Published on Ottobre 24th, 2020 | by Massimo Campi
0Messico 1965, la prima vittoria Honda in Formula Uno
Al Gran Premio del Messico del 1965 la casa giapponese conquista la prima vittoria in Formula Uno
Nel 1965 la Honda vinceva in Messico il suo primo Gran Premio, con la RA 272 a dodici cilindri pilotata da Richie Ginther. Era la decima ed ultima gara della stagione 1965 del Campionato mondiale di Formula Uno, e si disputava il 24 ottobre a Città del Messico.
Il titolo mondiale era già stato assegnato, nel 1965 Jim Clark bissò la vittoria del campionato del mondo con la Lotus 33. Vinse la prima gara in Sud Africa, poi non partecipò al Gran Premio di Monaco per andare a vincere ad Indianapolis con la Lotus 38 poi riprese il campionato vincendo le cinque gare successive e raggiungendo di nuovo il massimo dei punti realizzabili, tre mesi prima della fine del campionato e con essi la matematica certezza della vittoria finale.
Nel variegato mondo dei Gran Premi degli anni ’60, dominato dall’industria europea, con i team inglesi, BRM, Cooper e Lotus in particolare, che si disputavano le vittorie, si era inserita la Honda, dopo i successi ottenuti con le due ruote dove la sua tecnica motoristica aveva spadroneggiato.
I motori Honda erano diventati delle vere e proprie icone: dal motore di 50 cc a due cilindri, per passare alla 125 a 5 cilindri e la 250 a sei cilindri, vere opere d’arte, raggiungendo infine l’eclatante successo nel 1966 quando riuscì a vincere i titoli mondiali riservati ai costruttori, contemporaneamente in tutte le classi che allora componevano il motomondiale: 50, 125, 250, 350 e 500.
Nelle quattro ruote era soltanto la seconda stagione nella quale la casa giapponese prendeva parte al massimo campionato mondiale, un inizio difficile, ma la caparbietà dei tecnici giapponesi non aveva limite, ed a furia di prove e modifiche erano arrivati a prestazioni allineate con la concorrenza.
Telaio e motore realizzati in Giappone
Telaio e motore erano completamente progettati e realizzati dalla stessa Honda. La soluzione telaistica era però anomala, con il V12 di 1.500 cc disposto trasversalmente, come sulle moto da competizione plurifrazionate.
Il motore, progettato da Tadashi Kume, che lavorava sotto la supervisione di Yoshio Nakamura, il responsabile del progetto Formula Uno, aveva una architettura a V di 60°. La disposizione del motore e la trasmissione con presa di moto centrale e cambio trasversale erano tipicamente motociclistiche, come pure l’albero a gomiti di tipo composito che lavorava interamente su cuscinetti a rotolamento.
Le misure di alesaggio e corsa erano 58,1 mm x 47 mm. Venivano impiegate quattro valvole per cilindro, disposte su due piani inclinati tra loro di 65°; quelle di aspirazione erano da 24 mm e quelle di scarico da 22mm. Gli alberi a camme (due per ogni testa) venivano comandati mediante ingranaggi, disposti centralmente. I cilindri erano dotati di canne umide con bordino di appoggio superiore.
1964, debutta il primo motore
Nel 1964, anno dell’esordio, il motore era contraddistinto dalla sigla RA 271 E, nella stagione successiva si è evoluto nello RA 272 E. Una particolarità di questo motore era costituita dall’impiego di calotte in bronzo, incorporate di fusione nelle teste in lega di alluminio, nelle quali venivano ricavate le pareti delle camere di combustione e le sedi delle valvole, altra soluzione derivata della tecnologia impiegata dalla Honda in campo motociclistico. Notevoli i risultati raggiunti dal motore con una potenza prossima ai 230 cavalli a un regime dell’ordine di 12.000 giri/min, valore record per le F.1 di 1,5 litri.
La corsa vide anche la prima vittoria in carriera per Richie Ginther, e per la prima volta nella storia della Formula Uno una gara era vinta da una vettura non europea e dalla Goodyear.
Immagini © Honda press