Published on Ottobre 29th, 2013 | by Massimo Campi
01963 il fenomeno Jim Clark e la Lotus 25
Un uomo ed il suo mezzo: una simbiosi perfetta, è questa la sintesi della stagione mondiale 1963, con l’esplosione del fenomeno Jim Clark ed il primo titolo mondiale conquistato dalla Lotus di Colin Chapman con quella “25” che rivoluzionerà il modo di costruire i telai da corsa.
Dieci gare da disputare nel 1963 ma già alla settima prova lo scozzese ha matematicamente in mano il titolo mondiale. Sette volte è primo, una volta secondo ed una volta terzo e ben sette volte è partito in pole position dimostrando un dominio quasi assoluto dell’abbinamento uomo macchina.
Jim Clark debutta in F.1 nel 1960, dopo avere dominato le gare in F.Junior, è il nuovo astro nascente, il pupillo di Colin Chapman che ha subito intuito le potenzialità di quell’uomo mite, timido, introverso, educato, ma con delle doti di guida fuori dal normale, in pratica un vero fenomeno destinato a diventare un grande campione.
Le potenzialità di Clark sono però in parte menomate dalla scarsa competitività della Lotus e della continua ricerca di leggerezza e di sperimentazione da parte di Chapman, ma infine arriva la nuova creazione che rivoluzionerà la tecnica costruttiva di tutte le monoposto da corsa: la Lotus 25. Da quel momento grazie all’estro e alla genialità di Colin Chapman, che sarà letteralmente capace di cucire addosso come un sarto al suo pilota le vetture che costruisce, lo scozzese diventerà praticamente imbattibile.
La Lotus 25 fu veramente rivoluzionaria: il pilota assumeva una posizione semi sdraiata all’interno dell’abitacolo, una posizione che rendeva difficile la guida a molti, ma non al talentuoso Clark che ne ricavava i vantaggi di una maggiore penetrazione aerodinamica uniti alla leggerezza estrema.
La 25 fu anche la prima vera monoscocca della storia, che debuttò già nella stagione 1962 al GP d’Olanda proprio con Clark alla guida. Una volta messa a punto e grazie alla sua estrema leggerezza, il telaio da solo pesava solamente 30 Kg, la 25 divenne vincente in breve tempo. Unita al motore V8 Coventry Climax, la vettura di Chapman diviene l’arma perfetta nelle mani di Jim Clark. Sette successi su dieci gare furono il suo biglietto da visita; il suo casco blu notte sormontato dalla visierina bianca, era noto a tutti gli appassionati del mondo, perché sempre in testa ad ogni competizione e ben presto venne soprannominato “The Flying Scottish”.
Il mondiale del 1963 prende il via a Monaco il 26 maggio, a primavera avanzata, e per Clark inizia male la stagione: ritiro a 78° passaggio con il cambio a pezzi. La vittoria va a Graham Hill, con la BRM, seguito dal compagno Richie Ginther, Bruce McLaren con la Cooper è terzo.
Nella seconda gara, in Belgio, sul tracciato di Spa, iniziò la riscossa di Clark dopo avere avuto noie in qualifica sempre con il cambio. La gara partì sotto la pioggia. Al via Clark, fu autore di un grande scatto, riuscendo a concludere il primo giro in testa. Lo scozzese prese ampiamente il largo sugli inseguitori, che si disputarono quindi la seconda posizione. Hill la mantenne fino al 18º giro, quando dovette ritirarsi per problemi al cambio; a questo punto passò al secondo posto Gurney, che fu però sopravanzato da McLaren a tre tornate dalla conclusione. Clark dominò fino alla bandiera a scacchi, doppiando tutti ad eccezione di McLaren, al quale inflisse comunque quasi cinque minuti di distacco; al terzo posto chiuse Gurney, seguito da Ginther, Bonnier e Godin de Beaufort.
In Olanda Clark prese subito il comando, inseguito da Graham Hill e McLaren che fu quasi subito costretto al ritiro per la rottura del cambio. Alle spalle di Clark, che conquistò rapidamente un grande vantaggio, Brabham superò Hill, mantenendo la seconda posizione fino al 55º passaggio, quando uscì di pista a causa dell’acceleratore, bloccato dalla sabbia. Tornò quindi al secondo posto Hill, che fu però costretto a tornare ai box, poche tornate più tardi, a causa di problemi di surriscaldamento. La seconda posizione fu allora conquistata da Surtees, ma al 63º giro il pilota della Ferrari commise un errore, dovendo lasciar strada a Gurney. Clark condusse indisturbato fino alla bandiera a scacchi, doppiando tutti i suoi rivali e tagliando il traguardo davanti a Gurney, Surtees, Ireland, Ginther e Scarfiotti.
A Reims in Francia durante le prove, dominate da Clark, Scarfiotti ebbe un incidente e si infortunò, dovendo saltare la gara. Al via lo scozzese mantenne il comando, mentre alle sue spalle la vettura di Graham Hill si spense e il pilota inglese fu aiutato a partire, cosa che a fine gara gli costò la revoca dei quattro punti conquistati per il terzo posto. Nelle prime tornate Ginther, scattato molto bene, si inserì alle spalle di Clark, ma il pilota della BRM fu quasi subito costretto al ritiro a causa di un radiatore bucato.
A contendersi la seconda posizione rimasero quindi Surtees, Gurney e Brabham, con quest’ultimo che ebbe la meglio grazie a problemi tecnici degli avversari. Tuttavia, dopo quaranta giri anche il pilota australiano fu costretto a rallentare da problemi al motore, cedendo la posizione a Hill e Maggs. Quest’ultimo si prese il secondo posto a poche tornate dal termine, approfittando di problemi alla frizione che affliggevano la vettura di Hill.
Clark vinse con oltre un minuto di vantaggio sugli inseguitori, precedendo sul traguardo Maggs, Hill, Brabham, Gurney e Siffert, per la prima volta a punti sulla sua Lotus 24 del Team Walker.
A Silverstone al via Clark scivolò in quinta posizione, sopravanzato da Brabham, Gurney, McLaren e Graham Hill, ma in poche tornate il pilota scozzese riguadagnò la testa della corsa, staccando rapidamente gli inseguitori. Alle sue spalle, McLaren si ritirò per un guasto al motore, mentre Gurney sopravanzò Brabham; il pilota australiano mantenne la terza posizione fino al 28º passaggio, quando anche sulla sua vettura il motore cedette. Hill e Surtees lottarono tra loro per tutta la gara, superandosi più volte; al 60º passaggio, quando Gurney si ritirò per un problema al motore, i due passarono rispettivamente al secondo e terzo posto. Il loro duello si risolse solo all’ultima tornata, quando Surtees ebbe la meglio sul rivale, rimasto senza benzina, tagliando il traguardo in seconda posizione dietro a Clark. Hill chiuse comunque sul gradino più basso del podio, precedendo Ginther, Bandini e Hall.
In agosto si corse al Nurburgring il G.P. di Germania, la Ferrari schierò due vetture al via per Surtees e Mairesse, ma lo scozzese della Lotus conquistò la quarta pole position consecutiva, precedendo proprio la Ferrari di Surtees. Al via Clark scattò per primo mentre Bandini ebbe un incidente subito dopo il via, dovendosi ritirare. Il pilota della Lotus ebbe però dei problemi al motore già nel corso del primo passaggio, venendo superato da Ginther e Surtees. Nel corso del secondo giro, mentre anche Ginther era colpito da problemi tecnici che lo fecero scivolare indietro in classifica, Mairesse ebbe un gravissimo incidente, causando la morte di un soccorritore e subendo gravi ferite alle braccia; una tornata più tardi McLaren si schiantò per la rottura dello sterzo, riportando ferite alle ginocchia. La lotta per la prima posizione era tra Clark e Surtees ma il problema al motore della sua Lotus costrinse lo scozzese a rinunciare, accontentandosi del secondo posto. Surtees condusse fino alla bandiera a scacchi, conquistando la prima vittoria in carriera in Formula 1 davanti a Clark; alle loro spalle Ginther risalì in terza posizione grazie ai ritiri di McLaren e Hill, mentreMitter approfittò dei ritiri di Maggs e Siffert per giungere quarto al traguardo alla guida di una vecchia Porsche 718. Chiusero la zona punti Jim Hall e Bonnier.
A Monza si corse l’8 settembre e la Ferrari schierò al posto di Mairesse, ancora infortunato, Lorenzo Bandini, che aveva già disputato alcuni Gran Premi per la Scuderia Centro Sud e la Lotus sostituì Trevor Taylor, vittima di un grave incidente durante il Gran Premio del Mediterraneo, non valido per il Mondiale, con Mike Spence. Al via Hill prese la testa della corsa, davanti a Surtees e Clark; nel corso del quarto passaggio il pilota della BRM fu sopravanzato da entrambi i rivali, che cominciarono a contendersi la prima posizione e lo distanziarono. Al 17º giro Surtees fu costretto al ritiro da problemi al motore. Clark prese quindi il comando, ma fu raggiunto da Gurney e Hill. I tre si contesero la vittoria per gran parte della gara, scambiandosi più volte le posizioni, ma dopo 49 tornate Hill rallentò per via di problemi alla frizione, scivolando nelle retrovie e dovendo poi abbandonare la gara. Al 63º giro anche Gurney ebbe dei problemi meccanici e Clark poté così permettersi di amministrare la gara, tagliando il traguardo in prima posizione. Secondo si piazzò Ginther, unico pilota a pieni giri, mentre McLaren conquistò il gradino più basso del podio. Ireland (ritiratosi a due tornate dal termine per un guasto al motore), Brabham e Maggs chiusero a punti. Questo risultato consegnò al pilota scozzese e alla sua scuderia rispettivamente il Titolo Piloti e il Titolo Costruttori, con ben tre gare d’anticipo sulla fine del Campionato.
A Watkins Glen Prima del via Clark rimase fermo sulla griglia a causa di un problema alla batteria, perdendo così un giro rispetto ai rivali. Alla partenza Hill e Ginther presero il comando della corsa, ma entrambi furono poi sopravanzati da Surtees, che al 7º giro passò in prima posizione. Hill, Surtees e Gurney, che aveva avuto la meglio su Ginther nelle prime fasi, si contesero le prime posizioni per gran parte della gara, ma dopo 42 tornate il pilota della Brabham fu costretto al ritiro per dei problemi al telaio. Surtees rimase saldamente in testa fino all’ottantatreesimo passaggio, quando sulla sua Ferrari si ruppe il motore; Hill ritornò in prima posizione, conducendo fino al traguardo e conquistando la seconda vittoria stagionale davanti a Ginther, Clark (autore di una grande rimonta e del giro più veloce), Brabham, Bandini e de Beaufort, ultimo dei piloti a punti.
Clark ritornò alla vittoria in Messico dominando la gara. Alle sue spalle Gurney si inserì in seconda posizione, prima di dover retrocedere per un problema meccanico a circa metà gara. Passò quindi al secondo posto Brabham, che chiuse alle spalle di Clark e davanti a Ginther, Graham Hill, Bonnier e Gurney.
La stagione 1963 finì in Sud Africa il 28 dicembre sul circuito di Prince George ad East London con l’ultima vittoria stagionale di Clark che al via fu sopravanzato da Brabham, ma già nel corso del primo passaggio il pilota scozzese riconquistò la testa della corsa. Alle sue spalle Gurney sopravanzò il compagno di squadra e Surtees, portandosi in seconda posizione. Brabham perse terreno per via di una perdita di potenza; al 43º passaggio Surtees si ritirò per la rottura del motore, cedendo il terzo posto a Hill. Le prime posizioni rimasero invariate fino al traguardo, con Clark che conquistò la settima vittoria stagionale davanti a Gurney e Hill; McLaren approfittò del ritiro diGinther per chiudere al quarto posto, precedendo Bandini e Bonnier.
Finì così la stagione 1963, la prima vittoria mondiale di Jim Clark e della Lotus di Colin Chapman, un duo presto destinato ad entrare nella leggenda della Formula Uno.