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sabato 15 Marzo 2025

La scandalosa Surtees TS19 di Alan Jones

 

Nel 1976 la “immorale Surtees” corre con il pilota australiano

Immagini ©Massimo Campi – Raul Zacchè/Actualfoto

La factory di John Surtees, a metà degli anni ’70 continua ad essere uno dei team di secondo piano. L’ex campione del mondo realizza vetture prettamente commerciali attorno alla tradizionale meccanica Ford-Cosworth V8 DFV con trasmissione Hewland. Per la stagione 1976, la nuova Surtees TS19 è progettata sempre da John Surtees con Ken Sears, una monoposto tradizionale con una monoscocca il lamiera a sezione trapezoidale che ricorda la Brabham BT42 di Gordon Murray. Il muso, come aerodinamicamente di moda in quegli anni, è largo a tutta sezione.

L’australiano Alain Jones, dopo avere vinto in campionato kart si sposta in Europa e nel 1973 arriva secondo nel Campionato John Player di Formula 3. Nel 1975 debutta nella massima formula con la Hesketh per passare alla Lola ed in seguito alla Hill. Per la stagione 1976 Jones si accorda con il Team Surtees. La TS19 viene presentata alla stampa con una livrea bianca immacolata ed esordisce al GP di Sudafrica con Brett Lunger e le relative scritte degli sponsor a bella vista sul grande muso e sulle fiancate.

La grande sorpresa arriva alla Race of Champions a metà marzo quando compare la seconda vettura del Team inglese con alla guida Alan Jones. A Brands Hatch sulla monoposto dell’australiano fa bella mostra lo sponsor di profilattici Durex sulle fiancate e sul musone. È subito scandalo nella perbenista Inghilterra, la BBC si rifiuta di mandare in onda le immagini di uno sponsor giudicato scandaloso e sessualmente esplicito.

Alain Jones, nella Race of Champions 1976 dopo essere partito in sesta posizione, arriva secondo alle spalle della McLaren di James Hunt. Pur non essendo state trasmesse dalla BBC, le immagini della vettura vengono pubblicate su tutti i giornali che entrano nelle case d’oltremanica minando la moralità ed il puritanesimo inglese, ma facendo una grande pubblicità allo sponsor “scandaloso”. La stessa situazione ci sarà per il successivo GP di Inghilterra che non verrà trasmesso dalle dirette televisive.

In realtà stava iniziando la grande lotta tra i team ed i diritti televisivi. Gli sponsor avevano intuito le grandi potenzialità di diffusione dei loro marchi ed i team della massima formula erano pronti a colorare di scritte le vetture pur di avere finanziamenti.

Con l’arrivo delle scritte pubblicitarie, nel 1968 era stato stilato un accordo che limitava gli sponsor a zone ben definite delle vetture, indicandone anche la grandezza. I team volevano fare saltare questo accordo e la grande scritta Durex andava contro le regole prescritte. La situazione era simile per altri marchi, la BBC che invece voleva tenere gli sponsor come pubblicità per le loro trasmissioni prese come spunto la scritta Durex per levare le telecamere dalla pista dopo le prime prove libere. La ELF con Tyrrell e la Marlboro con McLaren non indietreggiarono facendo fronte comune con il Team Surtees per non diminuire o levare le scritte. La questione morale era solo un pretesto: gli sponsor di alcolici e tabaccai erano pronti ad investire nel motorsport che gli avrebbero reso un mare di pubblicità negli anni a venire.

Quella gara a Brand Hatch è da ricordare nella storia del motorsport per questo motivo.Dal 1976 inizia così la lunga lotta economica tra team, Federazione e televisioni, per i diritti economici commerciali, grazie alla scusa di quel logo giudicato immorale sul muso bianco della vettura di Alain Jones.

 

Massimo Campi
Massimo Campihttp://www.motoremotion.it/
Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.

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