Storia

Published on Novembre 10th, 2021 | by Massimo Campi

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Prototipi da Formula Uno

Nel 1991 cambia il regolamento tecnico e sportivo per le gare di durata con nuovi prototipi aspirati e motori da 3,5 litri

La stagione 1991 vede un nuovo cambio di regolamento per le gare di durata, le vetture sport in gara devono essere equipaggiate da motori aspirati di 3,5 litri ed il peso minimo consentito è di 750 kg. Sono ammesse al via le vetture turbo e le aspirate della stagione precedente, che però devono rispettare il vecchio regolamento con ulteriori restrizioni e non possono prendere punti per il titolo mondiale. Le gare vengono ridotte a gare sprint, per poter essere disputate con motori che provengono dalla F.1, unica vera gara di durata che resiste al progresso è la inossidabile 24 ore di Le Mans, nuovamente inserita nel mondiale. Tre le case ufficiali impegnate nella nuova categoria ci sono Jaguar, Mercedes e Peugeot.

La Peugeot 905 ha esordito nelle ultime due gare del 1990 per saggiare la competitività. La 905 è una macchina dell’ultima generazione, molto piccola con un abitacolo degno di una F.1 ed un’aerodinamica molto sofisticata, come pure sono sofisticati i vari sistemi di controllo elettronici presenti sulla macchina. Il posto di guida è quasi centrale ed il pilota guida incastrato tra la miriade di servocomandi presenti. La casa del Leone ha realizzato un motore 10V di 3,5 litri di cilindrata, il telaio è completamente in composito. Con la biposto francese, progettata dall’Ing. De Cortanze e gestita da Jean Todt, corrono Mauro Baldi, fuggito dalla Mercedes dopo i diverbi con Schlesser, Philippe Alliot, Keke Rosberg e Jannick Dalmas, quattro piloti provenienti dalla F.1 che fanno intendere le intenzioni di vittoria della casa francese.

La Twr-Jaguar segue le orme della casa del Leone per la sua nuova vettura. Uscita dalla matita di Ross Brawn, da tempo in forza alla TWR, la Xjr14 è un notevole passo avanti rispetto alle vetture precedenti di Tom Walkinshaw. Piccola, leggera, al limite dei 750 kg di regolamento, ha una aerodinamica molto simile ad una F.1 con un grande alettone posteriore e profili estrattori per avere il più possibile deportanza. Abitacolo a goccia e per il motore si è scelto il Ford 8V uficiale di 3,5 litri che equipaggia la Benetton e la Jordan di F.1. La biposto di Tom Walkinshaw è portata in gara da piloti del calibro di Teo Fabi, Martin Brundle, Derek Warwick e David Brabham.

La terza forza in campo del mondiale è rappresentata dalla Mercedes, detentrice del titolo per due anni di fila. La casa tedesca ha realizzato una nuova vettura, la C291, in linea con il nuovo regolamento. Sulla vettura è montato il nuovo motore 12 cilindri boxer di 3,5 litri aspirato. La coppia destinata a prendere punti per il mondiale è quella formata dai due giovani Michael Schumacher e Karl Wendringler. La Mercedes, in appoggio ai due giovani, che durante l’anno sono approdati entrambi in F.1, ha schierato una C11 Turbo (la vettura dello scorso anno), per gli esperti Jochen Mass e Jean Louis Schlesser. Il nuovo campionato mondiale ha preso il via con queste forze in campo ed al primo appuntamento stagionale, sul tracciato di Suzuka, è la Peugeot a transitare per prima sul traguardo. Mauro Baldi e Philippe Alliot sono primi e precedono la C11 Turbo di Mass-Schlesser e la vecchia Porsche 962 di Manuel Reuter ed Harry Toivonen.

La situazione si ribalta a Monza dove le vetture della TWR impongono il loro ritmo di gara. Già in Giappone le Xjr 14 hanno dimostrato di essere vetture molto veloci, con la pole di Warwick, ma problemi di gioventù hanno impedito di ottenere il risultato. A Monza le Xjr 14 giungono con una serie di test di collaudo alle spalle. Teo Fabi è autore della pole e la gara è vinta da Warwick e Brundle. Fabi, in coppia con Brundle che si è diviso sulle due vetture, è secondo, terza è la C11 di Schlesser-Mass. Teo Fabi si rifà a Silverstone, dove conquista la prima vittoria stagionale. La Mercedes C291 conquista i primi punti della stagione con il secondo posto di Schumacher-Wendringler. La Peugeot 905, sempre più in crisi con una aerodinamica che si è rivelata sbagliata, è sesta con Baldi-Alliot. Si ritorna a Le Mans, la gara a cui tutti ambiscono, l’unica gara mondiale che richiama sulle tribune una folla degna di una gara mondiale. Jaguar e Mercedes scendono in campo con le vecchie vetture dello scorso anno, le macchine aspirate con i motori di 3,5 litri difficilmente potrebbero reggere per 24 ore di gara. Il nuovo regolamento imposto dalla Fisa e da Ecclestone miete però le sue vittime e lo schieramento di partenza è uno dei più poveri degli ultimi anni, con sole 38 vetture al via. Le grosse Jaguar aspirate (montano il 12V di 7,4 litri) e le Mercedes C11 sovralimentate sono ulteriormente penalizzate da un peso minimo di 1000 Kg. Schumacher parte alla grande prendendo la testa della gara alla prima ora, ma alla quinta ora Wendlinger esce di strada, la vettura viene riparata, riparte ma perde tempo. Alla fine per la casa tedesca è una disfatta: cedono i supporti della pompa dell’acqua e solo la vettura di Schumacher-Wendlinger-Kreutzpointer vede il traguardo, in quinta posizione. Sotto la bandiera a scacchi la vittoria è una sorpresa. La 24 ore di Le Mans è vinta dalla piccola Mazda di Johnny Herberth, Bertrand Gachot e Volker Weidler con il team capitanato da Jacky Ickx. La Mazda 787B monta il quadrirotore Wankel di 1.300 cc equipaggiato con il turbo, per una cilindrata equivalente di 4,7 litri. I nuovi regolamenti non tengono in considerazione il motore rotativo e la Mazda corre con un peso di soli 830 Kg, che saranno fondamentali per il risultato della corsa. E’ una vittoria importante per l’industria giapponese e per il motore ideato da Felix Wankel che conquista la sua prima ed unica vittoria nella storia del mondiale marche nella gara più famosa al mondo, battendo le più potenti Jaguar di 7 litri e le Mercedes turbo in crisi con i consumi. Le Jaguar Xjr12 conquistano il secondo, terzo e quarto posto con Boesel-Fertè-Janoes, Fabi-Wollek-Acheson, Warwick-Nielsen-Wallace. Sesta assoluta è l’altra Mazda 787 B di Johannson, Sala e Kennedy, preceduta dall’unica Mercedes C11 giunta al traguardo.

Si riprende la corsa al titolo sul tracciato del Nurburgring ed è una nuova doppietta Jaguar con Brabham-Warwick che precedono la Xjr 14 di Fabi-Brabham. La Peugeot ha saputo reagire alla mancanza di risultati ed Andrè de Cortanze ha studiato, per la 905, una nuova veste aerodinamica con una carrozzeria che assomiglia molto ai concetti espressi dalla rivale Jaguar. A Magny Cours la casa del Leone ritrova la strada della vittoria con una doppietta realizzata da Dalmas-Rosberg e da Alliot-Baldi. Fabi e Brabham sono terzi con la Xjr14. La serie positiva della 905 continua a Mexico City, ed il risultato è una fotocopia della gara francese. La Mercedes C291 riesce ad imporsi nell’ultima prova mondiale sul nuovo tracciato di Autopolis. Schumacher e Wendringler salgono sul gradino più alto del podio davanti alle due Jaguar Xjr 14. E’ l’ultima vittoria per la Mercedes e per Shumacher nella serie. La casa tedesca ha acquistato il pacchetto di maggioranza della Ilmor di Mario Illien, (subito si vedono i risultati con una trovata affidabilità per il 12 boxer ed un buon incremento di potenza) e prepara il programma con Peter Sauber per sbarcare in F.1. Shumacher invece ha già debuttato in F.1, con la Jordan a Spa, ma Flavio Briatore gli ha già fatto firmare un contratto che lo lega alla Benetton e con la squadra di Treviso debutta a Monza iniziando quel sodalizio che lo porterà a vincere due titoli mondiali.

La Jaguar conquista il titolo mondiale e quello piloti con Teo Fabi, battendo la rivale francese Peugeot, mentre la Mercedes, nonostante la vittoria in Messico, non è mai entrata nella lotta per il titolo. A fine anno si tirano le somme del campionato. La Jaguar, nonostante la vittoria, e la Mercedes, si ritirano dalla serie. Il costo per la realizzazione e lo sviluppo delle vetture è a livello di quello di una F.1, ma mentre in F.1 ci sono sponsor ed un grande ritorno di immagine che giustifica gli investimenti fatti, del mondiale Sport Prototipi non se ne parla. La Fisa, viene accusata di fare poca promozione nonostante i costi alti. Il neo presidente eletto, l’avvocato inglese Max Mosley, che succede al regno durato 13 anni di Jean Marie Balestre, vuole chiudere con le vetture sport. L’unica casa ufficiale rimasta per la stagione ’92 è la Peugeot che riesce a far slittare di un anno la fine delle vetture sport. Gli ingenti stanziamenti della Casa del Leone non sono ancora giustificati e Jean Todt vuole assolutamente un titolo Mondiale per la sua creatura.

Immagini © Massimo Campi

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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