Published on Gennaio 30th, 2021 | by Massimo Campi
0Chevron B19
La Chevron B19 è stata una protagonista del Campionato Europeo Sportscar del 1971
Le vetture a ruote coperte hanno un grande sviluppo nella seconda metà degli anni sessanta. Le varie motorizzazioni presenti sul mercato favoriscono il diffondersi di prototipi a barchetta con propulsori derivati da unità di 1000 e 2000 cc. Il confronto con i prototipi di tre litri e le grosse sport di cinque litri relega le piccole barchette nelle retrovie e la FISA, la Federazione Internazionale Sport Automobilistico visto il grande interesse verso queste piccole vetture, crea, per la stagione 1970, il Campionato Sports Car Europeo 2 litri che subito gode di grande successo.
Nella serie si possono confrontare i piccoli costruttori con le loro vetture, come Abarth, Lola, Chevron ed in seguito Alpine. La popolarità della serie, con gare seguite dal pubblico e diversi giovani piloti che iniziano la loro carriera da professionisti con le piccole barchette.
L’inglese Derek Bennet, nato nel 1933 a Manchester e cresciuto a Prestwich nel nord dell’Inghilterra, appassionato di meccanica e di volo, inizia a gareggiare nelle corse locali. La passione per la meccanica è il principale interesse ed inizia a costruire sue creazioni tra cui una F.Junior e vetture per le gare club, fino a quando, visto la grande richiesta delle sue vetture fonda nel 1965 la Chevron Cars Ltd.
Derek Bennet si dedica a varie realizzazioni, fino a quando rimane vittima di un incidente in deltaplano nel 1978. Le monoposto Chevron corrono in varie categorie, F.3, F2 e F.5000, ma molti successi arrivano anche con le piccole barchette sport di due litri.
Bennet realizza la B16 Coupè, una vettura chiusa che corre a fine degli anni ’60, ma la concorrenza è rappresentata dalle barchette Abarth e Lola e Bennet, assecondando la richiesta di Brian Redman, realizza una versione spider della B16. Le nuove regole del Gr.5, introdotte nel 1970 favoriscono le barchette aperte e Bennet, affidandosi dei consigli di Redman, pilota ufficiale Porsche, realizza una carrozzeria simile alla barchetta tedesca 908/03, la bicicletta che vincerà alla Targa Florio e sul Nurburgring.
La B16 aperta debutta alla 500 Km del Nürburgring il 6 settembre 1970 dove Redman segna la pole position e parte al comando guadagnando un netto vantaggio fino al 15° giro quando fu costretto al ritiro a causa di un principio d’incendio. Brain Redman il 20 settembre conquista la vittoria nel Trophée des Ardennes a Spa-Francorchamps ultima gara della serie 1970 e vince anche il titolo europeo due litri per un solo punto davanti alla Lola di Jo Bonnier.
Il successo di Redman e della B16 ha come seguito la realizzazione della nuova barchetta Chevron B19 per la stagione 1971. La sport è una evoluzione della precedente vettura, con il telaio realizzato da un traliccio in tubi quadri rinforzato da pannelli in alluminio incollati e rivettati e con un telaio anteriore separato e facilmente sostituibile in caso di danneggiamento e la carrozzeria in fibra di vetro. La barchetta può ospitare diverse motorizzazioni, ma la maggioranza dei clienti monta l’affidabile Ford Cosworth FVC da 1,8 litri, accoppiato alla trasmissione Hewland FT200 a cinque rapporti.
John Bridges porta la B19 al debutto e alla vittoria di classe a Oulton Park nella gara nazionale “Sports, GT and Clubmans” il 20 Marzo 1971. La Chevron B19, durante il 1971 ottiene tre vittorie nel Campionato Europeo Sport 2000, con Lauda, Hezemans e Hine. Il futuro pilota della Ferrari vince il secondo round a Salzburgring, guidando per il Red Rose Racing Team, Toine Hezemans che vince il terzo round a Silverstone su un’auto gestita da DART Racing e John Hine arriva primo nel “Trofeo delle dune” a Zandvoort, settimo round, anche lui volante di un’auto del Red Rose Racing Team. Oltre alle vittorie ci sono numerosi piazzamenti ma non bastano alla creatura di Colin Bennet per vincere il campionato Europeo 1971 che viene conquistato dalla Lola T212 di Marko.
Oltre alla serie europea la B19 corre nella serie Springbok in Sudafrica dove vince tre delle sei gare del Campionato Sudafricano. Jody Scheckter e Ed Swart conquistano la 3 ore di Lourenço Marques, Mike Hailwood e Paddy Driver salgono sul gradino più alto del podio nella 3 ore di Bulawayo e la 3 ore di Goldfields Raceway è vinta dalla coppia John Hine/Dave Charlton, ma anche in Sudafrica prevale la Lola T212, che ha vince il titolo con il pilota Rhodesiano John Love. La Chevron B19 ha comunque un grande successo commerciale, con ben 35 esemplari venduti e le sue evoluzioni, che continuano ad affollare le gare europee per diverse stagioni.
Immagini © Massimo Campi – Raul Zacchè/Actualfoto