Storia

Published on Ottobre 29th, 2024 | by Massimo Campi

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F1 – 29 ottobre 1991: la Ferrari caccia il Professore!

I vertici di Maranello licenziavano in tronco il plurititolato Alain Prost reo di aver criticato la propria monoposto dopo il Gran Premio del Giappone. Era la punta dell’iceberg di una crisi tecnica e politica che aveva relegato la Ferrari al ruolo di spettatrice in un’annata da dimenticare. 

di Carlo Baffi – Immagini © Massimo Campi

“La Ferrari ha deciso oggi di non proseguire il rapporto di collaborazione con il pilota Alain Prost per le stagioni agonistiche 1991 e 1992. La disposizione ha decorrenza immediata e pertanto la vettura numero 27 della squadra, al Gran Premio d’Australia sarà affidata al pilota-collaudatore della Ferrari Gianni Morbidelli in accordo con la Scuderia Minardi.”

Sono le 15.29 del 29 ottobre 1991, quando l’Ufficio Stampa Ferrari ufficializza in poche righe la rottura anticipata del contratto con il tre volte iridato. Una presa di posizione molto dura provocata dalle parole pronunciate dal francese al termine del Gran Premio di Suzuka, che ha incoronato Ayrton Senna, suo acerrimo rivale, campione del mondo per la terza volta. Una volta sceso dalla vettura, Prost è molto caustico nelle risposte date a chi gli chiede un giudizio sulla rossa. “E’ peggio di un camion, pesantissima da guidare. Il mio futuro ? – E’ duro come pilotare questa macchina” – rincara il transalpino. “La Ferrari del prossimo anno? Una vettura che finisce in queste condizioni il campionato è difficile che possa iniziare bene la stagione successiva.” Frasi di certo non delicate, ma così offensive da provocare un defenestramento che nessuno si sarebbe mai immaginato a inizio anno ? Nel campionato precedente, il “Professore” aveva sfiorato la conquista della corona mondiale complice l’autoscontro nella partenza, sempre a Suzuka, innescata da Senna. Malgrado l’amarezza per la mancata conquista di un titolo inseguito dal 1979, la Ferrari s’era dimostrata competitiva anche più della McLaren-Honda del brasiliano.

E allora come si spiega l’accaduto ? Da qualche mese la situazione a Maranello è radicalmente cambiata ed il licenziamento di Prost non è che un nuovo capitolo di una stagione complicata per la Rossa, dilaniata dalle faide interne acuite dagli scarsi risultati provenienti dalla pista. Per comprendere meglio il tutto occorre fare qualche passo indietro, ovvero a giovedì 16 maggio di quello stesso anno. Dopo quattro Gran Premi disputati ed un magro bottino nel carniere (solo un secondo posto di Prost a Phoenix ed un terzo di Alesi a Monaco), Cesare Fiorio viene sollevato dall’incarico di direttore sportivo. Una figura blasonata ed autorevole nel motorsport, giunto a Maranello soltanto nel 1989. In breve tempo, l’artefice dei trionfi di Lancia e Fiat nei rally, riporta il Cavallino ai piani alti della classifica, in grado di contrastare il dominio di quella McLaren-Honda che nell’88 s’era aggiudicata 15 G.P. su 16. I numeri della gestione Fiorio sono eloquenti: 9 vittorie e 25 podi in 36 gare. Dunque, perché cambiare con un trend più che positivo ? Alla base di tutto c’è il rapporto divenuto sempre più burrascoso tra lo stesso Fiorio ed il Presidente Piero Fusaro. Quest’ultimo nominato ai vertici della Rossa a fine dicembre ’88 al posto di Vittorio Ghidella. A scatenare la faida è il tentativo da parte di Fiorio di ingaggiare Senna, come rivelerà lui stesso a distanza di anni nel volume scritto da Roberto Boccafogli (“Fiorio, l’uomo che attirò Senna alla Ferrari).

Ma procediamo con ordine. Dopo aver incontrato un paio di volte in gran segreto il fuoriclasse brasiliano, alla vigilia del Gran Premio di Francia, il direttore sportivo del Cavallino raggiunge l’accordo con Ayrton che si traduce in una lettera d’intenti. Ovviamente il CdA di Maranello ha dato l’autorizzazione alla trattativa; Fiorio non agisce di sua iniziativa. Però in forza alla scuderia c’è Prost, ingaggiato nel 1990. Logico chiedersi per quale ragione mettere in squadra un altro top driver, oltretutto nemico giurato del transalpino. Alain sta andando alla grande e non dimentichiamoci dei problemi sorti, sempre nel ’90, con il compagno Nigel Mansell. Eppure Fiorio vuole Senna a tutti costi perché in quel momento è il pilota di riferimento del Circus. Ovviamente Prost non accetterà mai quella convivenza ed il manager torinese pensa ad un sostituto, disposto a fare da seconda guida e sia gradito dal paulista: Riccardo Patrese. Insomma con quel precontratto in mano, l’intera operazione pare cosa fatta. Già, pare. Sempre a detta di Fiorio, Fusaro ama essere al centro della scena e soffre della continua esposizione mediatica del suo direttore sportivo, aumentata grazie alla ritrovata competitività della 641. Da qui il piano macchiavellico di isolare Fiorio a poco a poco. Fusaro rivela i futuri programmi del team a Prost, rassicurandolo  che Senna non sarebbe mai giunto a Maranello. In qualità di Presidente della scuderia, si sarebbe opposto in ogni modo. Alain, che fino ad allora aveva un ottimo rapporto con Fiorio la prende male e passa all’offensiva chiamando in causa i massimi esponenti della Fiat, dall’Avvocato Agnelli a Cesare Romiti (amministratore della casa automobilistica). Da questo momento si origina una reazione a catena destinata a minare l’atmosfera del team. Fusaro mette Fiorio in cattiva luce anche nei confronti della Marlboro, main sponsor del Cavallino e della Goodyear, il fornitore dei pneumatici. Come ? Informando il gommista di un test segreto svoltosi a Fiorano il 15 agosto, in cui sulla monoposto pilotata da Prost con un anonimo casco bianco, sono state testate le Pirelli. E tutto ciò, mentre la Ferrari è in piena lotta iridata: una condotta a dir poco suicida.

La somma di tutti questi episodi finisce inevitabilmente per indebolire la figura di Fiorio a cui vengono tolte alcune deleghe, preludio ad un futuro precario. L’affare Senna sfuma e per il campionato 1991, viene assunto Jean Alesi. Prost resta così il pilota di punta con l’obiettivo di sferrare un nuovo assalto al mondiale con la nuova 642 F1, spinta dal motore V12 037, realizzata da Steve Nichols e Jean-Claude Migeot. Un progetto presentato il 18 febbraio 1991 al Mugello, sul quale sono riposte molte aspettative, che però si rivela ben presto una delusione. Le differenze tecniche dalla macchina precedente sono poche anche per via del nuovo regolamento. Se nella prima gara di Phoenix, Prost si piazza alle spalle del vincitore Senna, le avvisaglie della crisi emergono nel G.P. successivo in Brasile, in cui Alain è quarto e Jean sesto con un consistente gap dai primi.

Oltre alla McLaren si sta facendo largo la Williams-Renault con Mansell e Patrese. Ma Fiorio ha un asso nella manica, ossia la sospensione attiva, sperimentata già nella seconda metà del 1990.  Una trovata che però non riscuote il consenso generale nel team. Prost, ad esempio, non la vede di buon occhio. Secondo Fiorio, il francese, teme che questa nuova tecnologia sminuisca la sua dote impeccabile nella messa a punto della vettura. Fiorio però tira dritto per la sua strada creando una squadra test diretta da Luca Baldisserri col compito di sviluppare il progetto potendo disporre di una monoposto pilotata dal giovane Andrea Montermini. I dati che emergono sono subito soddisfacenti al punto che il debutto della 642 con la sospensione attiva viene fissato per il G.P. di Monte Carlo. La monoposto verrà portata in pista da Alesi, visto che Prost continua ad essere contrario. Purtroppo prevale il fronte del no e le Ferrari si presentano sulle stradine del Principato con la macchina tradizionale. Si tratta di una tappa importante per le Rosse, reduci dalla disfatta di Imola. Davanti al popolo ai propri tifosi, Prost era finito fuori nel giro di ricognizione vittima della pista umida e Alesi s’era ritirato dopo un testa coda durante un sorpasso. A Monaco, malgrado le qualifiche deludenti, Prost risale secondo dietro a Senna, ma comincia a lamentarsi di un problema alla ruota anteriore destra causato dal portamozzo, giocò forza viene superato da Mansell e ripara ai box quando mancano cinque tornate alla fine. Una sosta improvvisa con le gomme avvolte  ancora nelle termocoperte. Aggiungiamo pure il mancato avvitamento della ruota posteriore sinistra complice la perdita del gallettone finito sotto la vettura ed ecco materializzarsi il patatrac. Prost riparte ed è quinto, mentre Alesi sale terzo: magra consolazione. “Non posso certo essere contento, perché ho perso un secondo posto che ormai era alla mia portata”, commenta deluso il Professore. Fiorio conferma la sorpresa del team alla sosta di Prost:” E’ venuto dentro all’improvviso. Ci ha avvertiti quando era alla Rescasse, prendendoci in contropiede. Ce lo siamo trovati li del tutto impreparati.” Un contrattempo che fa salire ulteriormente il livello della tensione, che culmina due giorni dopo con un duro faccia a faccia tra Fiorio e Fusaro: siamo alla rottura.

Martedì 14 maggio, il CdA della Ferrari dirama un comunicato con cui da il benservito a Fiorio. La gestione sportiva passa a Piero Ferrari, il figlio del “Drake”, mentre la squadra sarà diretta dall’ingegner Claudio Lombardi (tecnico eminente, ma a digiuno di F.1).

Marco Piccinini viene richiamato con l’incarico di coordinare i rapporti con l’autorità sportiva e gli organismi internazionali. Insomma s’è compiuto il ribaltone. Prost e Alesi, impegnati nei test a Magny-Cours vengono avvisati via fax ed il “Professore” commenta lapidario:” Se Fiorio non c’è più, esisterà una ragione. Ma il vero problema è la macchina.” Anche Senna, presente in pista, è molto infastidito per l’accaduto, che di fatto gli chiude le porte di Maranello.  Fusaro guarda al futuro:” Adesso è il momento in cui, oltre a migliorare la competitività delle vetture per questo campionato, bisogna impostare i programmi nel ’92. E’ necessario incrementare il peso tecnico della squadra con l’apporto di professionalità specifiche. Da qui la scelta di affiancare Lombardi ed il figlio di Ferrari.” Fiorio invece esprime tutta la sua amarezza all’inviato de “La Gazzetta dello Sport”:” Se fossi arrivato solo quest’anno avrei anche potuto capire questa decisione, ma i risultati degli anni precedenti non contano?  Da tempo gioco per una squadra che si chiama Fiat e avevo un posto da titolare. Adesso mi hanno messo in panchina.” La metafora calcistica calza a pennello, dal momento che proprio in quei giorni anche alla Juventus è in corso una rivoluzione: l’allenatore Gigi Maifredi è stato sostituito dal grande ex Giovanni Trapattoni. Da sottolineare che con la dipartita di Fiorio, viene chiuso (inspiegabilmente) il programma sulle sospensioni attive. Per contro, la Williams perfezionerà questa innovazione tecnica che le permetterà di dominare la scena a partire dal ‘92 con Mansell.

Ma torniamo al ’91. Il cambio della guardia non influisce positivamente sulle prestazioni. Il bilancio alla vigilia della trasferta di Suzuka conterà: sei ritiri per Prost e cinque per Alesi. Alain salirà quattro volte sul podio, Jean due, ma non si registrerà alcuna vittoria. Le ripetute delusioni contribuiranno ad avvelenare gli animi, primo fra tutti quello del “Professore”.In preda alla frustrazione inizia a bersagliare di critiche le componenti della squadra e non solo: dagli ingegneri alla dirigenza Fiat, dall’Agip ai media. Esternazioni che a lungo finiranno col provocare la reazione della Ferrari, che da una parte si sentirà tradita. Non scordiamoci che monsieur Prost è stato accontentato in tutto e per tutto. A partire dal contratto biennale concessogli a inizio anno, per continuare con la sostituzione del personale tecnico non gradito, vedi Fiorio e l’ingegner Enrique Scalabroni. E pensare che a febbraio il francese si diceva entusiasta della 642, al punto di fare proclami sul suo prossimo quarto titolo. Poi dopo il primo gran premio in Usa, inverte la rotta con un rincaro di dose in Brasile:” Questa Ferrari va cambiata. Telaio e motore sono da rivedere, la macchina è difficile da guidare ed il motore non va bene in accelerazione.” All’indomani di Imola, dov’è andato  ko prima del via,  Prost attacca Fiorio:” …in squadra ci sono persone che prendono decisioni senza risponderne a nessuno. Alla Ferrari manca uno come Ron Dennis.” A Luglio, Alain torna sarcastico sulla questione Senna:” In Ferrari è già tutto pronto per Senna: lo aspetto a braccia aperte. Con uno come lui faremo grandi cose.” Ed in merito al campionato aggiunge:” Non ho nulla da rimproverarmi, ma se non mi vogliono sono pronto a rompere il contratto.” Le bordate proseguono in Spagna:” I soldi stanziati dalla Ferrari in questa stagione sono pochi. Servono più risorse per progredire in fretta.” Affermazioni gravi, che esulano dalle critiche costruttive, a fronte delle quali la Ferrari provvede sempre a richiamarlo. E prima di Suzuka ecco la nuova sparata:” Questa non è la Ferrari che sognavo, che volevo. Credo di essere inutile per un team simile. Ci vuole una persona sola con carta bianca. Sono in troppi a comandare.” Dopo tutto questo è facile compredere che il paragone “col camion” spezzi la corda. Ma a questo punto sorge il fondato sospetto che il francese abbia cercato di pilotare la rottura. Una volta libero sarebbe potuto approdare in altre scuderie in ascesa come la Williams…  per citarne una a caso. Ciò non toglie che la 642 sia nata male e proseguita peggio. Però a fronte di una situazione ormai ingovernabile, ecco che la Ferrari reagisce.

Lo stesso Prost non s’aspetta d’essere messo alla porta da un momento all’altro e ne viene a conoscenza mentre si trova in vacanza a Port Douglas in Australia. “L’ho saputo dal mio avvocato a sua volta informato da quello della Ferrari, – rivela il transalpino – non mi hanno neppure telefonato da Maranello per dirmelo di persona. Una situazione che proprio non accetto. C’era un contratto tra me e la Ferrari che prevedeva la gara di Adelaide e non capisco la decisione di appiedarmi in vista di questo impegno. Sapevo che la mia avventura a Maranello stava per finire, ma non in questa maniera. Mi aspettavo un accordo tra gentleman, non così. Quindi ho vado lo stesso in Australia per guidare la Ferrari.” Peccato che il volante della 642 sia già stato affidato al 23enne Morbidelli. Prost parla anche del suo immediato futuro:” Sono pronto a fare un anno di stop. Credo sia l’unica soluzione che mi rimanga. Una stagione come questa non aveva senso: senza motivazioni, senza entusiasmo. Ed io ne ho bisogno per guidare una F.1. Quest’anno non ero motivato io e non lo erano neppure quelli che lavoravano con me. Certo non è bello stare fermi, ma non ho alternative – continua il “Professore” – In F.1 ci sono tre squadre più forti di tutte le altre: McLaren, Williams e Ferrari. Una non mi vuole più e le altre sono già al completo. Mi riposerò psicologicamente. Ho 36 anni è vero e a fine ’92 ne avrò 37, ma non è troppo tardi per guidare una F.1. Sono convinto che non conti l’età, bensì la voglia e gli stimoli che uno ha dentro di se. E quest’anno l’entusiasmo mi era passato da un pezzo.” Significa che ad un certo punto dell’anno, l’ex-ferrarista non si sia più impegnato al cento per cento? Bella domanda. Sta di fatto che ci si aspetta una resa dei conti nel paddock di Adelaide, invece Prost fa marcia indietro. Tramite un telegrafico comunicato stampa conferma che il suo impegno col Cavallino è concluso e che la questione è nelle mani degli avvocati. “Alla luce di una possibile situazione litigiosa, sono stato consigliato di non commentare ulteriormente la faccenda.” Va tenuto presente infatti che il contratto prevede una penale, si dice intorno ai dieci miliardi di lire, a carico della parte che rompe l’accordo: in questo caso la Ferrari. Ma a Maranello pensano di appellarsi alla “giusta causa”, tirando in ballo tutte le dichiarazioni al veleno pronunciate dal pilota. Nel frattempo il Circus ha raggiunto Adelaide ed il box Ferrari è assediato da stampa e tv. Alesi si dice sorpreso di quanto successo:” Non posso giudicare, ma dico che tutti noi abbiamo un padrone che ti paga e che si deve rispettare. Se non lo fai, prima o poi le cose finiscono così, soprattutto se attacchi la Ferrari. Però non mi aspettavo che succedesse in questa maniera, ad una gara dalla fine. Ora sono davvero solo, non c’è Prost e Gianni è sotto pressione per il debutto.” Morbidelli infatti è emozionato, non crede ancora ai suoi occhi di esser diventato il nuovo fantino del Cavallino. Avvisato nella notte, s’è fatto inviare la tuta coi nuovi colori da Maranello, da dove arriveranno anche due sedili adattati alle sue misure.” Voglio fare bella figura – confida il pesarese – e trovare un sedile per il ‘92”. E Morbidelli sarà di parola. Il 3 novembre, la gara australiana prende il via sotto una pioggia torrenziale, al punto che verranno percorsi solo 14 degli 81 passaggi previsti.

Ad imporsi sul tracciato cittadino trasformato in una piscina è Senna, davanti a Mansell e Berger. Morbidelli chiude sesto dopo essere partito con l’ottavo tempo, ma con un grandissimo rammarico. La bandiera rossa viene esposta mentre il leader Senna affronta il 17esimo passaggio davanti a Piquet e Morbidelli. Nonostante i regolamenti (in vigore proprio dal 1991) secondo cui vale la classifica della tornata precedente alla sospensione dell’evento, i commissari decidono di ufficializzare i piazzamenti al giro 14. Gioco forza il povero Morbidelli vede svanire il sogno di salire sul podio alla sua prima gara in rosso. Una doccia fredda in tutti i sensi. Per Alesi invece, il gran premio è finito dopo cinque tornate complice un incidente. Calato il sipario sul campionato, la travagliata stagione della Rossa avrà il suo epilogo dopo nemmeno due settimane. Sono le 12.48 di venerdì 15 novembre quando viene reso noto che il CdA della Ferrari, riunitosi a Maranello, ha preso atto della richiesta del Presidente Fusaro di rientrare ad operare nel gruppo Fiat ed ha accolto le sue dimissioni dalle cariche ricoperte. Ad assumere le redini dell’azienda è Luca Cordero di Montezemolo, a cui sono conferiti tutti i poteri della gestione. Dunque dopo Fiorio e Prost, la scure non ha risparmiato nemmeno Fusaro. L’uscita di scena dei tre principali attori della faida è il segno inequivocabile che nelle stanze dei bottoni di Torino e Maranello si vuole voltare pagina e dare il via alla ristrutturazione del Cavallino. Un compito delicato che non a caso viene affidato a Montezemolo, un uomo targato Ferrari. Ha lasciato la corte del Drake come Direttore Sportivo nel 1975, dopo la conquista dell’iride con Niki Lauda ed ora ritorna come capo supremo. Deve risollevare una scuderia in crisi da troppo tempo. Il terzo posto tra i costruttori nel ’91, a soli 55,5 punti contro i 125 della Williams-Renault ed i 139 della McLaren-Honda sintetizzano l’ennesima stagione sottotono. Per Montezemolo la strada da percorrere sarà lunga, passando per nuovi tecnici, manager e piloti. Insomma, tanti calici amari da bere per i ferraristi, che solo dopo nove anni festeggeranno il sospirato titolo mondiale piloti: nel 2000 con Michael Schumacher. E Prost? Dopo il cosiddetto anno sabbatico trascorso come commentatore dell’emittente francese TF1, il “Professore” verrà ingaggiato dalla Williams “pigliatutto” e nel 1993 sarà Campione del Mondo per la quarta volta. Una volta appeso il casco al chiodo, intraprenderà una carriera dirigenziale  e nel 1997 fonderà un proprio team, la Prost Grand Prix, rilevando la struttura della Ligier appartenuta a Flavio Briatore. Per uno strano scherzo del destino, Prost si ritroverà come direttore generale Fiorio, assunto dalla vecchia gestione. Il tempo ha però cancellato i rancori passati ed Alain non nutre alcun desiderio di vendetta verso il suo ex direttore sportivo, anzi.” Mi raccontò tutti i retroscena – rivelerà Fiorio – per farmi capire d’esser stato usato come corpo contundente per far fuori me.”

 

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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