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sabato 26 Aprile 2025

Ferrari 250GT Breadvan

 

Creata da Drogo è diventata una delle Ferrari più iconiche

“Se Ferrari non ci vende la GTO la facciamo noi”  è questo l’ordine del Conte Giovanni Volpi di Misurata che da a Giotto Bizzarrini nel 1962 quando Enzo Ferrari gli nega l’acquisto di una sua vettura per la Scuderia Serenissima. Ma qui bisogna fare un passo indietro al 1961, per capire cosa nasce da quella frase, quando il Drake di Maranello licenzia a fine stagione tutto il suo staff dirigenziale. Tra questi ci sono Carlo Chiti, Romolo Tavoni, e Giotto Bizzarrini che, grazie all’aiuto economico di Giorgio Billi, Jaime Ortiz Patino e il Conte Volpi, danno vita alla ATS (Automobili Turismo e Sport) una nuova realtà automobilistica tutta italiana per la produzione di vetture ad alte prestazioni e competizione.

La Scuderia Serenissima nasce per volontà del Conte Volpi, che a soli 24 anni, ha ereditato un ingente patrimonio dal padre Giuseppe, politico e fondatore della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il giovane Conte decide d’investire parte di quei soldi per creare nel 1960 la Scuderia Serenissima per correre nelle grandi gare di durata e in breve tempo diventa uno dei migliori clienti Ferrari. il Conte ordina due nuove GTO a Maranello, ma dopo l’assunzione degli ex  dirigenti, Enzo Ferrari chiude la porte a Volpi. Le rosse sono le vetture più competitive e nasce l’operazione che porterà alla costruzione della vettura per correre nella 24 Ore di Le Mans e nelle principali gare del mondiale di durata. La GTO, creata da Giotto Bizzarrini, deriva dalla Ferrari 250SWB, e basta trovarne una per creare una nuova berlinetta per le competizioni.

Sul finire dell’estate 1961 la Ferrari 250SWB Berlinetta Competizione, versione a passo corto con il telaio n°2819GT, targata MO 68939, è grigia metallizzata con una riga rossa, gialla e nera che l’attraversa longitudinalmente. Il proprietario è il gentleman driver,  barone belga Olivier Gendebien e con Lucien Bianchi conquista il secondo al Tour de France l’11 settembre dietro all’altra SBW di Mairesse/Berger e davanti ad altre due berlinette di Maranello che hanno dominato la gara francese. Un mese dopo, a ottobre, la vettura viene acquistata dal Conte Giovanni Volpi di Misurata e diventa la base ideale per realizzare la berlinetta per la scuderia veneta.

Giotto Bizzarrini si mette al tavolo da disegna, inizia subito a modificare la 250SWB che viene realizzata dalla Carrozzeria Sports Car di Piero Drogo. Il telaio 2819GT viene modificato con una carrozzeria molto bassa e filante, dove la linea del tetto continua verso la coda per poi troncarsi di netto. Ricorda, fantasiosamente, un furgone da panettiere e viene ribattezzata dalla stampa come GTO “Breadvan”. Le modifiche sono anche sotto la palle, Bizzarrini arretra il motoreV12 per aumentare la maneggevolezza e la reattività della vettura ed applica un sistema di lubrificazione a carter secco per poterlo montare più vicino al suolo e abbassare il baricentro dell’automobile.

Completata in due settimane, viene schierata nel mese di giugno alla 24 Ore di Le Mans. Le evoluzioni di Bizzarrini funzionano a dovere, la 250GT Drogo supera di 7 km/h le GTO ufficiali sul Hunaudieres. Purtroppo Carlo Maria Abate e Colin Davis sono però costretti a ritirarsi prima della bandiera a scacchi per una noia al cambio. La carriera della Breadvan continua con due vittorie di classe al Guards Trophy di Brands Hatch e alla Ollon-Villars Hillclimb ad agosto, termina a Monthléry con un quarto posto. La vettura partecipa anche al Gran Premio di Porto Rico a novembre senza tuttavia brillare.

Finita la carriera agonistica viene usata dal Conte Volpi per le sue uscite con il jet set della Costa Azzurra, con aneddoti a cavallo tra realtà e leggenda. Tra questi si narra che, alla fine di un party organizzato da Conte, c’è Gianni Agnelli appiedato, che deve rientrare a Villa Leopolda distante una quindicina di chilometri dal luogo della festa. L’amico Volpi gli presta la 250 Drogo che imbocca la Moyenne Corniche a tutta velocità verso Villefranche-sur-Mer. il giovane Agnelli si risveglia nel pomeriggio dopo, sorseggiando un caffè, parla con il maggiordomo dell’insolita macchina con cui è rincasato: “Ha ragione sa, sembra proprio un carro funebre!” e decide di fare uno scherzo all’amico proprietario della Ferrari dipingendo di nero la Breadvan. Il maggiordomo viene armato di barattolo di pittura nera e di un grosso pennello, ma la vernice termina prima che il lavoro sia completato e la macchina diventa nera solo nella metà posteriore con il cofano striato da due fasce orizzontali e due T al posto dei numeri di gara. Da immaginare la sorpresa del Conte Volpi quando è arrivato a Villa Leopolda per riprendersi la vettura!

Tempo  dopo la Breadvan viene prestata ad un altro illustre amico del Conte Volpi, il noto playboy Gunther Sachs, futuro marito di Brigitte Bardot tra il 1966 e il 1969. Con la Breadvan, Sachs va ad un appuntamento in dolce compagnia a Saint-Tropez, ma dopo cene viene intercettato dalla polizia stradale mentre corre a tutta velocità su una strada provinciale cercando di impressionare la passeggera. Dopo un lungo inseguimento viene bloccato ed arrestato e la Breadvan finisce sotto sequestro per qualche tempo, mentre non vengono diffuse notizie sulla passeggera a bordo che pare fosse Soraya Esfandiary Bakhtiari, ex regina di Persia e seconda moglie dello Scià Mohammad Reza Pahlavi.

La 250 Breadvan nel 1965 dipinta color argento, partecipa alla Coppa Gallenga guidata da Eduardo Mungo. Il Conte Volpi nel 1965 mette in vendita la Ferrari a Roma per 3.750 dollari, finisce negli Stati Uniti e viene riacquistata per soli 2.800 dollari. Nel 1966 viene ripristinata la sua livrea rossa e la Breadvan inizia a passare di mano in mano con oltre dieci proprietari che l’anno posseduta ed un valore sempre più elevato. La 250GT Drogo è oggi spesso impegnata in manifestazioni e gare d’epoca diventando, con la sua particolare linea, una protagonista nel mondo delle storiche e tra gli appassionati del cavallino rampante.

Immagini © Massimo Campi

Massimo Campi
Massimo Campihttp://www.motoremotion.it/
Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.

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