Personaggi

Published on Luglio 11th, 2021 | by Massimo Campi

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Jo Ramirez: Pedro Rodriguez era il migliore sul bagnato

11 luglio 1971, quando Pedro sale sulla Ferrari 512M di Herberth Muller nella gara Interserie al Norisring. Qualcosa si rompe, la rossa sport esce fuori pista, si incendia, la “buena suerte” volta la faccia al campione Massicano

Anni ’70, la Porsche lancia la 917, la vettura che renderà famosa la casa di Stoccarda nel mondo delle corse. Nel 1970 i vertici Porsche affidano l gestione alla scuderia di John Wyer, che porterà alla gloria la potente cinque litri tedesca. Ci sono due piloti che hanno segnato quella formidabile epopea: Jo “Seppy” Siffert e Pedro Rodriguez. Prime guide, veloci entrambi, ma sempre in competizione tra loro per dimostrare di essere il pilota top su cui contare.

Jo “Seppy” Siffert, svizzero, proveniva dal grande squadrone Porsche, aveva già vinto con la 908 di tre litri dove aveva più volte dimostrato le sue doti. Pedro Rodriguez, messicano, proveniva dal vivaio di piloti di John Wyer. Con la Ford GT40 aveva già vinto nel 1968 a Le Mans, in coppia con Lucien Bianchi, e nel suo palmares cerano diverse vittorie e la voglia di conquistarne molte altre. Per entrambi sarà la loro ultima stagione di corse, vinceranno alternandosi nel 1970 e nel 1971, fino a quando non periranno entrambi in due incidenti: con la BRM di F.1 a Brands Hatch lo svizzero, con una Ferrari 512M in una gara interserie sul circuito del Norisring il messicano.

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Jo Ramirez, è nato nel 1941 a Città del Messico. Per molti giovani il suo nome dice poco, ma chi conosce il mondo delle corse sa che questo messicano è stato il coordinatore della McLaren gestendo piloti del calibro di Ayrton Senna, Alain Prost, Mika Hakkinen, ed è stato anche in Tyrrell con Stewart e Cevert. Ma la storia dell’ ingegnere meccanico Joaquín “Jo” Ramírez Fernández, parte da molto lontano, da semplice meccanico dei fratelli Rodriguez, fino ad arrivare ai massimi vertici sportivi, passando per squadre come Maserati, Tyrrell, Copersucar-Fittipaldi, e la John Wyer Automotive dove è stato il meccanico della 917 di Siffert. Alla corte del patron inglese arriva proprio al seguito di Pedro Rodrigez ed impara l’arte dell’organizzazione e della pianificazione sportiva.

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Jo Ramirez, dopo essere andato in pensione dalla McLaren, ha partecipato a varie manifestazioni con le auto d’epoca ed è lui a raccontare come era quella squadra e la rivalità tra i due top driver.

“Come persona John Wyer era molto duro, rigoroso, un vero capo. Non accattava un no come risposta, bisognava assolutamente obbedire ai suoi ordini, era un vero capo!. Era molto rigoroso, un grande stratega, ma il suo credo iniziava dall’ordine e dalla pulizia, una dote rara nel mondo delle corse, spesso improvvisato, di quegli anni. Da lui ho imparato tantissimo, che poi mi è servito per il resto della mia carriera. La sfida tra Pedro e Seppy era una rivalità molto sana, come uomini si rispettavano ma quando erano in macchina erano molto competitivi tra loro.

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Erano due piloti molto forti, ma Pedro era il più veloce in assoluto sull’acqua. Quando pioveva nessuno riusciva stare al suo passo, tutti in squadra lo sapevano e rispettavano il suo ruolo di leader in queste situazioni. Io ero capo meccanico della 917 di “Seppy”, John Wyer mi impedì di stare con Pedro, disse che bastava un messicano per macchina, due erano troppi e mi mise con Siffert!

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La gara che più mi è rimasta in mente di Pedro è stata la 24 ore di Daytona del 1971. Alcuni pezzi della trasmissione erano difettosi e Pedro si dovette fermare con il cambio a pezzi a tre ore dalla fine. Per sbloccare e sistemare il cambio dovemmo impiegare la fiamma ossidrica da tanto era rovinato. Anche noi della macchina di Seppy abbiamo dato una mano sostituendo tutti gli ingranaggi.

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Per fare l’operazione era stato perso tantissimo tempo e Pedro era   indietreggiato in classifica. Improvvisamente iniziò a piovere, Wyer ordinò a Pedro di risalire lui in macchina, partì come un fulmine, sembrava che viaggiasse sull’asciutto mentre tutti gli altri naufragavano nell’acqua. Rimontò tutto il distacco e vinse. Il giorno dopo sulla stampa americana apparse il titolo, citando noi meccanici come veri vincitori di quella gara. Fummo tutti contenti, felici di quanto avevamo saputo fare e di quanto ci aveva ripagato Pedro con quella vittoria!”

Immagini © Massimo Campi – Porsche presse

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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