Jürgen Barth è una delle figure più versatili dell’automobilismo tedesco. Il pilota tedesco è nato il 10 dicembre 1947 a Thum, in Sassonia, ed è il figlio del pilota di Formula 1 e pilota di auto sportive Edgar Barth.
Jürgen Barth iniziò la sua carriera come ingegnere ma divenne uno dei piloti di maggior successo nelle corse di auto sportive. Tra i suoi successi ci sono la 24 Ore di Le Mans nel 1977 su una Porsche 936, con Jacky Ickx e Hurley Haywood, e nel 1980 è salito sul gradino del podio alla 1000 km del Nürburgring con Rolf Stommelen alla guida di una 908/03.
Jürgen Barth entra in Porsche con un apprendistato come meccanico e assistente di direzione industriale. Disputa la sua prima gara nel 1969, quattro anni dopo la morte di cancro di suo padre. La sua prima gara a Le Mans risale al 1971 su una 911 S. Nel 1977 fu Barth a portare la Porsche 936 gravemente danneggiata con solo cinque cilindri funzionanti, al traguardo per ottenere la vittoria, seguendo le esatte istruzioni dell’ingegnere di pista Peter Falk.
A Weissach fu Barth a percorre i primissimi giri con la Porsche 956, che in seguito avrebbe avuto tanto successo. Nel 1982, arrivò terzo a Le Mans con la 956, registrando un tempo più veloce di uno dei vincitori del 1983, Hurley Haywood e Al Holbert.
Le attività del tedesco sono molteplici, Jürgen Barth lavora per Porsche come pilota da corsa, responsabile dello sport clienti, pilota di rally, meccanico, rappresentante FISA a Parigi e come commentatore televisivo in tedesco, inglese e francese. Barth è anche coautore del libro sulla storia delle corse Porsche, Das große Buch der Porschetypen, ed è stato uno dei fondatori della BPR Global GT Series.
Una frase da lui pronunciata è ancora valida decenni dopo: “Non ho ancora appeso il casco al chiodo!”. Ancora oggi è pronto a intervenire ogni volta che un team Porsche privato cerca un pilota.