Published on Ottobre 12th, 2021 | by Massimo Campi
0Museo Tazio Nuvolari
il Museo dedicato al mito del mantovano volante
Tazio Nuvolari, il mito, la leggenda, un pilota, un uomo che ha segnato la storia del motorsport, ha saputo trascinare masse e tifosi che correvano ai bordi delle strade e delle piste per vedere le sue gesta ed il suo modo di affrontare le gare ed il pericolo. Una guida sempre al limite, una figura piccola con quel suo volto scavato e la sua maglietta gialla, con la tartaruga donata da Gabriele Dannunzio sul petto come simbolo. Ferdinand Porsche, che si intendeva di macchine, uomini e competizioni lo definì “il più grande pilota del passato, del presente e dell’avvenire”.
La leggenda del “Mantovano Volante” rivive nel Museo Tazio Nuvolari che raccoglie il lascito del grande campione oggi custodito e promosso da Automobile Club Mantova. Attraverso le raccolte di immagini, di memorabilia, di contributi audiovisivi e trofei il Museo racconta la vita straordinaria del campione mantovano e rappresenta anche un viaggio nel tempo, dagli albori dell’automobilismo della prima parte del ‘900, fino al primo dopoguerra, che permette di riscoprire una delle più emozionanti e incredibili storie umane e sportive del secolo scorso.
Tazio Giorgio Nuvolari, è nato, il 16 novembre 1892, a Castel d’Ario in provincia di Mantova. L’esordio in corsa avviene nel 1920, alternando la moto all’auto e arrivando a eccellere con l’una e con l’altra. Su due ruote ottenne 69 vittorie (36 assolute, 33 di classe di cilindrata), 1 titolo di Campione d’Europa (1924), 2 titoli di Campione d’Italia (1924 e 1926), 3 primati internazionali di velocità. In 8 occasioni, in sella alla monocilindrica con cui conquistò i suoi maggiori successi, la Bianchi 350, riuscì a battere anche tutti gli avversari alla guida di moto di 500 centimetri cubi. La grande fama arriva con le quattro ruote, Tazio impressiona pubblico ed addetti ai lavori, ed il suo albo d’oro automobilistico comprende 92 primi posti (55 assoluti, 37 di classe), un’affermazione nel Campionato d’Europa del 1932, 3 titoli di Campione italiano assoluto (1932, 1935, 1936), 2 primati internazionali di velocità. In totale, nelle corse in circuito, fece registrare non meno di 101 volte il giro più veloce (42 in moto, 59 in auto). Scampò a una serie di incidenti agghiaccianti e morì a Mantova, nel suo letto, per una crisi cardiaca, ancora popolarissimo, l’11 agosto 1953.
Il patrimonio sportivo del campione mantovano è stato affidato nel 1985 sulla base di una precisa disposizione testamentaria del pilota, all’Automobile Club Mantova, di cui Nuvolari fu Presidente per ben sette anni, dal 1946 sino alla sua scomparsa. Dal 1985 fino alla fine del 2008 il Museo fu stato collocato in un’ala del trecentesco Palazzo del Podestà, in piazza Broletto. A seguito di una ristrutturazione degli spazi il Museo venne chiuso e venne allestita una esposizione temporanea fu allestita, da settembre 2010 a dicembre 2011, presso le Sale del Capitano, nel complesso di Palazzo Ducale. Il 16 novembre 2012, Il Museo Tazio Nuvolari è stato inaugurato in occasione del 120° anniversario dalla nascita di Nuvolari, nell’ex chiesa del Carmelino, in via Giulio Romano a Mantova.
La nuova sede, affidata dal Comune all’Automobile Club di Mantova è stata debitamente ristrutturata per adeguare i locali dell’ex Archivio storico a luogo di conservazione e fruizione delle memorie, dei cimeli e i trofei del “Mantovano Volante”
Il Museo Tazio Nuvolari raccoglie i trofei, le targhe e le coppe vinte dal Mantovano volante, nonché una ricca collezione di medaglie d’oro, testimonianze di una carriera sportiva e di una vita divenute leggenda.
Di grande impatto sono gli effetti personali del campione: caschetti, guanti, occhiali, tute e l’inseparabile maglia gialla. In evidenza anche manifesti, lettere autografe, attestati, onorificenze, documenti. Tra questi, il telegramma inviato da Gabriele D’Annunzio dopo la vittoria nella Targa Florio del 1932, accompagnato alla riproduzione della famosa tartaruga d’oro con la dedica «All’uomo più veloce, l’animale più lento». Originali filmati d’epoca proiettati su grande schermo e un’esposizione di preziosi modelli in scala permettono di rivivere l’emozione delle gare motoristiche della prima metà del Novecento.
Immagini ©Massimo Campi