Storia

Published on Gennaio 25th, 2021 | by Massimo Campi

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Can Am il massimo delle competizioni

La Canadian American Challenge Cup è stata l’apice della tecnologia da corsa tre il 1966 ed il 1974.

Potenza, velocità, pubblico, colori, vetture senza limiti, e tanti, tanti soldi. Sono stati questi i principali ingredienti della Canadian American Challenge Cup, la famosa serie “Can-Am” che ha infiammato le piste del nord America tra la seconda metà degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, quando le vetture hanno raggiunto limiti e potenze inimmaginabili decretando la fine della serie.

La vera Can-Am è durata dal 1966 al 1974, solamente nove stagioni dove ha rappresentato l’apice della tecnologia delle vetture da corsa. Le corse di auto sportive sono diventate molto popolari negli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale. Vetture sport, granturismo, barchette e roadster si sfidavano durante i fine settimana in varie piste spesso ricavate da tracciati stradali.

Il 25 giugno 1961 per inaugurare il nuovo tracciato di Mosport Park vengono fatte delle gare ad invito e tra i partecipanti c’è Stirling Moss che vince la corsa di F.1 con la sua Lotus 21. Gli organizzatori, entusiasti del successo chiedono consiglio al campione inglese su come fare conoscere il nuovo impianto e le gare americane a livello internazionale. In quegli anni le gare del nuovo mondo hanno ingaggi e premi molto superiori a quelle del vecchio continente e Stirling Moss consiglia di fare un consorzio con i proprietari di altri circuiti dell’America del Nord per organizzare un campionato con vetture biposto da corsa, le più diffuse in quel periodo storico. Inoltre il campione inglese suggerisce di fare gare brevi, spettacolari, e con buoni premi di ingaggio ed arrivo.

Il consiglio di Moss viene subito accettato, in Nord America iniziano a diffondersi gare con le vetture a ruote coperte ma bisogna aspettare il 1966 quando lo Sports Car Club of America (SCCA) insieme al Canadian Automobile Sports Club (CASC), fonda la serie Can-Am, da subito ampiamente sponsorizzata.

Le auto ammesse alla Can-Am sono quelle rispondenti alle vetture Gruppo 7 del regolamento FIA. Le vetture, biposto a ruote coperte, possono essere auto sia con cabina di pilotaggio aperta che con carrozzeria chiusa, con due sedili e due porte. Nella pratica il regolamento tecnico non ha quasi vincoli: nessuna dimensione massima del motore o limiti di sovralimentazione del turbocompressore, nessun peso minimo, nessun limite di pneumatici, nessuna limitazione a strutture o di materiale.  Il tutto accompagnato da grossi sponsor con conseguenti premi che fanno diventare la Can-Am come la serie più ricca ed ambita al mondo.

Ben presto piloti e costruttori europei vedono le grandi opportunità di correre nella serie accanto ai campioni delle gare americane. La crema delle corse automobilistiche internazionali diventa molto interessata alla Can-Am. Scorrendo le classifiche troviamo nomi famosi da entrambe le parti dell’oceano come John Surtees, Jody Scheckter, Jack Brabham, Graham Hill, Phil Hill, Denny Hulme, Jackie Stewart, Bruce McLaren, Vic Elford, Masten Gregory, Mario Andretti, Pedro Rodriguez,  mischiati a campioni della Indy 500 e delle gare americane come AJ Foyt, Mark Donohue, Parnelli Jones, Peter Revson, Jim Hall. Anche tra i costruttori ci sono nomi da star: Lola, McLaren, Shadow, Chaparral, Ferrari, Porsche, BRM, March, Ford e Chevrolet hanno costruito telai o solamente motori per la serie.

Inizialmente le vetture sono quelle che correvano o derivate dalle sport delle gare mondiali di durata. Poi è iniziata una vera corsa tecnologica data anche da nessuna limitazione della potenza. La Can-Am ha ampiamente innalzato i limiti dell’ingegneria da competizione con notevoli progressi  nell’aerodinamica, nell’impiego di turbocompressori per la sovralimentazione e nell’uso di materiali come fibra di vetro, alluminio e titanio.

La tecnologia delle vetture e delle motorizzazioni è cambiata radicalmente nel corso dei vari campionati. L’America è sempre stata le patria dei grossi motori V8, i famosi “big block” e le cilindrate dei propulsori sono cresciute fino a oltre 9 litri (550 pollici cubi).

Lola e McLaren sono le prime biposto top che vincono gare e campionati. In seguito, nel 1972, con l’arrivo della Porsche, è stata la nuova frontiera della sovralimentazione ad innalzare le potenze che hanno raggiunto valori di oltre 1.300 cv in prova. Per potere scaricare tutta la potenza sull’asfalto e tenere in strada le vetture, l’aerodinamica ha giocato un grosso ruolo con dispositivi alari sempre più grossi ed anche l’impiego di sistemi di aspirazione.

Il progresso delle vetture Can-Am ha rappresentato una corsa sfrenata all’innalzamento delle prestazioni, fino a quando la crisi petrolifera, i costi sempre più elevati ed un contingentamento con nuove regole per limitare costi e potenze, non hanno messo un primo stop alla serie.

La serie inizia nel 1966 con la vittoria di John Surtees al volante di una Lola T70 gestita dal suo Team. Poi inizia il dominio McLaren con cinque titoli consecutivi di cui due, nel 1967 e 1969 per il patron Bruce, due per Denny Hulme, e l’ultimo per Peter Revson nel 1971.

È il Team Penske che porta in gara la mostruosa Porsche 917 sovralimentata dal 1972 con la prima vittoria di George Follmer al volante della 917/10 con il seguito di Mark Donohue e la 917/30, la più potente vettura da competizione, nel 1973. Nel 1974, ultimo anno della prima serie Can-Am, è Jackie Oliver con la Shadow DN4-Chevrolet aspirata a vincere il titolo.

Dopo tre anni di intervallo la Can-Am ritorna, nel 1977 con nuove regole sotto l’egida dello SCCA (Sports Car Club of America). Le vetture ammesse sono delle Formula 5000 su cui viene montata una nuova carrozzeria a ruote coperte. Le nuove vetture in gara, sempre ex monoposto rivestite, sono le Lola T330 e T33, ma ben presto arrivano le nuove realizzazioni. Nel 1979 scendono in campo la Lola T530, la March 817, la VDS e la Frissbee. La Can-Am ha nuovamente un periodo di notorietà, tra il 1980 ed il 1982, ma nei primi anni ’80 anche le monoposto del nuovo campionato CART iniziano ad interessare gli appassionati e la Can-Am perde partecipanti ed interesse finendo dimessamente la sua gloriosa storia nel 1985.

la seconda serie non riesce comunque ad eguagliare la gloria, le macchine ed il livello tecnologico dei primi nove campionati dove è partita la storia, con vetture bellissime, potenti e veloci e nomi che hanno fatto la storia delle corse.

Immagini © Massimo Campi

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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