Formula 1

Published on Marzo 18th, 2015 | by Bruno Brida

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F1: il ritorno di Alonso e l’uscita di Giedo

D’accordo, pensare male si fa peccato, ma qualche volta s’indovina.

Questo può essere il caso del misterioso incidente accaduto a Fernando Alonso sul circuito di Barcellona in occasione dei test precampionato di F1. Voci davano (e danno) come “politicamente di protesta”  il periodo di convalescenza presosi da Alonso, preoccupato dalla scarsa competitività della sua nuova monoposto.

Dopo giorni di assordante silenzio la McLaren ha fatto sapere che oggi lo spagnolo (nella foto BBC/Getty Images) è a Woking, sede del team, per iniziare a lavorare con il simulatore. Da parte sua il team principal Eruc Boullier si è fatto intervistare da quotidiano El Pais (notoriamente vicino all’entourage di Alonso) per rassicurare sugli ottimi rapporti della squadra con il pilota, e che non c’è nessuno motivo di crisio di malumore da nessuna delle due parti.

Anzi, “sono stato in contatto quotidianamente con Fernando che non vede l’ora di salire sulla sua monoposto”, assicura Boullier. “L’incidente? È stato un episodio molto sfortunato ma che non ha creato alcun problema tra noi. Io stesso ho coordinato le indagini tecniche in sede ed ho assicurato la massima collaborazione con la Fia. Noi come loro vogliamo sapere cosa è esattamente successo in quell’occasione”.

Per quanto riguarda poi le prestazioni della McLaren-Honda, Boullier si dice convinto che il team potrà vincere almeno un Gran Premio già quest’anno. Peccato che qualche giorno fa abbia rilasciato un’intervista in cui confessava che la power-unit Honda era anni indietro a quelle dei rivali.

“La ragione è semplice. Quando si è saputo del nuovo regolamento – spiegava il nostro – Mercedes, Ferrari, Renault hanno avuto tre anni di tempo per sviluppare le loro unità, mentre Honda ha deciso solo nel 2013 di ritornare in F1, quindi ha avuto a disposizione un anno e mezzo per prepararsi … quindi ha solo bisogno di tempo per essere competitiva”.

Certo che il motorista giapponese deve farne di strada, se è vero (ma in F1 tutto va preso con le pinze) che in Australia la McLaren di Button ha potuto terminare il GP solo disattivando tutti i sistemi di recupero d’energia, “regalando” così alla Mercedes qualcosa come 200 CV, o giù di lì.

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Charlie Whiting, direttore di gara Fia.

A proposito di regolamenti, vi ricordate la roboante dichiarazione della Fia intenzionata a proibire ogni forma di comunicazione tra pilota e muretto ad eccezione di quelle strettamente connesse alla sicurezza per esaltare il ruolo del conduttore? Ebbene, in una riunione pre-campionato del Gruppo Strategico (che riunisce i rappresentanti dei top team e Charlie Whiting, direttore di corsa Fia) è stato deciso di sforbiciare il lungo elenco di proibizioni originale.

In pratica, nel corso della stagione 2015 del mondiale di F1 sono vietati:

  • consigli sulla traiettoria da seguire e sulla taratura delle sospensioni
  • consigli sulla regolazione da impostare sul volante-computer per affrontare determinate curve e sul punto di frenata
  • informazioni sui tempi dei vari settori, in assoluto o comparati con un altro pilota
  • informazioni sulla velocità in curva rapportata a quella di un altro
  • consigli sull’utilizzo dei freni o sulla stabilità della vettura in frenata
  • comparazione con un altro pilota sulla frenata
  • indicazioni sull’uso dell’acceleratore e del DRS in generale oppure confrontate con un altro pilota
  • consiglio sull’uso del pulsante per il sorpasso
  • consigli di guida in generale.

I divieti avrebbero dovuto entrare in vigore già in Australia, ma tutti hanno fatto finta di niente. A cominciare dalla direzione di gara Fia. Staremo a vedere cosa succederà nell’ormai prossimo GP di Malesia.

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Giedo van der Garde entra nel tribunale di Melbourne per la sua vertenza contro la Sauber.

E per concludere in bellezza, sapete com’è finita la diatriba Giedo van der Garde Vs Sauber? Con la commovente dichiarazione del pilota olandese che ha ritirato la causa intentata contro il team svizzero “per non danneggiarlo, anche a costo di mettere da parte il mio sogno di correre in F1”.

Determinante in questa sua “sofferta” decisione il sostanzioso risarcimento offertogli dalla controparte, che dovrebbe aggirarsi fra i 15 ed i 17 milioni di euro. D’altra parte, come si sa, tutto ha un prezzo … compresi i sogni!

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About the Author

Laureato in ingegneria. Giornalista da oltre 40 anni nel settore motoristico, produzione e sportivo. Consulente della comunicazione. Esperienze: redattore di Quattroruote, caporedattore di Autoruore 4x4, caporedattore centrale della Gazzetta di Crema e della Gazzetta di Monza, direttore di Paddock.



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