Storia

Published on Agosto 8th, 2021 | by Massimo Campi

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Ferrari 156 F.1: copiare per vincere

La Ferrari 156 F.1 a motore posteriore, vince il mondiale F.1 nel 1961

“Non metterò mai il carro davanti ai buoi” tuona Enzo Ferrari quando i suoi tecnici, capitanati da Carlo Chiti propongono di mettere il motore alle spalle del pilota. La piccola, ma prestigiosa produzione della fabbrica di Maranello, si basa su vetture sportive con il motore montato anteriormente. Spostare il propulsore alla spalle del pilota non era certamente una buona pubblicità, ed Enzo Ferrari, che vende le sue vetture soprattutto ai clienti sportivi, sta molto attento ai suoi prodotti.

Alla fine degli anni ’50 la tecnologia delle monoposto da competizione ha una brusca accelerazione con la scuola inglese. Le fabbriche italiane, Alfa Romeo poi Ferrari e Maserati soprattutto, hanno dominato per più di un decennio con i loro potenti motori, senza evolvere la parte telaistica. Al contrario gli inglesi, con motori nettamente inferiori, hanno puntato sulla leggerezza e sulla guidabilità delle vetture.

Le monoposto di F.1, da metà degli anni ’50, montano propulsori di 2.5 litri e per la stagione 1961 viene annunciato il nuovo regolamento che prevede una riduzione a 1,5 litri. John Cooper, piccolo costruttore inglese, ha iniziato a produrre vetture da competizione con la piccola F.500, semplici telai con motore motociclistico Jap montato posteriormente. Cooper inizia a costruire telai di F.Junior montando il quattro cilindri Ford Kent di 1.000 cc alle spalle del pilota. Le monoposto inglesi in breve invadono il mercato dominando sulle vetture a motore anteriore, John Cooper dalla F.Junior passa alla F.1. Il 9 gennaio del 1958 sul Circuito di Buenos Aires si disputa il Gran Premio d’Argentina ed è Stirling Moss che sale sul gradino più alto del podio con la Cooper-Climax del Team Rob Walker Racing. La vittoria è merito della guidabilità del mezzo e del minor consumo delle gomme rispetto alle potenti Ferrari che devono soccombere alla monoposto inglese. Il 1958 sarà anche l’ultimo anno di una vittoria a motore anteriore con la Ferrari 246 di Mike Hawthorn, dal 1959 sarà una monoposto a motore posteriore che vincerà il titolo mondiale, iniziando con Jack Brabham che vince per due anni di fila con la Cooper.

A Maranello devono correre ai ripari, allo studio c’è il nuovo motore di 1,5 litri, il sei cilindri Dino, pensato dal figlio del Drake inizialmente in collaborazione con Vittorio Jano e montato sulle vetture di F.2. Il V6 ha un angolo tra le bancate a 65° e l’ing. Carlo Chiti, modifica leggermente la cilindrata da 1489,35 a 1476,6 cc aumentando l’alesaggio da 70 a 73 mm e diminuendo la corsa da 64,5 a 58,8 mm per potere aumentare il regime di rotazione. Chiti riesce a convincere il patron di Maranello nel montare il motore alle spalle del pilota per la vettura del 1961, ma c’è da realizzare il nuovo telaio della futura monoposto.

Oltre alle squadre ufficiali, nella massima formula corrono diversi team privati, come la Scuderia Centro Sud di Mimmo Dei che corre con le Cooper. Una di queste vetture viene rivenduta alla Scuderia Serenissima di Giovanni Volpi di Misurata ed il pilota Gianni Balzarini danneggia la vettura in una corsa in salita nel 1959. Quando la monoposto torna in officina i meccanici non sanno come ripararla. Qualcuno riferisce ad Enzo Ferrari il problema ed il Drake non si lascia sfuggire l’occasione per studiare la monoposto rivale. Telefona a Giovanni Volpi, affezionatissimo cliente, mettendo a disposizione la sua officina ed i meccanici più esperti per riparare la monoposto. “E’ un periodo che abbiamo poco da fare, un favore ad un cliente affezionato si può sempre fare, se me la porta a Maranello la affido ai miei uomini più bravi e la facciamo tornare più bella di prima!” La Cooper incidentata viene inizialmente consegnata ad un concessionario Ferrari ed infine varca il cancello di Maranello. Dopo un mese ritorna alla Scuderia Serenissima perfettamente riparata. Passa un altro mese ad a Modena c’è una nuova monoposto Ferrari che gira con il collaudatore Martino Severi e pochi mesi dopo Richie Ginther è al via del GP di Monaco 1960 su una Ferrari con il motore posteriore.

Da quell’esperienza nasce la Ferrari 156 F.1 del 1961, una stagione che vede i due piloti di Maranello, Von Trips e Phil Hill in lotta per il titolo. A Monza, il dramma del pilota tedesco, tamponato dalla Lotus di Clark, che esce fuori pista seminando vittime tra il pubblico, mette la parola fine su chi conquista il mondiale. Phil Hill vince amaramente il titolo, è il primo americano campione del mondo, la Ferrari è tornata alla vittoria, complice anche quella “riparazione” alla Cooper.

Immagini © Ferrari press e Massimo Campi

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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