Personaggi

Published on Dicembre 22nd, 2023 | by Massimo Campi

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Pierre Levegh, 22 dicembre 1905

 

Pierre Levegh diventa drammaticamente famoso nella storia del motorsport per avere innescato la tragedia della 24 Ore di Le Mans del 1955.

Pierre Eugène Alfred Bouillin era nato il 22 dicembre 1905 a Parigi. Nipote del pioniere francese Veghle, ne aveva assunto il nome anagrammandolo, ma era considerato un pilota di secondo piano, con l’ossessione di vincere la 24 di Le Mans.

Aveva assistito, come tanti altri giovani, alla prima edizione della corsa, nel 1923, vinta dai due francesi André Lagache e René Leonard. Folla in delirio ed un grande colpo di fulmine per il giovane francese. Da quel giorno ebbe un solo scopo nella vita: vincere a Le Mans.

Alla gara della Sarthe non smise mai di andare, come spettatore. la possibilità di partecipare come pilota arriva nel 1938: Antoine Lago, il progettista della Talbot, stava cercando un pilota da affiancare a Jean Trevoux. Si precipitò Levegh, ma l’illusione durò poco: la macchina dovette ritirarsi per guai meccanici, ancora prima che Pierre potesse prendere in mano il volante.

Per dieci anni la guerra paralizzò tutto e si dovette aspettare la fine del conflitto per vedere rombare i motori sul tracciato della Sarthe. Nel 1951 la Talbot offrì nuovamente una possibilità, era l’occasione della sua vita. Pierre Levegh ha ormai 46 anni ed in coppia con René Marchand, ottenne un soddisfacente quarto posto, ma sognava la vittoria.

Il francese acquistò una Talbot, spese una fortuna per cercare di realizzare il suo sogno, e si presentò al via alla edizione del 1952. Dopo cinque ore di corsa è primo, il francese Robert Manzon, su una Gordini. Secondo, sorprendentemente, Pierre Levegh. La folla è in estasi, due francesi al comando. Il colpo di scena arriva alle quattro di notte, la Gordini al comando è ferma la Talbot passa in testa alla gara. Da quel momento Levegh pensa solo alla vittoria, non lascia più l’abitacolo continuando a correre come fosse in trance. Al mattino la folla gridava il suo nome “Levegh…Levegh!” tutta la stampa presente si chiedeva chi fosse questo tenace pilota: da illustre sconosciuto era diventato l’eroe della corsa!

Alle sue spalle ci sono le Mercedes ufficiali, Levegh non molla fino a quando, negli ultimi barlumi di coscienza, cambiò marcia dalla quarta alla terza, ma sbagliò, infilò la seconda…e ruppe il motore. Mancava un’ora e mezza alla fine della gara. La Talbot ammutolita si fermò di lato, mentre la Mercedes di Lang prendeva il comando della 24 ore di Le Mans, andando a vincere la gara.

Levegh venne riportato al suo box dove imperava un silenzio ostile: la folla, che fino ad un momento prima lo osannava proprio per la sua impresa senza speranza, ora lo disprezzava per aver buttato al vento una vittoria francese già in tasca, per pura ostinazione, lasciandola in mano ai rivali tedeschi che riuscivano a cogliere il primo grande successo internazionale del dopo guerra. L’unico a rimanere impressionato fu Alfred Neubauer, il boss della squadra tedesca. Si affacciò al box Talbot e gli disse: “Bravo, la prossima volta che la Mercedes parteciperà a Le Mans, tu guiderai una delle nostre macchine”.

Le vetture tedesche ritornano nel 1955, Neubauer tiene fede alla sua promessa e Pierre Levegh è al via con una delle 300SLR ufficiali. È l’11 giugno 1955, ed il sogno di Levegh diventa un incubo quando la Mercedes impazzita vola tra la folla delle tribune di Le Mans. Esplode, come una bomba impazzita, i pezzi volano falciando vite umane. Il bilancio delle vittime lo farà diventare il più drammatico incidente nella storia del motorsport: 84 vittime ed oltre 120 feriti rimarranno tra le tribune della Sarthe, compreso il pilota parigino che stava inseguendo il suo sogno.

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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