Published on Ottobre 12th, 2023 | by Massimo Campi
0Ferrari V6: il motore di Dino
Un motore sei cilindri, è questo il progetto del figlio di Enzo Ferrari prima di scomparire in seguito alla distrofia muscolare.
Immagini ©Massimo Campi
Alla fine del 1955, Dino Ferrari, il figlio del Drake, suggerisce la costruzione un nuovo motore V6 per la Formula 2, un progetto da sviluppare, ma poco dopo gli viene diagnosticata la distrofia muscolare. L’idea è valida, ed Enzo Ferrari gli mette accanto Vittorio Jano, appena arrivato a Modena con le vetture ex Lancia, per realizzare il motore. Purtroppo Dino non è vissuto abbastanza per vedere il motore: morì il 30 giugno 1956, all’età di soli 24 anni, ma quel V6 prederà corpo e sarà uno dei motori vincenti del cavallino rampante con una lunga storia arrivata fino agli anni settanta.
Il progetto viene sviluppato da Vittorio Jano
Inizialmente Jano realizza un V6 di 60° gradi, debutta nel 1958, con la cilindrata di 1.984 cc ed una potenza di 200 cv che equipagga la 196SP. Da questo motore nascono diverse versioni fino alla cilindrata di 2.863cc per la 286SP. Il Dino V6 nasce nel 1956, con un angolo tra le bancate di 65° ed una cilindrata iniziale di 1.489 cc. Debutta sulla Dino 156 F2 nel Gran Premio di Napoli nell’aprile del 1957, conquistando il terzo posto dietro a due Lancia-Ferrari V8 di Formula Uno.
La caratteristica di V6 a 65° è quella di avere l’albero motore con un perno di manovella separato per ogni biella garantendo un ordine di accensione uniforme. Da questa unità nasce la versione da 2.417 cc con un doppio albero a camme in testa per la Ferrari 246 Dino di Formula 1 e la 246Sport per le gare di durata. Il motore viene sviluppato fino alla cilindrata di 2.962 cc per la Dino 296 S del 1959.
Dalla Formula 2 alla Formula 1 con il titolo mondiale di Hawthorn
Con il V6 di 65° Mike Hawthorn vince il titolo mondiale del 1958, e dopo l’uso agonistico il propulsore ha una nuova vita sulle produzione di serie e per la Formula 2.
La Ferrari vuole tornare a correre nella categoria cadetta nella seconda metà degli anni ’60, ma serve un motore derivato dalla serie prodotto in almeno 500 unità. Nasce il primo accordo commerciale tra Maranello e Torino per la produzione della Ferrari e della Fiat Dino, proprio con il V6 realizzato in Emilia.
Dalle corse alla strada e nasce la Dino
Nel 1968, debutta la Dino 206 GT , la prima vettura stradale a motore centrale di Maranello. La prima versione è quella di 2.0 L della 206 S posizionato trasversalmente alle spalle del guidatore. Rispetto alla versione da corsa 206 S, il motore della 206 GT stradale è stato depotenziato a 180 cv di cui verranno prodotte solo 152 auto. In seguito nasce la versione 2.419 cc con il blocco motore in ghisa al posto dell’alluminio per la Dino 246GT. La potenza è di 195 cv e viene montato anche per la versione prodotta dalla Fiat a motore anteriore. Da quel motore nasce la Dino Formula 2 che vince la prima gara con Tino Brambilla il 13 ottobre del 1968 ad Hochenheim ed in seguito Chris Amon conquista la Tasman Cup nel 1969.
Dopo quell’esperienza, quando Enzo Ferrari stringe l’accordo definitivo con il gruppo Fiat, il V6 ha una nuova vita agonistica entrando nel cofano della Lancia Stratos che dominerà i rally nei primi anni ’70.