Personaggi

Published on Aprile 2nd, 2024 | by Massimo Campi

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Mike “the bike” Hailwood, 2 aprile 1940

 

Talento puro, un vero fenomeno, soprattutto con le due ruote. Questo è stato Mike, al secolo Stanley Michael Bailey Hailwood, nato il 2 aprile del 1940 a Great Milton nell’Oxfordshire.

Hailwood è stato una stella di primo piano, forse il più talentuoso, il più eclettico, il più versatile, sicuramente uno tra i più vincenti nonostante un ristretto arco temporale di partecipazione al motomondiale, dal 1958 al 1967, ma ha anche vinto con le quattro ruote, dove ha conquistato il Titolo Europeo di Formula 2 nel 1972.

Mike “the bike” come è stato soprannominato, eredita la passione dal padre Stan, l più importante commerciante inglese di motociclette dell’epoca che lo mette in sella alla sola età di 8 anni nel campo vicino a casa. Debutta il 22 aprile 1957, a Oulton Park, in sella ad una MV Agusta 125 Monoalbero Corsa. Appena diciassettenne, si piazzò all’11º posto, ma cominciò presto a vincere.

Vince il suo primo Gran Premio a 19 anni e a 21 anni conquista il primo titolo mondiale ed è  stato uno dei piloti più versatili di tutti i tempi. Ha corso e vinto in tutte le classi vincendo soprattutto con MV e Honda, ma anche Ajs, Benelli, Ducati, Emc, Itom, Mondial, Mz, Norton, Nsu, Paton, Triumph. I suoi avversari sono stati tra i più grandi di tutti i tempi come Giacomo Agostini, Billy Ivy, Phil Read, Jim Redman, Renzo Pasolini e tanti altri. Tra i record di Halwood, ci sono 9 titoli di campione del mondo di motociclismo tra il 1966 e nel 1967, in cinque occasioni vince tre Gran Premi in una giornata, il tutto in appena 7 anni da professionista.

Dalle due passa alle quattro ruote, anche se la sua carriera non ebbe i successi che ha avuto sulle moto, ma fu comunque caratterizzata da alcuni risultati di tutto rilievo. Debutta in F1 al Gran Premio di Gran Bretagna del 1963 mentre ancora corre con le moto. Conquista il primo punto mondiale a Monaco con la Lotus-BRM, ma dopo il GP di Monaco del 1965 decide di abbandonare momentaneamente le 4 ruote.

Passato stabilmente alle 4 ruote, nel 1969 è terzo alla 24 ore di LeMans e nel 1971 si classifica secondo nel campionato di Formula 5000 alla guida di una Surtees. Nel 1972 è Campione europeo di Formula 2, nello stesso anno è secondo al GP d’Italia di Formula 1. Hailwood ha disputato 50 Gran Premi, dal debutto al Gran Premio di Gran Bretagna del 1963, fino al Gran Premio di Germania del 1974 quando termina la carriera automobilistica terminò in seguito alle ferite riportate in un incidente al Nürburgring.

Con le monoposto ha corso soprattutto con Surtees e con la McLaren, il momento probabilmente più significativo della sua carriera automobilistica rimase comunque legato ad un incidente: nel corso del Gran Premio del Sud Africa 1973, entrò in collisione con Clay Regazzoni, e le due vetture finirono fuori pista, incendiandosi. Mentre Hailwood riuscì ad uscire dalla sua vettura, Regazzoni rimase all’interno della propria, svenuto e bloccato dalle cinture. Il pilota inglese quindi tornò tra i rottami incendiati per liberare il collega dalle cinture di sicurezza e portarlo al sicuro fuori dalla vettura. Per il coraggio dimostrato, gli venne attribuita la medaglia di Re Giorgio, la seconda più importante decorazione al valore civile del Regno Unito e del Commonwealth.

Dopo essersi ritirato dalle competizioni, a 38 anni ritorna al Tourist Trophy nel 1978, dopo 10 anni dall’ultima gara su due ruote trionfando con la Ducati.

Mike Hailwood muore prematuramente a Birmingham il 23 marzo 1981, pochi giorni prima di compiere il quarantunesimo anno di età, vittima di un incidente stradale che il 21 marzo vide coinvolta la sua Rover 3500 e un camion, mentre si recava con i figli a comprare fish and chips. Nel sinistro perse la vita anche sua figlia Michelle, mentre il figlio David riportò solo lievi ferite. Al funerale il feretro fu portato a spalla da John Surtees, Luigi Taveri, James Hunt, Geoff Duke e Giacomo Agostini.

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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