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domenica 26 Gennaio 2025

Porsche 917/PA, 16 cilindri per la Can-Am

Nel 1971 nasce la prima Porsche 917/PA in versione Can-Am con il 16 cilindri, ma sarà solo un esperimento.

La storia della Porsche 917 per la gare americane è stata una grande avventura, la prima con un motore turbocompresso che ha dato l’avvio alla sovralimentazione turbo nelle corse, ma l’avventura della casa tedes ca inizia con un esperimento, ovvero aggiungere altri quattro cilindri al 12 piatto della 917.

I motori a 16 cilindri sono ancora più complessi delle unità a 12, esperimenti già noti nel mondo delle corse sin dagli anni anteguerra, quando in casa Audi, Ferdinand Porsche, crea il 16 cilindri della C-type che conquista gare, record e titoli. Poi ci sono stati tanti altri che hanno percorso questa strada, come l’Alfa Romeo con la Bimotore, la Bugatti Type 45 del 1929, e la BRM V16 del dopoguerra.

Le corse della Canadian American Challenge Cup, ovvero la Can-Am, da subito nutrono un grande interesse nelle squadre e nei vari piloti: nessuna regola tecnica, motori con “pistoni grossi come fiaschi di vino”, potenza, aerodimanica, ma soprattutto montepremi da grandi paperoni, ed ecco che il successo arriva attirando come api sul miele i costruttori. La Porsche, con la sua 917, la macchina regina del mondiale marche, è attratta dalle gare americane e dal mercato oltreoceano. Dal 1972 le grosse sport di 5 litri non saranno più ammesse nella serie mondiale e correre nella Can-Am permette di sperimentare nuove soluzioni tecniche. Inoltre vincere in America significa avere un grande ritorno pubblicitario per le vendita delle auto di serie, e quindi a Weissach partono gli studi per la versione americana della 917.

L’avventura Porsche in America inizia per merito di Jo Siffert, pilota ufficiale della casa tedesca, che da vita ad un piccolo team composto da lui, ed i meccanici Edi Wyss e Hugo Schibler che, con una Porsche 917/PA Spyder attraversano l’oceano. La vettura, nel 1969 corre sotto le insegne della “Porsche+Audi”, da cui deriva la sigla “PA” con sponsor importanti come STP, Marlboro e Goodyear, ma non si dimostra abbastanza potente per contrastare i V8 di 7 litri americani. Però l’esperienza del piccolo team svizzero viene presa in considerazione ai piani alti di Weissach e Rico Steinemann, boss della squadra tedesca da il via ad un programma per una nuova vettura che correrà in America. Nonostante nessuna vittoria, ed i pochi mezzi messi a disposizione, l’immagine Porsche si diffonde subito nelle gare Can-Am.

Nel 1971, i tecnici della casa tedesca studiano varie soluzioni per aumentare la potenza del 12 cilindri boxer e la scelta inizialmente va nella direzione di aumentare la cilindrata aggiungendo altri quattro cilindri al propulsore di 4,9 litri. Vengono aggiunti due cilindri per bancata e nasce un fantastico boxer 16  perfettamente equilibrato. Del nuovo motore vengono realizzati quattro unità con cilindrate da 6 a 7,2 litri che, testate al banco raggiungono circa 880 cavalli nella versione più spinta. Oltre alle quattro unità assemblate vengono realizzati pezzi per produrre una decina di unità. Il 16 boxer viene poi montato sul telaio  917-027 in versione spider. La 917/PA ovvero la denominazione barchetta della 917 Kurz, con coda corta, viene affidata a Mark Donohue per alcuni test a Weissach.

Intanto viene studiata anche una nuova versione applicando un turbocompressore KKK al 12 boxer di 4,9 litri, e sarà questa la soluzione che verrà scelta dai tecnici di Weissach per la 917 che correrà in America gestita dal Team Penske. Donohue trova che la 917/PA a 16 cilindri sia una ottima vettura, ma applicare il turbocompressore sul 12 boxer, già ampiamente collaudato, diventa molto più economico da sviluppare. Si pensa anche di potere in seguito sviluppare il 16 cilindri in versione sovralimentata, con una potenza stimata, dai calcoli, di circa 2.000 cv, ma lo strapotere subito dimostrato dalla 917/10 Can-Am e dalla sua evoluzione, la 917/30 basta ed avanza per dominare le gare americane.

La 917/PA con il suo sedici cilindri rimarrà solo un affascinante esperimento tecnico, una meteora mai sbocciata ed una strada tecnica senza nessun seguito. L’unico esemplare esistente, perfettamente conservato,  è ancora oggi in mostra al Museo Porsche di Stoccarda come testimone di quel periodo dove la Porsche si è prepotentemente inserita tra i grandi costruttori del motorsport.

Immagini © Massimo Campi

 

 

 

Massimo Campi
Massimo Campihttp://www.motoremotion.it/
Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.

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