Published on Marzo 1st, 2022 | by Massimo Campi
0Con Marco alla scoperta del mondo Piaggio
Continua la visita nella collezione Vespa di Marco Fumagalli
Marco Fumagalli si entusiasma quando porta gli amici nella sua collezione ed inizia a spiegare, attraverso i suoi modelli, l’evoluzione dello scooter Piaggio, ma anche le varie creazioni del marchio italiano che ha diversificato la produzione passando dagli aerei agli scooter, ma anche motori marini e mezzi di trasporto.
Il suo museo si estende per oltre 1500 metri quadri e la prima tappa per una visita inizia con il modello di Vespa più vecchio, uno dei primi prodotti sperimentalmente come ci spiega Marco
“La Piaggio crea la Vespa nel 1946, nella mia collezione la più vecchia porta il numero 71 di telaio, una delle primissime realizzate. Il motore per il mercato italiano ha la cilindrata di 98 cc, mentre per l’estero, dove non c’erano riduzioni fiscali, la cilindrata era di 125 cc. Tra le particolarità del primissimo modello c’è la sospensione posteriore rigida e davanti è ammortizzata mediante una balestra. L’evoluzione, nei primi modelli riguarda elementi di dettagli, come il fanalino di diametro maggiore, infine si arriva all’unificazione della cilindrata 125 cc anche per l’Italia. Cambiano anche le scocche, le prime, realizzate in collaborazione con l’Alfa Romeo, sono in tre pezzi. In seguito, con i finanziamenti del piano Marshall, arrivano le presse per lo stampaggio anche a Pontedera, vengono realizzati nuovi stampi passando ad un pezzo unico con evidenti risparmi per la produzione ed il montaggio.
Il cambio ha il comando a bacchetta su primi modelli, in seguito si passa al cambio comandato tramite il filo che passa all’interno della scocca in lamiera. Innovazione anche nella parte telaistica con la comparsa dell’ammortizzatore sulla ruota anteriore che migliora la guida sulle strade, spesso molto accidentate degli anni ’50. Compare anche il bloccasterzo incorporato che sostituisce quello con il lucchetto e la pedana che si allunga”.
Dopo i primi prodotti inizia la diversificazione nei vari modelli
“Iniziano i problemi dei costi di produzione, vengono diversificati i vari modelli con versioni più economiche, che oggi sono rare e molto ricercate. Sul modello economico le strisce di appoggio dei piedi non hanno più la gomma ma sono interamente di alluminio, manca l’ammortizzatore sulla ruota davanti, il cofano dal lato motore non si apre ma ha una apertura fissa per la manutenzione della candela. La vespa economica non ha successo ed allora nasce una versione successiva che non ha la sella ammortizzata come sulla versione lusso, ed ha una striscia di gomma in meno sulle pedane e manca il riporto in gomma sul pedale del freno”.
Il grande salto nella produzione arriva con il modello GS
“A metà anni ’50 nasce la versione GS che monta il propulsore di 150 cc con il cambio a 4 rapporti e le ruote di diametro superiore. Anche il serbatoio ha una capacità maggiore per avere più autonomia. Con la GS finiscono le grosse innovazioni esterne. Successivamente, negli anni ‘60 si ha una evoluzione nei materiali della motorizzazione che consente l’uso di miscela al 3% al posto di quella al 5% come sui primi modelli”.
Tra i pezzi particolari della collezione ci sono anche dei modelli da competizione
“Queste erano moto che venivano usate nelle gare di velocità, negli audax e nelle gare di regolarità, competizioni molto in voga negli anni ’60. Uno di questi esemplari, prodotto nel 1949, è uno dei prototipi usciti dalla fabbrica, che poteva essere impiegato sia per la velocità che per la regolarità. Monta il motore di 125 cc con una fusione particolare con il doppio travaso, luci incrociate e la messa in moto a spinta.
Si nota anche il manubrio più largo rispetto a quella di serie, utile per governare lo scooter sugli sterrati e nei terreni accidentati, molti particolari sono irrobustiti per sopportare le sollecitazioni delle competizioni. La scocca ha dimensioni ridotte rispetto a quella di produzione, da questa nasce la successiva sei giorni del 1951 che ha già il cambio a filo, e ci sono anche i cronometri per registrare il tempo. Poi c’è anche la riedizione della sei giorni del 1953 che venne prodotta in un numero limitato. In tutto, dalla Piaggio, sono state realizzate circa 300 esemplari di Vespe da competizione per i vari tipi di gare. Sono facilmente riconoscibili dalla numerazione di telaio e motore identificata con numeri romani mentre per la produzione di serie è eseguita da numeri normali di tipo arabo”.
Tra le particolarità della collezione ci sono anche quelle prodotte all’estero
“La Piaggio ha prodotto diversi esemplari all’estero o per paesi esteri. Alcune sono realizzate in concessione con le linee di produzione obsolete che venivano vendute ad altri paesi, ma la Piaggio ha anche prodotto esemplari con apposite specifiche per la vendita in paesi stranieri dove c’erano normative diverse rispetto a quelle italiane. La fabbrica di Pontedera ha sempre guardato il mercato internazionale e vediamo alcuni esemplari con specifiche per la Francia, la Germania, l’Austria e l’America.
Alcune hanno di serie diversi particolari che sul mercato italiano erano forniti come accessori, questo per invogliare l’acquisto nei paesi stranieri, soprattutto nel mercato tedesco. Vediamo esemplari con il doppio faro, le coppe cromate, la doppia sella al posto di quella allungata. Quella per il mercato inglese ha il faro posto ad una determinata altezza da terra, diversa dalla italiana che lo montava ancora sul parafango anteriore. La Vespa 90 cc per la Svizzera monta un porta oggetti di serie. Meno curate sono quelle del mercato spagnolo, realizzate con vari pezzi, alcuni di fine produzione italiana, tra le particolarità il porta assicurazione”.
Per il mercato francese la Vespa ha i pedali
“È molto particolare quella francese di 50 cc, omologata come ciclomotore, che ha i pedali per l’avviamento imposti dalle normative. Per l’installazione veniva tagliata la pedana e modificata la meccanica senza la classica pedivella per la messa in moto. Poi ci sono quelle prodotte in India, dove ancora oggi si continua a costruire sullo schema della vecchia Vespa. La produzione inizia quando viene ceduta la linea della vecchia PX”.
Anche in Russia è stata prodotta la Vespa
“Quella russa è molto particolare, non avevano modelli a disposizione ed hanno realizzato lo scooter copiandolo da alcune immagini. Si chiamava Viatka e se la confrontiamo con quelle della Piaggio si evidenzia come è più grossa nelle dimensioni, sembra tutto maggiorato di un 10%. E’ realizzata con lamiere molto più spesse che hanno portato ad un peso generale notevole”.
Oltre alle due ruote, nella collezione ci sono anche le quattro ruote prodotte dalla fabbrica toscana
“Le Ape 400 venivano prodotte in Francia per non fare troppa concorrenza ai prodotti Fiat di Torino. La leggenda narra di un accordo tra Piaggio ed Agnelli per non farsi troppa concorrenza, soprattutto alla Bianchina dall’Autobianchi. La scelta francese era dovuta alla mancanza di una linea di produzione per autoveicoli, costruirla avrebbe significato un grosso investimenti in uomini e mezzi, mentre la vettura era già stata realizzata oltralpe e la Piaggio si è praticamente limitata a fornire il marchio ed il progetto del motore. La scocca è in lamiera, il motore è un bicilindrico a due tempi 400 cc, di concezione completamente diversa da quello della Vespa, con una trasmissione a tre rapporti. Alcune di queste piccole utilitarie sono state prodotte anche per il mercato americano.
All’interno del vano motore, posteriore, si nota il serbatoio della miscela. Il rifornimento risultava leggermente complicato, si faceva benzina, si metteva la giusta quantità di olio nel serbatoio e poi la si pompava dentro a quello del carburante. Della Piaggio 400 ho anche il modello GT (granturismo) con lo spinterogeno al posto delle puntine ed il cambio a quattro marce che attualmente è in fase di restauro”.
Nella collezione non possono mancare i calessini con motore Ape
“L’originale per il trasporto persone è questo verde, con il cassone posteriore, che poi ha dato origine al calessino usato soprattutto nei luoghi marini estivi. Si chiama Ape-Taxi, è il moto-furgoncino derivato dall’Ape Piaggio, progettato anche quello dall’ingegnere Corradino D’Ascanio.
L’Ape risale al 1948, dallo scooter il tre ruote conservava tutte le caratteristiche fondamentali, compreso il motore 125 cc. Costava 170.000 lire e poteva portare 200 kg. Era “una macchina modernissima, di costo e consumi assai limitati, alla portata della più modesta azienda, ma concepita senza false economie secondo criteri molto razionali, tanto dal punto di vista funzionale che da quello costruttivo” come scriveva la recensione di Motociclismo all’epoca. Il primo tipo ha ancora il cambio a bacchetta e la forcella a balestra anteriore. Il motore di 125 cc è equipaggiato con un riduttore per consentire di trasportare il carico anche su modeste salite, solo in seguito il cambio è stato munito anche di retromarcia per facilitare le manovre. Il motore, sempre quello della Vespa, è solo montato in una posizione diversa più angolata rispetto a quello dello scooter. Nel 1961 nasce il “Pentarò” modello a 5 ruote, da cui deriva il nome, realizzato sull’esempio dei più grandi autoarticolati con 700 Kg di portata.
Tra le produzioni della Piaggio ci sono anche gli aerei ed i fuoribordo
“La fabbrica toscana ha realizzato diversi aerei e questo è un motore prodotto in Italia su licenza americana Avco Lycoming. Enrico Piaggio proveniente da una famiglia genovese di antiche tradizioni marinare e nel dopoguerra capisce che è il momento di realizzare un motore fuoribordo per un impiego a scopo turistico e utilitario. Nasce il “Moscone” per l’utilizzo marino e sarà il primo motore 50cc prodotto dalla Piaggio”.
Tra le particolarità del mondo Piaggio c’è il ciclomotore Scatto, il Ciao, i trattori e tante altre applicazioni
Lo Scatto era commercializzato dalla Piaggio, lo definisco un vero “plasticone anni ‘80” con l’attacco del serbatoio ed il tappo della benzina direttamente prelevato dalla linea di montaggio della Vespa.
Poi ci sono i trattori, sempre motorizzati Ape. Era il modello 111 e ne hanno realizzati solo un migliaio di esemplari, come dimensioni sembrava un giocattolo ed era più adatto come tagliaerba che per un impiego intenso nell’agricoltura. È stato usato anche come mezzo di supporto in alcuni aeroporti per trainare piccoli pesi. Nella collezione c’è anche la riproduzione del manichino allo stand Piaggio della Fiera Campionaria 1953 a Milano”.
Marco è sempre stato appassionato dal mondo delle competizioni. Tra le sue attività c’è anche quella del restauro di monoposto d’epoca e spesso corre nelle gare storiche, ma ha sperimentato diversi tipi di competizione tra cui le gimkane con il triciclo Ape
“Mi incuriosiva quel mondo, ho preso un triciclo Ape e l’ho preparato per le gimkane. La scocca è stata tutta rivista e rinforzata, il motore è quello di una Smart, molto preparato! Quando mi sono inventato questo mezzo mi sono rivolto, per la motorizzazione, ad un amico vespista che lavora nel mondo Mercedes e mi ha consigliato il motore della piccola city car, leggero e scattante con il turbo. Era il 2005, il vero scoglio è stato quello di modificare la centralina elettronica nata per il cambio automatico e l’acceleratore elettronico. Ho fatto una gara, ho vinto una bella bottiglia di vino, ma mi sono veramente divertito con questo mezzo”.
Non solo Vespe, nella collezione ci sono anche molti documenti tecnici
“La libreria è molto fornita, ho riviste, libri, documenti sui prodotti della Piaggi. Poi c’è tutta l’oggettistica, dall’abbigliamento a vari gadget, trofei e coppe ed una documentazione con oltre 10.000 immagini storiche e tecniche tutte digitalizzate ed a disposizione per restauri. Tra le curiosità c’è la valigia usata dai commerciali per raccogliere commesse su un aereo destinato al trasporto. Un bellissimo modello modulare nelle varie versioni, con diversi tipi di cabine e diverse eliche a seconda dell’impiego. Un aereo, progettato nel dopo guerra, a fine anni ’40 ma mai entrato in produzione”.
Finisce così la nostra visita a questa impagabile collezione, con tanti pezzi unici, alcuni molto pregiati, e tantissima oggettistica legata alla passione della Vespa ed alla produzione della Piaggio.
Immagini ©Massimo Campi