alonso ha centrato il quarto podio del 2023, sempre terzo alle spalle del duo Red Bull. L’AMR23 consolida il suo status di seconda forza ponendosi al comando del mondiale degli umani, con Alonso a fare ovviamente la parte del leone. A Miami, Fernando partiva dalla seconda piazza e non ha fatto fatica a regolare la concorrenza. L’ottimismo crescente della compagine di Silverstone si riassume nelle considerazioni del driver asturiano che ora alza l’asticella:” La macchina è fantastica, ma se alla prima corsa ero contento del terzo posto, dopo averne conseguiti quattro, vorrei almeno un secondo.” Finora la AMR23 ha stupito in positivo grazie ad un lavoro eccezionale, però è bene essere cauti sul futuro ed attendere il prossimo appuntamento fra due domeniche ad Imola. Finalmente si corre su una pista permanente, tradizionale, vera, in grado di fornire dati interessanti dopo cinque gare di cui le ultime quattro su circuiti cittadini. Senza contare che molte scuderie porteranno novità che potrebbero incidere sui valori delle forze in campo e rendere ancora più avvincente la battaglia tra gli inseguitori delle Red Bull.
Catenaccio. Tra le squadre che guardano al Gran Premio dell’Emilia Romagna con grandi speranze c’è la Mercedes. In riva al Santerno debutterà la versione B della W14, che dovrebbe permettere un cambio di rotta abbandonando la filosofia progettuale di Mike Elliot rivelatasi un flop. Ora a Brackley è ritornato il fido James Allison, su cui grava il compito di riportare in auge la “Stella a Tre Punte”. Per lui il primo banco di prova sarà proprio quello imolese, anche se il team boss Toto Wolff mette provvidenzialmente le mani avanti dicendo che lo scopo principale non è quello di guadagnare subito in prestazioni, bensì di avere una valida base per lavorare in vista dell’anno prossimo. Nel frattempo le Frecce Nere hanno continuato a giocare in difesa cercando di non perdere terreno dai rivali. Reduci dalla poco felice trasferta azera, i due drivers britannici hanno rimediato un quarto ed un sesto posto a Miami, rispettivamente con Russell e Lewis Hamilton. E vedendo quanto successo in qualifica gli anglo-tedeschi possono sorridere. George aveva rimediato un sesto posto che non compensava l’amarezza per l’esclusione di Lewis dalla Q3. Poi la domenica, come spesso è già accaduto, le W14 sono riuscite a difendersi con orgoglio. L’eptacampione se l’è giocata sulla distanza effettuando la sosta soltanto al 37esimo passaggio, guadagnando posizioni nel finale grazie alle nuove medie. Buono anche il recupero di Russell che s’è preso la quarta piazza ai danni di Sainz. Dulcis in fundo, la Mercedes ha messo nel carniere i punti che gli permettono di essere terza tra i costruttori in attesa di quella resurrezione agognata soprattutto da Hamilton, che da vero stoico va avanti a digerire rospi e spera di poter tornare a combattere al più presto per l’ottava corona.
Rebus. A fronte del podio conquistato a Baku con Leclerc, la Ferrari è sbarcata in Florida con l’obiettivo di continuare a crescere. La domenica scorsa però qualche saggio, senza lasciarsi trascinare dalla ventata di ottimismo, si chiedeva se c’era da fidarsi della Rossa vista sul Mar Caspio. Un’osservazione che vista a posteriori s’è rivelata acuta, perché la SF-23 ha subito una nuova battuta d’arresto. Il primo dei suoi piloti, Carlos Sainz è finito quinto ad oltre 42” dal vincitore, mentre Charles Leclerc ha chiuso settimo dopo una prova incolore ed anonima: entrambi messi dietro da quelle Mercedes, che non sono irresistibili. Una Ferrari dai due volti, alle prese con la solita metamorfosi negativa della domenica. Il sabato Sainz s’era qualificato terzo e Leclerc settimo, dopo esser finito contro le barriere nel secondo assalto alla pole. Per il monegasco s’è trattato del secondo crash in due giorni sempre nello stesso punto, una botta che gli ha provocato un fastidio al collo e che ha comportato la sostituzione di gran parte del retrotreno come la sospensione, l’ala posteriore ed il cambio, fortunatamente senza procurare alcuna penalità in griglia. Una volta in gara il “Principino” è andato in crisi fin dai primi chilometri, faticando persino a tener dietro la Haas di Kevin Magnussen spinta dallo stesso propulsore della Rossa. Insomma un fine settimana da dimenticare, in cui probabilmente visto il comportamento scorbutico della SF-23, Charles è finito preda dell’ansia da prestazione ed osando più del dovuto l’ha pagata cara. Sainz invece è stato più conservativo cercando di migliorare la sua intesa con la vettura. Scattato bene, ha cercato di tenere la terza posizione fino al giro 14 quando è stato raggiunto e freddato da Verstappen. Il madrileno ha continuato quarto avvicinandosi ad Alonso per poi anticipare il suo pit-stop che gli è costato 5” di penalità per eccesso di velocità in corsia box. Ma come può spiegarsi questo calo in sette giorni? Leclerc ha parlato di una gara difficile aggiungendo:” dobbiamo lavorare tanto per avere una macchina più costante sul passo.” Sainz ha evidenziato il problema dello sbalzo di prestazioni tra qualifiche e Gran Premio:” Non capisco perché lottiamo per la pole e quando montiamo le gomme hard siamo così lenti.” Critico anche il Team Principal e General Manager Frederic Vasseur:” Dobbiamo capire perché siamo così incostanti tra la qualifica e la corsa.” A Miami la Ferrari ha portato il fondo nuovo e l’ala di medio carico col mono-pilone, aggiornamenti a cui se ne aggiungeranno altri ad Imola nel Gran Premio di casa. Una domenica cruciale per il Cavallino, perché davanti al “popolo della Rivazza”, avrà l’obbligo di non rimediare magre. E’ vietato sbagliare! D’accordo il campionato sarà pure un miraggio, ma ritornare sul podio non deve essere un sogno mostruosamente proibito.
Allez les Bleus! La retrocessione a sesta squadra tra i costruttori superata dalla disastrosa McLaren-Mercedes, dopo un 2022 chiuso al quarto posto, ha fatto imbufalire i vertici dell’Alpine. Le previsioni per il campionato in corso erano decisamente altre, così l’Amministratore Delegato Laurent Rossi, dopo il G.P. di Baku, ha tuonato senza mezzi termini:” E’ deludente, è proprio negativo. Quest’anno è cominciato con prestazioni e risultati pessimi. La nostra posizione in classifica non è degna delle risorse investite e siamo abbastanza lontani, per non dire molto distanti, dall’obiettivo finale di quest’anno. Si possono commettere errori, ma da questi bisogna imparare. E quando si commettono gli stessi sbagli due volte significa che non si è capito e che non ci si assume la responsabilità.” Una sferzata che deve aver scosso il team. Non a caso, grazie anche alle nuove soluzioni introdotte proprio al Miami International Autodrome sulle A523, Pierre Gasly ed Esteban Ocon sono approdati in Q3. Partiti rispettivamente col quinto ed ottavo crono, i due transalpini hanno concluso la corsa nella top-ten: 8° Gasly e 9° Ocon. Pierre ha tenuto un buon passo, era sesto a sei giri dal termine, quando per non restare a corto di benzina ha rallentato e non ha potuto difendersi da Leclerc ed Hamilton che l’hanno beffato. In virtù dei punti conquistati, l’Alpine è salita di grado raggiungendo la McLaren al quinto posto.” Per certi versi mi spiace non essere arrivato sesto – ha precisato Gasly nel post-gara – però se siamo riusciti a lottare con una Ferrari ed una Mercedes, vuol dire che abbiamo fatto un bel passo avanti in questa settimana. Guardiamo il lato positivo, doppio arrivo a punti per il team. Ora lavoriamo per colmare il divario da chi ci precede”.
Il paese dei balocchi. La seconda edizione del Gran Premio di Miami, ha registrato la presenza di 270 mila spettatori nei tre giorni della manifestazione. Un record che soddisfa gli organizzatori che avevano aumentato la capienza delle tribune e che stanno valutando la possibilità di disputare in futuro la corsa in notturna. Un’ulteriore attrattiva tra le tante allestite in stile sagra di paese, attorno ad una pista (ricavata dalle strade che circondano l’Hard Rock Stadium dei Miami Dolphins di football americano) che francamente anche quest’anno non ha regalato grandi emozioni. Al di la dello strapotere delle RB19 che va in scena anche sugli altri circuiti, il pubblico ha assistito al transito di un trenino per 57 giri. Ma forse in un’epoca in cui impera la filosofia secondo cui “l’importante è esserci” e farsi i selfie, l’assenza del gesto sportivo diventa un fatto marginale. A Miami lo show viene curato in ogni dettaglio, pazienza se poi vi sono carenze sotto altri aspetti. Nel 2022 i piloti lamentarono lo scarso grip dell’asfalto. Quest’anno, malgrado l’organizzazione abbia riasfaltato la pista, il problema s’è ripresentato per colpa di un errore nel trattamento del manto stradale prima del weekend di gara. Un aspetto che può aver condizionato le prestazioni delle monoposto. Sempre l’anno scorso, a Miami era sorta una questione legata alla sicurezza, data l’assenza delle barriere Tecpro all’ingresso di curva 13. Parliamo di protezioni in grado di assorbire meglio gli impatti durante gli incidenti evitando maggiori danni alle vetture ed ai piloti stessi. Sainz andò a sbattere proprio in quel punto subendo una decelerazione notevole. In compenso i promoter erano entusiasti nel vedere tutte le hospitality sold out, con gli invitati immersi nella fiera del kitsch. Alcuni di questi manco guardavano cosa stesse accadendo in pista, perché intenti a fare business e public relations. Che dire? Pare che questa sia la nuova tendenza.
Ordine d’arrivo
1 – Max Verstappen (Red Bull-Honda) – 57 giri
2 – Sergio Perez (Red Bull-Honda) – 5″384
3 – Fernando Alonso (Aston Martin-Mercedes) – 26″305
4 – George Russell (Mercedes) – 33″229
5 – Carlos Sainz (Ferrari) – 42″511
6 – Lewis Hamilton (Mercedes) – 51″249
7 – Charles Leclerc (Ferrari) – 52″988
8 – Pierre Gasly (Alpine-Renault) – 55″670
9 – Esteban Ocon (Alpine-Renault) – 58″123
10 – Kevin Magnussen (Haas-Ferrari) – 1’02″945
11 – Yuki Tsunoda (Alpha Tauri-Honda) – 1’04″309
12 – Lance Stroll (Aston Martin-Mercedes) – 1’04″754
13 – Valtteri Bottas (Alfa Romeo-Ferrari) – 1’11″637
14 – Alexander Albon (Williams-Mercedes) – 1’12″861
15 – Nico Hulkenberg (Haas-Ferrari) – 1’14″950
16 – Guan Yu Zhou (Alfa Romeo-Ferrari) – 1’18″440
17 – Lando Norris (McLaren-Mercedes) – 1’27″717
18 – Nyck De Vries (Alpha Tauri-Honda) – 1’28″949
19 – Oscar Piastri (McLaren-Mercedes) – 1 giro
20 – Logan Sargeant (Williams-Mercedes) – 1 giro
Classifica Piloti
1° Verstappen 119 – 2° Perez 105 – 3° Alonso 75 – 4° Hamilton 56 – 5° Sainz 44 – 6° Russell 40 – 7° Leclerc 34 – 8° Stroll 27 – 9° Norris 10 – 10° Gasly 8 – 11° Hulkenberg, Ocon 6 – 13° Bottas, Piastri 4 – 15° Zhou, Tsunoda, Magnussen 2; 18° Albon 1
Classifica Costruttori
1^ Red Bull-Honda 224 – 2^ Aston Martin-Mercedes 102 – 3^ Mercedes 96 – 4^ Ferrari 78 – 5^ McLaren-Mercedes, Alpine-Renault 14 – 7^ Haas-Ferrari 8 – 8^ Alfa Romeo-Ferrari 6 – 9^ Alpha Tauri-Honda 2 – 10^ Williams-Mercedes 1