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Published on Giugno 22nd, 2015 | by Massimo Campi

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Intereuropa, il fascino delle storiche a Monza.

Un numeroso pubblico ha assistito ad un appassionante fine settimana che ha visto il ritorno della Coppa Intereuropa sul circuito monzese con gare, mostre, esposizioni e tante iniziative.

Per la parte sportiva, in questa 62^ edizione, si sono date battaglia oltre 200 auto da corsa storiche, suddivise in sette categorie, veri e propri gioielli che dopo 35, 40, 50 anni non si risparmiano accelerazioni al limite e staccate all’ultimo metro. Una sorta di museo dinamico e vitale che fa della Coppa Intereuropa uno degli appuntamenti motoristici più attesi in Italia e in Europa.

Piena soddisfazione è stata espressa da tutti i promotori, organizzatori e addetti ai lavori, a partire dalla Masters Historic Racing  Event Manager, Rachel Bailey,  che dichiara: “La decisione di partecipare a Monza con  due nostri campionati FIA in questo fine settimana è stata estremamente  positiva e incoraggiante, testimoniando l’attrattività di questo circuito per lo sport motoristico”.

Una griglia di 35 auto per il Masters FIA Historic Formula One Championship e una griglia di 34 auto per il FIA Historic Masters Championship Sports Car sono la dimostrazione dell’amore per questo sport.

Prosegue Bailey: “La prima volta a Monza si è dimostrata un grande successo con i  piloti ufficiali. Siamo lieti di vedere un numero di nuovi arrivati, tra cui un forte contingente italiano, che non hanno voluto perdere l’occasione  di correre in questo tempio dello sport automobilistico. Siamo inoltre felici di aver inserito la Coppa Intereuropa nel nostro calendario 2015 e speriamo di poter tornare presto”.

Nel corso di questa prima domenica estiva erano in programma 9 gare. Riflettori puntati soprattutto sui campionati FIA Masters Historic. Nel Formula One si è concretizzato un dominio Tyrrel. Non solo, infatti, vi è stato il doppio primo posto del belga Loic Deman con la Tyrrel 010 del 1980 (vittorie alla media di 194.891 Km/h e di 195.139 Km/h) ma anche la conquista di ben cinque posizioni del podio su sei. Doppio podio per Stefano Di Fulvio con la Tyrrel 012 del 1983 (terzo in Gara 1 e secondo in Gara 2), mentre il britannico Andy Wolfe con la Tyrrel 011 del 1983 è arrivato terzo in Gara 2. Unico “intruso”, in Gara 1, il britannico Simon Fish, giunto secondo con la Ensign N180 del 1980.

Nelle Sports Car, dopo il secondo posto in Gara 1, vittoria in Gara 2 del britannico Martin O’Connell, alla media di 176.649 Km/h, su Chevron B19 del 1971, che ha preceduto Jason Wright su Lola T70 MK3B del 1969 e il connazionale Paul Gibson su Broadley Lola T70 MK38 del 1968.Vi era poi un’altra categoria FIA, la Formula junior del Trofeo Lurani, che ha visto l’affermazione di Westie Mitchell su De Tomaso63 alla media di 156.005 Km. A completare un podio tutto britannico, Andrew Hibberd su Lotus 22 e James Claridge su Lola Kk5A. In Formula 2 un podio tutto  March: alla media di 183.307, primo posto per il britannico Matthew Watts con la sua  772 del 1977. Sul podio i connazionali Philip Hall su March 752 e Mark Dwyer su March 742.

Due gare invece per la categoria Gruppo C che fa rivivere i grandiosi giorni delle gare mondiali degli anni ’80. Vittorie britanniche per Richard Eyre in Gara 1 (su Jaguar XJR16 alla media di 168.717 Km/h) e per Tommy Dreelan in Gara 2 (su Porsche 962 alla media di 179.534 Km/h). Sul podio, rispettivamente, la Jaguar XJR14 del belga Christophe D’Asnsembourg e la Spice SE90GTP del britannico Steve Tandy, in Gara 1, e lo stesso Tandy e il connazionale Frank Lyons su ALD C289.

Nella gara di durata di 90 minuti della Gentlemen Drivers & Masters Pre-66  Touring Cars, primo e secondo posto per vetture AC Cobra del 1963: vittoria dei britannici Rob Hall e Andy Willis, alla media di 154.022Km/h, davanti all’equipaggio composto dall’elvetico Michael Gans e dal britannico Andy Wolfe. Terzo posto per il britannico Jamie Boot su TVR Griffith del 1965. Tutto Alfa, infine, ha riproposto i primi tre classificati nelle due gare con la vittoria di Roberto Arnaldi, alla media di 147.823 Km/h) davanti a Franco Monguzzi e a Fabio Massimo Sordi.

Da segnalare l’assegnazione di uno speciale premio alla vettura giudicata “la più bella di tutto il paddock”. Il trofeo “Gian Luca Valt”, alla memoria di un grande appassionato di motori scomparso prematuramente pochi mesi fa, è stato vinto dalla Jaguar XJR14 numero 17, anno 1991, guidata dal belga D’Ansembourg. Oltre alle gare in pista numerosi appuntamenti tra i club hanno visto numerosi mezzi sfilare nei due giorni. Mercatino, mostre fotografiche, tra cui quella dedicata a Vittorio Brambilla, l’inaugurazione del nuovo Museo della Velocità hanno fatto da contorno al rilancio di questa importante manifestazione.

 

Foto di Massimo Campi

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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