Published on Luglio 20th, 2024 | by Massimo Campi
0Chris Amon – 20 luglio 1943
Considerato uno dei piloti migliori della sua epoca oltre che sensibile collaudatore, Chris Amon ebbe scarsa fortuna in Formula 1, dove non riuscì a cogliere la vittoria in nessuno dei 96 GP effettivamente disputati, nonostante undici podi e cinque pole position. Christopher Arthur Amon, detto Chris era nato il 20 luglio 1943 a Bulls, in Nuova Zelanda e finiì la sua esistenza il 3 agosto 2016 a Rotorua.
Nella massima categoria corse con Red Parnell dal 1963 al 1965, con Cooper nel 1966, con Ferrari dal 1967 al 1969, con March nel 1970 e nel 1971, con Matra nel 1973. Nelle stagioni seguenti la sua carriera iniziò a declinare, costringendolo a passaggi di team nel corso del campionato: Tecno, Tyrrell, BRM, Ensign, Wolf. Nel 1974 aveva tentato, con risultati negativi, anche la carte del pilota-costruttore.
Le soddisfazioni negate dalla Formula 1 arrivarono a Chris Amon dagli Sport Prototipi, dove colse memorabili affermazioni: 24 Ore di Le Mans del 1966 al volante della Ford GT40 MKII in coppia con Bruce McLaren (è la famosa “vittoria degli otto metri” nei confronti della vettura gemella di Ken Miles e Dennis Hulme); 24 Ore di Daytona e la 1000 km di Monza nel 1967 al volante della Ferrari 330 P4 in coppia con Lorenzo Bandini.
Nella Tasmania Cup del 1968, Chris Amon s’impose al volante della monoposto Dino 2400, derivata dalla Dino di Formula 2 battendo Jochen Rindt su Lotus; fu l’unico pilota che riuscì a battere Jim Clark in gare di Tasmania Cup.
Jackie Stewart stesso ne riconosceva la grande classe e le doti velocistiche, dicendo che se c’era uno in grado di batterlo, questi era Chris Amon. Fu anche pioniere nel concetto di sicurezza in una monoposto, uno tra i primi piloti a guidare con le cinture di sicurezza, già nel 1968.
Illustrazione © Carlo Baffi