Formula 1

Published on Novembre 27th, 2022 | by Massimo Campi

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Ferrari: Binotto toglie il disturbo.

Di Carlo Baffi

Il team principal italo-svizzero ha pronte le dimissioni dal ponte di comando della Gestione Sportiva. Ci si interroga su quale futuro andrà in scena a Maranello.

Manca solo il comunicato ufficiale, ma ormai siamo giunti al capolinea. Mattia Binotto lascia il Cavallino. In verità trattasi della conferma delle indiscrezioni che circolavano da oltre una settimana, quando sui rispettivi siti, “La Gazzetta dello Sport” ed “Il Corriere della Sera” annunciavano il fine rapporto tra la Ferrari ed il suo dirigente. Veniva già fatto il nome del successore a partire dal prossimo gennaio, ovvero Frederic Vasseur team boss dell’Alfa Romeo-Sauber mortorizzata Ferrari. Poi, dopo qualche ora, arrivava la smentita categorica da Maranello, in cui si parlava di speculazioni e notizie prive di fondamento. Attenzione! Parliamo di una nota comunicata via Twitter e non di una dichiarazione in prima persona del Presidente, o dell’Amministratore Delegato della Ferrari. Tutto questo alla vigilia dell’ultimo Gran Premio stagionale di Abu Dhabi. Un appuntamento cruciale, in cui le rosse erano chiamate a respingere l’assalto della Mercedes per garantirsi il secondo posto nel mondiale costruttori.

Nel corso del fine settimana l’hospitality della Ferrari era ovviamente piantonato dai media, ma non trapelava alcuna news, anzi. Lo stesso Binotto durante la conferenza stampa a Yas Marina, dichiarava:” Nel momento in cui sono emerse le speculazioni, ho parlato con il Presidente John Elkann e abbiamo concordato una smentita per fermare queste voci senza fondamento. Ora dobbiamo essere concentrati sul weekend di gara e non farci distrarre da fattori esterni.” Ed in merito al futuro del proprio ruolo aggiungeva che certe situazioni non dipendevano da lui, ma di essere abbastanza rilassato:” Ho sempre avuto un confronto aperto e costruttivo con i miei superiori e con il mio Presidente, a medio e lungo termine. Inoltre, penso che valutando la stagione 2022 abbiamo avuto alcuni alti e bassi, ma credo che il nostro obiettivo di tornare ad essere competitivi sia stato raggiunto.” Nel post-gara, con Leclerc secondo, Sainz quarto ed il raggiungimento della seconda piazza tra i piloti ed i costruttori, il manager reggiano elogiava il lavoro del team sottolineando l’abilità a non farsi condizionare dai rumors. L’analisi di Binotto fotografava alla perfezione la stagione ammettendo che la Rossa non fosse ancora matura e pronta per la conquista del titolo:”…abbiamo fatto degli errori, ma cresceremo ulteriormente.” Una frase pronunciata al plurale che poteva far pensare ad un proseguimento del suo operato a Maranello. Invece non è sato così. Quali speculazioni? Quali notizie infondate? E quale fiducia del Presidente? Si dice che da tempo Binotto non avesse più molto credito da parte diElkann che a Monza, intervistato da Pier Bergonzi de “La Gazzetta dello Sport”, così si esprimeva sulla stagione del Cavallino:” Fiducia e riconoscenza per il lavoro di Mattia Binotto e dei nostri ingegneri. Ma non c’è dubbio che il lavoro a Maranello, al box, al muretto e al volante ha bisogno di mutare. Dobbiamo continuare a crescere e questo vale per i meccanici, per gli ingegneri, per i piloti e ovviamente per tutta la dirigenza, incluso il team principal. Lo abbiamo visto sull’affidabilità, sulla guida, sulla strategia. Ci sono ancora troppi errori.” Un ulteriore monito, seguito alla delusione patita nella debacle di Budapest, in occasione della quale il quotidiano sportivo torinese “Tuttosport” titolava in prima pagina:” Elkann, salva Leclerc.” E si è giunti così alla resa dei conti, che per ironia della sorte è avvenuta nel giorno del “Black Friday”, in cui la Ferrari non ha fatto sconti.

Un colpo basso è arrivato anche dall’Amministratore Delegato Benedetto Vigna, che sul canale finanziario Class Cnbc si dichiarava soddisfatto dei progressi fatti, ma non del secondo posto, sottolineando che il secondo è il primo dei battuti, una frase sempre ripetuta dal grande Enzo Ferrari. Di conseguenza, a fronte di questo clima di sfiducia s’è reso necessario un cambio di rotta, con la risoluzione anticipata di un contratto che sarebbe scaduto a fine 2023. La storia di Mattia Binotto nato a Losanna in Svizzera da genitori di Reggio Emilia il 3 novembre del 1969, comincia in Ferrari nel 1995, con uno stage. Prosegue negli anni successivi con una brillante carriera che porta l’ingegnere a diventare prima il capo dei motoristi e poi il direttore tecnico. Forte del massimo rispetto del grande capo Sergio Marchionne, ha la meglio nella guerra di potere contro l’allora team-boss Maurizio Arrivabene e nel gennaio 2019 gli succede ricoprendo il ruolo di vertice alla Gestione Sportiva per quattro stagioni. Nel suo primo mondiale al posto di comando, Binotto vive momenti esaltanti con le due vittorie dell’astro nascente Charles Leclerc, al suo primo anno a Maranello. La Ferrari giunge seconda nel mondiale alle spalle della straripante Mercedes che domina dal 2014. Nella classifica Costruttori, il gap dalle Frecce d’Argento è di ben 235 punti, ma le premesse sono buone in vista della stagione dopo. Tutto il team guarda con ottimismo al giovane monegasco, più che al compagno Sebastian Vettel, quattro volte iridato, in Ferrari dal 2015. L’ambiente è carico, ma ecco che entra in ballo un’inchiesta della Fia (presieduta da Jean Todt) sui motori del Cavallino. Una grana che si conclude tra tanti sospetti con un accordo dal contenuto segreto ed una pesante sanzione il cui importo non è mai stato rivelato. Le conseguenze si ripercuotono sul 2020, con la SF1000 che deve montare un propulsore depotenziato. E con la pandemia del Covid-19 che stravolge il mondo, Circus compreso con il calendario modificato, tutto si complica. C’è poi l’affare legato a Vettel. Al tedesco non viene rinnovato il contratto ancora prima che parta il mondiale e poco dopo viene annunciato l’ingaggio di Sainz per il 2021. Una mossa che finisce per demotivare Seb, già infastidito dai riflettori sempre puntati su Leclerc. Inoltre per ragioni economiche, la Federazione dispone che tutte le monoposto restino in sostanza le stesse anche per il 2021, non si possono apportare grandi modifiche; per cui chi ha problemi se li tiene e la Rossa finisce in purgatorio. La resurrezione ha luogo con il mondiale appena finito, ma dopo l’inizio sfolgorante è venuta meno la crescita della F1-75 e anche se alla fine è stato raggiunto lo status di seconda forza nel mondiale dietro il missile Red Bull, la posizione di Binotto s’è fatta critica. Detto questo, chi sarà il sostituto di Binotto e che linea potrà adottare con la nuova monoposto in via di ultimazione? E ancora, il nome di Vasseur resta in pole? Di sicuro le credenziali offerte dal 54enne business-man francese sono di prim’ordine. Oltre ad avere grandi cognizioni in materia motoristica, è un ingegnere, vanta una stretta amicizia con il Ceo di Stellantis Carlos Tavares ed è stato il fondatore della Art Grand Prix insieme a Nicholas Todt, manager di Leclerc. Una scuderia blasonata che nelle categorie addestrative ha portato al trionfo giovani del calibro di Nico Rosberg, Hamilton e Russell. A proposito di Nicholas, il padre è l’ex Presidente Fia nonché pluridecorato direttore sportivo della Rossa, per intenderci quella dell’era Schumacher, il quale conosce bene le dinamiche che circolano a Maranello. Ma non solo, il pilota monegasco ha fatto il suo esordio in F.1 nel 2018 sulla Sauber gestita proprio da Vasseur. Non è quindi difficile capire il link che unisce i due, tramite il quale il “Principino” potrebbe riscuotere l’investitura di prima guida, quella che reclama da tempo e che non ha mai ricevuto, nemmeno quando ad inizio stagione aveva vinto due G.P. su tre ed era leader del mondiale. Un punto che forse potrebbe essere stato all’origine delle tensioni tra Charles e Binotto. Ma di conseguenza, se arrivasse Vasseur quale sarebbe la reazione di Carlos Sainz? Quale sarebbe il suo destino? E qui entrano in gioco gli equilibri interni tra i drivers. In merito alla vicenda Binotto, il madrileno confessava a Daniele Sparisci, inviato del Corriere della Sera, prima del G.P. di Abu Dhabi, l’ottimo feeling instauratosi con il team principal:” E’ ottimo. Lo ringrazierò sempre per avermi scelto e per essersi fidato. E’ stato il primo di una grande squadra a credere in me. Mattia sarà sempre speciale per me.” E sulle gerarchie interne:” Non mi sono sentito secondo né in Ferrari, né altrove. Non lo meriterei.” Ed è proprio questo il punto, Sainz accetterebbe di fare lo scudiero di Leclerc? Certo, guidare una Ferrari resta sempre il sogno di tutti i piloti, ma uno con le ambizioni di Carlos pretende un ruolo di rilievo. A questo punto sorge un altro quesito: potrebbe arrivare un nuovo pilota? Se si, chi c’è di appetibile sul mercato? Tanti quesiti che necessitano risposte a breve termine, mentre a Maranello regna il silenzio. Non sono arrivate nuove smentite, il che testimonia la veridicità dei commenti diffusi dai media e circa la carica vacante si ipotizza che possa essere Vigna a dirigere la Ges ad interim. Una transizione che però non deve andare troppo per le lunghe. Il Campionato Mondiale 2023 scatterà il prossimo 5 marzo, praticamente il futuro sta bussando alla porta.

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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