Published on Dicembre 13th, 2021 | by Massimo Campi
0L’Alfa Romeo conquista Mondiale di formula uno 1951 con Manuel Fangio
Manuel Fangio conquista il suo primo mondiale con l’Alfetta
Fangio era di origine italiana, la famiglia aveva origini abruzzesi, provenivano da Castiglione Messer Marino in provincia di Chieti ed i nonni erano emigrati in Argentina. I genitori di Manuel, Loreto ed Erminia, si stabilirono nella città di Balacarce, nella provincia di Buenos Aires, dove il padre lavorava come muratore. L’11 maggio 1911 nacque Manuel, frequentò la scuola di Balcarce fino a 12 anni, poi andò a lavorare come apprendista meccanico in una officina del paese. Di giorno riparava le vetture dei clienti e di notte metteva a punto la sua macchina per gareggiare nelle corse Argentine su strade polverose e piene di buche. Prese parte a varie corse di Carretteras Argentine e vinse il GP International del Norte con una Chevrolet, una gara di oltre 9.000 km da Buenos Aires a Lima e ritorno compreso il doppio attraversamento delle Ande, gare in cui sviluppò concentrazione e particolare resistenza fisica.
Dopo la guerra, a 35 anni di età, Fangio riprese a correre, la sua partecipazione ai Gran Premi ebbe uno stop, aveva partecipato solo alle gare organizzate dal dittatore Peron in Argentina. Su suggerimento di Varzi e Wimille, Fangio venne a correre in Europa con il suo principale avversario Oscar Galvez, il più famoso pilota argentino dell’epoca, dove comprarono una Maserati 4CLT, del 1948. Nel 1949 Fangio con la Maserati si distinse tra i più forti. Al GP di Sanremo colse il suo primo trionfo in Europa davanti al principe Bira. Vinse poi tre gare in Francia, a Pau, Perpignan e Marsiglia sui circuiti cittadini dell’epoca. A Spa, in Belgio la sua Maserati lo lasciò a piedi, per mancanza di soldi non era stata revisionata. Con una Ferrari di 2 litri vinse a Monza e nel GP. di Albì, prima di tornare in patria ed essere accolto come un eroe nazionale.
Nel 1950 Fangio è al via del primo campionato mondiale con l’Alfa
Nel 1950 iniziò il Campionato del Mondo della F.1, e per l’Alfa Romeo era l’occasione di rispolverare le monoposto Alfetta e tornare alle corse. La 158, progettata da Gioacchino Colombo, voluta all’epoca dalla scuderia Ferrari, aveva un motore sovralimentato che erogava una potenza di oltre 380 cv. L’Alfa Romeo aveva già ingaggiato Giuseppe Farina e Luigi Fagioli, ma chiese anche a Fangio di unirsi alla squadra. Dopo la vittoria di Sanremo l’argentino firmò un contratto in bianco lasciando decidere all’Alfa il compenso, per Fangio era la grande occasione della vita e non andava persa, a qualsiasi costo. A Silverstone si corse la prima gara, Fangiò si dimostrò subito velocissimo in prova ed in gara rimase sempre alle spalle di Farina, fino a quando non ruppe il motore a pochi giri dall’arrivo, lasciando libero il compagno di squadra di vincere. A Monaco, Fangio vinse la sua prima gara mondiale, mentre Farina provocò un incidente coinvolgendo diverse vetture. Sul tracciato monegasco dette la prima prova delle sua doti al grande pubblico: sopraggiungendo in vista della curva dove si era girato il compagno di squadra, notò che il pubblico stava guardando in un’altra direzione, gli venne in mente una foto di un giornale in cui il pubblico stava guardando un incidente, rallentò, ed all’uscita della curva si trovò le vetture incidentate, passando in un piccolo varco tra i rottami, andando a vincere davanti alla Ferrari di Ascari. Alla Mille Miglia arrivò terzo, con l’Alfa Romeo 6c 2.500cc. Vinse nuovamente in Belgio e Francia conquistando la testa del mondiale, mentre Farina vinceva in Svizzera ed Inghilterra. La gara di Monza diventava quella decisiva. Fangio era il più veloce in prova ma in gara era terzo mentre davanti Farina ed Ascari lottavano per la vittoria, ma il pilota della Ferrari si dovette ritirare dopo 22 giri. Subito dopo l’Alfa di Fangio ebbe un problema al radiatore con conseguente surriscaldamento. Si fermò ai box, prese la vettura di Piero Taruffi, ma anche a questa si ruppe e Giuseppe Farina vinse la corsa ed il titolo mondiale. Fangio accettò molto sportivamente la vittoria di Farina, in fin dei conti era arrivato secondo e per il 1951 avrebbe avuto una nuova occasione sempre con le vetture del Portello.
Il primo titolo mondiale nel 1951
Dopo aver trascorso il Natale 1950 casa, Fangio tornò nuovamente in Europa per la nuova stagione. Nel 1951 iniziarono ad entrare in gioco le fermate per i rifornimenti, la Alfa sovralimentate consumavano mediamente un litro al chilometro e spesso la capacità dei serbatoi non bastava per finire una gara. Fangio vinse a Berna, ma a Spa, seconda gara stagionale, la Ferrari si dimostro molto pericolosa per la corsa al titolo con Ascari e Villoresi. Farina vinse, mentre Fangio perse 14 minuti ai box per la sostituzione di una gomma giungendo alle spalle delle vetture di Maranello. Fangio vinse anche in Francia dopo essere salito sulla vettura di Fagiolo a causa della rottura della sua Alfetta, mentre Ascari giunse secondo sulla vettura di Froilan Gonzales. A Silverstone arrivò la prima vittoria della Ferrari in una gara titolata ad opera di Gonzales. L’unico a stare nella scia della vettura milanese era Fangio, ma dovette soccombere al dominio della Ferrari arrivando secondo. Al Nurburgring arrivò la prima vittoria di Ascari, Fangio arrivò nuovamente secondo riuscendo a guidare l’Alfa solo con la terza e la quarta marcia a causa di una avaria al cambio.
A Monza le Alfa andarono in crisi, Fangio e De Graffared furono costretti al ritiro. La Ferrari fece una doppietta con Ascari e Gonzales, seguiti dalle Alfa di Farina e Bonetto. La gara decisiva era in Spagna, ultimo appuntamento stagionale del 1951. Alfa e Ferrari partirono con serbatoi maggiorati per evitare la perdita di tempo dei rifornimenti, ma poco prima della partenza Gioacchino Colombo disse a Fangio che, dai nuovi calcoli fatti, sarebbe comunque stato necessario effettuare un pit-stop. La Ferrari fece l’errore di partire con pneumatici più stretti che ebbero un consumo eccessivo e le Ferrari dovettero cedere proprio per problemi alle gomme lasciando il via libera a Fangio che conquistò gara e campionato. Juan Manuel Fangio, l’ex meccanico di Balacarce, si era così laureato Campione del Monde 1951 della F.1. L’argentino aveva 38 anni e fu sempre grato alla fabbrica milanese dei risultati ottenuti. Manuel Fangio seppe catturare così tanto l’attenzione pubblica da diventare un mito sportivo, era un argentino di umili origini ed era una persona riservata, sia in pista che nel privato. Era di madre lingua spagnola, ma parlava anche francese ed italiano e capiva anche l’inglese. Si trovava a proprio agio in diverse situazioni, e rispondeva alle polemiche della stampa con i fatti ed i risultati. Nella vita di tutti i giorni era un uomo mite e pacato, ma in gara diventava una vera tigre, sempre pronto a sfruttare tutte le situazioni per cogliere il risultato. Era combattivo e difficile da superare, ma sempre corretto nei confronti degli avversari. In patria era considerato un eroe nazionale ed era sempre acclamato dalle folle in ogni gara a cui partecipava.
L’Alfetta 158 / 159 – Foto Massimo Campi