Published on Novembre 1st, 2024 | by Massimo Campi
0Ken Miles, 1 novembre 1918
Il 1 novenbre 1918 a Sutton Coldfield, vicino a Birmingam nella contea di West Midlads nasceva Kenneth Henry Jarvis “Ken” Miles. Birmingam è il centro della produzione meccanica inglese e Ken Miles cominciò a gareggiare in moto nel 1929 all’età di 15 anni. Nel 1933 entra alla Wolseley Motors come apprendista. Nello stesso anno conobbe la futura moglie Mollie e acquistò una Austin 7 Special con cui cominciò a correre sulle quattro ruote. Durante la seconda guerra mondiale, è un sergente nell’esercito britannico e prese parte al D-Day come comandante di un’unità di carri armati nel 1944. Dopo la guerra, Miles fu assunto dalla Morris e nacque suo figlio Peter mentre riprese a correre con Bugatti, Alfa Romeo e Alvis nel Vintage Sports Car Club. La prima svolta arriva nel 1951 quando Miles poi si trasferì in California a Los Angeles, per lavorare alla Gough Industries e correre con una MG TD di serie. Nel 1953, dopo aver vinto la sua prima gara negli Stati Uniti a Pebble Beach, ottenne 14 vittorie consecutive di classe sotto 1500 cm³ in gare SCCA sulla MG TD con motore maggiorato. Continua a gareggiare con varie vetture, soprattutto Porsche, fino a quando non conosce Carroll Shelby. Il boss americano ha appena fondato la sua casa costruttrice e non si fece spaventare dal carattere di Miles, poco incline a ricevere degli ordini, ma rimase colpito dalla sua grande abilità come pilota e dal suo talento come tecnico.
Ken Miles diventa un membro chiave della Shelby American Inc. e della squadra corse Shelby/Cobra a partire dal 1963. Lavora a tempo pieno per la Shelby, sviluppa le versioni da strada e da corsa delle AC Cobra 289 e della Shelby Cobra 427, della Shelby Daytona Coupé, della Ford Mustang Shelby GT 350 e della Ford GT40 per le gare SCCA, USRRC e FIA tra il 1962 e il 1965. Carattere difficile, un vero mastino, veloce, tosto, grande collaudatore, Ken Miles sarà il pilota che rende vincente la GT40. L’inglese è il pilota che doveva vincere Le Mans, ma anche quello che verrà tradito dalla Ford.
Inizia la sfida Ford al mondo del motorsport, la GT40 americana va forte, grazie soprattutto alla cura Miles dove debutta alla 24 Ore di Daytona 1965, Miles con Bruce McLaren, arrivando secondi. Il 1966 sarà l’anno di Ken Miles, con la Ford GT40 MkII, ottiene i successi più importanti della sua carriera: vince con Lloyd Ruby, la 24 Ore di Daytona e anche la 12 Ore di Sebring, manca solo le Mans e Ken Miles è pronto alla vittoria. Al volante della Ford GT40 MkII n°1 è in coppia con Denny Hulme, i due vanno veramente forte, più volte migliorano il record della pista e sono in testa con quasi 4 giri di vantaggio sulla seconda e sulla terza auto; la Ford GT40 MkII n°2 di Bruce McLaren – Chris Amon e la n°5 di Ronnie Bucknum – Dick Hutcherson, quando Leo Beebe, dirigente responsabile della squadra corse Ford, ordina di rallentare per realizzare un arrivo in parata e scattare una foto storica delle loro tre vetture che tagliavano insieme il traguardo da sfruttare a scopo pubblicitario. Miles è incavolato nero, ma questa volta sa che deve obbedire agli ordini di squadra, rallenta, fa delle soste ai box, si fa giungere dalle vetture n°2 e n°5 ma la foto tanto attesa dai dirigenti Ford viene rovinata dalla Ford GT40 n°2 di Bruce McLaren/Chris Amon, che sul più bello accelerò tagliando il traguardo per prima.
Scatta il dramma psicologico tra le file della squadra americana: secondo i dirigenti Ford tutti e tre gli equipaggi e le vetture avrebbero dovuto essere vincitori ma la vittoria finale viene assegnata alla coppia McLaren e Amon che, essendo partiti 30 metri dopo per problemi in prova, hanno compiuto più strada rispetto alla vettura n°1 di Ken Miles. L’inglese si sente tradito, non è riuscito a conquistare il suo obbiettivo: essere l’unico pilota nella storia ad aver vinto a Sebring, Daytona e Le Mans nello stesso anno.
Miles se va da Le Mans tradito, arrabbiato, ma dopo poco tempo è nuovamente in California per sviluppare le nuove vetture, ci crede, ancora, l’anno prossimo dovrà essere il suo anno. C’è da collaudare la nuova Ford J-car l’erede della Ford GT40 MkII che era stata portata alle prove di Le Mans ma ancora acerba aveva avuto grossi problemi di affidabilità
È un rovente 17 agosto 1966, il capo collaudatore Ken Miles è al volante della J-car sul circuito di Riverside, la pista di prova della Shalby America quando alla fine della pista di 1,6 km, percorrendo la discesa ad una velocità di circa 200 miglia all’ora (320 km/h circa) perde improvvisamente il controllo dell’auto che esce di pista ribaltandosi e prendendo fuoco. Per Ken Miles non c’è nulla da fare, è la fine del 47enne pilota inglese, uno dei più difficili e scorbutici della sua epoca, ma anche un vero piede pesante che non riuscì a coronare il suo sogno di vincere a Le Mans.
Immagini © Ford Press