Recensioni

Published on Ottobre 14th, 2021 | by Massimo Campi

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MOTO GUZZI LE MANS 850-1000

Il libro di Giorgio Nada Editore sulla moto italiana

La 850 Le Mans della Moto Guzzi è stata, per i giovani degli anni ’70, il vero mito a due ruote, la prima “supermoto” di serie che uno poteva sognare. Il suo rombo era facilmente riconoscibile, con i due cilindri usciti dalla fabbrica delle “aquile” di Mandello e l’aspirazione che avveniva attraverso i due tromboncini. Poi il cardano, la frenata integrale, due “must” per l’epoca. Andare in giro con una Le Mans era come sentirsi un grande pilota, e la moto di Mandello è stata protagonista di alcune gare di durata in pista.

Antonio Cannizzaro, appassionato collaboratore di importanti riviste ed Alberto Pasi, storico ex direttore di Motociclismo d’Epoca ed attuale giornalista di Motoclassiche, raccontano la storia ed i tanti aneddoti sulla supersportiva della Moto Guzzi. L’opera narra tutta la trafila e le progenitrici della sportiva italiana, partendo dalla V7 con il bicilindrico di 703 cc che debutta nel 1967 risollevando le sorti della fabbrica lecchese. Da quella moto da turismo, vengono ricavate le versioni sportive che conquistano vari record sulla pista di Monza. La V7 sport debutta nel 1970, con il suo telaio rosso ed il serbatoio verde, una nuova sportiva per la casa di Mandello che verrà preparata ed impiegata nelle gare di durata come il famoso Bol d’Or sulla pista Bugatti di Le Mans.

È il 1971, il bicilindrico è stato portato a 844 cc e raggiunge i 70 cv che permettono alla moto di toccare i 225 Km/h sul rettilineo del tracciato della Sarthe. Brambilla e Mandracci comandano la gara distaccando tutto il resto del gruppo, fino a quando una caduta di Brambilla ed un problema ad un bilancere fanno finire la corsa della V7 sono sul gradino più basso del podio. l’anno successivo le V7 sono ancora protagoniste nella difficile maratona francese, e nonostante siano le più veloci non riescono a cogliere il meritato successo per motivi meccanici e varie cadute dei sui piloti. Da queste esperienze, ampiamente narrate nel libro, nasce, nel 1975, la Guzzi 850 Le Mans.

“All’interno del gruppo di Motociclismo, all’inizio degli anni ’80, guidato magistralmente da Carlo Perelli – sono i ricordi di Alberto  Pasi – ognuno aveva le proprie passioni e le proprie moto. Ma benché ci fossero fan di BMW, Honda, Laverda ed altre marche, in tutti a Motociclismo vigeva una grande ammirazione per la Moto Guzzi, che veniva considerata come un patrimonio storico e culturale dell’umanità.”

“ A quel tempo la 850 Le Mans, a cinque anni della sua presentazione, era vista come una motocicletta mitica, la migliore prodotta dalla casa di Mandello dopo decenni. Come una spugna assorbivo i pensieri e le valutazioni di chi era più grande di me e la Le Mans divenne un oggetto di ammirazione anche per il sottoscritto!”

“Diversamente da ogni altra proposta questa Guzzi sommava così tante particolarità da risultare inimitabile, le forme sinuose del serbatoio, e della sella così particolari, il cupolino minimalista, il motore a V con i possenti cilindri che, come torri, salivano dal basso restando in piena vista al pilota, i grossi carburatori con la pompetta di ripresa in bella evidenza, gli scarichi neri, voluminosi, che puntavano verso l’alto…”

“Era veramente il meglio della “sportiva all’italiana”: bella, potente, stabilissima, sicura, prima di quei difetti tipici delle sue coetanee..”

Nata alla metà degli anni Settanta come evoluzione della V7 Sport, la 850 Le Mans è uno dei modelli più famosi della Moto Guzzi. Le vicende del suo sviluppo sono legate a doppio filo con le ultime esperienze della squadra corse della Casa. Le soluzioni ideate per affrontare le gare di durata sono infatti riversate in questo modello proposto come moto di serie “pronto corsa”.

L’immediato successo di pubblico, che apprezza le performance di questa bicilindrica, consacra la 850 Le Mans come la miglior sportiva “made in Italy” del periodo, regalandole inoltre una carriera piuttosto lunga che si concluderà con la discussa versione di 1000 cc, tanto godibile nel motore quanto deludente nella ciclistica. Un finale di carriera sotto tono che nulla toglie al prestigio complessivo di questo modello, ancora oggi considerato un mito per gli appassionati della sportiva all’italiana sparsi in tutto il mondo. Questo perché la Le Mans è un raro connubio fra prestazioni, versatilità e robustezza meccanica, tanto che una gran parte degli esemplari costruiti dal 1976 al 1993, dopo aver percorso chilometraggi da gran tourer, è tuttora in circolazione.

MOTO GUZZI LE MANS 850-1000

Autori: Antonio Cannizzaro e Alberto Pasi – Giorgio Nada Editore

Formato: 24.3×27 – Pagine: 128 – Foto: centinaia in b/n e a colori – Brossura con alette – Testo: italiano – Collana: Le moto che hanno fatto la storia

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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