Published on Gennaio 30th, 2019 | by Massimo Campi
0Romolo Tavoni, i 93 anni del “ragionere da Corsa”
Romolo Tavoni, il segretario del Drake, il Direttore Sportivo della Ferrari ed infine Dirigente dell’Autodromo di Monza.
Romolo Tavoni, parlare di lui dei suoi tanti aneddoti, delle sue arrabbiature, è come passare attraverso un film, fatto di uomini, di persone vere, come spesso dice “il ragioniere”. Tavoni oggi compie 93 anni, un traguardo importante, soprattutto di un uomo che ha attraversato la storia, ma che ha anche fatto la storia. “Di quel periodo favoloso siamo rimasti in pochi, di quei dirigenti che Enzo Ferrari ha licenziato nell’ottobre del 1961 siamo solo in tre ancora in vita” e con queste parole il “ragioniere da corsa” vuole sottolineare di come sono trascorsi i decenni, ma lui è ancora presente, con i suoi acciacchi ma anche con una grande lucidità mentale e tanti ricordi ancora vivi nella mente. “Ho vissuto nel meglio che potevo, cercando di rispettare tutti. Nella mia vita credo di avere fatto qualche errore, ma mi sono anche scusato. Non sempre ho avuto ragione, ed ho cercato di riconoscere i miei errori, perché chi crede di avere sempre ragione è colui che ha sempre torto!”
L’assunzione, gli anni della Ferrari, poi il licenziamento assieme agli altri dirigenti “abbiamo sbagliato noi!” ha sempre replicato, “non abbiamo capito il suo dramma: sua moglie!”.
Poi l’ATS, ed infine l’ACI Milano e l’Autodromo di Monza, dove si è sempre distinto per le sue iniziative, per il suo modo, diretto, di dirigere e di affrontare le situazioni. “La Ferrari, ma soprattutto l’Autodromo di Monza sono state le due fasi importanti della mia esistenza, sono stati il mio lavoro, la mia vita!”
Anni gloriosi, dove i piloti erano i cavalieri del rischio ed ogni fine settimana c’era un lutto “Era un’altra epoca, le corse erano soprattutto rischio, tutto un altro modo di intendere lo sport. Ora si rischia poco nel correre in macchina, e sono molto felice che il progresso abbia salvato molte vite”
Tra le sue più importanti avventure c’è stata la creazione della F.Monza 875, e le sue derivate F.Panda e F.Fire, categorie che hanno creato generazioni di meccanici, preparatori, costruttori, e piloti. Qualche nome: Michele Alboreto, Luciano Pavesi, Giorgio Francia, Diego Forti, Alberto Colombo, Artico “Tatuus” Sandonà, giusto per citarne una piccolissima parte.
“La Formula Monza fu una bellissima avventura, nacque da un’intuizione di Luigi Bertett, presidente dell’Automobile Club Milano ed io fui quello che ebbe l’incarico di realizzarla. Dopo il licenziamento a Maranello e la fallimentare avventura con l’ATS era giunto a Milano nel 1963. Serviva una categoria per formare i giovani appassionati di questo sport, ed il pensiero del Bertett era quello di far diventare Monza una scuola permanente di formazione e addestramento, non solo per i piloti, ma anche per meccanici, costruttori, preparatori e per tutti coloro che a vario titolo erano coinvolti nell’attività sportiva: quindi, anche per gli organizzatori (che dovevano imparare a gestire le competizioni e a fare quadrare i bilanci) e per i commissari di percorso, che fino ad allora erano quasi tutti ex piloti. Alla base di questo ambizioso programma – che costituiva una vera innovazione non solo per Monza ma anche per tutto l’automobilismo nazionale e internazionale – ci doveva essere una vettura addestrativa, economica, sicura e facile da gestire, in modo da mettere i piloti nelle condizioni di poter correre provvedendo da soli al minimo di manutenzione necessaria. Il motore era quello della Fiat 500 Giardiniera, il telaio in tubi, sospensioni e trasmissione sempre della piccola vettura torinese e via in pista. Il Trofeo Cadetti partì il 5 maggio 1965, la F.875 era una vera formula addestrativi, il pubblico reagì in modo entusiasta a questa formula. C’era una grande partecipazione che alcune volte sfociava in vero e proprio tifo sportivo. Se un commissario sbagliava a esporre una bandiera blu in Variante, partivano dalle tribune bordate di fischi ed insulti. Era veramente una scuola anche per i commissari, non potevano sbagliare: il giudizio del pubblico era spietato. Non esistevano praticamente le bandiere rosse e ad ogni giro c’era un incidente in variante. I commissari dovevano saper sgombrare la pista in meno di un minuto, magari con due o tre macchine incidentate alla volta che dovevano essere trascinate a forza fuori dalla pista. Se un commissario sportivo non segnalava una scorrettezza, a fine gara arrivavano puntuali i piloti spesso ‘scortati’ da meccanici, genitori, fratelli e sorelle ed amici con il regolamento in mano ed erano grandi discussioni per tutti. Intanto, però, si faceva della vera formazione sportiva. La Formula Monza cominciò ad essere una grande palestra per piloti e tecnici, a metà degli anni ’70 c’erano gare con oltre 100 iscritti, è stato uno dei più grandi successi sportivi, difficile da replicare!.”
A Romolo Tavoni si illuminano ancora gli occhi quando parla della Ferrari, dei suoi piloti, e della F.Monza.
…ancora tanti auguri Ragioniere Tavoni!!!!