Published on Dicembre 29th, 2020 | by Massimo Campi
0Sandro Corsini da ragazzo di bottega a costruttore
Sandro Corsini realizza vetture vincenti di F.Panda e F.Fire, ma è anche un valido pilota collaudatore.
Chi ha conosciuto Sandro Corsini ne conserva un ricordo particolare. Un ragazzo, appassionato di motori, di macchine, di corse, un fine tecnico con tante idee venute dalla pratica e un uomo sempre disponibile, buono, con un sorriso di quelli a cui si può solo volere bene. Inizia ad occuparsi di macchine in tenerissima età, quando i suoi coetanei andavano a giocare a pallone, lui limava e tagliava il ferro nella cantina officina dello zio. Tra i due, Sandro e Luigi nasce una vera simbiosi, sembrano molto più che zio e nipote, anche più di padre e figlio, sembrano due fratelli, uno più anziano, l’altro giovane con una passione che sarà la vera forza della loro vita, il sogno da realizzare. Luigi costruisce le monoposto per passione, la trasmette a Sandro, “Sandrino” come sempre lo chiamava, che rispetto allo zio ha anche idee più moderne, pragmatiche. Le sue monoposto, soprattutto quelle di F.Panda, sono come delle piccole F.3, vanno forte, vincono, realizzano quel sogno che avevano entrambi. La Corsini diventa ben presto una seria realtà, nella nuova officina di Cesano Maderno si realizzano telai, Sandrino è un pilota veloce, vincente, anche un fine collaudatore delle sue realizzazioni.
Intanto Sandro Corsini inizia la sua carriera come pilota, appena fatta la patente e la necessaria licenza per correre debutta in pista, ovviamente su una monoposto costruita nella officina della Corsini Corse. È il 1987, la stagione di F.Panda è iniziata, nonostante motori non al top si intuisce che va forte anche come pilota. Debutta in F.Alfa Boxer, fa anche una stagione in F.2000, ed in F.3 ma ci vogliono ulteriori risorse e soprattutto tempo per diventare un pilota professionista. Sandro è diviso, tra il lavoro dell’officina, l’assistenza dei clienti in pista e l’abitacolo ed alla fine sceglie la meccanica, ma senza abbandonare l’abitacolo delle sue vetture che pilota in gara per collaudare le nuove soluzioni studiate.
Nasce la nuova monoposto di F.Panda e F.Fire, tra le due cambia solo il motore, Sandro la porta in gara e conquista vittorie e vince il Trofeo Cadetti 1990 con la sua monoposto, gli sfugge il titolo italiano per un incidente ma lotta fino all’ultima gara.
La squadra corse è composta da tanti amici, che corrono a dare una mano in pista gustando i risultati ottenuti, ma purtroppo in casa Corsini abita anche la sfortuna. Nel 1993, Luigi una notte si addormenta, forse sognando una nuova monoposto, ma il suo cuore lo abbandona e sarà proprio Sandrino a scoprirlo il mattino dopo, su una poltrona. Passato il brutto momento Sandrino rimette assieme i cocci, continua da solo, sempre aiutato dagli amici, in particolare da Gianluca Rainoldi che è diventato l’uomo della messa a punto motori, ma anche un esperto di assetti e di logistica, un vero tecnico da competizione. I due passano le notti in officina costruendo nuove monoposto, sempre più vincenti, per Sandro gli impegni sono tanti e rimane solo il tempo da dedicare alla costruzione delle vetture. In officina c’è anche “lupo” Alberto Sardo e la compagna Monica; Sandro Corsini non si ferma, ritorna occasionalmente in pista al volante delle sue monoposto per metterle a punto e collaudare le nuove soluzioni tecniche.
La nuova Corsini CLS94 (Corsini Luigi e Sandro) è una monoposto all’avanguardia, sempre con il telaio in tubi annegato nella struttura esterna in fibra, le dimensioni sono al minimo regolamentare, la veste aerodinamica è molto filante ed ha il posto guida rialzato con la presa d’aria per il raffreddamento delle masse radianti posizionata in basso per non avere troppe turbolenze ed avere la massima efficienza.
È un nuovo successo per Sandro Corsini e la sua squadra corse, realizza anche una Formula Europa Boxer per un Team Cliente. Gli ordini sono tanti, nell’officina di Cesano Maderno si lavora a ciclo continuo e quando Sandro studia nuove soluzioni entra nell’abitacolo della sua monoposto per testarle. “Sandro era un ragazzo disponibile, ma coriaceo – lo ricorda il fratello Marco Corsini – la realizzazione delle vetture, l’impegno nel lavoro e nell’officina era fondamentale. Era una persona seria, amava costruire e realizzare le sue idee”.
Tutto sembra andare a gonfie vele ma la sfortuna colpisce ancora, mentre Sandrino è in gara, al volante di una sua monoposto lasciata occasionalmente libera dal pilota titolare. È il 13 aprile del 1998 a Magione, dove si corre “la Pasqua del pilota”. La gialla Corsini è in lotta con la Locatelli di Massimiliano Russomando, un giovane pilota che partecipa al Campionato Italiano di F.Fire, la due vetture si toccano in pieno rettilineo, una ruota della Corsini tocca l’erba a lato della pista, ancora umida e la monoposto esce di pista nel prato a lato dell’asfalto. Sono le 11.25 del mattino, è il nono giro di gara, a 150 km/h le gomme slick della Corsini slittano sull’erba bagnata, Sandro cerca di controllarla, ma c’è un muretto in cemento, non protetto da nessuna barriera, la vettura dopo un testacoda finisce contro il muro, apparentemente non sembra un incidente grave, ed invece il casco di Corsini si spacca contro lo spigolo appuntito del muretto. Quando i commissari si avvicinano alla vettura scoprono che non c’è più nulla da fare. Finisce così a soli 30 anni la storia di un ragazzo venuto dal basso, cresciuto in fretta, uno degli ultimi veri artigiani delle corse, che sapeva realizzare una monoposto partendo da un foglio bianco, da quattro tubi in ferro. Sapeva anche pilotarla e farla vincere.
Sono tanti i momenti passati con la Corsini Corse, alla sera in officina mentre stavano costruendo le nuove vetture o in pista, magari davanti ad un panino ed una bibita nell’intervallo delle gare.
Voglio ricordare Sandro Corsini con una breve intervista, fatta nel 1994, era appena scomparso lo zio Luigi, sentiva tutto il peso di mandare avanti da solo una attività, ma era anche entusiasta dei risultati ottenuti e pieno di soluzioni tecniche da sviluppare per le nuove monoposto.
“Devo tutto questo a mio zio Luigi, la mia passione e la mia professione come costruttore è tutto merito suo. Luigi iniziò ad occuparsi di monoposto F.Monza, nel 1973, correva in moto, vendette tutto e con i soldi recuperati costruì il primo telaio. Tutti i telai delle F.Monza rispettavano la meccanica della Fiat 500 da cui derivavano, ovvero avevano il cambio davanti ed il bicilindrico a sbalzo, una soluzione tradizionale, ma non ottimale per il bilanciamento della monoposto. La prima Corsini invece era già innovativa, con il motore centrale ed il cambio dietro, per migliorare la tenuta di strada, una soluzione poi copiata da molti, tra cui Santandrea. Nel 1974 disputò due gare con quella vettura, poi la vendette per realizzarne una nuova. La sua passione era la meccanica, e sperimentare nuove soluzioni. Luigi fece anche un telaio con delle sospensioni particolari, ammortizzatori dietro le spalle del pilota, ma venne respinta in verifica e la dovette modificare riportandola a sospensioni più tradizionali. Dal 1974 al 1983 Luigi Corsini ha realizzato solo sette vetture, sempre finendole la notte e durante le vacanze di Natale, dove passava le sue ferie nella prima piccola officina meccanica realizzata in cantina. Tra le realizzazioni di mio zio anche una vettura con il posto guida avanzato per distribuire meglio le masse al centro della vettura. Venne costruita per Verardo Ovi, nella cantina-officina di Misinto, dove abitavamo. Per farla uscire si doveva smontare le sospensioni e mettere il telaio di traverso. C’erano anche tre gradini da scavalcare e la porta dava su una strettoia in strada tanto che un paio di persone dovevano anche fermare il traffico per fare uscire il telaio!”
Luigi è sempre stato considerato un preparatore bravo ed un tecnico sempre disponibile
“Mio zio era un tipo particolare, magari andava da un avversario a modificargli l’assetto per farlo andare più veloce, aveva una concezione delle corse molto…altruistica! Quando correva lui come pilota si divertiva solo in curva, ma non andava mai al massimo in rettilineo per non fare soffrire il motore, in compenso quando mi ha fatto correre mi diceva sempre che ero un fermo e di “tenere giù il piede”, anche dopo una vittoria. Era il suo modo, un po’ ruspante per farmi capire che mi apprezzava, che ero riuscito a realizzare il suo sogno”.
La storia della Corsini ha un cambiamento con la F.Panda e Sandro diventa parte integrante nella realizzazione delle monoposto.
“Con l’avvento della F.Panda il mercato si è fatto interessante. Mio padre, Primo, ha iniziato a collaborare con mio zio Luigi, ma mentre stava spostando una macchina nel Paddock si è bloccato il pedale dell’acceleratore ed ha centrato in pieno uno spuntone in ferro del cancello con gravi conseguenze ad una gamba malamente fratturata. Io ero solo un ragazzino, appassionato ed affascinato da quel mondo e dalla meccanica, di colpo ho dovuto sostituire mio padre e dare una grossa mano a mio zio per consegnare in tempo le vetture ordinate dai clienti. In questo modo ho iniziato la mia piccola carriera di costruttore e quando ho potuto prendere licenza e patente sono riuscito ad entrare nell’abitacolo con il volante in mano.”
Nasce anche il Sandro Corsini pilota e collaudatore.
“Nel 1987 ho iniziato a correre in F.Panda, entrare dentro la vettura mi ha permesso di capire tante cose sulla messa a punto e sulla costruzione delle mie vetture. Con la F.Panda e la F.Fire le Corsini hanno avuto una grande svolta, sono state omologate alla data odierna oltre 45 telai, tra il 1990 ed il 1995 sono ben cinque i campionati vinti dalle nostre vetture. La base della attuale monoposto di F.Fire è nata nel 1989 con la F.Panda. per irrigidire la scocca in telaio di tubi ho annegato la carrozzeria in vetroresina nel telaio. Per farla correre l’abbiamo finita lavorando durante la notte prima della gara. Mi sono presentato in pista senza dormire da tre giorni, ero sfinito, nella fretta qualche bullone non era stato stretto a dovere. Sono partito come un fulmine, ero veloce, passavo tutti gli avversari, ma dopo qualche giro si è staccato un bullone di una sospensione in piena Parabolica e sono finito fuori pista. Sono sceso dalla vettura, mi sono sdraiato nel prato e mi sono addormentato, tanto che i commissari hanno pensato ad un malore e volevano fare intervenire il medico, ma era solo tanta … tanta stanchezza!”
La scomparsa di Luigi Corsini è stata una grave perdita.
“Ora mio che zio è recentemente scomparso, sono io che devo portare avanti l’azienda sviluppando nuove vetture e nuove soluzioni. Alcuni amici e soprattutto Gianluca Rainoldi ed Alberto Sardo mi danno una grossa mano nella mia attività. Gianluca mi aiuta nella costruzione e nella preparazione dei motori ed assistenza in pista dei molti clienti che abbiamo nell’ambiente. Le Corsini si sono sempre distinte per le soluzioni tecniche e la meccanica, per il futuro cercherò di evolvere ulteriormente il progetto che si è dimostrato vincente e di aiutare giovani piloti che vogliono iniziare la carriera sportiva.”
Immagini © Archivio Corsini e Massimo Campi