Storia

Published on Ottobre 1st, 2021 | by Massimo Campi

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L’ultimo sigillo del Kaiser

Michael Schumacher siglava nel 2006 in Cina il suo ultimo successo in F.1 – di Carlo Baffi

Domenica 1 ottobre 2006, una data che a posteriori sarebbe entrata nella storia del motorsport. Sul circuito di Shanghai, Michael Schumacher taglia il traguardo vittorioso aggiudicandosi il Gran Premio della Cina. Per il tedesco sette volte Campione del Mondo è il suo 91esimo trionfo in Formula Uno: 71esimo con la Ferrari. Un’affermazione che permette a Schumi di agguantare in vetta alla classifica Fernando Alonso quando mancano solo due gare alla fine del mondiale. Ed il tedesco ha un successo in più rispetto allo spagnolo della Renault, un vantaggio che potrebbe essere determinante qualora i due finissero a pari punti a conclusione di una stagione che li ha visti prim’attori. Schumacher contro Alonso, Ferrari contro Renault, il passato contro il nuovo. Forte delle sue sette corone iridate, che sono già un record, Michael vuole mettere le mani sull’ottava, ma deve fare i conti con questo giovane fuoriclasse; Alonso per l’appunto. Nato ad Oviedo nel 1981, ha esordito nella massima serie nel 2001 con la Minardi, poi è finito nel mirino di Flavio Biratore che l’ha fatto debuttare con la Renault due anni dopo e nel 2005 ha conquistato il titolo iridato. E come Schumi, anche Fernando essere il re. Però il ferrarista ha forse un motivo in più che lo motiva. Poche settimane prima ha infatti annunciato che a fine campionato avrebbe messo fine alla sua attività agonistica. Dunque è più che logica la sua voglia di chiudere in bellezza una carriera ormai divenuta leggenda. Se la prima parte della stagione 2006 ha evidenziato la supremazia dell’asturiano con sei vittorie in nove round, dagli Stati Uniti in poi s’è registrata la riscossa dell’asso teutonico: quattro primi posti in sei gare, a fronte di nessun successo del diretto rivale, vittima anche di due ritiri. Poi a Monza è andata in scena l’apoteosi, con Michael sul gradino più alto del podio e Fernando fermo col motore ko alla prima variante. Alla vigilia del Gran Premio della Cina, la classifica vede Alonso leader con due sole lunghezze su Schumacher: 108 a 106. Altrettanto incerta la situazione nel mondiale costruttori con la Ferrari a 168 e la Renault a 165.

Con il “cannibale Schumi” in piena rimonta, che ormai fiuta la sua preda, sono in molti a darlo favorito per il rush finale, ma nelle qualifiche Alonso rialza la testa. Complice una leggera pioggerella, le gomme Michelin montate sulla R26 si dimostrano più efficaci rispetto alle Bridgestone della 248F1. Risultato: Alonso è in pole con al fianco il compagno Giancarlo Fisichella. A seguire le due Honda di Barrichello e Button e la McLaren-Mercedes di Raikkonen. Schumacher è solo sesto, primo dei piloti classificati con gli pneumatici giapponesi. Dunque si profila una gara in salita per Schumi e a confermarlo sono i primi giri del Gran Premio con Fernando in fuga solitaria sotto l’acqua davanti a Fisichella e Barrichello. Michael è quarto, con un gap di circa 25 secondi accumulati nelle prime quattordici tornate. Tutto parrebbe deciso, ma con il cessare della pioggia e la pista che inizia ad asciugarsi, le Michelin vanno in crisi. Destino opposto per le Bridgestone, la cui resa comincia ad aumentare permettendo a Schumacher di recuperare terreno. Al primo pit-stop Fisico e Schumi sostituiscono solo le gomme posteriori, a differenza di Alonso che invece cambia le anteriori. Una scelta che si rivelerà sbagliata, rallentando notevolmente il Campione del Mondo in carica tra il 25esimo ed il 35esimo giro. Schumacher viaggia su tempi decisamente più veloci e si prende la leadership. A ciò si aggiunga un problema alla seconda sosta di Fernando, quando il bullone della ruota posteriore destra non si avvita per colpa del malfunzionamento di una pistola e così se ne vanno altri secondi. Con la vittoria ormai sfumata, all’asturiano non resta che accontentarsi del secondo posto davanti a Fisichella, con il grosso rammarico di aver perduto l’occasione di mettere a segno l’allungo decisivo. Le Renault erano di fatto le monoposto più veloci del lotto. Eloquente l’analisi di Flavio Briatore nel dopo corsa:” Siamo frustrati, è solo colpa nostra.” Abbacchiato anche Alonso, che cerca di nascondere l’amarezza:” Ho perso una grande occasione. Il morale ? No quello resta alto. Però…” Tutt’altro umore regna invece al box del Cavallino, con Schumacher euforico che ammette:” Non credevo di vincere. Se penso che dopo Montreal ero a -25 punti da Fernando, mi viene da dire che questo è un miracolo.” E il pensiero del Kaiser va già a Suzuka, quando fra sette giorni avrà luogo il Gran Premio del Giappone, in cui potrebbe infliggere all’avversario il colpo decisivo.

L’ottimismo in casa Ferrari è a mille, forse anche in virtù di quanto accaduto dopo la cerimonia del podio. Terminato il brindisi, Alonso cala dall’alto verso il suo team la bottiglia di champagne. Ma uno dei suoi meccanici si lascia sfuggire la “Magnum” che vola a terra e va in frantumi. A detta di qualcuno, sarebbe un sinistro presagio in vista della lotta mondiale. Invece non sarà così. Dopo esser scattato dalla prima fila e condotto il Gran Premio del Sol Levante davanti ad Alonso per i 37 dei 53 passaggi previsti, Schumacher sarà costretto a parcheggiare la sua rossa a bordo pista per il cedimento del suo V8 056. Michael non finiva ko per colpa di un motore dal G.P. di Francia del 2000. Che beffa per i tifosi del Cavallino! Il ritiro del loro beniamino spalancherà a Fernando la strada verso il successo, preludio al suo secondo titolo che conquisterà in Brasile il 22 ottobre.

Schumacher chiuderà al secondo posto, così come la Ferrari nel campionato costruttori, a cinque lunghezze dalla Renault campione. Dopo tre anni d’inattività, l’asso di Kerpen rientrerà nel Circus ingaggiato dalla Mercedes nel 2010. Gareggerà sino al 2012, ma con risultati decisamente al di sotto delle aspettative prima del definitivo abbandono. Quello di Shanghai del 2006, resterà così l’ultimo acuto del “Kaiser”. Una vittoria di sicuro importante al pari di altre, che però è divenuta una sorta di spartiacque prima dell’inizio di una parabola discendente. “Keep Fighting Michael !”

illustrazione © Carlo Baffi – immagini © Massimo Campi

 

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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