Agosto 1995 arriva la notizia dell’ingaggio di Schumacher alla Ferrari – di Carlo Baffi
E’ giovedì 10 agosto 1995. Mentre sul circuito dell’Hungaroring sta per iniziare la tre giorni del Gran Premio d’Ungheria, a Villar Perosa (in provincia di Torino), la Juventus neo scudettata si appresta ad scendere in campo per disputare la prima uscita stagionale contro la formazione primavera. E’ un appuntamento tradizionale, una festa per i tifosi bianconeri, a cui presenzia lo stato maggiore della Vecchia Signora, compreso Gianni Agnelli. Alla guida di una Lancia Thema metallizzata, l’Avvocato giunge sul campo quando manca circa un quarto d’ora dal fischio d’inizio. Come ovvio viene subito circondato dai giornalisti che lo incalzano con domande a 360 gradi, dallo sport, calcio ovviamente, allo scenario politico. Una di queste però riguarda il futuro della Ferrari;”…prenderà Schumacher?” La risposta è immediata:” Schumacher? Credo sia stato già preso.” Una notizia bomba che si diffonde alla velocità della luce. Un annuncio che coglie di sorpresa anche la Ferrari stessa.
Il presidente Luca di Montezemolo sta trascorrendo una breve vacanza a Capri e tramite il suo portavoce si limita a dare appuntamento ai media la settimana successiva. Agnelli invece va oltre parlando del futuro degli attuali piloti del Cavallino, Jean Alesi e Gerhard Berger:” Per le qualità che possiede, Schumacher è un numero uno, si tratterà di vedere quale potrà essere la coppia più adatta.” Ed in merito alla convivenza di Alesi col campione tedesco aggiunge:”… mi sembra improbabile.” Prima di sedersi in panchina, a bordo campo, Agnelli lancia un monito rivolto a Maranello:” Certo è che quando si ha Schumacher e non si vince allora la colpa diventa loro.” Della serie, è ora che qualcuno si assuma le proprie responsabilità. D’altronde è da troppo tempo che la Ferrari non recita più il ruolo di dominatrice in F.1 e l’ultimo titolo mondiale piloti risale a Jody Scheckter, anno 1979. Scomparso Ayrton Senna, Michael Schumacher è infatti ormai considerato il più forte driver del Circus. Dopo aver debuttato sulla Jordan, per una sola gara (in Belgio) nel 1991, è subito stato ingaggiato dall’emergente Benetton guidata da Flavio Briatore al volante della quale ha disputato 60 gare vincendone 14, laureandosi Campione del Mondo 1994. E nella stagione in corso è decisamente favorito a riconfermarsi iridato.
Il teutonico, classe 1969, ha grandi doti tecniche che gli permettono non solo di mettere le ruote dove gli altri non hanno il coraggio, ma di adattarsi anche con le vetture non perfette, traendone il massimo risultato. Un atleta impeccabile sotto il profilo atletico, dal momento che cura la sua preparazione fisica in modo maniacale tramite una palestra viaggiante, messa a sua disposizione da uno sponsor, che lo segue sui campi di gara. Qualcuno lo definisce un freddo robot; il quale però possiede tutte le credenziali per essere l’artefice della rinascita della rossa. Una resurrezione che per la verità è iniziata da qualche anno. Dapprima, nel 1991, con il ritorno al timone di comando di Montezemolo e poi nel ’92 con l’arrivo di Jean Todt in qualità di Team Principal. Il tassello che mancava era quindi quello relativo al pilota. La Ferrari aveva inseguito Senna a partire dal 1989. L’allora Direttore Sportivo Cesare Fiorio aveva incontrato più volte il fuoriclasse brasiliano, arrivando a stilare un precontratto per il 1991. Al volante della rossa c’era però Alain Prost nemico giurato di Ayrton, che dopo essersi alleato con il presidente Piero Fusaro, fece intervenire Agnelli e l’accordo con il paulista sfumò. Nel 1994 ci fu poi il tragico incidente di Imola e gli interessi si concentrarono gioco forza su Schumacher.
Fu lo stesso Montezemolo a parlarne all’Avvocato nella primavera del ’95, dopo che Schumi s’era incontrato con Todt in gran segreto a Nizza, dicendosi disponibile a cambiare scuderia. Era in scadenza di contratto con la Benetton e l’avventura col Cavallino poteva rappresentare una grande svolta. Certo il compito non era tutt’altro che facile. I tanti sacrifici sarebbero stati ricompensati da un ingaggio record, che però necessitava dell’approvazione dello stesso Agnelli. La cifra si aggirava intorno ai 40 miliardi delle vecchie lire all’anno per due stagioni. Non a caso ad affare concluso l’Avvocato commenterà ironicamente:” Non ci è certo costato un tozzo di pane.” Nel frattempo qualche indiscrezione era iniziata a circolare nel Paddock seguita da smentite e silenzi-assensi.
Durante il G.P. di Francia, Montezemolo definì folle la cifra legata ad un ipotetico ingaggio di Schumi (guarda caso si parlava già di 40 miliardi). Successivamente ad Hockenheim il Presidente tornò sull’argomento dichiarando che il tedesco era un campione :” …ma uno dei tanti.” Correggendo poi il tiro:” …uno dei pochi.” Per contro Michael replicava di voler guidare una vettura competitiva e in quel momento non era il caso delle Ferrari. Una teatrino in cui sguazzavano i media con sparate di vario genere.
Il 18 luglio “Sport Bild” pubblicava una dichiarazione di Berger:” La Ferrari ha preso Schumi…Era una battuta.” Il giorno dopo Alesi rivelava di essere libero di lasciare Maranello, con Willy Weber, l’abile manager del teutonico, che si diceva invece entusiasta di vedere in futuro il suo cliente campione con la Ferrari. Insomma, tante voci che lasciavano intendere una trattativa in corso con messaggi diretti e indiretti. In verità si saprà in seguito che l’incontro decisivo aveva avuto luogo l’8 luglio a Monte Carlo. Nel lussuoso Hotel de Paris, Todt aveva incontrato Michael ed era stato perfezionato un contratto di circa cento pagine. Ecco dunque che si arriva al fatidico 10 agosto. Come detto, il Circus fa tappa in Ungheria e le frasi di Agnelli tengono banco nel paddock. Schumacher preso d’assalto dai giornalisti nega:” L’Avvocato non è ben informato. Non c’è nessuna firma. La trattativa con la Ferrari esiste, ma parlo anche con altri, compreso Briatore.” A tradirsi è però Weber che commenta sorpreso:” Ma come, questa notizia doveva restare segreta fino alla prossima settimana.” Poi però cerca di fare dietrofront precisando che Michael è della Benetton e che delle altre questioni se ne parlerà più avanti. Decisamente caustico è invece Briatore che attacca il Cavallino:” La Benetton pensa a vincere e vince. Loro invece cercano di mascherare le cattive prestazioni con annunci a sorpresa.” Dal clan Ferrari, Todt tenta di sdrammatizzare dicendo che essendo agosto, un periodo di vacanze, la gente ha voglia di scherzare. Anche il grande patron Bernie Ecclestone interviene sull’argomento vedendo di buon occhio il teutonico in rosso, sia per la scuderia italiana che per l’intera F.1. Una rossa che torna vincente gioverebbe all’intero movimento.
Nelle prove del venerdì comandano le Williams di Damon Hill (figlio del grande Graham) e David Coulthard, poi c’è Berger davanti a Schumacher. Alesi purtroppo è vittima di una rovinosa uscita di pista alla curva 9. Dopo essersi girata la sua 412T2 è finita sul cordolo decollando contro le protezioni. Tanta paura per Jean, ma fortunatamente nessun grave trauma. Il giorno successivo, seppure dolorante disputa le qualifiche in cui Hill firma la pole precedendo il compagno. Sulla pista magiara le FW17 volano anche in gara, col britannico che s’impone sullo scozzese e Berger che tiene a galla il Cavallino. Schumacher invece, per uno strano scherzo del destino, esce di scena al 73° passaggio per un guasto elettrico mentre era secondo. Ancora sfortunato Alesi fermato dalla rottura di una candela (il sabato era rimasto a piedi per colpa della frizione). Un weekend decisamente negativo per lui, forse condizionato dalle notizie provenienti dall’Italia. Riguardo al futuro del transalpino, radio box parla di un suo passaggio alla Benetton, al posto di Schumi.
Dunque un mercato piloti in fermento in attesa di comunicazioni ufficiali che arrivano puntualmente il giorno dopo Ferragosto. Con un breve comunicato la Ferrari annuncia di aver raggiunto un accordo di collaborazione tecnico agonistica con Michael Schumacher per le stagioni sportive 1996 e 1997. Il tedesco dice di aver scelto Maranello perché fiducioso di avere a disposizione una vettura vincente e non soltanto per i soldi (pare che la Benetton gliene avesse offerto “solo” 32 miliardi):”Dopo cinque anni in Benetton cercavo una nuova sfida – prosegue Schumi – e la trovo con la Ferrari che mi vuole perché sono il numero uno e dove sarò prima guida. La Williams? Offriva poco.”
Per Michael si tratta del secondo matrimonio in meno di due settimane. Il 5 agosto ha sposato infatti Corinna Betsch, da anni sua fidanzata, conosciuta quando correva nelle gare di durata. Il sodalizio con la Ferrari ha il sapore di una scommessa, per certi versi azzardata, dal momento che a Maranello c’è in atto una vera e propria rivoluzione, perché la cosiddetta operazione rilancio non è ancora finita. Insieme al pilota arrivano anche alcuni cervelli che hanno costruito i successi della Benetton: sono Brawn, Byrne e Stepney. Il fine è quello di disporre di un gruppo già affiatato, in modo da accorciare i tempi della riscossa. Dal campione ci si aspetta tantissimo anche in virtù dell’investimento fatto.
I 40 miliardi a stagione non saranno sborsati soltanto dal Cavallino, ma anche dagli sponsor, tecnici e non. Prima fra tutti la Marlboro, title sponsor della rossa. A seguire, la Shell, il fornitore di carburanti che ha preso il posto dell’Agip. Il marchio petrolifero italiano non se l’è sentita di portare il budget da 18 a 50 miliardi. Armando Bianchi, marketing manager del “Cane a sei zampe” è stato eloquente:” La richiesta a noi petrolieri per condurre in porto operazioni come questa è ai limiti del sostenibile. E’ una politica che può rovinare questo sport.”A contribuire alla causa, non vanno dimenticati anche altre aziende: parliamo di Pioneer, SKF, Arexons, Usag, Brembo, Trw, Momo, Digital, BBS e Telecom. Ma non è finita, perché a queste si aggiungono anche gli sponsor personali del pilota che compaiono sulla sua tuta, vedi la Dekra. Una società tedesca che ha le funzioni della nostra motorizzazione civile nella revisione del parco auto. Uno sponsor molto importante anche nell’ambito del DTM.
Per un driver che arriva, un altro se ne va, Alesi. In contemporanea al comunicato Ferrari, viene ufficializzato il passaggio del francese alla Benetton, così come l’ingaggio di Jacques Villeneuve da parte della Williams accanto a Hill, altro figlio d’arte. Una mossa, quest’ultima, che spiazzerà Berger, il quale pur avendo un contratto con Maranello non è propenso a proseguire l’avventura in rosso facendo da gregario a Schumi. Scartata anche l’ipotesi McLaren, l’austriaco approderà alla corte di Briatore. A fine settembre da Maranello verrà comunicato l’arrivo dell’irlandese Eddie Irvine, classe 1965, in Formula Uno dal ’93 e sempre al volante della Jordan, lo stesso team che aveva fatto esordire Schumi a Spa nel ‘91. Costo dell’ingaggio 8 miliardi compresa la buonuscita da pagare al team irlandese. Intanto la stagione 1995 volge al termine.
Schumacher conquisterà il suo secondo mondiale piloti (la Benetton vincerà il titolo costruttori) e a fine novembre, chiuso il suo impegno con la scuderia anglo- italiana, Michael potrà varcare i cancelli di Maranello. Si calerà subito nell’abitacolo della 412T2, girando dapprima a Fiorano e poi ad Estoril. Il suo primo successo griffato Ferrari arriverà già nel 1996, nel Gran Premio di Spagna a Barcellona sotto il diluvio. Al volante della F310 progettata John Barnard s’imporrà pure in Belgio e a Monza, concludendo terzo nel mondiale dietro le imprendibili Williams Renault.
Per la conquista della corona iridata, l’attesa sarà più lunga, malgrado abbia a disposizione delle monoposto sempre più competitive, figlie del genio di Rory Byrne, Ross Brawn e del motorista Paolo Martinelli. Nel biennio ’97 e ’98, il tedesco perderà la battaglia all’ultimo round e nel ’99 la sua corsa al titolo sarà pregiudicata dall’incidente di Silverstone. L’8 ottobre del 2000, con la vittoria nel G.P. del Giappone, Schumacher si laureerà campione del mondo per la terza volta ed i ferraristi potranno finalmente festeggiare il titolo dopo un lungo digiuno. Da li in poi, si aprirà un ciclo in cui il Cavallino dominerà la scena fino al 2004. Schumi diventerà il “Kaiser”, raggiungendo ben sette allori iridati. Un record!
L’avventura in rosso di Michael terminerà nel 2006 in Brasile, dove nell’ultimo Gran Premio dovrà cederà il passo ad un fuoriclasse emergente, Fernando Alonso. Seguirà il suo momentaneo ritiro dalle competizioni, ricoprendo il ruolo di consulente speciale a Maranello. Si parlerà di un suo ritorno in pista nel 2009 alla guida della Ferrari orfana di Felipe Massa, vittima di un tremendo incidente in Ungheria. Il tedesco compirà alcuni test sulla problematica 056, ma alzerà bandiera bianca complice i problemi al collo, postumi di un brutto incidente in moto. Il suo rapporto con il Cavallino si chiuderà definitivamente alla vigilia di Natale di quello stesso anno, con la firma di un contratto triennale come pilota ufficiale della Mercedes. Purtroppo i risultati non saranno all’altezza delle aspettative. Per il vecchio Kaiser era ormai iniziata la parabola discendente.
Testo ed illustrazione © Carlo Baffi – foto © Massimo Campi