Published on Novembre 21st, 2024 | by Massimo Campi
0Jacques Laffitte, 21 novembre 1943
Di Carlo Baffi – immagini ©Raul Zacchè/Actualfoto
Tanti auguri Jacquot! Jacques Laffite ha avuto una lunga carriera, contrassegnata da importanti successi e condizionata da un tremendo incidente.
E’ uno dei piloti francesi più popolari anche se non ha vinto il titolo mondiale ed è stato il primo transalpino ad imporsi in un Gran Premio di Formula Uno al volante di una vettura made in France. Parliamo di Jacques Laffite, appartenente ad una generazione che ha vissuto gli anni d’oro del Circus, quelli della trasformazione della categoria grazie all’avvento degli sponsor e della televisione. Esponente della scuola d’oltralpe che a quell’epoca aveva sfornato drivers di tutto rispetto quali Jarier, Jabouille, Arnoux, Tambay, Depailler, Pironi e Prost il quattro volte iridato. Jacques Laffite nasce il 21 novembre del 1943 a Parigi, dove cresce frequentando una scuola privata. La svolta della sua vita ha luogo quando ancora quindicenne conosce Jean-Pierre Jabouille (più vecchio di un anno), che gli chiede di fargli da meccanico in occasione di una corsa, la “Coupe Renault 8 Gordini”. Da li in avanti la passione per il motorsport ha il sopravvento e porterà Jacques a cimentarsi nelle categorie minori, dando così il via alla sua avventura automobilistica. Dal 1960 si fa largo dapprima in Formula France, domina in Formula Renault e F.3 e nel 1974 fa il suo esordio in F.2 ed in Formula Uno.
Il Circus – Nel Gran Premio di Germania è al volante di una Iso Marlboro messagli a disposizione di Frank Williams. Sul temibile Nurburgring si ritira al terzo passaggio per colpa di una sospensione dopo esser partito col 21esimo tempo. Mantiene sempre il suo impegno nella serie cadetta e l’anno dopo conquista il titolo europeo di F.2 su una Martini MK16, motorizzata Bmw. Un traguardo importante a cui si aggiunge il suo exploit nella massima categoria proprio sul tracciato che l’anno prima aveva salutato il suo debutto. Al “Ring” porta al secondo posto la Williams dietro al vincitore Carlos Reutemann.
Allons enfant! – La sua tenacia e la sua classe non passano certo inosservate e finisce nel mirino del rude Guy Ligier che lo ingaggia in vista dell’esordio della scuderia omonima nel 1976. Tra i due nascerà un sodalizio molto forte destinato a durare sino al 1982. L’ottima intesa con l’Equipe Ligier non tarda a dare i suoi frutti e “Jacquot” firma tre podi a Zolder, Zeltweg, Monza e nella classifica piloti chiude settimo. E’ il preludio al gran giorno, quello del trionfo datato 19 giugno 1977 ad Anderstorp in Svezia. S’impone sulla JS7 numero 26, dall’inconfondibile livrea azzurra che rappresenta l’orgoglio del motorismo sportivo d’oltralpe. Dal telaio al motore fornito dalla Matra, passando dallo sponsor tabaccaio Gitanes. Fanno eccezione soltanto gli pneumatici marchiati dall’americana Goodyear. Per dovere di cronaca non dobbiamo dimenticare che proprio in quella stagione, un’altra scuderia francese per eccellenza stava muovendo i primi passi nei Gran Premi, la Renault col suo innovativo motore turbo. Il binomio Laffite-Ligier conseguirà altre cinque affermazioni e nel triennio 1979-1981 concluderà sempre al quarto posto nel mondiale piloti. Da sottolineare che nel 1979, il transalpino è in lizza per titolo contro le fortissime Ferrari 312T4 di Scheckter (che diventerà Campione) e Villeneuve; una lotta in cui entrerà a far parte pure la Williams di Jones divenuta vincente per via degli investimenti elargiti dagli sponsor medio orientali. Pure nel 1981, Laffite accarezza il sogno della corona iridata.
Figura come terzo incomodo nella battaglia finale tra Reutemann (Williams) e Piquet (Brabham) nell’ultimo round di Las Vegas, tenuto in gioco dall’aritmetica nonostante la sua JS17 non sia all’altezza con le monoposto dei diretti rivali. Se nella vita di tutti i giorni “Jacquot” è simpatico e brillante, una volta che si cala nell’abitacolo si trasforma in un combattente indomabile con quel suo inconfondibile casco verde scuro. Non molla mai, neanche nei momenti bui come nel 1982 quando la sua Ligier arranca, ma ecco che ti arpiona un terzo podio in Austria.
Primo amore – Capisce che è il momento di cambiare aria e se ne va alla corte del futuro Sir Frank Williams, il cui team ha regalato a Keke Rosberg il mondiale pioti. Per Laffite trattasi di un ritorno ad un caro passato, dove però il potenziale a disposizione è di gran lunga più elevato. Purtroppo però le tante aspettative saranno disattese. E nemmeno l’arrivo dei propulsori Honda favorirà il salto di qualità. La scuderia inglese si trova nel pieno di una transizione tecnica che la porterà ai piani alti negli anni successivi. Intanto tra il 1983 e l’84, Jacques non sale mai sul podio rimediando un 11^ e 14^ piazza nella graduatoria finale.
Ritorno a casa – Da qui la scelta di riabbracciare la vecchia Ligier nel 1985, grazie alla quale riassapora il gusto di salire sul podio in tre occasioni: a Silverstone, sul nuovo Nurburgring e ad Adelaide, rispettivamente con due terzi ed un secondo posto. Risultati che ridanno fiducia a Laffite in vista della stagione dopo che parte con una terza posizione in Brasile. Seguiranno tre gare finite a punti ed un ottimo secondo posto a Detroit, dietro al vincitore Senna e davanti al connazionale Prost. Una vera e propria impresa all’età di 42 anni. Malauguratamente quel Campionato si concluderà anzitempo per Jacques.
Fine dei giochi – Il 13 luglio 1986, viene coinvolto in una carambola durante il primo giro del G.P. di Gran Bretagna a Brands Hatch.La sua JS27B si schianta violentemente contro le barriere ed il pilota subisce gravi fratture alle gambe ed al bacino che lo costringeranno a circa tre mesi di immobilità. Conseguenze che fanno calare il sipario sulla sua carriera in Formula Uno. Il bilancio si chiude con 176 G.P. disputati, 6 successi, 7 pole, 32 podi e 7 giri veloci. Una brutta botta per il parigino, che però affronta una riabilitazione assai lunga in quanto cova in lui la voglia di ritornare alle competizioni. E ci riesce correndo nei rally, nel mondiale turismo, nel Dtm ed in tre edizioni della “24 Ore di Le Mans” tra il 1993 ed il 1996, anno in cui abbandona definitivamente le corse. Laffite continuerà a frequentare il paddock del Circus in veste di commentatore per la televisione francese fino al 2012.