Interviste

Published on Febbraio 4th, 2022 | by Massimo Campi

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Passione Vespa

In Brianza c’è un museo privato, la collezione Vespa di Marco Fumagalli nata dalla passione per lo scooter che ha motorizzato l’Italia

La passione per la Vespa è un fenomeno che ha contagiato molti italiani e tra questi c’è Marco Fumagalli, imprenditore nel ramo della meccanica che ha allestito in un edificio di sua proprietà un museo che celebra lo scooter di Pontedera e le varie creazioni della casa italiana. Marco, come tanti giovani degli anni ’80, ha iniziato le prime avventure con le due ruote, per poi passare alle quattro. Pilota, in seguito restauratore di vetture d’epoca, ha partecipato a varie competizioni con vetture moderne e diverse monoposto d’epoca, tra cui delle Formula 1 restaurate assieme all’amico Massimo Pollini.

La passione per la Vespa, e tutto il mondo dello scooter italiano, fa parte della sua via da diversi anni. Iniziata dopo i primi amori verso le moto, è prepotentemente scoppiata successivamente tanto da creare una collezione tra le più importanti al mondo con diverse rarità e tanta documentazione nei suoi locali. Quando c’è qualche manifestazione importante, Marco è sempre pronto con qualche esemplare dei suoi gioielli e con alcuni amici del Vespa Club ha anche organizzato un tentativo di record a Bonneville.

Nella collezione di Marco, che si estende per oltre 1.500 metri quadri, ci sono circa 200 modelli ed una serie di rarità come le Vespe costruite per i paesi stranieri.

“Quando trovo una Vespa abbandonata la porto a casa e la faccio tornare nuova” racconta Marco, anche se la passione per la Vespa è nata da una forma di repulsione verso la categoria scooter che si è poi trasformata in grande amore con il tempo.

“La Vespa non è un semplice mezzo di trasporto ma un modo di vita. Sono nato nel 1973, a 14 anni, raggiunta l’età, volevo un motorino, non certo una Vespa, che era uno scooter, non era una moto, andava piano e non consentiva prodezze velocistiche. Guidare una Vespa non era certamente di moda, non mi piaceva per niente quel tipo di guida con le ruote piccole, poca stabilità ed un motore povero di potenza. Dopo varie insistenze i miei genitori mi hanno comprato una Aprilia Tuareg Rally, una piccola Enduro come andava di moda in quel periodo. Giunta la maggiore età ho iniziato a divertirmi con le quattro ruote, ma intanto mi piaceva osservare i vari motorini della mia adolescenza e le loro evoluzioni. Alla fine degli anni ’80 nascono i vari 50 cc con le trasmissioni automatiche, mentre la Piaggio, in controtendenza con il mercato, mette in commercio una riedizione della Vespa 50, ancora con tutta la carrozzeria metallica, in contrasto con i vari scooter su cui abbondavano le coperture in plastica.

Mi incuriosisce questa scelta della Piaggio, anacronistica, ancora con il cambio a marce. La osservo da un concessionario di zona, mi piace, e compro un esemplare della “special revival”, colore bordeaux. Sarà il mezzo che fa scoppiare la passione per lo scooter di Pontedera. Uso inizialmente la Vespa nelle strade vicino a casa, faccio qualche giro tra le strade della Brianza, mi ricordo di essere andato anche a Monza a vedere il Gran Premio di Formula 1 del 1991, con la Williams di Nigel Mansell che batte la McLaren di Senna e la Ferrari di Prost, ed apprezzo sempre di più quel piccolo mezzo con la sua arcaica concezione meccanica”.

La meccanica da sempre fa parte della tua vita

“La grande passione per la meccanica è una costante della mia gioventù, ed ancora oggi fa ampiamente parte della mia vita. Corro con i kart, nella seconda metà degli anni ‘90 debutto in macchina. Alcune gare in pista poi inizio ad appassionarmi al mondo delle storiche, sia auto che moto ed è in questo periodo che inizio a collezionare le Vespe. Poi la passione scoppia in modo violento, vado per vecchi concessionari che svuotano i magazzini, giro cascine, cantine, compro vari scooter e mi metto a restaurali scoprendo tante particolarità ed i pregi di questo mezzo che ha contribuito a motorizzare l’Italia”.

Da quel momento nasce la passione per il restauro dello scooter

“Mi ricordo il primo ordine che ho fatto ad un ricambista, era Pascoli di Ravenna, aveva un catalogo con tanti pezzi di ricambio ed ho ordinato una furgonata di pezzi vari d’epoca per riuscire a restaurare le moto che avevo trovato. Mi diverto a restaurare da solo qualche moto, capisco che non è poi così difficile lavorare su un mezzo di questo genere ed inizio a creare i presupposti per la mia collezione cercando e trovando pezzi che rappresentano l’evoluzione di questo mezzo.

Lavorando sulla meccanica della Vespa, scopri che alcune soluzioni sono state studiate così bene che sono rimaste immutate nel tempo per diversi decenni. I progettisti della Piaggio hanno sempre ragionato in funzione della semplicità costruttiva e quando un pezzo funziona bene non si cambia. Inizio anche a documentarmi in modo sistematico sulla storia e sulle caratteristiche meccaniche. Compro libri, riviste d’epoca, manuali di officina che arricchiscono la documentazione della mia collezione e servono per effettuare restauri dei vari mezzi che riesco a recuperare. Il passo successivo è quello di entrare nel mondo dei raduni e dei Vespa Club, soprattutto quello di Milano dove trovo tanti appassionati con cui condividere la mia passione ed avere scambi tecnici sui mezzi da restaurare”.

La Vespa è nata come mezzo per motorizzare l’Italia del dopo guerra, ma ancora oggi è spesso usata da tanti appassionati

“Quando la usi capisci che è un modo diverso di viaggiare, è nata come veicolo per motorizzare l’Italia, oggi la Vespa, soprattutto quelle d’epoca non possono essere paragonate ai mezzi contemporanei.  La Vespa non è una moto dove contano le prestazioni e la tenuta di strada, ma è un mezzo che ti permette di gustare il viaggio, il panorama, tutto ciò che ti può dare soddisfazione nell’andare a passeggio”.

La collezione occupa tutto lo spazio dei garage di casa

“Ad un cero punto mi ritrovo con molti mezzi, sparsi in vari box e magazzini dell’azienda di famiglia, e decido di realizzare uno spazio, sotto casa mia, dove raccogliere tutti i miei mezzi collezionati e restaurati negli anni con la documentazione relativa ed i vari gadget del mondo Vespa. In questo spazio ci sono circa 200 esemplari di Vespa, altri li ho sparsi in vari garage e magazzini della ditta.

Scorrendo tra i vari modelli si può ricostruire l’evoluzione della Vespa e di tante altre creazioni della Piaggio

“Si parte con uno dei primi prototipi, in seguito si possono vedere tutte le varie evoluzioni fino alla fine degli anni ’60, con diverse soluzioni tecniche. In seguito si è standardizzata la produzione con la nascita della serie GS. Ho collezionato anche vari esemplari costruiti all’estero in concessione realizzati per specifici mercati come quello francese e spagnolo. La Piaggio ha anche prodotto una piccola vettura utilitaria, aeroplani, motori fuoribordo, ciclomotori, e l’Ape che è stato un grande veicolo di trasporto”.

Tra le avventure di Marco c’è anche una trasferta a Bonneville, alla caccia del record sul Lago salato con la Vespa

Una grande avventura, un sogno realizzato. Tutto iniziato una sera del 2005 quando vedo il film “La grande sfida” ispirato alla vita e alla carriera di Burt Munro, interpretato da Anthony Hopkins che vuole assolutamente andare a Bonneville con la sua Indian. È una folgorazione, scatta la voglia di vivere quell’avventura, inizio a studiare i record ottenuti e mi accorgo che nessuno l’aveva mai fatto con una Vespa. Subito capisco che non è semplice, con i soci del Vespa Club iniziamo a studiare i regolamenti tecnici, gli scooter non sono previsti e dobbiamo realizzare un veicolo, sempre su base Vespa, che possa essere ammesso alla “Speed Week”.

Abbiamo costruito due veicoli, uno 100cc e uno 125cc battezzati Dafne, come la bimba del mio amico e compagno di avventura livornese, Marco Quaretta. La Speed Week è organizzata dalla SCTA (Southern California Timing Association, con la Bonneville Inc.), il regolamento si basa su due categorie, auto e moto a loro volta suddivise in base alla cilindrata e al grado di preparazione.

Per le moto è prevista una misura minima di 15 pollici di diametro per le ruote, oppure 10 pollici se equipaggiata con sidecar dove è ammessa la terza ruota da 8 pollici. Il centro del motore deve ricadere in asse con la linea delle ruote, mentre quello della Vespa è disassato. Dopo varie discussioni ci hanno dato la possibilità di partecipare alla Speed Weeke come “Rookie Time Only” con la certificazione della velocità, ma non l’hanno inserita nel libro dei record essendo il veicolo fuori regolamento. Per partecipare abbiamo realizzato una scocca speciale, più leggera ed aerodinamica, sempre su base Vespa, con una terza ruota per entrare nella categoria sidecar. Pur non avendo ottenuto nessun record ufficiale, ma solo la certificazione velocistica nella categoria Vintage, andare a Bonneville è stato il coronamento di un grande sogno e la gioia di portare per la prima volta, la Vespa sul Bonneville Salt Flats International Speedway, dove nessuno si era ancora avventurato con un veicolo di questo genere. Sul Lago Salato ci siamo dovuti scontrare con grossi problemi di carburazione durante la prova dovuti all’altezza ed alla rarefazione dell’aria, senza avere potuto fare dei test preliminari come prevede il regolamento della manifestazione.

Siamo andati la prima volta nel 2015, ma l’evento è stato annullato per le cattive condizioni della pista e ci siamo tornati nel 2017. Sono stati molti gli ostacoli da superare, tecnici, regolamentari e soprattutto pratici e logistici. A Bonneville c’è solo una grande distesa di sale, niente altro, il paese più vicino è a 20 km la città a 400. Abbiamo spedito tutto in un container, compreso generatori di corrente, pannelli fotovoltaici, taniche d’acqua, tende ombreggianti, pavimentazioni per proteggere il sale da eventuali perdite d’olio dei veicoli e un tavolo da ping-pong ed un calcio balilla per passare il tempo in attesa del turno per potere correre. L’ambiente è particolare, sia per il deserto di sale che per la gente che lo frequenta. Tutti si danno una mano quando c’è un problema, sembra di essere in un mondo che non esiste più nelle competizioni moderna. Umanamente è stato bellissimo, una esperienza appagante, in quel luogo ti rapporti con gente che ha la tua stessa passione ed il tuo stesso sogno.

Programmi futuri?

A parte le attività di restauro di alcune monoposto che porterò in pista nelle competizioni storiche, voglio tornare nuovamente a Bonneville con la Vespa. Ho già in mente il futuro veicolo, con il motore in asse come sull’Ape.

Immagini ©Massimo Campi

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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