Gigi Villoresi raccontato sul palco del Museo Cozzi
“Nuvolari aveva il fuoco, Varzi il ghiaccio, Schumacher il martello, Villeneuve l’arte, Valentino la fantasia, Senna ha visto Dio in fondo al rettilineo di Suzuka” ma chi era Luigi Villoresi?
Gigi era un uomo normale, un uomo semplice, ma in macchina andava forte. Pilota professionista dopo una lunghissima gavetta e quando è il momento di esplodere inciampa in un grosso problema che si chiama Seconda Guerra Mondiale. Basta con le corse, deve indossare la divisa, via in Grecia a fare una cosa molto distante dal suo carattere gentile.
Sette anni lontano dalle corse, poi si riprende, ma gli anni in cui doveva, in cui poteva esplodere stanno passando. Gigi ritorna su quelle strade, su quelle piste, ritorna a sognare, ritorna a vincere e a coronare un suo sogno con un nome che inizia per mille e finisce con miglia. Quella corsa che solo i grandi campioni hanno saputo conquistare e tra loro c’è anche scritto il suo nome: Luigi Villoresi.
Poi una vita a volte travagliata, senza quell’amore che gli era stato portato via dalle leggi razziali.
Tutto questo nello spettacolo di Davide da Fidel con la prima teatrale al Museo Cozzi di Legnano. Il campione milanese è raccontato “A tutto gas e senza freni” tratto dalle pagine del libro scritto da Valerio Villoresi che, insieme ai fratelli, è il parente in vita più prossimo a Gigi.
Il romanzo è stato d’ispirazione per Davide da Fidel che ha deciso così di iniziare la sua ricerca sulle tracce di Gigi, cercando documenti, giornali, incontrando le persone che ne hanno un ricordo e una testimonianza, traducendo il tutto nel linguaggio biografico e teatrale che è diventato la sua cifra stilistica.
Un Gigi Villoresi raccontato tra il pilota e l’uomo, nei momenti di gloria e in quelli del lungo tramonto, ma sempre con la gentilezza ed il sorriso sulle labbra.
“Una parabola discendente, dai podi delle Corse Ruggenti ad una vecchiaia in sordina. Sempre con dignità, e soprattutto, col sorriso. La vicenda di Gigi attraversa il 900, tra grandi amori e una guerra mondiale – così Da Fidel racconta Villoresi che – non è quel campione irraggiungibile e quasi divino come lo sono stati altri, anzi. Se ci si avvicina alla sua storia la sua bontà tocca i cuori anche ora, la sua simpatica follia di pilota si fonde con il suo destino, un uomo semplice, tenero e tenace. Un uomo d’altri tempi, a tutto gas, e senza freni”.