Agosto, mese di vacanza, di trasgressioni (così dicono) e di confessioni. Anche in F1.
Dopo l’outing di Honda (“non ci aspettavamo d’incontrare tutte queste difficoltà”), ora è la volta della McLaren a confessare di aver immaginato uno sviluppo ben diverso della rinnovata collaborazione con il motorista giapponese.
In effetti il team inglese ed Honda avevano iniziato la nuova avventura con alte aspettative, contando di rinverdirevelocemente i fasti del periodo 1988 – 1992 . Ma così non è stato.
Benché la McLaren abbia sempre cercato di trasmettere all’esterno una visione positiva della collaborazione (e probabilmente in quest’ottica vanno interpretate le dichiarazioni entusiastiche di Fernando Alonso), ora comincia ad ammettere che le procedure ed i tempi di lavorazione del partner nipponico non sono i più adatti per risalire a china e tornare a lottare per la vittoria.
“Mentre Mercedes, Renault e Ferrari hanno investito le proprie risorse nella nuova tecnologia ibrida, assumendo tecnici già esperti in questo campo – confida Eric Boullier (nella foto), direttore sportivo della squadra di Ron Dennis – la maggior parte delle persone che lavorano ha Sakura non hanno esperienza e conoscenze sulle nuove power-unit. Ciò significa che Honda ha programmato fin dall’inizio tempi lunghi per trovare la competitività. Innanzitutto il suo personale deve acquisire conoscenze, poi esperienza. Ha poi necessità di sviluppare strutture e processi organizzativi che sono partiti letteralmente da zero”.
Il fatto è che la McLaren non può permettersi di attendere troppo. I suoi sponsor chiedono risultati ed il rinnovo dei contratti è a rischio, con grave conseguenze finanziare per il team di Woking. “Dobbiamo ottenere buone prestazioni al più presto … per noi è vitale. E Honda lo sa bene”, conclude Boullier.