Published on Novembre 3rd, 2024 | by Massimo Campi
0Mercedes Benz W 196 R, la regina del 1954 e 1955
Quando compare, nei paddock di Reims, la nuova Mercedes W196R, subito il mondo del motorsport capisce che la grande tecnologia meccanica tedesca è ritornata ed è nuovamente pronta a dominare. La Mercedes W196R fa il suo esordio il 4 luglio per il GP di Francia 1954, con Juan Manuel Fangio e Karl Kling come alfieri della casa tedesca che subito dominano le prove di qualifica. In gara il duo Mercedes non concede spazio agli avversari, l’asso argentino porta la W196R alla vittoria seguita come un’ombra dal compagno tedesco. Il terzo gradino del podio è occupato dalla Ferrari 625 di Robert Monzon, distaccata di un giro. Il terzo pilota, Hans Hermann, è costretto al ritiro per noie meccaniche. Nonostante il debutto a stagione inoltrata, Juan Manuel Fangio conquista l’alloro mondiale, grazie anche alle vittorie in Argentina e Belgio dove ha corso con la Maserati 250F in attesa che venisse pronta la freccia d’argento tedesca.
La Mercedes W196R è la monoposto con cui la casa della stella a tre punte torna alle competizioni dopo quindici anni di assenza. Dopo avere dominato la scena del Grand Prix negli anni ’30, le fabbriche tedesche devono riprendersi dagli orrori e dal tracollo economico della Seconda Guerra Mondiale. L’industria meccanica sforna nuovi mezzi di trasporto e la Mercedes ritorna a gareggiare per dimostrare la potenzialità tecnologica della Germania.
Nel 1954 cambiano i regolamenti della Formula con l’introduzione della monoposto di 2,5 litri, la casa di Stoccarda decise che era ora di tornare a calcare le piste di gara e si lanciò nel progetto della nuova vettura, la prima monoposto di Formula 1 recante il logo della stella a tre punte.
Il progetto W196R è studiato dall’ufficio tecnico della casa con gli ingegneri Nallinger, Kraus, Scherenberg e Gossmann, mentre Rudolf Uhlenhaut è quello che cura lo sviluppo ed i collaudi della vettura finita.
La W196R è una delle monoposto tecnicamente più innovative del periodo. Il motore M196R è un otto cilindri in linea di 2.496cc, tra le particolarità ci sono la doppia accensione, la distribuzione desmodromica e l’iniezione diretta derivata da quella del caccia Messerschmitt BF109.
La potenza inziale dell’otto cilindri è di circa 260 cv per superare i 290 cv a 8.500 nella stagione successiva. Un’altra caratteristica meccanica riguarda il posizionamento del motore, disassato ed inclinato di 53° sul lato destro per permettere all’albero di trasmissione di passare a fianco del sedile del pilota ed abbassare il baricentro della vettura.
Il telaio della monoposto è composto da una struttura reticolare in tubi di magnesio con un peso di soli 36 kg. Tra le novità telaistiche ci sono anche le sospensioni a ruote indipendenti ed il retrotreno è composto da uno schema brevettato da Scherenberg con semiassi oscillanti, che in seguito verrà introdotto anche nelle vetture stradali.
La veste aerodinamica appare subito molto curata, ma i tecnici tedeschi studiano anche una carrozzeria completamente carenata per le piste veloci. Sono esistite due varianti di carrozzeria per la W 196 R, tutte in lamiera di alluminio: una con corpo vettura carenato, per i circuiti veloci, ed una a ruote scoperte per i percorsi più tortuosi. La carrozzeria normale, a ruote scoperte è stata la versione più utilizzata ed era la più adatta per i tracciati meno veloci, poiché privilegiava maggiormente l’agilità e la maneggevolezza. Quella Carenata o Tipo Monza permetteva di sfruttare le leggi dell’aerodinamica e raggiungere velocità maggiori. Ma era più pesante ed ingombrante (circa 100 kg in più), perciò risultava poco indicata per i percorsi più tortuosi, dove invece veniva preferita la versione a ruote scoperte. Il debutto in Francia 1954 avviene con la versione carenata, la stessa versione venne impiegata a fine stagione a Monza dalla quale prese il soprannome.
L’errore commesso dal reparto sportivo Mercedes-Benz, capitanato da Alfred Neubauer, fu quello di riproporre la vettura carenata a Silverstone, decisamente meno veloce, e la vettura risultò difficile da maneggiare e poco agile: come risultato, Fangio e Kling finirono per urtare i coni in gomma utilizzati per delimitare il tracciato, ammaccando la carrozzeria in più punti. Le cose cambiarono decisamente al Nürburgring, dove le W 196 R vennero schierate con carrozzeria a ruote scoperte richiesta con insistenza da Fangio. Dopo le vittorie ed il titolo mondiale di Fangio del 1954, per la stagione successiva viene ingaggiato Stirling Moss, che diventa lo scudiero dell’argentino ed il vice campione del mondo.
Dalla tecnologia della W196R nasceranno la Mercedes 300SLR per le gare di durata e la stradale Uhlenhaut Coupé realizzata in soli due esemplari. A fine stagione 1955 la Mercedes si ritira dalla competizioni, complice il gravissimo incidente di Pierre Leveght con la 300SLR alla 24 Ore di Le Mans e gli obiettivi raggiunti con la conquista dei due titoli mondiali ed importanti vittorie come la 1000 Miglia.