Published on Marzo 10th, 2021 | by Massimo Campi
0Williams FW14, monoposto di un altro pianeta
Nel 1991 debutta la Williams FW14, una monoposto destinata a dominare la scena con il 10 cilindri Renault
All’inizio degli anni ’80 la squadra di Frank Williams cresce dalle retrovie a top team. Clay Regazzoni conquista la prima vittoria a Silverstone 1979 ed Alan Jones vince nel 1080 il primo titolo mondiale per la squadra inglese. Frank Williams con il socio e direttore tecnico Patrick Head, riescono a coinvolgere la Honda e l’unione con il motorista nipponico porta ad altre vittorie ed al titolo mondiale 1987 quando i due piloti, Piquet e Mansell, lottano per il primato con il brasiliano che vince il suo terzo alloro dopo che l’inglese, a Suzuka è vittima di un terribile incidente nelle prove libere che gli impedisce di correre le ultime due gare lasciando campo libero al compagno rivale brasiliano. Nel mezzo c’è il dramma personale di Frank Williams che esce di strada al volante di una vettura stradale mentre torna in albergo durante una sessione di test al Paul Ricard. È l’inizio del 1986, Williams ha delle lesioni alla spina dorsale che lo costringerà per sempre su una sedia a rotelle, inizialmente con molte ripercussioni sulla gestione della squadra, tanto che Nigel Mansell perde il titolo all’ultima gara per una foratura improvvisa. Dopo la vittoria del 1987, e le condizioni del patron Frank, la Honda decide di abbandonare il team, in direzione McLaren, Ron Dennis presenta ai giapponesi una organizzazione avveniristica ed a Woking, assieme ad Alain Prost, arriva Ayrton Senna formando un sodalizio che porterà nuovi titoli mondiali alla squadra bianco-rossa.
Frank Williams non si perde d’animo, anche Nelson Piquet abbandona la squadra ed al suo posto arriva Riccardo Patrese, mentre il motore Honda Turbo è sostituito da un V8 Judd clienti, un propulsore molto meno potente del turbo giapponese, ed anche scarso di affidabilità, ma la monoposto progettata da Patrick Head dimostra di essere molto valida. A Grove non si dorme sugli allori, intanto patron Frank prende accordi con la Renault pronta a ritornare in Formula Uno nelle vesti di motorista con un propulsore V10 aspirato. La Williams FW12 con il nuovo motore francese è la vettura del riscatto e nel 1989 l’accoppiata Patrese-Boutsen, che ha sostituito Mansell passato alla Ferrari, diventa nuovamente protagonista, con la FW12C.
Il nuovo assetto della squadra, con il motorista francese, ha bisogno di nuove forze e di progetti adeguati, il giovane progettista Adrian Newey, dopo l’esperienza con la March-Leyton House, arriva alla corte di Sir Williams sotto la direzione tecnica di Patrick Head che sfrutta la genialità di Newey unendola alla sua filosofia molto pragmatica. Nasce la nuova monoposto Williams FW14 e la collaborazione tra inglesi e francesi in nove stagioni porta a vincere quattro titoli piloti e cinque titoli costruttori tra il 1992 e il 1997. La combinazione tra la potenza del motore francese e le monoposto di Grove, porteranno alla realizzazione delle vetture più avanzate che hanno mai corso nella massima formula con vittorie schiaccianti ed un dominio tecnico difficile da scalzare.
Adrian Newey arriva a metà 1990 ed inizia a lavorare al progetto della nuova Williams FW14 applicando alcune soluzioni aerodinamiche già sviluppate con la sorprendente March Leyton House. Alcune soluzioni, decisamente all’avanguardia, vengono filtrate dalla pragmatica di Patrick Head, inoltre in Williams dispongono di budget e risorse adeguate per potere testare e sviluppare le monoposto. L’accoppiata tra i due progettisti realizza una monoposto avveniristica ma anche facile da regolare e da guidare. Nigel Mansell, dopo la deludente esperienza con la Ferrari, annuncia il suo ritiro dalle competizioni, ma una volta visto il nuovo progetto decide di accantonare i suoi propositi e ritornare alla guida delle monoposto di Grove.
il nuovo motore Renault RS3 V10 da 3500 cm³ è molto più leggero e compatto del propulsore precedente, è dotato di distribuzione a valvole con richiamo pneumatico e, in un secondo momento, anche di tromboncini di aspirazione ad altezza variabile per migliorare l’erogazione in accelerazione.
Il debutto della Williams FW14 avviene al GP degli Stati Uniti il 10 marzo 1991, subito si intuisce che è una vettura da primato, spesso al top nelle prove, ma deve ancora essere messa a punto nell’affidabilità, nelle prime cinque gare i piloti Williams ottengono soltanto due secondi posti, in Brasile con Patrese, a Monaco con Mansell ed un terzo posto in Canada con l’italiano. Il problema principale è la fragilità e la messa a punto del nuovo cambio semiautomatico. La svolta arriva il 16 giugno 1991 in Messico con Riccardo Patrese che sale sul gradino più alto del podio seguito da Mansell sul secondo gradino. Da quel momento le Williams FW14 dominano la seconda parte della stagione, in totale ottengono sette vittorie, cinque con l’inglese e due con l’Italiano, ma sarà Ayrton Senna con la McLaren a vincere il titolo sfruttando il vantaggio accumulato nella prima parte della stagione ed i risultati a punti delle altre gare. La stagione 1991 della Williams si conclude con il secondo posto nella classifica costruttori, in quella piloti Mansell conquista il secondo posto seguito da Patrese al terzo.
In Williams non dormono sugli allori, la FW14 è la monoposto più sofisticata ed efficace della stagione 1991, ma nulla in confronto alla sua evoluzione, la Williams FW14B del 1992 che equipaggiata, oltre al cambio semiautomatico, di sospensioni attive, controllo della trazione ed ABS. È una monoposto avveniristica così nettamente superiore alle vetture della concorrenza da essere soprannominata “la vettura venuta da un altro pianeta.”
Visti i risultati ottenuti con la FW14, Patrick Head promuove Adrian Newey alla gestione del reparto tecnico di Grove. La Renault fornisce il nuovo V10 più compatto con una potenza di 760 cv. Newey realizza la monoposto attorno alla scocca in carbonio che ricalca l’aerodinamica della precedente FW14 ma che abbina un telaio rigido, compatto ed efficiente con soluzioni elettroniche all’avanguardia. La veste aerodinamica della FW14B si presenta con il muso basso unito alla zona posteriore a forma di bottiglia di coca cola. L’elettronica è molto sviluppata con sofisticati sistemi di aiuto alla guida come il controllo di trazione, e per alcune gare anche l’ABS. Le sospensioni attive sviluppate dalla Williams sono costituite da due molle anteriori ed una posteriore con attuatori idraulici che regolano l’altezza della monoposto rendendola costante nelle varie sezioni di ogni pista ottimizzando la tenuta di strada nelle varie situazioni.
Nel 1992 la FW14B ha una superiorità talmente grande che consente a Nigel Mansell la conquista del titolo piloti con nove vittorie e tre secondi posti, e 14 pole position su sedici gare, mentre la Williams vince il quinto titolo costruttori con 10 vittorie e 164 punti, 65 in più della McLaren-Honda. Il dominio della FW14B è così netto tanto che la sua erede, la FW15C, pronta a debuttare a metà stagione, viene riservata alla stagione 1993, dove Alain Prost prenderà il posto di prima guida al posto di Mansell e Damon Hill salirà sulla seconda vettura come sostituto di Riccardo Patrese.
Immagini © Massimo Campi – Raul Zacchè/Actualfoto