Formula 1

Published on Febbraio 28th, 2023 | by Massimo Campi

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Test F.1: la Red Bull vola!

Di Carlo Baffi

La RB19 si presenta in Bahrain come prima della classe e la Ferrari lancia il proprio guanto di sfida. Insegue ancora la Mercedes, mentre l’Aston Martin sorprende. Dietro è lotta aperta tra la promettente Alfa Romeo, l’enigmatica Alpine, l’Alpha Tauri e le altre.

S’è conclusa la tre giorni di test collettivi che ha aperto ufficialmente la stagione di Formula Uno 2023. Un prologo svoltosi sul tracciato di Sakhir in Bahrain, dove domenica 5 marzo scatterà il Campionato del Mondo. La pista ha emesso i primi verdetti che ovviamente vanno presi con tutte le cautele del caso, dal momento che non è dato sapere in modo specifico i programmi di lavoro delle varie scuderie ed i quantitativi di carburante imbarcati. Da una prima disamina emerge su tutti la Red Bull Racing, la squadra dei Campioni del Mondo in carica che ha varato la sua la RB19. Uscita dal cilindro del mago Adrian Newey, la nuova nata rispetta la filosofia progettuale della monoposto che ha dominato nel 2022, ma in parecchi particolari è stata estremizzata dimostrando di essere solida e molto competitiva. Una differenza di potenziale molto più netta rispetto a quanto mostrò l’anno scorso la RB18 sempre a Sakhir.

Appena scesa in pista, la RB19 ha permesso all’iridato Max Verstappen di percorrere una distanza di 157 giri (pari a 3 G.P.) risultando il più rapido con 1’32”837. Un programma volto a lavorare sul passo gara in cui l’olandese girando con ritmo costante, non ha patito alcun problema e tanto meno il degrado gomme utilizzando le C3, ossia la mescola media, montata pure da tutti gli altri. Verstappen ha proseguito lo sviluppo il giorno dopo sempre con le stesse coperture compiendo 47 tornate facendo registrare il secondo crono di poco alle spalle della sorprendente Alfa Romeo-Ferrari di Guanyu Zhou (1’31”610) ottenuto però con le morbidissime C5. Poi il sabato è salito in cattedra Sergio Perez, reduce dal venerdì in cui aveva effettuato 76 passaggi con le Pirelli prototipo. Nella sessione pomeridiana, il messicano ha completato la simulazione di qualifica (132 giri) ed ecco che ha stampato la migliore prestazione in 1’30”305 con alle morbide C4. Dietro di lui s’è piazzata la Mercedes di Lewis Hamilton con 1’30”665, ma va sottolineato che l’eptacampione è ricorso alle C5, dalla mescola ancora più tenera. Un dato eloquente sullo stato di forma ed il buon bilanciamento del pacchetto Red Bull, che la le credenziali per poter fare il vuoto almeno nei primi gran premi. Una partenza a razzo, che sarebbe motivata dal timore che sul medio e lungo termine potrebbe pesare la limitazione del lavoro in galleria del vento dovuta alla sanzione per aver violato il budget cap.

La scuderia anglo-austriaca ha a disposizione 605 ore contro le 720 della Ferrari e le 768 della Mercedes. Da qui la necessità di accumulare vantaggio per far fronte con maggiore tranquillità agli sviluppi della concorrenza. E se questo era l’obiettivo iniziale le previsioni sono state ampiamente rispettate. Giovedì sera, un soddisfatto Verstappen ha ammesso che:” Un po’ ce lo aspettavamo in virtù del know-how acquisito nel 2022. Ma ho apprezzato l’affidabilità di questo progetto che non ha denunciato problemi e questo è un ottimo segnale, anche se siamo solo alla prima uscita.” Della serie niente euforia, bensì fiducia e altrettanta consapevolezza di non sottovalutare gli antagonisti. La prima fra questi è sicuramente la Ferrari, sulla quale gravano non poche aspettative. Il Cavallino che dal gennaio scorso è diretto da Frederic Vasseur ha cominciato a saggiare le qualità della SF-23, che per ora pare essere la vettura più accreditata ad insidiare la leadership della Red Bull. Sebbene il passo gara non sia costante come quello della RB 19, conforta la correlazione dei dati tra pista e simulatore, un punto fermo importante per impostare lo sviluppo del progetto. Carlos Sainz e Charles Leclerc hanno percorso in totale 416 giri senza lamentare grossi guai sul piano dell’affidabilità. E’ però emersa un’usura eccessiva con le coperture C3 rispetto alla Red Bull, ma in linea con le altre monoposto. Complicazione che invece non s’è palesata quando sono state montate le C1. Per quanto concerne invece la caccia alla prestazione di sabato, Leclerc e Sainz hanno siglato rispettivamente il quarto (1’31”024) ed il quinto crono (1’31”036) con le C4, ma in condizioni di pista differenti rispetto a Perez ed Hamilton. Di conseguenza lavorando sulla messa a punto è possibile avere margini di miglioramento.

Vasseur parla di morale perfetto per cominciare la lunga avventura 2023, Sainz si dice soddisfatto del programma svolto precisando che la macchina si addice alla sua guida, mentre Leclerc alla ricerca dell’assetto ideale confessa: “Non mostriamo tutto quello che abbiamo”. Per cui se i primi G.P. mostrassero le Rosse non al passo con le Red Bull, a Maranello confidano di riguadagnare terreno con un salto di qualità successivo e lottare per il mondiale. Intanto nell’organigramma Ferrari non è passato inosservato il cambio della guardia tra gli strateghi, con l’indiano Ravin Jain che siederà al pit-wall sostituendo Inaki Rueda, il quale si occuperà degli aspetti sportivi. Il Racing Director Laurent Mekies si focalizzerà principalmente sulla gestione del team e di conseguenza i legami con piloti, sponsor e media rientreranno nella sfera di competenza di Vasseur, Team Principal e General Manager. Decisamente più complessa è apparsa invece la condizione della Mercedes. La star del Circus dal 2014 al 2020 è chiamata riscattare un’ultima stagione decisamente sottotono, che l’ha vista relegata al ruolo di terza forza e senza aver conseguito alcun successo. Nel vedere le ultime gare del 2022 si aveva la sensazione che la luce del tunnel fosse ormai prossima e che le Frecce d’Argento, ora nuovamente colorate di nero, sarebbero ritornate protagoniste. Invece s’è materializzata l’amara sorpresa di ritrovare la “Stella a Tre Punte” zoppicante alle spalle di Red Bull e Ferrari. Sul modello W14 sono stati logicamente applicati dei correttivi, ma gl’ingegneri hanno insistito nel seguire alcune soluzioni azzardate già impiegate nella problematica W13. Dopo la prima sgambata di giovedì con 83 tornate di Hamilton e 69 di Russell calzando le C3 ottenendo il sesto ed il nono tempo (1’33”508 per Lewis ed 1’34”174 per George), il team boss Toto Wolff ha parlato di bilanciamento interessante e di totale assenza di porpoising e bouncing (gli incubi del 2023, poi svaniti con la direttiva Fia numero 39). Ma a distanza di 24ore il manager austriaco è tornato sui suoi passi ammettendo che esiste una versione B, con la monoposto in questione destinata a mutare con nuovi particolari più in linea con le altre vetture. Parole preoccupanti perchè pronunciate dopo solo due giornate di test a fronte di evidenti lacune palesate da una W14 nervosa e poco equilibrata.

Non a caso i piloti sono ricorsi alle coperture più soffici per recuperare il grip. Sabato pomeriggio quando s’è cercato un confronto a parità di condizioni con la Red Bull, Hamilton ha rimediato 3 decimi e mezzo da Perez malgrado girasse con le C5, mentre il messicano aveva le C4. E stiamo parlando di “Checo” (con tutto rispetto), non di Verstappen. Inoltre ad allarmare ulteriormente Stoccarda e Brackley, s’è aperto pure il fronte affidabilità complice un guasto idraulico che ha lasciato a piedi Russell venerdì. Chris Horner team principal della Red Bull, dichiara però che la Mercedes non stia scoprendo tutte le carte a disposizione. Ci sarà da credergli, o trattasi di un’astuta pretattica nella perenne rivalità con Wolff? Al di là questi dubbi amletici non è pensabile vedere una Mercedes arrancare e magari doversi inizialmente difendere dall’Aston Martin. Si avete capito bene, parliamo della scuderia che nel 2022 aveva chiuso mestamente in settima posizione: stessi punti dell’Alfa Romeo e superata da McLaren ed Alpine. La AMR23, il cui capo progettista è Luca Furbatto, ingegnere torinese classe 1972 con un passato in varie scuderie del Circus, ha colpito fin dalla presentazione per le sue linee innovative, che contraddistinguono un modello molto diverso da quello precedente al fine di colmare un gap consistente dai top team. Una voglia di riscatto che grazie a quanto visto finora ha fatto della verde monoposto di Fernando Alonso e Lance Stroll, la vera rivelazione dei test. Il due volte iridato iberico s’è messo in luce sin dal primo giorno chiudendo alle spalle di Verstappen a + 0”029 con 60 passaggi all’attivo macinati con le C3. L’asturiano ha continuato il rodaggio con altre 130 tornate il venerdì (3° crono di 1’32”205 con le medie), mentre sabato ha arpionato la nona piazza impiegando le C4: 1’31”450, davanti al compagno Felipe Drugovich; il 22enne tester brasiliano che ha rimpiazzato il titolare Stroll, fermo per una frattura al polso dopo una caduta in bicicletta. Logicamente è prematuro cantare vittoria quando non s’è ancora spento il primo semaforo, anche di fronte a prestazioni eccellenti. Così come recitare il “De profundis” per le Frecce Nere, anche se le indiscrezioni parlano di un cambio di rotta non prima di cinque o sei G.P. Dolenti note anche per un’altra compagine blasonata, la McLaren.

L’equipe di Zak Brown nutriva grandi propositi per questo mondiale in cui avrebbe dovuto completarsi la resurrezione dopo un periodo parco di soddisfazioni. Invece pare che per ora sia tutto rimandato. Già nel corso della presentazione, i vertici di Woking non avevano nascosto la presenza di qualche problema, forse dopo aver preso coscienza di alcuni errori di base della MCL60. Situazione che li ha costretti a posticipare verso metà campionato il raggiungimento di una certa competitività. Poi durante le prove in Bahrain, il team principal Andrea Stella non ha usato mezzi termini nel riconoscere la scarsa efficienza aerodinamica che rischia di compromettere una stagione ancor prima del via. Quinto tempo per Lando Norris il giovedì con le C3 a 0’625” da “Mad Max, nono per Oscar Piastri il venerdì a 1’565 dal leader e rispettivamente 11° e 16° per l’inglese e l’australiano il terzo giorno. La mancanza di prestazioni rischia di incidere in modo decisivo sulle qualifiche condizionando inevitabilmente la gara. A differenza del passato, con il regime di budget cap gli sviluppi sono contingentati e le tempistiche di recupero sono destinate ad allungarsi. Quindi non ci sarà da stupirsi se dalle prime battute le McLaren non saranno protagoniste nel cosiddetto “campionato degli altri”. Lotta che vedrà in prima fila l’Alfa Romeo che ha disputato dei test molto interessanti. La C43 motorizzata Ferrari ha calamitato l’attenzione dei media al termine del secondo giorno quando Zhou s’è sorprendentemente issato al primo posto. Di sicuro il cinese è stato favorito dalle C5, ma nel complesso dei 133 giri di cui 90 percorsi nel pomeriggio, ha svolto una proficua simulazione di gara girando con le C1, C2 e C3, proprio le coperture deliberate dalla Pirelli per il G.P. del Bahrain. Alla ribalta è salito pure il compagno Valtteri Bottas quando il giorno dopo, sempre con le C5, ha fermato le lancette dei cronometri sul tempo di 1’30”827 (130 passaggi) salendo terzo a soli due decimi da Hamilton (+ 0”522 dal leader Perez). Insomma, chapeaux al team di Hinwil diretto dal Ceo Andreas Seidl e dal Team Representative Alessandro Alunni Bravi. Sulle altre contendenti emergono ancora non pochi punti interrogativi. L’Alpha Tauri ha alzato la testa con una zampata del quotato Nick De Vries autore della quarta prestazione il venerdì con le C4 per poi tornare nell’anonimato, così come l’Alpine, la Haas (che si affida all’esperienza di Kevin Magnussen e Nico Hulkenberg) e la Williams. In conclusione, Aston Martin a parte, c’è l’impressione che il Circus riparta da valori molto simili a quelli lasciati lo scorso novembre con la Red Bull nella veste di lepre, la Ferrari intenta a darle la caccia e la Mercedes che insegue con affanno. Certo, a priori non si possono escludere sorprese nella gara d’esordio di domenica prossima, è risaputo che le variabili siano sempre in agguato e possono modificare i pronostici. Ma pensare a stravolgimenti del quadro emerso da questi test è da ritenersi poco probabile, o meglio quasi impossibile.

Immagini Pirelli press

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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