Personaggi

Published on Agosto 8th, 2024 | by Massimo Campi

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Achille Varzi – 8 agosto 1904

 

Un pilota, freddo, calcolatore, sempre teso al risultato finale, sempre alla ricerca del limite ma senza mai superarlo. Un uomo, con le sue debolezze ed una vita oltre il limite, piena di vizi e virtù. È questa in sintesi la storia di Achille Varzi un grandissimo campione in macchina, ma un uomo che non ha saputo darsi limiti nella vita.

Achille Varzi nasce a Galliate l’8 agosto 1904. La sua è una famiglia molto agiata, Achille è il terzo figlio di Menotti Varzi e della moglie Pina Colli Lanzi. Il padre e lo zio di Achille, il senatore del Regno Ercole Varzi, avevano fondato a Galliate, in Piemonte, una delle maggiori industrie tessili dell’epoca, la Manifattura Rossari e Varzi.

La passione dei motori nasce in famiglia, Achille inizia a correre in moto nel 1922 seguendo il fratello maggiore Angioletto. Nel 1923 è già Campione Italiano Seniores con la Garelli, nella classe 350, e poi della Sunbeam, in classe 500, tra le sue vittorie c’è anche quella sul Circuito del Lario. È su quei circuiti che incontra Tazio Nuvolari, i due saranno i principali protagonisti per tutto il periodo anteguerra, sia con le due che le quattro ruote. Rivali in pista ma amici fuori ed è il mantovano volante che convince Varzi a partecipare alle gare di auto. I due acquistano assieme una Bugatti Tipo 35C nel 1928 e ben presto Varzi compra un’Alfa Romeo P2, usata l’anno precedente da Giuseppe Campari ed una Bugatti 51 con cui vince il Gran Premio di Tunisi, il Circuito di Montlhéry, il Circuito di Alessandria e la Susa-Moncenisio.

In quegli anni inizia la storia di Enzo Ferrari che subito recluta il pilota di Galliate e Varzi nel 1934 diventa un pilota ufficiale dell’Alfa Romeo. Le cronache del tempo hanno presto argomenti da scrivere per la rivalità in gara del duo Varzi Nuvolari, tra gli episodi più noti, quello della Mille Miglia del 1930, quando sul finire della notte Nuvolari raggiunse Varzi e spense i fari dell’auto per avvicinarsi senza essere visto e sorpassarlo prendendolo di sorpresa andando a vincere la gara. Nel 1933 i due fanno scintille al GP di Montecarlo e vince il pilota di Galliate dopo che Nuvolari si deve arrendere a penultimo giro con la meccanica distrutta della sua vettura.

Intanto nella scena internazionale irrompono i tedeschi. Con i soldi finanziati dal partito Nazista Marcedes ed Auto Union realizzano vetture potentissime ed imbattibili. I due piloti italiani guardano subito all’estero, in Auto Union cercano un grande campione, ma Hans Stuck non vuole Nuvolari. La sua fama ed il suo modo di correre irruento offuscherebbero il campione tedesco e preferisce Varzi, con il suo carattere sempre molto distaccato.

Il pilota di Galliate emigra in Germania, ha contro la stampa italiana che considera il passaggio all’Auto Union come un grande tradimento. Varzi è anche un uomo di grande fascino conosce ad un ricevimento Ilse Hubitsch, la la conturbante moglie del compagno di scuderia Paul Pietsch. È un colpo di fulmine i due diventano subito amanti e sarà Ilse a fargli scoprire la morfina per lenire i dolori di un attacco di appendicite. Il loro è un amore totale, ma anche un rapporto scandaloso e tossico, nel vero senso della parola. Per Varzi è l’inizio del declino come uomo e la fine della sua carriera. È uno scandalo, l’Auto Union annulla il contratto, il pilota di Galliate ben presto sparisce, si deve disintossicare dalla droga e viene anche allontanato da Ilse. Intanto il mondo entra in guerra e del quel pilota bello ed elegante, idolo della gente, nessuno sa più nulla.

Il 27 luglio 1940, ormai ristabilito, Varzi si sposa con la fidanzata di sempre Norma Colombo. Intanto spunta un contratto con l’Alfa Romeo che gli garantisce ben 6.000 lire al mese. Nel 1946 si ritorna a correre, Varzi ritorna in gara nel 1946 e vince il GP di Torino, otto anni dopo l’ultima vittoria. Nel 1947 è primo a Bari, all’inizio del 1948 partecipò alla Temporada Argentina cogliendo un secondo posto nel Gran Premio di Mar del Plata al volante di un’Alfa Romeo 12C.

Piove il 1º luglio 1948, durante il turno di prove del Gran Premio di Svizzera a Berna. L’atmosfera è pesante: Omobono Tenni, il grande campione italiano della Moto Guzzi ha appena perso la vita. La pedana della sua Albatros tocca terra all’uscita della curva di Eymatt , la moto si impunta, schizza via impazzita, terminando la sua corsa mortale contro un albero.

Scendono in pista le quattro ruote per il loro turno di prove libere. Piove, Achille Varzi entra in pista. La Alfa Romeo 158 compie un paio di giri il pilota di Galliate si ferma ai box, cambia gli occhiali e riparte per gli ultimi minuti di prove. Passa davanti ai box, sorpassa un avversario, la monoposto esce di traiettoria e le gomme finiscono in una pozzanghera perdendo aderenza. L’Alfetta va in testacoda ed esce di strada percorrendo di traverso il tratto Jordenrampe. Il rettilineo sul lato ovest del circuito, tra la passerella Eicholz e le tribune Jorden. Infine, a bassa velocità la monoposto si rigira ed urta con il posteriore un terrapieno a lato, lo risale lentamente, quindi si ribalta. Un incidente apparentemente banale, ma il pilota di Galliate rimane schiacciato dalla sua vettura perdendo la vita sul colpo.

Finisce così, drammaticamente la storia di Achille Varzi. Un pilota sopraffino, un grande campione ed un uomo che ha voluto vivere alla massima velocità una vita di eccessi, tra belle donne, soldi, champagne, vizi, discese all’inferno e risalite.

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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